Grinta e personalità da veterano per il giovane closer dei Nationals, Chad Cordero.
La stagione 2005 si avvia rapidamente all'importante giro di boa dell'All Star Game e le prestazioni delle squadre e dei singoli assumono sempre più un significato determinante, al di là del solo dato statistico.
Vediamo chi si è particolarmente distinto negli ultimi 30 giorni di incontri e chi invece ha visto scendere il proprio rendimento.
CHI SALE
Boston Red Sox: non è stata sicuramente una marcia trionfale come quella che lo scorso ottobre li ha riportati al tanto agognato anello, ma la rimonta che i ragazzi di Terry Francona hanno concretizzato nell'ultimo mese per portarsi in vetta alla AL East è sicuramente degna di nota.
Complici anche un vistoso calo dei Baltimore Orioles e l'altalenante rendimento degli arcivali di New York, Jason Varitek e compagni si sono lentamente ma inesorabilmente avvicinati alla prima posizione per poi staccarsi ed arrivare ad un vantaggio attuale di 4 partite.
Con una rotation ancora priva dell'asso Curt Schilling (prossimo però al rientro) e di un prezioso partente acquisito in inverno come Wade Miller, i Sox hanno trovato in Matt Clement l'uomo più affidabile tra gli starter, capitalizzando poi sulle imprese offensive della coppia Ramirez-Ortiz per infilare la serie vincente.
Travis Hafner: considerato insieme al foneticamente quasi omonimo Aubrey Huff uno dei DH più determinanti della passata stagione nell'Amewrican League (dietro ovviamente a sua maestà “Big Papi” Ortiz), il prima base dei Cleveland Indians sta disputando un'ottima stagione, la sua quarta nella Majors, ed ha trovato il suo picco di rendimento proprio nel mese di giugno: una media battuta di .400 e la leadership nella parziale classifica dei punti battuti a casa, ben 36; se a tutto aggiungiamo i 12 HR ed i 9 doppi arriviamo a spiegarci molto facilmente la “barrybondsiana” percentuale slugging di .874 : la tribù ha eletto il suo capo.
Chad Cordero: probabilmente il segreto meglio celato dei sempre più sorprendenti (e vincenti) Washington Nationals; il 23enne pitcher californiano alla sua terza stagione MLB sta entusiasmando tutti i tifosi della capitale con le sue ultime prestazioni, perfette e degne dei migliori closer della lega: 15 salvezze ottenute nelle ultime 16 occasioni con una media ERA di pochissimo superiore all'1, ma soprattutto una personalità da veterano che ha contribuito notevolmente all'ennesima serie di successi dei neonati Nationals. Keith Foulke è pregato di prendere appunti…
Chris Carpenter: in effetti essere uno dei lanciatori partenti di un'autentica corazzata come in questo momento sono i Saint Louis Cardinals non è proprio il più scomodo dei ruoli; però lo si può svolgere con sufficienza sperando nei miracoli di Pujols, Edmonds e soci, oppure scegliere di dominare i line-up avversari in tutte le uscite sul monte chiedendo al proprio attacco il minimo sindacale per vincere le partite.
Il 30enne pitcher ex Toronto Blue Jays ha scelto di seguire, soprattutto in queste ultime quattro settimane, la seconda via, collezionando 5 vittorie a fronte di una sola sconfitta facendo registrare una media ERA di 0.94 ; incredibile anche il rapporto tra strikeout e basi-ball, 53 a 9. Il coaching staff dei Cards può definirsi più che soddisfatto.
Andruw Jones: tra i tanti nomi nuovi degli Atlanta Braves versione 2005 c'è un “veterano” di 28 anni che sta disputando probabilmente la miglior stagione della sua carriera dal punto di vista offensivo. L'esterno centro di Bobby Cox ha infatti decisamente preso in mano la franchigia visti gli infortuni dei veterani “reali” e la scarsa forma dell'altro Jones, Chipper, che non sta decisamente vivendo il proprio momento migliore.
