Adam Eaton, un mese da Cy Young.
CHI SALE
ALEX RODRIGUEZ: da quando era arrivato nella Grande Mela non aveva ancora dimostrato il suo vero valore ed il suo immenso talento era stato oscurato nel 2005 dalla crisi iniziale dei Bronx Bombers.
Poi però è stato proprio lui il grande trascinatore della rimonta Yankees ed il grande protagonista della lunga serie di vittorie consecutive degli uomini di Joe Torre; il rendimento complessivo dei newyorchesi è ancora altalenante ma i suoi numeri, 19 HR e 55 RBI entrambi miglior risultato stagionale, sono da MVP.
SAN DIEGO PADRES: quando si pensa al baseball in California i primi nomi che vengono in mente sono quelli degli Oakland A's, dei Los Angeles Dodgers, dei San Francisco Giants e, negli ultimi anni, dei California/Anaheim/Los Angeles Angels, ma difficilmente ci si riferisce ai San Diego Padres.
Da quest'anno però, o almeno da questo maggio, la musica sembra essere cambiata, perché i giovani pitcher della franchigia del sud della California sono definitivamente sbocciati ed il tanto criticato line-up sta inanellando una serie di prestazioni molto convincenti, portando i Padres in testa alla NL West.
L'accoppiata di partenti su cui si basa la rotation, Jake Peavy ed Adam Eaton, sta dominando gli avversari con una sicurezza che ha già portato molti a scomodare altre grandi coppie di lanciatori (Schilling-Johnson, Maddux-Glavine), ed i loro numeri combinati (14-2 media ERA sotto i 3 punti) fanno sognare il PETCO Park.
DERREK LEE: era già stato tra i migliori del mese di apertura, ma il prima base dei Chicago Cubs, al contrario di molti altri giocatori che dopo una partenza brillante sono poi calati, ha continuato ad essere tra i battitori più caldi delle Majors anche in questo mese di maggio.
Le statistiche ci dicono che l'ex Marlin è a soli due RBI dalla Triple Crown, comandando la National League sia per media battuta (.375 migliore in assoluto) che per HR (17); soltanto “El Caballo” Carlos Lee e Pat Burrell hanno portato a casa più punti (55 contro 53) nella NL.
Ma quello che impressiona è la continità con cui Lee offre grandi prestazioni sera dopo sera, facendosi sempre trovare pronto nei momenti delicati e riuscendo a tenere sempre in partita i suoi Cubs, che soprattutto grazie alle perle di Derrek hanno risalito la classifica e si sono imposti come una delle formazioni più accreditate quantomeno per la Wild Card: al Wrigley Field si parla già di MVLee…
TEXAS RANGERS: in una division in cui militano gi storici Oakland A's, i rinnovatissimi Seattle Mariners e gli ambiziosi Anaheim Angels non dovrebbero guardare tutti dall'alto i Texas Rangers, a lungo peggior team della MLB.
Ed invece dopo un inizio stentato i texani hanno ritrovato la grande verve dell'anno passato, risalendo posizioni nella AL West fino ad arrivare alla vetta.
Anche in questo caso le fortune della squadra si basano su due pitcher, ma stavolta non è la dirompente voglia di emergere a spingere i due lanciatori ma la grande esperienza: si tratta infatti di Kenny Rogers e Chan Ho Park.
Il primo sembra tornato quello dei tempi migliori e la sua curva è tornata a mietere vittime illustri, il secondo sta disputando una delle migliori stagioni della sua carriera statunitense; il risultato è un 14-3 in coppia che assicura ai Rangers una rotation primaria di grande livello.
L'attacco è una sicurezza, ed una volta scaldato può regalare inning da 5/6 punti e partite da più di 20 valide (già 6 giocatori del line-up con 10 o più HR); attenzione però al fisiologico calo per una formazione così poco avvezza alla ribalta.
MATT MORRIS: tra i tanti artefici dell'ennesima ottima partenza stagionale dei Saint Louis Cardinals c'è sicuramente lui, l'ex spot starter declassato a secondo partente dopo l'arrivo di Mark Mulder.
Nell'ultimo mese 5 vittorie in altrettante partenze, incluso un complete game, e 20 K a fronte di sole 5 basi-ball e 2 HR: una sicurezza sul monte che avrebbe fatto comodo nelle World Series 2004 ma che fa ben sperare per un riscatto a fine ottobre 2005.
CHI SCENDE
HOUSTON ASTROS: le partenze di Carlos Beltran e Jeff Kent devono aver destabilizzato l'ambiente ed affossato il morale dello spogliatoio molto più di quanto non abbiano indebolito tecnicamente il roster, perché gli Astros di questo mese sono stati letteralmente sovrastati dall'intensità di avversari, sulla carta, molto più deboli.
Della squadra che lottò fino a Gara-7 delle NLCS del 2004 non sembra essere rimasto più nulla, e neppure il ritorno di Andy Pettitte dall'infortunio sembra aver giovato ai texani.
Le tre “B”, Bagwell, Berkman e Biggio, stanno attravesando un lungo periodo di slump (.260 di media circa per loro) e la rotation, Roger Clemens escluso, non può fare miracoli, anche se il vero problema per Houston sembra proprio quello di mettere punti sul tabellone.
Si attende una reazione, che nei primi giorni di giugno sembra iniziata con 7 vittorie su 10 incontri, ma è ancora troppo poco e l'ultimo posto nella Division è a portata di mano.
ADAM DUNN: che non fosse un battitore di contatto si era intuito, ma che totalizzasse una media di poco superiore al .200 andando strikeout ben 35 volte su 92 apparizioni al piatto era difficile da prevedere: è stato invece questo il bilancio dello slugger dei Cincinnati Reds per il mese di maggio, in cui ha messo a segno 6 HR ma non è mai riuscito ad essere decisivo per la sua squadra, ed i soli 11 RBI ne sono una prova.
TIM WAKEFIELD: in contumacia Schilling Terry Francona puntava molto sul suo veterano knuckleballer, ma negli ultimi 30 giorni è stato deluso: 5 sconfitte su 5 apparizioni sul monte con un'imbarazzante media ERA di 8.26 che non ha certo agevolato i Red Sox nella rincorsa ai lanciatissimi Orioles; Tim però si esalta nei momenti chiave della stagione perciò non sorprendiamoci nel vederlo partente di riferimento in una serie contro gli Yankees.
SEATTLE MARINERS: le addizioni del mercato invernale avevano fatto sognare i tifosi della città della pioggia, ma per il momento il 2005 si è rivelato un incubo: lontanissimi dalla testa della division e con un record ben al di sotto del 50% di vittorie.
Ichiro era partito alla grande ma si è gradatamente spento nel mese di maggio, la rotazione non ha un pitcher con meno di 4 punti di media ERA ed il principale slugger del line-up, Adrian Beltre, viaggia con una media battuta di .237 e solo 5 fuoricampo: la colonna sonora di un film diceva : “non può piovere per sempre”, a Seattle il discorso è ancora valido?
PEDRO FELIZ: in una formazione orfana di Barry Bonds è difficle trovare un possibile sostituto, ma sicuramente il giocatore dei San Francisco Giants che più ha fatto sentire ai tifosi della baia la mancanza del loro slugger nell'ultimo mese è stato Pedro.
Una media deficitaria (.214), un numero di strikeout subiti notevole (20, in media uno partita), ed una sinistra capacità di cadere nei doppi-giochi difensivi, ben 11 volte in soli 30 giorni: B.B. dove sei…