Il portiere della Nazionale USA e dell'Everton Tim Howard
È stato fondamentale sabato nel match d'esordio Mondiale contro l'Inghilterra, specie con quella sua uscita a bloccare l'azione solitaria e il tiro di Emile Heskey che sarebbe valso il nuovo vantaggio inglese e probabilmente i tre punti. Purtroppo però l'estremo difensore rischia lo stop per una sospetta frattura al costato. Howard si è infatti infortunato contro l'Inghilterra in un violento contrasto proprio con Heskey.
Comunque, ancora una volta, Tim Howard ha dimostrato di essere la pietra su cui il CT Bob Bradley e la Nazionale possono iniziare a costruire., Ciò confermando peraltro l'ottima scuola americana che in passato ha messo in mostra gente come Brad Friedel (a 39 anni ancora tra i migliori in Premioer League) e Kasey Keller, anche lui alla stessa età in Premier sino a due anni fa, e che vede come back up dello stesso Howard l'ottimo Marcus Hahnemann, che ha 37 anni ha contribuito pesantemente alla salvezza dei Woverhampton Wanderers, e il più giovane Brad Guzan, riserva di Friedel all'Aston Villa e futuro titolare.
Howard rispetto agli illustri predecessori - come scriveva il nostro Andrea Cresta su Play.it tempo fa – sembra poter contare su un destino migliore già scritto tra le pagine della sua carriera professionistica che lo ha proiettato ancora giovane in una realtà che i suoi connazionali hanno affrontato solo in età più matura. Tim è stato infatti il primo portiere statunitense ad essere ingaggiato da uno dei top team europei, cosa che si verificò quando nel 2003, appena ventiquattrenne, sorvolò l'oceano per accasarsi al Manchester United. Il cammino che lo portò sette anni fa a vestire la maglia dei Red Devils parte però da molto lontano e si sviluppa tutto all'interno dello stato americano che ha dato i natali a questo straordinario atleta : il New Jersey.
Nato il 6 marzo 1979 nella cittadina di North Burnswick Tim fu uno dei pochissimi giocatori ad esser ingaggiato da una squadra appena terminata la high school, quindi senza fare la "trafila" collegiale della NCAA venne aggregato alla squadra dei New Jersey Imperials nel 1997. Dopo un anno giocato con gli Imperials, nella lega minore USISL, Howard firma un ingaggio con la Major League Soccer che decide di assegnarlo proprio alla franchigia del New Jersey : i New York Metrostars. Nella squadra della grande mela il giovane Tim trova due maestri d'eccezione, espertissimi tra i pali, come Tony Meola e Mike Ammann, da cui cerca di imparare il più possibile nei primi anni che lo vedono relegato al ruolo di riserva dei più esperti colleghi di reparto. Nel 1998, il 18 agosto, Tim riesce a fare comunque il suo debutto nella MLS, in quella che sarà l'unica presenza stagionale, contro Colorado, salvando più volte il risultato e aiutando la squadra ad ottenere la vittoria per 4-1 nelle mura amiche del Giants Stadium. Dopo aver fatto parte anche del Nike Project-40 Team. Howard dedica gran parte della stagione 1999 alla nazionale under-20 statunitense, giocando anche nel Fifa World Youth Championship in Nigeria, e totalizza solo 8 presenze con la maglia di New York; nel 2000 dopo altre 9 partite con i Metrostars il giovane statunitense viene nuovamente chiamato a difendere la porta della nazionale giovanile, questa volta impegnata nelle olimpiadi di Sidney 2000.
Tornato in pianta stabile nella rosa della franchigia newyorkese l'anno successivo, Tim diventa titolare della squadra gioca tutte le partite che la stessa affronta durante la stagione; le sue ottime prestazioni fanno si che diventi il più giovane vincitore del "MLS Goalkeeper of the Year Award" e che venga selezionato per il MLS All-Star Team. Nel 2002 continua la sua carriera nella Big Apple scendendo in campo in 27 delle 28 partite giocate dai bianconeri newyorkesi, e nel 2003 gioca 13 partite aiutando i Metrostars a duellare per la prima posizione prima di cedere alle sirene inglesi. Nell'estate dello stesso anno Tim risponde alla chiamata dei Red Devils per sostituire il portiere francese Fabien Barthez ed esordisce in maglia rossa contro la Juventus, in una partita amichevole nel suo ex stadio di casa : il Giants Stadium di New York. Rotto il ghiaccio Howard diventa subito titolare nel Manchester United giocando alla grande soprattutto nella prima parte della stagione dove conclude ben 13 partite senza subire alcun goal. Le ottime prestazioni di Tim alla sua prima stagione inglese fanno si che vinca il premio di "English Premier League Goalkeeper of the Year", il secondo vinto da un giocatore americano dopo quello assegnato a Brad Friedel.
Inanellata anche la nomina nel "Best XI" della Football Association alla fine della sua prima stagione oltremanica, Howard parte titolare nelle prime partite della stagione 2004-05, salvo poi perdere il posto a favore degli altri 2 portieri del Manchester: l'irlandese Carrol e il portoghese Ricardo, preferiti da Sir Alex Ferguson all'americano. Nell'estate 2005 Tim decide comunque di prolungare la sua permanenza all'Old Trafford firmando un nuovo contratto con il club nonostante l'arrivo del poriere olandese Edwin Van Der Sar. Con l'arrivo dell'ex portiere del Fulham e la cessione dei già citati Carrol e Ricardo, Howard si "riappropria" del ruolo di secondo portiere facendo sporadiche apparizioni da titolare nelle competizioni secondarie. Tra le sue migliori partite della stagione corrente Tim annovera il "third round" di F.A. Cup contro il Burton Albion, dove permette ai suoi di passare il turno nel replay mantenendo in entrambe le partite la porta inviolata, 0-0 e 5-0 in favore del Man United i risultati. L'esperienza accumulata in quei primi anni dal portiere americano nella Premiership non gli hanno però garantito un futuro da "numero uno" dei Red Devils, dove c'è ancora il "vecchio" Van der Sar.
