Il centrocampista Bobby Convey. Da lui San Jose ques'anno si aspetta molto
Tra le squadre che a fine stagione non potranno mancare l'appuntamento con i playoff e la conseguenze lotta per il titolo, San Jose dovrà per forza di cose esserci. O almeno dovrebbe, visto che dall'expansion 2008 si è sempre classificata ultima assoluta. La formazione californiana non è solo tra le più anziane società a prendere parte alla MLS,ma è tra i club che nella propria storia è riuscito nell'impresa di conquistare il titolo per ben due volte,nel 2001 e nel 2003,conquistando nel 2005 l'ambito MLS Supporters' Shield, trofeo assegnato alla squadra di Major League Soccer che ottiene il maggior numero di punti durante la regular season, senza distinzione di Conference.
Fino al 2005 la formazione azzurro-nera ha sempre disputato stagioni discrete,quasi sempre la qualificazione ai playoff ed in alcuni casi anche con ottimi risultati, ad esempio vincendo la Western Conference nel 2003 e 2005. Purtroppo però nel 2005 la continuità si è rotta col trasferimento della franchigia a Houston a causa dei problemi nell'ottenere il via alla costruzione di uno stadio di proprietà . E a Houston le vittorie della Dynamo fanno ancora piangere i tifosi di San Jose, consci di quanto si sono persi. Non per niente ogni volta che le due squadre si incontrano a San Jose l'accoglienza per i giocatori orange è terribile.
La franchigia di San Jose ha avuto un terribile impatto al rientro nella MLS, anche perché appunto era una squadra totalmente nuova e diversa rispetto a quella oggi a Houston. Al termine della passata stagione gli Earthquakes sono riusciti a mettere insieme solo 7 vittorie con un misero bottino di sole 36 reti siglate e ben 50 subite.
Coach Frank Yallop però anche quest'anno avrà un compito difficlissimo. Nonostante infatti le ottime notizie provenienti dalla città , che consentiranno ai San Jose Earthquakes di avere un proprio stadio entro il 2013 probabilmente, garantendo la continuità del team a San Jose, società e squadra non sembrano fare progressi rispetto al passato recente. La campagna acquisti infatti non appare aver risolto assolutamente i gravi limiti messi in mostra negli ultimi due anni.
Portieri – A difesa dei pali - quello del portiere è forse l'unico ruolo in cui coach Yallop è tranquillo – anche per questa stagione il San Jose ha voluto affidarsi ai suoi veterani Cannon, Andrew Weber, e come terza scelta Mike Graczyk. Senza ombra di dubbio il titolare sarà quasi sicuramente il veterano Joe Cannon, in forza ai neroazzurri dal 2008 con cui ha totalizzato 58 presenze, che sommate alla precedente esperienza sempre al San Jose dal 99 al 2000 fanno un totale di ben 159 presenze con la casacca neroazzurra (274 le presenze totali in MLS, 2 in Nazionale USA). Segue a ruota Cannon il giovane Andrew Weber, sbarcato a San Jose la scorsa stagione con alle spalle l'esperienza col Montreal Impact in USL 1st Division e CONCACAF Champions League.
Difensori – Del tutto rinnovato è il pacchetto difensivo, e non poteva essere altrimenti viste le 50 reti subite nel passato campionato. Il nuovo grupppo vede Bobby Burling, Ike Opara e Justin Morrow, con Jason Hernandez (un passato tra NY e Chivas USA) l'esperto Chris Leitch (ex Columbus Crew e NY) unici superstiti della scorsa stagione probabilmente unici ad essere sicuri di una maglia da titolare. A far loro compagnia Bobby Burling giunto sul finire dello scorso campionato, e il promettente rookie Ike Opara, terza scelta assoluta. Anche se ancora un junior, Opara è stato il miglior difensore al college nelle ultime 2 stagioni. Titolare già da freshman, alto, grosso e veloce, Opara è considerato il miglior difensore uscito dal college dai tempi di Chad Marshall (Columbus Crew, MLS Defender of the Year 2008 e 2009). nonostante abbia saltato alcune partite della FIFA U-20 World Cup.
Centrocampo: Ramiro Corrales, Simon Elliot,Arturo Alvarez, Bobby Convey, Brandon McDonald, Joey Gjertsen, Ramon Sanchez, Andre Luiz, Javier Robles.
