Il Pier 40, a Greenwhich Village.Potrebbe essere il posto ideale per il secondo team di NY?
Un articolo per replicare alle dieci motivazioni del giornalista americano Ramin Majd, il quale in un recente articolo pubblicato su Goal.com evidenzia le 10 ragioni per cui, secondo lui, New York non avrebbe bisogno di una seconda squadra in MLS.
Con tutto il rispetto per Majd non possiamo che sottolineare che le ragioni dallo stesso evidenziate non rispondono totalmente a verità , essendo molte di esse facilmente confutabili alla luce delle considerazioni che di seguito elenco. Riteniamo doverosa la premessa che quanto scrivo non è una critica personale ma semplicemente uno scambio di opinioni che possono essere utili per analizzare gli argomenti in esame con maggiore puntualità e precisione.
Dopo aver svelato che il diciannovesimo expansion team della MLS sarà Montreal, il presidente Don Garber ha recentemente rivelato che la lega sta prendendo in considerazione l'ipotesi di una seconda squadra nell'area metropolitana di New York. Garber ha dichiarato alla stampa :”La nostra attenzione è ora focalizzata sulla scelta di un ventesimo team, e ci piacerebbe che questo fosse nella città di New York, creando così una seconda squadra nell'area dei tre stati“.
Quanto è sbagliata quest'idea? Lasciatemi spiegare il perchè, scrive Majid. Ecco quindi le sue dieci ragioni per cui la MLS non dovrebbe nemmeno pensare a impiantare una seconda franchigia a New York:
1) St Louis
La città di St Louis ha una vasta popolazione di appassionati di sport, nessuna squadra in NBA ed una florida e rinomata industria locale, non vi suona familiare? St Louis potrebbe essere una seconda Seattle ma gli ingredienti ci sono.
Ma Majd non ha tenuto conto della storia del soccer di St Louis nè degli avvenimenti più o meno recenti. Gli ricordiamo che la candidatura di St Louis in MLS è naufragata proprio per mancanza di quei grandi sponsor necessari se si vuole impiantare una franchigia in qualsiasi sport pro. Jeff Cooper azionista di riferimento del consorzio St Louis Soccer United LLC ha cercato inutilmente soci che potessero unirsi nell'impresa di poter far tornare St Louis nel soccer che conta, posto da dove manca dalla fine della stagione 1977, ma evidentemente la “florida e rinomata industria locale” non ha ritenuto la proposta abbastanza redditizia. Aggiungiamo che nonostante St Louis sia una delle culle del soccer Usa (proprio assieme a New York), l'affluenza di pubblico quando in città militavano gli storici, coraggiosi e derelitti St Louis Stars non è mai stata tale da poter garantire introiti, tanto che più che alla fine della stagione NASL 1977 la franchigia venne spostata il California. L'attuale AC St Louis milita nella Division Two, e a mio parere quello è il posto che le compete visto che non pare che il pubblico faccia la fila ai tornelli dell'Anheuser-Busch Soccer Park.
2) Nessuna base di appassionati.
Le città che sono state di recente insignite di una expansion franchise avevano dimostrato già antecedentemente un forte interesse per il soccer. Seattle, Vancouver, Portland e Montreal, già supportavano le loro squadre di seconda divisione. I Sons of Ben a Philadelphia si sono formati un anno prima della nascita degli Union. Se c'è qualcuno che desidera una seconda squadra a New York bisogna dire che è fin troppo calmo.
Certamente le città di cui parla Majd possono contare su una solida base di appassionati, ma due delle quattro da lui citate sono canadesi, e si sa che i canadesi, essendo il loro paese una via di mezzo tra gli Stati Uniti e la vecchia Europa sono più attratti dal soccer di quanto lo siano gli americani, in più si è dimenticato di citare Toronto, oggi una delle migliori piazze per la MLS ma che prima della nascita dell'attuale franchigia non mi pare impazzisse per i Toronto Lynx, autoretrocessi in PDL per scarsità di pubblico. Portland è sempre stata attaccata ai Timbers tanto da farli risorgere più volte perchè in quella città sono stati l'unica franchigia pro a non andarsene dopo uno o due anni, e Seattle oltre ai Seattle Seahawks della NFL non hanno concorrenza con altri sport visto che i Supersonics se ne sono andati. E sebbbene non ci sia stato questo gran fermento per una seconda squadra newyorkese ricordo a Majd la campagna su soccernova.org per riportare in vita i New York Cosmos nei primi anni 2000 che raccolse svariate migliaia di firme e quella più recente per la nascita di una seconda franchigia.