E così nel maggio 2006 passa in prestito all'everton per sostituire Nigel Martyn. Ma presto quell ache doveva essere una sostituzione momentanea diventa definitive, e il 14 febbraio 2007 firma un quinquennale con i Toffees a circa 3 milioni di sterline l'anno. Nel 2009 si prende anche la sua vendetta su Alex Ferguson parando due rigori ai Red Devils in semifinale di FA Cup, spedendo l'Everton alla finale contro il Chelsea (persa 2-1). Sempre nella stagione 2008/09 Howard supera il record del suo club di match senza prendere gol, iniziando poi alla grande la stagione appena conclusa dai Toffees a soli due punti dal Liverpool e dalla zona UEFA, mentre in Europa League non sono andati oltre i sedicesimi (eliminati dallo Sporting Lisbona).
Ma Howard non ha dovuto lottare per il posto da titolare solo tra le fila del Manchester United, ma anche nella nazionale maggiore statunitense, dopo esserlo stato in diverse selezioni giovanili. Howard infatti, fino al 2006, si è ritrovato bloccato da Keller, pur essendo entrato nel giro della nazionale USA nel 2002 giocando in 2 partite amichevoli: l'esordio contro l'Ecuador del 10 marzo e l'ultima partita dell'anno contro El Salvador. Conclusi entrambe i match senza subire reti, 1-0 e 2-0, Howard si ritaglia uno spazio sempre maggiore nella selezione statunitense e viene chiamato a difenderne la porta nella Confederations Cup del 2003. In terra di Francia Tim mostra di possedere molte qualità attirando l'interesse di diversi club europei e vincendo per due volte il titolo di "Man of the Match" grazie a due spettacolari performances contro Turchia e Brasile. Conclusa la stagione con 7 presenze e 2 partite senza subire reti con la divisa degli USA, Tim, che nel mentre si è trasferito in Inghilterra, si appresta a vivere un 2004 da protagonista anche a livello internazionale. Purtroppo la nuova stagione non inizia però con i migliori auspici e le splendide prestazioni di Keller fanno sì che Howard giochi con il contagocce annoverando solo 3 presenze con la nazionale USA, Nel 2005 la situazione non cambia e Tim ha pochissime occasioni per difendere la porta della nazionale a stelle e strisce anche se in una di queste, per la prima volta in carriera, indossa la fascia di capitano. Dopo essere stato membro delle selezioni giovanili che parteciparono alle Olimpiadi di Sidney, ai Mondiali Under-17 e Under-19, nonché riserva dei 23 che presero parte ai Mondiali 2002, Tim, con 15 presenze alle spalle, dopo Germania 2006 diventa titolare inamovibile, contribuendo in maniera decisiva alla vittoria in Gold Cup ed alla splendida cavalcata nella Confederations Cup dello scorso anno (in cui si aggiudica il “Guanto d'Oro”, premio per il miglior portiere del torneo), inanellando alcune prestazioni di grandissimo livello, come quella nell'amichevole con l'Argentina nel giugno 2008 o quella vinta con la Spagna proprio in Sudafrica.
Howard, uomo prima che atleta, possiede ottime qualità anche fuori dal rettangolo di gioco, dove dedica tempo e fondi per aiutare i bambini affetti dalla sindrome di Tourette, malattia dalla quale lui stesso è affetto. Tim, che ha imparato da tempo a convivere con questa sindrome, per il suo impegno nel sociale ha ricevuto il "MLS Humanitarian of the Year Award" nel 2001, e sta facendo tuttora il possibile, attraverso una fondazione con cui collabora, perché la Tourette non si trasformi in un problema per la vita di coloro che si trovano ad affrontarla. La straordinaria forza d'animo con cui lui ha affrontato la malattia è percepibile attraverso le sue parole in un intervista rilasciata qualche anno fa ad organi di stampa statunitensi : "Come ho detto molte volte mi considero un esempio; un esempio che la sindrome di Tourette deve essere vissuta come una cosa passeggera, come qualcosa che dura un attimo, come una cosa con la quale convivere, e non come un ostacolo per la propria vita da chi ne è affetto. La Tourette non deve farvi sentire inferiori se ce l'avete e non deve farvi desistere dall'inseguire i vostri sogni". Parte della TSANJ (Tourette Syndrome Association of the New Jersey), Tim è entrato nel direttivo della stessa dal Novembre del 2001 garantendole un impegno costante ed un apporto continuo anche ora che gioca in Gran Bretagna; sposatosi con Laura appena si è trasferito a Manchester, ha un figlio, Jacob, nato il 5 Settembre del 2005.
Ex giocatore di basket alla High School, star del North Bursnwick HS basketball team, Howard era considerato uno dei migliori cestisti presenti nella MLS. Tra le curiosità che riguardano i suoi inizi da portiere c'è anche uno stage in Italia nel 1998, quando per tutto il mese di novembre si allenò con il Milan. E considerando che all'epoca dietro Sebastiano Rossi c'era gente come Frezzolini e Valerio Fiori, forse magari a Milanello qualcuno oggi si sarà ancora arrabbiato con Zaccheroni che non fu in grado di accorgersi di avere tra le mani un grande portiere"