Il Real Salt Lake festeggia la MLS Cup 2009, la prima della sua storia
Mancano poche ore al 2010, e allora usiamole per dare un ultimo sguardo a quello che è stato il 14° anno di vita della Major League Soccer, segnata dalla passione di Seattle per i suoi Sounders e terminata con l'imprevedibile vittoria in MLS Cup da parte del Real Salt Lake sui Los Angeles Galaxy di Landon Donovan e David Beckham, a dimostrazione che i Designated Players portano pubblico e soldi, ma non sempre vittorie (e infatti non ne hanno portate ancora).
Ecco quindi i ciò che – secondo noi – è da ricordare di questo 2009, con un piccolo sguardo a domattina.
Partiamo dai giocatori emergenti di quest'anno il più interessante è sembrato nel modo più assoluto Stuart Holden, motore offensivo della Houston Dynamo (ma rivelatosi in Nazionale anche più bravo all'ala). Con lui, sempre a Houston, si è messo in mostra anche un centrale, Geoff Cameron, che - magari dopo un po' di esperienza europea - potrebbe diventare il ricambio adeguato in mezzo alla difesa della Nazionale quando i vary Onyewu, DeMerit e Bocanegra segneranno il passo. Intanto starà a lui reggere la difesa della Dynamo nel 2010.
A Chicago si è messa in mostra la 23enne ala guatemalteca Marco Pappa. Buon per Chicago, che l'anno prossimo, senza Chris Rolfe (in Danimarca da gennaio 2010) e probabilmente Cuahutémoc Blanco, il cui contratto con la MLS è terminato, avrà gran bisogno del suo talento.
Jeff Cunningham è stato praticamente inesistente nella prima parte della stagione, per poi esplodere nella seconda e conquistare Golden Boot. Ma Cunningham deve ringraziare l'ottimo lavoro svolto in mezzo e sulle fasce dai vari David Ferreira, Dax McCarty e Dave van den Bergh, gruppo che dà serie speranze per il futuro del FC Dallas (anche se l'olandese van den Bergh sembra sulla strada del ritorno a NY causa stipendio troppo alto e Ferreira deve ancora essere riscattato, e costa non poco).
A Boston altra stagione super - ma per lui è la normalità - per il centrocampista del New England Revolution Shalrie Joseph. Peccato che difficilmente uno nel suo ruolo, – una vita da mediano - difficilmente riuscirà mai a vincere l'MVP, che meriterebbe davvero.
Non dimentichiamo poi la spina dorsale dei super Sounders, capaci all'esordio di arrivare in tranquillità ai playoff e di vincere la US Open Cup: solo Chicago nel 1998 fece meglio. E speriamo che Kasey Keller, Freddie Ljungberg, Fredy Montero e Osvaldo Alonso siano ancora agli ordini di Sigi Schmid l'anno prossimo, per il divertimento dei quasi 40.000 che l'anno prossimo affolleranno il Qwest Stadium.
New York reduce da uno dei suoi peggiori anni - evitato solo dal sapiente lavoro in panchina del subentrato Richie Williams - ha visto brillare, ma assai meno degli anni passati, solo la stella di Juan Pablo Angel, martoriato purtroppo da continui infortuni. Speriamo che il nuovo stadio con campo in erba gli crei meno problemi (ma è sicuro).
Gli addii
Il 2009 ha visto dare l'addio ad alcuni calciatori molto amati dal pubblico. Addii purtroppo dovuti tutti ad infortuni in serie. Lasciano quindi la MLS e il calcio l'ex Norwich Darren Huckerby (San Jose), il centravanti del Toronto (oltre che di Lecce e Sampdoria anni fa) Danny Dichio, e infine il povero Ben Olsen, inevitabilmente arresosi ai seri problem alle caviglie degli ultimo anni. L'assenza del vecchio leone sarà molto sentita dai tifosi e da tutto il D.C. United. Ma siamo sicuri che tra qualche anno lo rivedremo, in panchina o dietro la scrivania, magari nel nuovo stadio dello United (quando arriverà !).
