Coach, posti disponibili

Il Direttore Sportivo del Toronto FC, lo scozzese Mo Johnston, e il nuovo coach Preki

L'expansion team Philadelphia ha scelto probabilmente il migliore su piazza: l'allenatore dell'Olimpica ed ex DC United Piotr Nowak. Inamovibili i vari Jason Kreis, campione con RSL, Sigi Schmid a Seattle, Warzicha a Columbus, Steve Nicol a Boston (che però ha perso l'assistant Paul Mariner, finito sulla panchina del Plymouth Argyle , in Inghilterra), Schellas Hyndman a Dallas, Bruce Arena a Los Angeles, Dominic Kinnear a Houston, Gary Smith a Denver (ma solo per un po') e Frank Yallop a San Jose (per lui è l'ultima chance, dopo due anni disastrosi), in attesa di capire cosa ne sarà  del contratto collettivo dei giocatori, le altre franchigie MLS in questo periodo si stanno preoccupando trovare l'allenatore adatto.

Le prime a sistemare la situazione – dopo Kansas City, con vermes in carica subito a fine stagione al posto di Onalfo – sono state Chivas USA e Toronto FC. I "messicani", esonerato Preki, dimostratosi incapace di integrarsi con la "filosofia" del club, hanno richiamato a casa il bilingue Martin Vasquez, reduce dall'esperienza di secondo di Jurgen Klinsmann al Bayern Monaco. Scelta ottima sulla carta per ricostruire un team mai vincente e ormai invecchiato nei suo punti forti (vedi i vari Claudio Suarez, Jesse Marsch e Ante Razov). Come altrettanto ottima sembra sia stata la decisione di Mo Johnston di chiamare sulla panchina del Toronto FC alla ricerca della sua prima qualificazione ai playoff proprio Preki (vero nome Predrag Radosavlijevic), ex calciatore di successo nella MLS in tarda età , leader in campo e fuori, allenatore voglioso di rivincita e ottimo conoscitore del sistema. Magari riuscirà  anche a porre dei limiti alle frenesie di mercato di Johnston. Dal Chivas USA Preki si è anche portato il secondo, il 41 ex nazionale uruguaiano Leo Percovich.

Con la news che il coach della finalista di College Cup, Akron, Caleb Porter - da giocatore ex San Jose Clash e uomo scelto da DC United per ripetere le gesta di Bruce Arena, anche lui preso da Virginia nel 1996 - ha deciso di rimanere al college per completare il ciclo iniziato quest'anno, a questo punto sembra che il prossimo in linea per la panchina rossonera sia l'ex Kansas City Wizards Curt Onalfo, su cui pare esserci anche l'interesse di Chicago, seguito da Robin Fraser, assistant coach del Real Salt Lake laureatosi campione nel 2009.

Pare siano ben cinque i candidati intervistati dal Chicago Fire dopo il licenziamento di Denis Hamlett voluto dal titolare della franchigia, Andrew Hauptman. I nomi sono quelli dell'assistant coach Mike Jeffries, l'ex D.C. United Tom Soehn, il centrocampista del Chivas USA Jesse Marsch, l'ex centrocampista di Fire e Galaxy Chris Armas, e appunto Onalfo, esonerato a fine campionato - nonostante abbia raggiunto per due anni i playoff con una squadra mediocre – dal direttore tecnico, l'ex nazionale USA Peter Vermes, che ha preso il suo posto in panchina a fine stagione. Onalfo, Soehn e Jeffries (Dallas 2001-03) hanno tutti esperienza in MLS, mentre per Armas alle spale c'è solo una stagione da Assistant Coach Chicago. Marsch invece non ha ancora deciso se ritirarsi dal calcio giocato dopo l'infortunio alla testa della scorsa stagione. Il nome a sorpresa potrebbe essere quello dell'ex Red Bulls Richie Williams, bravo quest'anno a sostiuire Juan carlos Osorio nella seconda parte della stagione. Su di lui il nuovo GM di NY Soler deve ancora decidere, ma sembra difficile che Williams possa rimanere se non come secondo.

Proprio a NY alcune voci (preoccupanti) danno per quasi fatto l'ingaggio a breve di Tony Adams, che gli amanti del calcio inglese ricordano per 18 quale bastione della difesa della nazionale inglese e dell'Arsenal del prima e durante Wenger. Ma come allenatore invece si è dimostrato assolutamente mediocre, come dimostrato nelle (scarse) esperienze tra Wycombe Wandrerers, coi giovani di Feyenoord e Utrecht, e infine a Portsmouth l'anno scorso (10 punti in 16 partite). Aggiungiamo poi la sua nulla conoscenza del sistema MLS (come se quella del nuovo GM il norvegese Erik Soler non bastasse) e la frittata sarebbe perfetta. Ma essendo i Red Bulls non mi stupirei. Quello che non si comprende è come ancora le brutte esperienze passate di NY (Queiroz, Parreira, Milutinovic, lo stesso Osorio, ecc.) non abbiano insegnato nulla.

