Paolo Maldini pronto allo sbarco in USA?
Doverosa premessa: al momento di scrivere questo articolo non c'è alcun aggiornamento relativo a quello che a tutti gli effetti è un rumor e nulla più. Ma la prospettiva di vedere un professionista esemplare e un campione come Paolo Maldini giocare sui campi della MLS è troppo golosa per evitare di fantasticare sui benefici che il suo arrivo potrebbe portare alla causa della Lega americana.
Un rumor, dicevo. In questi casi la deontologia professionale dovrebbe farmi propendere per riportare solo la news (come Franco Spicciariello ha prontamente fatto) e tutt'al più discuterne sul forum (come difatti avviene). Ma, diamine, la fonte ufficiale della notizia è Nando Sanvito: un giornalista di specchiata professionalità , che non ha mai speculato sulle notizie e non ne ha mai "costruite" solo per vendere qualche copia in più o far parlare di sé. Insomma un vero professionista, che si espone solo quando ha delle certezze, non un cazzaro pennivendolo come troppi ce ne sono in giro.
E solo per questo motivo vale la pena provare a soppesare pro e contro di un'offerta che, pur essendo mediaticamente meno clamorosa di quella di Beckham ai Galaxy nel 2007, vede coinvolto un protagonista del calcio mondiale molto più credibile (almeno ai miei occhi) rispetto allo Spice Boy.
Per coloro che non conoscessero i termini della proposta li ricordo sommariamente: i NY Red Bulls hanno offerto a Paolo Maldini un contratto per una stagione a 3 milioni di dollari per indossare la loro maglia. D'altro canto la MLS gli ha offerto un ruolo dirigenziale all'interno del proprio sistema. Analizziamo i 2 termini dell'offerta separatamente, anche se è evidente che uno non esclude l'altro.
Se Maldini accettasse l'offerta dei Red Bulls si metterebbe in tasca una bella sommetta; ma sono i soldi il motore dell'operazione? Certamente no, a Paolo il denaro non manca. Se accettasse sarebbe solo per poter ancora una volta calcare l'erba di un prato verde e sentire la folla che lo acclama. Per molti giocatori il richiamo del campo è molto forte, per alcuni addirittura irresistibile.
Qui apriamo un altro fronte: dal 2010 i Red Bulls giocheranno nel nuovissimo impianto costruito appositamente per loro; la possibilità di vedere in campo un campione come Maldini (e, stando alle ultime notizie, probabilmente anche Raul) quanti abbonamenti, biglietti, merchandising di vario genere assicurerebbe? I RB avrebbero lo stadio sempre pieno e questo sarebbe un grandissimo veicolo pubblicitario per il soccer nella Big Apple, che dopo il fallimento dei Cosmos non ha mai avuto una squadra di calcio vincente.
Ma torniamo a Maldini: il richiamo del campo avrà la meglio sulla sua volontà ? Oppure ha ragione il padre Cesare quando dice che il figlio non ha nessuna intenzione di tornare a giocare, qualsiasi siano le condizioni?
È troppo ovvio che il rischio più grande che possa correre Paolo è quello di non essere più all'altezza della carriera che si è costruito in quasi 25 anni; anzi, più che un rischio è una certezza. A 42 anni il fisico non ha più l'elasticità di un tempo, in più i problemi al ginocchio che ne hanno tormentato le ultime stagioni non sono una passeggiata nel parco.
D'altro canto è vero che la stagione americana non è oberata di partite come un campionato europeo o sudamericano; i Red Bulls non parteciperanno alla Champions' Cup e l'unico impegno extra-campionato è la U.S. Open Cup. Anche ammettendo che NY partecipi ai play-off e arrivi fino in fondo a entrambe le competizioni stiamo parlando di una quarantina di partite.
E non è detto che Maldini debba per forza giocare in tutte: ovviamente le partite in casa avrebbero la precedenza (vedi il discorso sugli spettatori allo stadio), probabilmente qualche trasferta verrebbe saltata. In verità ci sarebbe da prendere in esame il discorso sul livello tecnico generale della MLS, ma si tratta di una variabile troppo instabile, sia perché questo si è elevato nelle ultime stagioni sia perché (sia detto solo per amore della verità ) la squadra peggiore del 2009 sono stati proprio i Red Bulls, perciò Maldini si troverebbe davanti comunque dei giocatori piuttosto sgamati, anche se molti non sono paragonabili a molti attaccanti della serie A.
Crediamo però che a Paolo interessi di più la 2ª parte dell'offerta: il ruolo dirigenziale che assumerebbe all'interno della MLS. È certamente un'offerta allettante, un ruolo prestigioso e di grande responsabilità , soprattutto per l'immagine di testimonial che la MLS gli affiderebbe. È però anche una grande scommessa, sia da parte della Lega, che affida la propria immagine ad un personaggio non americano (ma parliamoci chiaro: quale americano potrebbe essere credibile quanto Maldini in materia di calcio?), sia da parte di Maldini: che negli USA è di casa, ci va tutti gli anni in vacanza, conosce bene il mondo dello sport a stelle e strisce. Ma la realtà della MLS è peculiare: è una quotidiana lotta con il salary cap, le allocation, le scelte del draft. Insomma, tutta una materia da sviscerare, di non immediata comprensione, e che si può fare propria solo dopo un certo periodo di ambientamento e, come dire, "decantazione".
Ecco dunque che acquisisce un senso tornare in campo per una stagione: per familiarizzare con l'ambiente, comprenderne i meccanismi e diventarne parte integrante; e non in una piazza a caso, ma a New York, l'unica città degli USA (assieme a L.A.) dove, se qualcosa è possibile, allora accadrà lì. E non a caso un tale ruolo è stato offerto a Maldini, mentre Beckham quando smetterà di giocare avrà l'opzione più "modesta" di fondare o comprare una squadra nella MLS.
Noi ancora non sappiamo se Paolo Maldini accetterà la/le offerta/e, se ne declinerà una o tutte e 2; tra le altre cose non sappiamo nemmeno con la dovuta chiarezza quali siano i termini precisi di queste offerte. Come ha detto anche Nando Sanvito, in genere ci si dovrebbe fidare delle sensazioni dei genitori, nello specifico di Cesarone Maldini; però quella della MLS suona come una sfida nei confronti di Paolo, che potrebbe anche prendere il toro per le corna e decidere di "farsi le ossa" in MLS per poi tornare tra qualche anno, con esperienza acquisita e carisma innato, a prendere in mano la Lega di serie A oppure (perché no?) anche la FIGC; sarebbe così assurdo pensarlo? Forse.
Ma se Maldini dovesse accettare queste offerte (soprattutto la seconda) credete che abbia intenzione di passare il resto della propria vita negli USA? Certo, se accadesse noi "malati" di MLS ne saremmo solo felici: ma non siamo così ciechi da non vedere la realtà per quello che è.
Probabilmente il nostro è solo un "wishful thinking"; ma ogni tanto è bello sognare, no?