Andruw invece ha nettamente migliorato i propri numeri al piatto nell'ultimo mese, staccando tutti per fuoricampo realizzati (26 in totale, ben 14 negli ultimi 30 giorni).
La definitiva maturazione di un campione potrebbe essere vicina al completamento.
CHI SCENDE:
Kirk Rueter: evidentemente l'assenza di Barry Bonds sta diventando un peso troppo grande da sopportare, soprattutto psicologicamente, per tutti i giocatori dei San Francisco Giants, che puntualmente ogni mese piazzano un loro rappresentante tra i peggiori del momento.
Questa volta il dubbio privilegio tocca al partente mancino specialista nelle curveball, che nelle apparizioni di giugno non ha assolutamente giustificato i dollari di ingaggio che percepisce incassando solo sconfitte, 4 senza alcuna vittoria, concedendo 18 basi ball, 7 HR e 45 valide in appena 30 inning, il tutto con una media ERA di 8.10 : si può far meglio, Kirk.
Derek Lowe: se l'appena citato partente dei Giants non si può definire “hot”, altrettanto “cold” possiamo descrivere il momento di un altro starting pitcher di grande blasone, l'ex campione del momdo con i Red Sox ed ora ai Los Angeles Dodgers Derek Low; l'assenza della “e” finale non è un errore di battitura ma semplicemente il modo in cui alcune testate giornalistiche californiane hanno reinventato il nome del pitcher dopo le ultime prestazioni: 5 partenze sul monte con 4 sconfitte ed una no-decision, quasi 6 punti di media ERA ed una totale mancanza di freddezza con gli uomini sulle basi. Probabilmente anche la busta paga di giugno avrebbe dovuto mantenere un “Low(e) profile”…
Corey Patterson: il folletto astuto e geniale delle passate stagioni sembra essere andato in vacanza in questi ultimi giorni, perché se nella vostra memoria ci sono le grandi giocate difensive in esterno centro e le diverse clutch-hit messe a segno nei momenti delicati, vuol dire che non avete seguito con attenzione il Corey recente. Totale mancanza di esplosività e di timing in battuta, che ha influito non poco sulle difficoltà dei Cubs sempre più Lee-dipendenti di questo 2005.
Ben 32 i K subiti dal lead-off di Dusty Baker, ed agghiacciante anche la media battuta, .158 ; i dati di HR e RBI (rispettivamente 1 e 4) non fanno che confermare la momentanea crisi di uno dei giocatori più spettacolari di tutta la MLB.
Baltimore Orioles: il calo di rendimento si era avvertito già da tempo, ma il crollo definitivo c'è stato negli ultimi 15 giorni: 8 sconfitte nelle ultime 10 partite, alcune anche di proporzioni imbarazzanti, che hanno ricacciato gli uomini guidati da Lee Mazzilli dalla vetta della division alla selvaggia lotta per la wild card.
In crisi soprattutto il line-up, con giocatori del calibro di Sosa, Palmeiro e dello stesso Brian Roberts (vero e proprio MVP dei primi due mesi di regular season) in pieno slump offensivo.
Il solo Tejada ha potuto ben poco, mal supportato da un pitching staff che ha via via rivelato tutte le debolezze ed i timori ipotizzati alla vigilia del campionato: pessime le ultime apparizioni di Lopez, Chen e Ponson, ma anche del rilevo B.J. Ryan.
Luke Hudson: dopo una più che dignitosa apparizione nella passata stagione ed una fugace comparsata in quella precedente, questo doveva essere il grande momento del giovane pitcher dei Cincinnati Reds, che però si è trovato ad esordire ed a disputare le proprie prime 6 partite della stagione come partente di una formazione allo sbando, destinata all'ennesima stagione negativa.
Risultato: 4 sconfitte con una media ERA vicina alla doppia cifra ed un numero di HR concessi (7) e basi regalate (18) da far rabbrividire.
Coraggio Luke, arriveranno giorni migliori.