La MLS verso sciopero o serrata?

Due dei protagonisti delle trattative: Kasey Keller (Seattle) e il Commissioner della MLS Don Garber

La situazione relativa al rinnovo del CBA (il contratto collettivo) dei calciatori della MLS inizia a farsi preoccupante. Sembrano sempre più vicini infatti uno sciopero o addirittura una serrata da parte della lega nei confronti dei giocatori.

La Major League Soccer (MLS) e la MLS Player's Union (MLSPU) sono in fatti nel pieno delle trattative per il rinnovo del contratto in scadenza il prossimo 31 gennaio 2010, ma purtroppo a quanto pare ben poco è stato deciso di quelle che dovranno essere le regole che reggeranno il rapport tra giocatori e lega nei prossimi anni. Ed entrambe le parti in questi ultimi giorni hanno iniziato a dare chiari segni di nervosismo.

Le questioni principali sul tavolo delle trattive sono il livello minimo degli ingaggi e il salary cap, la garanzia del rispetto dei contratti almeno sino a fine stagione e lo svincolo all'interno della MLS al termine del contratto. Questioni queste ultime rispetto alle quali la MLSPU accusa la MLS di esssere al di fuori delle regole FIFA, chiamata anche in causa (ma questa se n'è già  tirata fuori, lasciando piena libertà  di negoziazione alle parti in causa). Dall'altra parte invece la MLS dice di attenersi alle regole, senza però specificare.

In realtà  la ragione sta da entrambe le parti. L'attuale CBA è di certo valido tra le parti, ma certmanete va contro lo spirito dell'articolo 13 delle regole FIFA relative a Regulations on the Status and Transfer of Players, che dice (traduzione nostra, ndr) "[un] contratto fra un club e un professionista può essere risolto solo di comune accordo fra le parti". In altre parole, la MLS dovrebbe rispettare quell ache è la normale natura giuridica di un contratto. A ciò si aggiunge l'articolo 16 relativo alla durata minima di un contratto che "non può essere rescisso unilateralmente durante il corso della stagione".

Secondo la FIFA, le leghe hanno due semplici regole da seguire. La prima, rispettare la natura di un contratto. La seconda, che un contratto deve durare almeno una stagione. Verrebbe quindi naturale pensare che la MLS sia in regola, ma andando a guardare gli attuali contratti dei giocatori l'evidenza mostra il contrario.

La maggior parte dei giocatori della MLS ha contratti lunghi un solo anno e semigarantiti con opzioni in favore della MLS, che tra le varie cose prevedono la possibilità  per la lega di rescindere il contratto prima del termine della stagione.

Di conseguenza, il tipico contratto della appare in diretta violazione delle regole FIFA, o almeno così sembra. Se non fosse infatti che l'Articolo 1.2(b) del regolamento FIFA su Status and Transfer of players lascia adito ad interpretazioni. L'Article 1.2(b) stabilisce che "ogni associazione dovrà  inserire nelle propie regole in riferimento alla stabilità  dei contratti nel quadro delle leggi sul lavoro e dei contratti collettivi del proprio paese", aggiungendo che ogni contratto può essere rescisso dalla singola parte per giusta causa (tutta da stabilire ovviamente, ma lo spazio di interpretazione c'è).

E la MLS ha sino ad oggi inteso come "giusta causa" un rendimento in campo non adeguato al punto da poter mantenere un posto in rosa, riservandosi il diritto di rescindere il contratto quale che sia la durata dello stesso. Sono però varie le eccezioni, fatte spesso per giocatori provenienti da campionati stranieri, per i quali la rescissione non può avvenire prima della fine del campionato (vedi il caso di Luciano Emilio, su cui il DC United ha esercitato l'opzione di rescissione a fine stagione), o anche contratti garantiti per tutta la loro lunghezza (ne è un esempio Christian Gomez, – ancora DCU – che ha un altro anno di contratto, il terzo, garantito nonostante le ultime due stagioni sotto i suoi livelli e uno stipendio da Designated Player).

