MLS 2010 al via stanotte col match fra i Seattle Sounders e Philadelphia Union
Mentre in Italia i nostri calciatori di Serie A hanno la possibilità di assicurarsi un futuro grazie alle proprie prestazioni in campo, compensate da ingaggi di media oltre i 600 mila euro, con punte ovviamente alle stelle, ma anche con minimi praticamente mai sotto i 150 mila l'anno, ben diversa è la situazione nella Major League Soccer, la lega calcistica americana. Di fronte a un David Beckham da 6,5 milioni di dollari annui, a un Freddie Ljungberg (Seattle) da 1,3 milioni - stipendi da campionato top in Europa - c'è l'altra faccia della medaglia fatta, in alcuni casi di stipendi da 20 mila dollari lordi, che addirittura costringono alcuni giocatori a fare il doppio lavoro essendo non lontani dalla soglia della povertà (che negli USA, per un singolo, è fissata a 11 mila dollari). A ciò si aggiunga il fatto che ogni giocatore - tranne eccezioni previste nel contratto - può essere tagliato al 30 giugno e che comunque, essendo il contratto stipulato con la lega e non con il singolo club, non può liberamente trasferirsi ad un altro club a meno che non si trovi un accordo tra la sua ex squadra e la nuova (free transfer invece per l'estero). Mettiamo insieme a tutti questi fattori un salary cap annuo da 2,4 milioni che - attualmente - limita le possibilità di spesa di ogni team, e allora è assai comprensibile come il sindacato calciatori (MLS Players Union) e la MLS siano giunti vicini ad un punto di rottura nelle trattative per il rinnovo del contratto collettivo dei calciatori, con la possibilità di uno sciopero scampata solo a pochi giorni dal via con il rinnovo del contratto collettivo siglato dalle due parti.
Se vista dall'Europa una situazione del genere potrebbe essere considerata insostenibile, a favore della MLS va preso in considerazione la capacità di aver fatto rinascere dalle ceneri il movimento calcistico professionistico americano, autodistruttosi nelle folli spese della NASL di Pelè, Giorgio Chinaglia e Franz Beckenbauer, grazie ad un'attenta gestione delle spese, ad un'espansione continua in mercati vogliosi di calcio l'anno prossimo toccherà a Vancouver e Portland) e - fattore questo fondamentale - alla costruzione di stadi per il calcio che hanno finalmente liberato i club dalla schiavitù dell'affitto degli enormi stadi da football passando a strutture di proprietà che rendono l'atmosfera assai simile a quella europea e consentono ai club di fare profitti.
E proprio quella dei nuovi stadi è forse la storia più importante di questa nuova stagione che prenderà il via stanotte col match fra Seattle Sounders, la sorpresa dello scorso anno per risultati e pubblico, e l'expansion team Philadelphia Union guidato dall'ex nazionale polacco Piotr Nowak, che sembra aver messo insieme un ottimo gruppo con in rilievo i giovani Chris Seitz (portiere), Michael Orozco (difensore) e il 17enne attaccante Jack McInerney. Due i nuovi stadi del 2010. Il primo, il più bello della lega, è la Red Bull Arena, struttura da 25.000 posti attaccati al campo, con tutti i comfort e le tecnologie che già contraddistinguono i migliori stadi a 5 stelle. Tra modernità e nostalgia è stato inaugurato il 20 marzo con i campo i padroni di casa, i New York Red Bulls del centravanti colombiano (ex Aston Villa) Juan Pablo Angel (assente però per un infortunio al ginocchio), una delle stelle del campionato, e il Santos di Robinho (fuori anche lui per un inofrtunio, ma pare fosse una scusa: il Santos non lo sta pagando), con Beckenbauer in tribuna a fare da ciliegina sulla torta. L'altro stadio, meno bello ma in un'ambientazione suggestiva accanto al fiume Delaware, e al suo ponte sospeso, è il Pennsylvania Power & Light Stadium (naming rights per i prossimi 10 anni venduti al prezzo di $20 milioni), che aprirà a giugno.
L'aspetto competitivo è forse il più interessante nella MLS. Grazie anche alle regole finanziarie esistenti, probabilmente non esiste altro campionato di prima divisione dall'esito così incerto tra Europa e Sudamerica. Oltre tutto quest'anno, per la prima volta, il numero di squadre che resterà fuori dai playoff sarà uguale a quello delle qualificate, e ciò renderà assai più interessante la regular season.