3) I Wilpons potrebbero essere coinvolti
Fred Wilpons e suo figlio Jeff sono proprietari dei New York Mets dal 2002. Nonostante sia uno dei club più blasonati e remunerativi della Major League Soccer, sotto la loro gestione hanno vinto appena un titolo di divisione e nessun campionato nazionale o altri trofei da mostrare
Questa motivazione mi sembra alquanto ridicola, certamente gli Wilpons potrebbero mettere alla guida dei loro Mets qualche dirigente più competente, anche in Italia Massimo Moratti ha dovuto aspettare più di un decennio prima che l'Inter diventasse competitiva e nel frattempo ha sperimentato una serie di amari fallimenti su tutti i fronti, ma questa è un'altra storia, bisogna anche dire che i Mets nella loro storia anche prima dell'arrivo dei Wilpons non hanno vinto granchè. In più aggiungo che se come si era vociferato in passato fosse proprio la proprietà dei Mets a ravvivare il mito dei Cosmos sicuramente farebbe in modo di mantenerne il blasone affidandolo a dirigenti capaci visto che essendo americani non credo si intendano così tanto di soccer da poter gestire direttamente le varie campagne acquisti e quant'altro…
4) Il problema dello stadio
Costruire un nuovo stadio nell'area metropolitana di New York non è esattamente una cosa facile.Considerando che i New York Red Bulls si trovano in New Jersey, il posto più logico dove poter impiantare una nuova franchigia MLS sarebbe Manhattan, Brooklin, Queens o Long Island. Prima che fosse inaugurato il Citi Field, il diamante dei Mets, il più recente complesso sportivo dell'area era il Nassau Coliseum costruito nel 1972. I Mets hanno dovuto lottare anni per poter costruire il loro stadio e i New York Islanders, radicata franchigia NHL con ben quattro Stanley Cups all'attivo non sono riusciti a costruire un sito per rimpiazzare il Coliseum.
Quanti anni, se non decenni, dovranno passare prima che i burocrati di New York diano il beneplacito per uno stadio nel quartiere di Queens o a Long Island per uno sport che molta gente ancora considera minore?
Questo in effetti potrebbe essere un problema ma una città immensa come New York sicuramente ha delle aree (come magari questa, addirittura a Manhattan, Greenwich Village) dove poter costruire uno stadio degno di tale nome per la nuova franchigia. Praticamente tutte le squadre MLS ci hanno messo tempo prima di avere il loro soccer specific stadium e alcune ancora non lo hanno, per quanto riguarda gli urbanisti newyorkesi, certamente gli Usa non sono l'Italia ma sicuramente una potenza economica come possono essere i Wilpons, se saranno loro, coadiuvati da un certo numero di grandi sponsor e di una campagna sapientemente orchestrata dai media locali non avrebbe difficoltà a scavalcare la burocrazia locale, perchè come disse una volta Giorgio Chinaglia “Some people push de buttons” (alcune persone muovono i bottoni per chi non conoscesse la lingua di Shakespeare).
5) Atlanta
Si, Atlanta è una città terribile per gli sport professionisti, ma la MLS non ha franchigie a sud-est, una vistosa omissione per una lega che punta a coprire tutta la nazione. La scorsa settimana la squadra femminile delle Atlanta Beat ha inaugurato il proprio stadio. Se ce la può fare la WPS, perchè non la MLS?