Comunque di base la MLSPU ha ottime ragioni per lamentare un eccessivo uso del diritto di rescissione del contratto da parte della MLS, che peraltro è anche una pessima imagine per la lega stessa. Come si può infatti chiedee ad un giocatore di magari trasferirsi di continente - a ingaggi non certo di livello europeo (eufemismo) - e poi comunicargli magari già  a giugno che questo deve tornarsene a casa, quando magari ha portato tutta la famiglia con sé? (pare sia successo ad un brasiliano, che non aveva neanche i soldi per riportare i suoi a casa)

C'è poi la questione dello stipendio minimo ($34,000) e del salary cap, attualmente fermo a $2,3 milioni. Cifre ovviamente ridicole rispetto a quelle delle altre Major League americane, e anche se è vero che la MLS ha un mercato assai più piccolo di queste, è vero anche il sindacato giocatori ha davanti oltre 200 milioni di dollari in expansion fee e 17 milioni dai diriitti televisivi entrati alla MLS dal 2004 ad oggi, ed un Commissioner con un contratto annuo da $1,25 milioni (più di lui guadagnano solo David Beckham, Fredrick Ljungberg e Landon Donovan nella MLS, e non sembra una cosa normale) e con un rinnovo in piedi dal valore di $3 milioni. Certo, la MLS viene da una storia di grandi perdite finanziarie, specie nei primi anni di vita (si parla di circa $30 milioni annui nei primi 5 anni), e quindi sembra che la lega abbia le sue buone ragioni per evitare il passo più lungo della gamba, motivo per il quale vengono sempre ricordati al riguardo gli errori che portarono alla chiusura della NASL ad inizio anni '80. Un compromesso tra le parti è però fondamentale per il future del soccer negli Stati Uniti.

Il problema è che ci sono anche altre questioni. Ad oggi un giocatore stipula il proprio contratto con la MLS, e non col singolo team. Ciò comporta che a fine contratto il giocatore non è libero di negoziare un nuovo accordo con un altro club (a meno che non sia straniero) senza che il club cui questi era stato allocato in precedenza ne riceva un vantaggio economico. Ciò significa che tutto il potere è in mano alla lega, mentre il giocatore si trova in una posizione quasi di sudditanza,

Su questa questione pare però che la MLS non abbia assolutamente intenzione di mollare. Uno dei fattori economici che hanno tenuto in piedi la lega in questi anni è stato infatti quello fiscale, derivante dall'essere un'entità  singola, in cui le squadre sono solo franchigie di proprietà  al 51% della lega stessa. Si dice che Garber, per evitare una modifica di questo sistema, sia arrivato addirittura a proporre un salary cap quattro volte l'attuale. E forse questo sarà  il punto su cui la MLSPU dovrà  inevitabilmente cedere.

La single entity

Ma cos'è la single entity? È un'invenzione di un economista di origine indiana di nome Sunil Gulati - attuale presidente della US Soccer Federation e dipendente della Kraft Soccer, azionista MLS -, e senza cui probabilmente oggi la MLS non esisterebbe. Nessuno aveva mai provato prima a gestire uno sport professionistico come una corporation in cui le squadre sono un ibrido tra le tradizionali franchigie e negozi in franchising. A 15 anni dall'avvio dell'esperimento elaborato da Gulati, dopo essere sopravvissuta ad un processo finalizzato a dichiarare la MLS un cartello illegale, la Major League Soccer è oggi ancora viva e in crescita nonostante la crisi economica globale, e ciò grazie prorio al sistema della single-entity.

Sotto la single-entity, i teams sono al 51% di proprietà  della lega e sotto il controllo del suo Board of Governors, mentre il 49% è di prorietà  del singolo gruppo o imprenditore, cosiddetto investor/operator. Profitti e perdite sono suddivisi in proporzione tra le società , in una specie di sistema comunista che però ha consentito alla MLS di superare numerose difficoltà  finanziarie, le stesse che in passato hanno ucciso altre leghe.

Sempre sotto la single-entity, i calciatori firmano i contratti con la lega, che poi li "alloca" ai club second regole un po' astruse, con le società  spesso impedite a poter rilanciare per il singolo giocatore. Un sistema che un economista potrebbe definire un deflazione artificiale (voluta) degli ingaggi.

Inevitabilmente questo sistema crea da sempre notevole frustrazione tra i calciatori della MLS, che in passato hanno anche portato la lega in tribunal al riguardo, uscendone però sconfitti. Sconfitta che ha stabilizzato il sistema creato da Gulati, ma che certo ha reso i giocatori - specie quelli americani - assai poco padroni del loro destino. Diciamo che se in Europa la sentenza Bosman ha dato tutto il potere ai calciatori con tutta una serie di eccessi di cui oggi si vedono le conseguenze, negli Stati Uniti vige un sistema che consegna tutto il potere alla lega, in maniera altrettanto eccessiva.