Chi invece ha deciso di non ritirarsi quando invece tutti se lo aspettavano è stato il portiere del Chivas USA, Zach Thornton, autore quest'anno di preformance incredibili che gli sono valse il premio di Goalkeeper of the Year alla verde età di 36 anni, davanti al 39enne Kasey Keller. The Old Guard Never Dies"
Tra i giovani il migliore, e vincitore del premio Rookie year, è stato sicuramente il central di difesa dei Galaxy, Omar Gonzalez, assolutamente a suo agio nel suo primo anno da pro anche grazie alla saggia guida di Bruce Arena in panchina. Ma la MLS Rookie Class del 2009 è stata ottima: da A.J. DeLaGarza (Los Angeles) a George John e Kyle Davies (Dallas, dove Schellas Hyndman sta mettendo in piedi un team dal grande futuro). Ma non dimentichiamo il promettente portiere svizzero Stefan Frei (Toronto), il difensore dei Revs Kevin Alston appena convocato per il camp di gennaio della Nazionale USA, il centrocampista metronomo del TFC Sam Cronin, il centravanti inglese del Seattle Steve Zakuani e infine il promettentissimo Chris Pontius (DC United), uno bravo a svariare tra centrocampo e attacco e con buoni colpi nei piedi, che lo hanno spinto fino alla Nazionale.
Tornando alla MLS Cup, sicuramente i Galaxy avevano in campo i due giocatori top della lega – David Beckham e Landon Donovan - ma alla fine ha vinto la maggior qualità media del Real Salt Lake, privo di grandi stelle ma senza i pesi morti dovuto al poco salary cap derivante dagli stipendi del Dynamic Duo. Il successo del Real Salt Lake - seppur sorprendente arrivando da un team con uno score sotto 0,500 - è stato comunque il successo del calcio semplice e ben giocato. Il team dello Utah ha fatto vedere durante tutta la stagione un gioco basato su possesso palla - basato sui tocchi dell'argentino Javier Morales – e movimento continuo - col motore Kyle Beckermann - anche bello da vedere (second i canoni MLS ovviamente) , qualcosa di assai diverso dall'impostazione di gioco della maggior parte delle squadre, basata su difese arcigna (facilitate da pessimi arbitraggi) e atteggiamento eccessivamente tattico.
Alle spalle il 2009, la prima curiosità del prossimo anno è relative al trasferimento (momentaneo) di Landon Donovan all'Everton, in Premier League. L'MVP 2009 cercherà la definitiva affermazione internazionale dopo aver vinto tutto negli USA.
Se n'è andato per un po' anche David Beckham, tornato al Milan dopo il prestito dell'anno scorso. L'inglese ha ribadito il suo impegno nei confronti della MLS, ma al momento il suo unico interesse sembra la Champions League, in cui coi rossoneri incontrerà il "suo" Manchester United - e i Mondiali con la Nazionale inglese. Chissà se tornerà davvero dopo i Mondiali, e chissà se un giorno davvero acquisterà una franchigia MLS?
Chi potrebbe andarsene a gennaio sono Stuart Holden e il centrocampista Ricardo Clark, i cui contratti con la Houston Dynamo sono scaduti. Per loro la decisione di eventualmente trasferirsi all'estero non è facile, con i Mondiali in vista e il rischio di ritrovarsi sì in Europa ma in panchina fino a giugno. Chi invece è già andato via è l'attaccante del RSL Yuri Movsisyan, fondamentale quest'anno, passato ai danesi del Randers (ma si sarà pentito visto che questi dopo l'ottimo campionato scorso stanno finendo dritti in seconda divisione).
Columbus non ce l'ha fatta a ripetersi, pur aggiudicandosi di nuovo il Supporters Shield si èvisto buttare fuori al primo turno dei playoff. Adesso coach Warzicha dovrà prendere la difficile decisione relativa alla conferma o no del 36enne playmaker argentino Guillermo Barros Schelotto, con le conseguenti ripercussioni sul salary cap della squadra. Per lui si parla già dell'interesse di Chicago, che cerca un adeguato sostituto per Blanco.