L'anno scorso la vittoria è andata al Real Salt Lake, i cui astri sono il difensore colombiano Jà¡mison Olave, il centrocampista argentino il 30enne Javier Morales (ex Arsenal di Sarandì e Newells Old Boys), gli attaccanti attaccante americano Robbie Findley e il costaricano Alvaro Saborio, mentre il neoacquisto Luis Gil sembra ancora acerbo per la prima squadra, nonostante su di lui ci sia da tempo il forte interesse di Arséne Wenger e dell'Arsenal. Il Real Salt Lake, squadra dal nome improbabile ma dal bel gioco imposto dal giovane allenatore Jason Kreis, l'anno scorso si qualificò per i playoff per il rotto della cuffia e la possibilità che una striscia come quella possa ripetersi è a dir poco improbabile. A dominare il campionato 2009 (vincendo il Supporters Shield, il titolo che va al team vincitore della regular season e che vale la qualificazione alla CONCACAF Champions League), e probabile protagonista nel 2010, è stato il Columbus Crew dell'argentino Guillermo Barros Schelotto, non certo più un fulmine di guerra ma reinventatosi come playmaker a centrocampo, attorniato da promesse come l'ala Robbie Rogers (cresciuto nell'Heerenveen).
Con Columbus guardano alla MLS Cup innanzitutto i Los Angeles Galaxy di David Beckham (il cui rientro dall'infortunio al tendine d'Achille è previsto non prima di fine settembre) e Landon Donovan (MVP 2009), guidati in panchina da una vecchia volpe quale l'ex CT USA Bruce Arena, bravo nel 2009 ad amalgamare - portandola fino ai rigori della finale di MLS Cup – quella che fino all'anno precedente era apparsa un'armata brancaleone. Ci è riuscito grazie alla collaborazione di giocatori esperti quali i difensori Gregg Berhalter (37 anni e una carriera in Bundesliga tra Energie Cottbus e Monaco 1860) e Eddie Lewis (35 anni, passato per Fulham e Derby County tra gli altri) e di giovani promesse con un futuro in Nazionale quali i centrali di difesa Omar Gonzales (Rookie dell'anno nel 2009) e AJ De la Garza. ll problema vero per Arena è che si ritroverà con un Beckham probabilmente agli sgoccioli, dato che arriverà dopo Milan e Mondiali senza mai una pausa, e con un Donovan che dopo aver dimostrato di essere uomo da Premier League in maglia Toffees, ha attirato l'interesse di Carlo Ancelotti e del Chelsea. Se dovesse arrivare un'offerta adeguata sarà dura trattenerlo.
A Seattle quest'anno hanno dovuto aumentare i posti disponibili allo stadio dopo il boom dello scorso anno (31 mila spettatori di media e playoff raggiunti all'esordio) che ha visto il pubblico della città del northwest americano innamorarsi della sua nuova squadra di calcio erede di quella che negli anni '70 spopolò nella NASL con i terribili vecchietti del West Ham Harry Redknapp, Bobby Moore e Geoff Hurst. I nomi di oggi - sotto la guida dell'esperto coach di origine tedesca Sigi Schmid – sono quelli del difensore colombiano Jhon Kennedy Hurtado (l'anno scorso in prova col Milan), del connazionale 23enne centravanti Fredy Montero (12 gol l'anno scorso), dell'ex portiere della Nazionale USA (e di Milwall, Rayo Valleà§ano, Tottenham, Borussia Mà¶nchengladbach e Fulham tra le tante) Kasey Keller, e dello svedese Ljungberg, che in inverno ha avuto molte richieste in Europa dopo essere guarito dai guai fisici che lo hanno tenuto fermo a lungo in passato e l'ottimo campionato giocato. Visto anche l'impegno in Champions League, di rinforzo poi è stato preso dal Twente l'attaccante svizzero Blaise Nkufo, che però arriverà dopo i Mondiali, andando a completare un gruppo di grande esperienza e tasso tecnico, sicuramente tra i favoriti.