E quindi proprio il sistema della single entity a bloccare la possibilità  dello svincolo, che second Garber metterebbe a rischio tutta la costruzione di questi anni, aprendo spazi per aste sui giocatori che - sempre secondo lui - porterebbero la MLS a finire come la NASL. E qui certo si sente che siamo in periodo di trattative sindacali. Non si capisce infatti come, con un salary cap ben definito e un limite d'ingaggio del singolo giocatore bloccato a 400 mila dollari, lo svincolo potrebbe creare problemi finanziari alle singole franchigie.

In realtà  ciò che sino ad oggi ha reso la MLS una lega sana, che le ha consentito di uscire dalle difiicoltà  finanziarie di inizio anni zero, è stato il sistema di revenue sharing costruito intorno alla single entity. E allora non si capisce quale sia il problema con lo svincolo, tanto più che le singole società  hanno sempre potuto spendere liberamente per i coach e staff vario.

Come non è chiaro come la MLS pensi di poter continuare a crescere con stipendi da fame per i suoi giovani, che sono un invito per gli atleti a scegliersi altri sport o a preferire i campionati scandinavi, dove magari non si guadagnerà  tantissimo ma almeno c'è la certezza del contratto. Non è normale infatti che un giovane calciatore professionista abbia uno stipendio al limite della soglia di povertà  stabilita dal governo americano.

Due simboli del calcio Americano sono stati chiari sulla situazione. “Quello che vogliamo sono semplicemente gli stessi diritti che hanno i calciatori di altri campionati", ha ditto Kasey Keller, a lungo portiere della Nazionale USA, oggi ai Seattle Sounders dopo una lunga esperienza europea tra Inghilterra, Germania e Spagna. "Abbiamo fatto enormi passi avanti nello sviluppo del calcio negli Stati Uniti, ma non possiamo davvero cmpetere a livello internazionale con un sistema così diverso da quello degli altri campionati in giro per il mondo".

È preoccupato anche Landon Donovan, a 27 anni miglior cannoniere della Nazionale USA e dei Los Angeles Galaxy (ma fino amarzo in prestito all'Everton): "Una serrata da parte della MLS a febbraio sarebbe un enorme danno per la crescita del calcio negli USA e per I nostril sforzi in vista dei Mondiali in Sudafrica. È difficle comprendere come i proprietari assumano certe posizioni quando tuto ciò che chiediamo sono semplicemente dei diritti, garantiti non solo nei campionati più importanti, ma in qualsiasi campionato". Come non dargli ragione.

Il problema però ora è che nessuno sa quale sara il future. E se i giocatori di altre leghe hanno ottenuto ciò che volevano anche attraverso lo sciopero, lo i proprietari atraverso la serrata, a MLS invece non sembra in grado di reggerne uno proprio nel momento in cui l'interesse degli USA per questo sport è in piena crescita (per non parlare, per esempio, di una franchigia come Philadelphia che verrebbe uccisa in culla o del nuovo stadio dei NY Red Bulls che rimarrebbe vuoto). Basti pensare che la NHL non si è ancora davvero ripresa dalla chiusura di qualche anno fa e persino la Major League Baseball (MLB) ne subì conseguenze nefaste per anni.

L'unica speranza è un compromesso, che magari veda I giocatori cedere sugli aspetti relativi al cuore stesso del sistema MLS, magari puntando ad ottenere più soldi, per poi tornare all'attacco quando - dopo il 2012 - ci saranno 3 nuove franchigie e quasi tutte le squadre avranno il proprio stadio, oltre al fatto che nel frattempo la Division II potrebbe diventare un'alternativa reale per i calciatori. Allora probabilmente la MLS non avrà  scuse e dovrà  iniziare a diventare sempre più normale, e i calciatori potranno puntare a soldi e liberta, sì che la MLS possa finalmente smettere di essere solo una lega che esporta bravi giovani in cambio di qualche vecchietto e misconosciuti giocatori di seconda divisione sudamericana (peraltro strapagati).

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