Una novità per l'anno prossimo dovrebbe essere la disputa della MLS Cup in casa del team meglio piazzato tra le due finaliste al termine della regular season. Certo quest'anno lo spettacolo di Seattle è stato notevole grazie al grande entusiasmo della città , ma spesso la sede della MLS Cup risulta abbastanza fredda, dato che mancano i grandi numeri dei tifosi delle due squadre (mica tutti possono volare da un capo all'altro degli USA così!). Ma l'dea è anche finanziaria, come ammesso dal titolare del Real Salt Lake Dave Checketts: "Se avessimo giocato la finale al Rio Tinto ci sarebbe stata la fila, gente alla ricerca dei biglietti online su eBay e StubHub pronta a spendere un sacco di soldi".
E gli altri club?
A New York non si aspetta altro che l'apertura della nuova e bellissima (e col campo in erba!) Red Bull Arena, col conseguente arriva di qualche stella mondiale (Thierry Henry?). E si spera che finalmente i tifosi dell'ex MetroStars possano finalmente vedere qualcosa di decente. A proposito di stelle, è proprio ciò che a New England difficilmente vedranno mai, almeno finchè la proprietà sara della famiglia Kraft. E allora anche nel 2010 Steve Nicol dovrà fare miracoli, non potendo però contare sull'aiuto di Paul Mariner, tornado in Inghilterra per allenare il Plymouth Argyle. Chivas USA e D.C. United hannos celto due nuovi coach. Martin Vasquez, già second di Jurgen Klinsmann al Bayern Monaco è tornado in California da head coach, e proverà a riportare bel gioco (dimenticato sotto la gestione Preki, ora a Toronto) e tifosi all'Home Depot Center. Bel gioco in cui spera anche DC, che al proposito ha scelto Curt Onalfo per riprendersi dopo due anni senza playoff. E mentre a Philadelphia Peter Nowak ha iniziato a costruire da zero un team che sembra già avere ottime basi (Chris Seitz in porta, Danny Califf in difesa, Sebastien LeToux e Alejandro Moreno in avanti), a Chicago, dopo l'esonero di Denis Hamlett devono ancora scegliere il coach che guiderà il Fire nel 2010.
Poco da dire sulle altre. A Toronto o Preki si qualifica ai playoff – e con Julian DeGuzman dall'inizio non può fallire – oppure Mo Johnston salta. Intanto fortunatamente al BMO Field hanno steso un campo in erba, che dovrebbe limitare gli infortuni degli anni passati. A San Jose e Colorado invece la mediocrità sembra continuare. Ma come per Columbus nel 2008, magari sbagliamo noi.
Comunque, al momento è impossibile immaginare chiaramente il 2010, in particolare con la spade di Damocle della scadenza del CBA (il contratto collettivo dei giocatori) prevista per il 31 gennaio. Le discussioni sono in corso, ma l'aria che tira non è assolutamente buona: il rischio è uno sciopero dei giocatori oppure un lockout (la chiusura) da parte dei proprietari. Entrambe le possibilità sarebbero una disgrazia per il calcio USA. Ma ne parleremo più approfonditamente nei prossimi giorni.
Sarà poi un anno di passaggio nell'attesa - dopo l'ingresso di Phila nel 2010 - dell'ingresso del "colosso" Vancouver e di Portland, che con Seattle creeranno una grande rivalità nel Northwest. Con loro arriveranno anche gli stadi: nel 2011 apriranno infatti Portland appunto, Kansas City e - forse - San Jose e Houston, mentre Vancouver giocherà in uno stadio provvisorio per metà stagione fino al trasferimento nel rinnovato e futuribile BC Place. Si attendono news al riguardo per New England (che comunque gioca in uno stadio di proprietà , seppur enorme) e DC, che di questo passo rischia di rimanere l'unico team senza soccer specific stadium, diventando a rischio relocation. E sarebbe un vero peccato essendo il team di maggior successo della storia della MLS.
Ma stiamo andando troppo avanti. Per adesso chiudiamo qui il 2009.