Majd sembra ignorare gli studi compiuti negli anni passati dallo staff di Don Garber e la storia del soccer Usa in generale. Atlanta è una città storica per il soccer visto che era presente in NASL già dagli albori grazie agli Atlanta Chiefs dal 1967 al 1973 e poi ritornati dal 1979 al 1981, ma le medie spettatori non sono mai state esaltanti, basti pensare che il massimo storico per i Chiefs in termini di pubblico è stato raggiunto nel 1979 ed era un' esigua presenza di 7350 paganti. Nemmeno gli Atlanta Silverbacks che a quanto pare torneranno dal 2011, non hanno mai fatto il pieno al REMAX Greater Atlanta Stadium, se poi aggiungiamo la presenza di altre franchigie pro sport ed una composizione etnica della città dove gli ispanici sono quasi inesistenti ed i bianchi sono comunque una minoranza, si può capire come mai i grandi sponsor (Coca-Cola in testa visto che è proprio di Atlanta) non si sono mai interessati al soccer in quest'area d'america.
6) I Red Bulls hanno bisogno di tempo per radicarsi.
La franchigia di New York è stata parte della MLS fin dal 1996. Ma tra cambio del nome, il freddo e cavernosoGiants Stadium e terribili prestazioni sul campo, hanno faticato non poco per poter costruire una base di fans su larga scala.
Quest'anno il club ha inaugurato la Red Bull Arena, una vera e propria opera d'arte, ciononostante la media spettatori è stata deludente, ma la squadra ha praticamente dovuto ricominciare da zero. Hanno proprietari molto ricchi, un nuovo stadio facilmente raggiungibile e un un potenziale bacino di europei e sudamericani che amano il soccer, i Red Bulls hanno bisogno di tempo e supporto, non di una squadra rivale sull'altra riva del fiume Hudson.
Quanto scritto in tale motivazione mi sembra la peggior scusa mai sentita! Non è colpa di nessuno se gli allora Metrostars (ora Red Bulls) non hanno mai vinto nulla e pertanto non sono stati capaci di portare gente allo stadio, se non dei loro allenatori e dirigenti. Il cambio di nome poi sicuramente ha allontanato una parte di appassionati di calcio che mai e poi mai tiferebbero una squadra con il nome di un soft drink. Una rivalità cittadina non farebbe altro che attrarre a se questi tifosi che ora non hanno una squadra da seguire e aumenterebbe il livello della competizione, il che può fare solo bene alla lega.
Aggiungiamo infine che nei piani originari della MLS doveva esserci una franchigia a Lons Island già nel 1996, ma all'ultimo momento fu ritirata e sposata altrove, per cui ora con una lega già stabilizzata ed in crescita un derby della grande mela aggiungerebbe ulteriore fascino ed adrenalina.
7) La storiella della rivalità è assurda.
Don Garber afferma che anche i Red Bulls credono che una seconda squadra a New York li aiuterebbe a creare una rivalità cittadina.
Questo è realmente ridicolo. Trovatemi una persona che supporta gli Yankees per via dei Mets o un fan dei Giants per causa dei Jets o un tifoso dei Knicks per non tifare Nets.
Anche in questo caso mi trovo in profondo disaccordo con Majd, il quale dovrebbe sapere che il soccer non è uno sport americano ma globale e molto più internazionale degli sport tipicamente americani, e in tutto il mondo le rivalità cittadine sono molto sentite, il paragone con gli sport americani proprio non regge, non è un caso che nell'annuale All Star Game la sfida con squadre internazionali ha da tempo preso il posto della sfida tipicamente americana East vs West in voga nei primi anni di vita della MLS.
8) Miami
La città è soprannominata la porta delle americhe e a ragione. Miami è la città più latino-americana degli Usa, e i latinos amano il soccer.
E' vero che Miami Fusion hanno chiuso per fallimento ma avevano un'affluenza pari ad 11.000 spettatori a partita durante il 2001, loro ultimo anno di vita, più di quanto stiano totalizzando quest'anno New England, Dallas, San Jose, Kansas City o Colorado.
L'interesse per il soccer in Florida esiste, bisogna solo saper organizzare le cose.