Un passo indietro tutte le altre, a cominciare dalla Houston Dynamo, squadra abituata ad essere ai vertici della classifica sin dalla sua fondazione nel 2006 anche per il sapiente lavoro dell'allenatore scozzese Dominic Kinnear. La perdita dei suoi due uomini migliori - i centrocampisti Stuart Holden, passato al Bolton, e Ricardo Clark, ora all'Eintracht Francoforte - lo costringerà ad un'attività di ricostruzione che dovrà appoggiarsi primariamente sui gol degli attaccanti Brian Ching e Luis Landin, 24enne nazionale messicano (ma non andrà ai Mondiali). Ricostruzione in corso anche a Boston, con i New England Revolution dell'ex Liverpool Steve Nicol costretto a ripartire dai giovani dopo aver perso i veterani Steve Ralston (andato in seconda divisione a St. Louis) e Jeff Larentowicz (a Colorado), e con il suo attaccante migliore, Taylor Twellman, capace di giocare solo 10 partite negli ultimi due anni a causa di un infortunio alla cervicale. E Shalrie Joseph, centrocampista tuttofare e leader in campo e negli spogliatoi ha ormai 32 primavere alle spalle. Si preannunciano giorni brutti per Steve Nicol, che quest'anno non potrà nemmeno più contare sul suo fido secondo Paul Mariner. L'ex Nazionale inglese infatti è tornato a casa per allenare il Plymouth Argyle nel Championship.
Passo indietro per Chicago, che ha perso il talento - invecchiato ma ancora buono - del messicano Cuauhtémoc e i gol di Chris Rolfe (volato in Danimarca), e si ritrova con in avanti un Brian McBride ormai vicino a chiudere una carriera lunga e con molti infortuni alle spalle. In panchina è arrivato il messicano Carlos de los Cobos, reduce dall'esperienza con la Nazionale di El Salvador, che punterà su un centrocampo basato sull'ala salvadoregna Julio Martinez e sui veterani Marco Pappa e Justin Mapp, giocatore dal grande potenziale mai espresso però. A prima vista troppo poco. Sembra lontano dagli anni di gloria anche il DC United, dove coach Curt Onalfo è chiamato a rimettere insieme i cocci di un team che sembra solo lontano parente di quello che ha vinto e divertito nella MLS per oltre un decennio. Ma l'accoppiata di centrocampo composta dal salvadoregno Christian Castillo e dal ritrovato Santino Quaranta e gli avanti il vecchio leone Jaime Moreno (unico giocatore presente nella MLS dalla sua prima stagione) e il virgulto Chris Pontius, sono solo un paliativo che rischia di portare DC ad una altra stagione di secondo piano.
Meglio invece il Chivas USA, che ha richiamato in panchina Martin Vasquez, reduce dall'esperienza da secondo di Jurgen Klinsmann al Bayern Monaco. Vasquez punta su un team dal sapore centroamericano, con i punti forti il salvadoregno Osael Romero in mezzo e il messicano Eduardo Lillingston e il cubano Mykel Galindo in avanti. I Goats sono da molti considerati la possibile sorpresa del campionato.
Se della NASL New York è stata la stella più brillante, nella MLS invece la Big Apple è da sempre la delusione maggiore. Sarà stata "la maledizione di Caricola" (dal nome dell'ex difensore di Juventus, Bari e Genoa, autore di un autogol decisivo nel primo match assoluto degli allora NY MetroStars) o il pessimo campo sintetico del Giants Stadium, tranne una fortunosa cavalcata sino alla finale di MLS Cup 2009, la storia di NY è di bassissimo livello. Ma con lo stadio nuovo tutti sperano in un nuovo inizio. La Red Bull ha quindi deciso di affidare la panchina allo svedese Hans Baecke, secondo di Sven Goran Eriksson al Man City e con la Nazionale messicana, mentre la leadership in campo rimane ad Angel, la cui schiena dovrebbe soffrire meno sull'erba del nuovo stadio. Acquisti però al momento pochi. Unici due nomi da segnalare - poca roba davvero – i centrocampisti il nazionale estone Joel Lindpere e il gallese Carl Robinson, arrivato da Toronto, dove il DG Mo Johnston e coach Preki dovevano fare spazio nel salary cap. Il TFC, altra storia di successo della MLS ma solo sugli spalti, spera quest'anno di raggiungere i playoff per la prima volta, e la presenza in campo dall'inizio di Julian De Guzman (a lungo uno dei migliori al Deportivo la Coruna) accanto al giovane Sam Cronin, insieme a Dwayne De Rosario (MVP nel 2001 e 2007)sembra un'assicurazione del possibile successo dei canadesi, ma il recente rispedimento a casa causa scarsa forma di Ali Gerba (verrà sostituito? da chi?) e la mancanza di una difesa di livello creeranno non pochi problemi.