Abbastanza folta la linea mediana del campo,ma a differenza della difesa dove la società ha operato un'autentica rivoluzione, sono ben 7 i giocatori riconfermati. Tagliato a pochi giorni dal via il nazionale neozelandese Simon Elliot (ex Galaxy, Columbus e Fulham) , i pilastri rimangono Arturo Alvarez, anche lui a San Jose pre re location e poi a Dallas, rientrando a casa 2008. Ottimo centrocampista, con le qualità di cui dispone è in grado di potersi trasformare in attaccante aggiunto ed il numero di reti realizzato fino ad oggi lo dimostra. Altro grande tassello della cerniera di centro campo è senza ombra di dubbio Bobby Convey. Cresciuto nella IMG Soccer Academy, stessa scuola che diede i natali a London Donovan e stessa che ha lanciato Gabriel Bagot oggi in forza al Lucera calcio, da Bradenton Bobby approda ai DC United con cui gioca dal 2000 al 2004 disputando 89 partite e realizzando 8 reti. Le ottime prestazioni attirano su di se l'attenzione del Reading club inglese militante all'epoca nel Championship. Cosi dal 2004 al 2009 Bobby si trasferisce in Inghilterra dove in 98 gare realizza 7 reti, contribuendo nel 2006 insieme al portiere connazionale Marcus Hahnemann a trascinare il Reading sino in Premier League. Dopo qualche problema fisico di troppo, nel 2009 torna in MLS a San Jose, con cui l'anno scorso è sceso in campo 25 volte ma rendendo nettamente al di sotto delle attese. Brandon McDonald, ex San Francisco University, gioca a San Jose dal 2007, ma all'epoca militava nei San Jose Frogs della PDL, mentre nel 2008 va ai Galaxy per poi tornare a San jose nel 2009. Giocatore tutto grinta e cuore dal fisico possente, è assai utile nello spezzare il gioco avversario ma al tempo stesso di riproporsi in avanti andando anche in rete.
Un'aggiunta di grande esperienza nel centro campo del San Jose già dal campionato scorso è senza ombra di dubbio quella di Ramon Sanchez. Nato a El Salvador, dove ha militato con Arcense, San Salvador FC, CD Chalatenango e FC Alianza, per lui in Nazionale 50 gare e 2 reti. Da seguire il brasiliano giramondo Andre Luiz, una carriera Corinthians, Tenerife (35 gare e 2 gol), Cruzeiro, Olympique Marsiglia, Paris Saint-Germain, Ajaccio, poi ancora Brasile col Santos e dal dal 2007 al 2009 emigra in Messico al Jaguares de Chiapas (51 partite, 4 gol). Giocatore di grandissima esperienza internazionale, insieme a Ramiro Corrales (ex nazionale USA a lungo in Danimarca) , l'ex Montreal e Vancouver Joey Gjertsen e Javier Robles, forma una mediana decisamente esperta e ben fornita, capace anche di qualche sorpresa.
Attaccanti – Ryan Johnson, Eduardo, Cornell Glen, Quincy Amarikwa.
È qui che San Jose ha i problemi maggiori. Ritiratosi l'ex Norwich Darren Huchkerby, Il nome nuovo è quello del 30enne centravanti brasiliano Eduardo, ex Tolosa, Charleroi e Vasco de Gama. Arrivato dagli svizzeri del Basilea, Eduardo Adelino da Silva è un centravanti bravo a tener palla e a far salire la squadra, e sembra l'ideale complemento dei veloci Johnson e Glen. Ryan Johnson è approdato lo scorso anno nelle fila del San Jose ha giocato 30 partite realizzando 11 reti e 2 assist, è un attaccante abbastanza versatile in grado di andare in rete ma anche di fare movimento e saltare l'uomo. Cornell Glen, trini degno, nelle stagioni 2002 e 2003 è stato il miglior marcatore del San Juan Jabloteh, attirando l'interesse degli inglesi del Peterborough United ma non riuscì ad ottenere il permesso di lavoro nel Regno Unito, trasferendosi quindi in Portogalloall'AD Sanjoanense. Nel 2004 passa agli allora New York MetroStars, e da allora è stato un continuo vagare tra FC Dallas, Columbus Crew, Colorado Rapids, Los Angeles Galaxy, un breve ritorno al San Juan Jabloteh e Ma Pau SC, passando per un paio di provini a Leeds United e Tranmere Rovers, fino al 2009 in cui sbarca a San Jose, disputando 12 gare e realizzando 6 reti. Chiude il quadro Quincy Amarikwa, classe 1987, dopo le 24 gare con un solo gol l'anno scorso, da lui ci si aspetta un qualcosa in più.
Il San Jose si presenta ai nastri di partenza con una formazione abbastanza competitiva a centrocampo, assai meno in difesa, e con un attacco in cui anche se Eduardo dovesse tenere i livelli di Huchkerby, difficilmente sembra in grado di reggere una stagione con obiettivo playoff. E la prospettiva di quest'anno sembra infatti un altro anno di brutte esperienze per i tifosi degli Earthquakes.