Anche qui Majd sembra non conoscere a fondo la situazione peccando di superficialità una volta di più, innanzitutto perchè la Florida e soprattutto Miami è popolata in larga parte da cubani, i quali impazziscono per il baseball ed ignorano persino quali siano le squadre di calcio del loro paese, i Miami Toros ed i Miami Gatos furono un fallimento, tanto più che dopo il 1975 la franchigia di Miami venne sposata a Fort Lauderdale dove divennero gli Strikers, e ricordo a Majd che anche i Miami Fusion sebbene si chiamassero così in realtà giocavano a Fort Lauderdale. La squadra fu chiusa per errori gestionali di Ken Orowitz e per mancanza di altri investitori, e l'interesse per il soccer in Florida c'è, visto che storicamente questa regione è stata una delle aree più importanti per questo sport, ma non la città di Miami, e lo dimostra il fatto che l'attuale Miami FC stanco delle medie spettatori anemiche (e questo persino anni fa con in campo un certo Romario) abbia abbandonato la città per andare a giocare nello storico Lockhart Stadium di Fort Lauderdale e che come pare adotterà nome e colori sociali degli storici Strikers.
9) Il tempo di far entrare in lega una città di media grandezza.
In NBA San Antonio ed Oklahoma City hano registrato una media maggiore di 18000 spettatori paganti, in NHL Buffalo e Pittsburgh hanno superato i 17000, le città di media grandezza sono lì, ed accoglierebbero volentieri una nuova squadra pro sport.
Questa motivazione non trova alcun fondamento, anche perchè in MLS oltre alle grandi megalopoli come New York, Los Angeles, Toronto, Boston e Seattle ci sono città di medie dimensioni, sempre tenuto conto degli standard americani, quali Columbus, Kansas City e la capitale dello Utah Salt Lake City, e l'anno prossimo entreranno Portland e Vancouver, per cui la richiesta di Majd è già stata ampiamente esaudita, ma viene da pensare che p la sua non sia altro che pura e semplice nonchè ingustificata idiosicrasia verso l'idea di una franchigia MLS a New York
10) La cosa più importante: i newyorkesi vogliono una grande squadra, non due squadre mediocri.
New York è la città degli eventi, ai newyorkesi piace lo spettacolo, vogliono il meglio, volete porare i newyorkesi allo stadio? Fate grandi i Red Bulls.
Hanno uno stadio stupendo raggiungibile facilmente coi mezzi pubblici, ora bisogna solo acquisire giocatori di alto livello. Perchè il soccer ce la faccia a New York, ci vuole il meglio del meglio, ricordate i Cosmos? Una franchigia mediocre ubicata a Queens non centrerà di certo l'obbiettivo.
Vorremmo sapere dove è scritto che una seconda squadra nell'area della grande mela renderebbe mediocri o peggiori i Red Bulls, i quali sembra che dopo anni di magre figure sembra stiano intravedendo la luce del tunnel anche se è presto per parlare, la squadra in campionato sembra competiviva e per quando riguarda le star, oltre al colombiano Juan Pablo Angel, presente da tre anni e indiscussa punta di diamante della squadra, sembra che anche il francese Thierry Henry terminerà la carriera proprio a New York, se son rose fioriranno….proprio perchè i newyorkesi vogliono il meglio, perchè non due grandi squadre invece di una? Cosa sarebbero Milano, Genova, Torino, Roma, Rotterdam, Londra, Buenos Aires, Lisbona, Madrid e Montevideo solo per citare le più importanti città del mondo, calcisticamente parlando, senza le tensioni l'adrenalina e le emozioni che solo una stracittadina possono trasmettere? Certo a Los Angeles il derby tra Galaxy e Chivas Usa non ha lo stesso valore ma questo è per lo scarso appeal dei “goats” del quale si è troppe volte discusso, problema che sicuramete non si verificherebbe a New York anche perchè rispetto ai losnagelini i newyorkesi sono meno modaioli e più appassionati di soccer, altrimenti non si spiegherebbe la flessione di pubblico registrata dai Galaxy per via dell'assenza del fuoriclasse inglese David Bechkam nonostante la squadra sia tornata competitiva nell'ultimo biennio, ma questa è un'altra storia.