Sempre gli stessi

La scelta della MLS di far crescere I nei propri ranghi i tecnici del futuro è assolutamente comprensibile, visto anche il complicato sistema fatto di Draft, salary cap, allocation money, ecc., e vista la specificità  del calciatore americano, che arriva al professionismo meno formato dal punto di vista tecnico/tattico, richiedendo quindi uno sforzo maggiore da parte del tecnico. Questo sistema però ha però privato la MLS di un'evoluzione continua derivante dall'infusione di esperienza di allenatori provenienti dall'estero. E infatti, mentre dal punto di vista tecnico la MLS è sicuramente il livello top del soccer USA, a volte si puossono notare aspetti tattici assai migliori in alcuni team della USL (l'attuale Division II del calcio americano), dove è possibile vedere squadre con stili di gioco completamente differenti, grazie anche alla presenza di tecnici provenienti da altri paesi. Nella MLS invece lo stile che si vede è sempre assai simile, con l'unica differenza forse per l'influsso argentino che da alcuni anni condiziona (in positivo secondo noi) il DC United.

Tra l'altro ci viene da dire che i risultati dei team della USL (vedi Montreal e Puerto Rico) nella neonata CONCACAF Champions LeagueGiven, se raffrontati a quelli imbarazzanti della maggior parte dei team MLS - I cui giocatori sofffrono molto in generale i match internazionali, vedi la finale di Gold Cup 2009, con una Nazionale USA quasi tutta MLS - dovrebbero far pensare agli executive della lega sulla necessità  di aprirsi un po' magari trovando una via di mezzo: e cioè allenatori con esperienza internazionali ma anche conoscitori del sistema MLS.

Vista la situazione attuale della USL, che appare in via di smantellamento con la nascita della NASL (lega in attesa di sanziona mento da parte della USSF), abbiamo cercato nella USL qualche nome che potrebbe essere interessante per la MLS, che qualcuno di questi già  lo conosce.
Teitur Thordarson (Vancouver) - un passato da calciatore in Svezia e Francia negli anni '70/'80 e poi un carriera da allenatore in nord Europa con Brann, Lillestrà¸m, Estonia & Flora Tallinn. Problema: ha appena rinnovato con Vancouver;
Colin Clarke (Puerto Rico Islanders). 47enne di Newry (Ulster), ex nazionale nordirlandese, parla bene spagnolo (asset importante nella MLS), dopo una lunga carriera nel campionato inglese da giocatore (Ipswich town, Southampton, QPR e Portsmouth le principali) in 3 anni da coach a Dallas ha fatto vedere bel gioco e risultati (vincendo due volte la Western Conference) ma perdendo sempre ai rigori ai playoff. Nel 2007 prende in carico i Puerto Rico Islanders, che porta a vincere la USL Commissione Cup nel 2008 (perdendo poi la finale contro Vancouver) e a giocarsi la semifinale di CONCACAF Champions' League.
Martin Rennie (Carolina), 34 anni, scozzese di nascita, è uno dei pochi allenatori in America con Licenza "A" UEFA (e qui forse un investimento della MLS per inviare tecnici in europa sarebbe necessario), presa in Scozia sotto la guida di tecnici quali Walter Smith (Rangers Glasgow) e David Moyes (Everton FC). Due volte USL 2nd Division Coach of the Year, vincitore del titolo con i Cleveland City Stars, il suo assistant coach è Brian Irvine, ex giocatore di Aberdeen e Nazionale scozzese;
Adrian Heath (Austin), grande centrocampista dell'Everton vincente degli anni '80, Heath ha iniziato la carrier da allenatore al Burnley nel marzo 1996, cui due anni dopo è seguita un'esperienza di 5 mesi allo Sheffield United. Secondo di Peter Reid con Sunderland, Leeds United e Coventry City, nel 2005 ne prende le redini per poi tornare secondo con Micky Adams, per riprendersi la panchina per un mese a gennaio 2007 fino all'arrivo di Ian Dowie. A Austin sbarca nel febbraio 2008, voluto dal proprietario dello Stoke (e degli Aztex) Peter Coates.
Gavin Wilkinson (Portland), 35 anni, ex nazionale neozelandese, l'anno scorso ha guidato alla Commissioner's Cup (che va a chi vince la USL 1st Regular Season) i Timbers, settando il record di 24 partite senza sconfitte.
Paul Dalglish (Tampa Bay Rowdies). E' all'esordio. Anche lui scozzese, figlio del grande Kenny Dalglish, due MLS Cup da calciatore con Houston dopo una carriera da vagabonda nel calcio inglese, a soli 32 anni ha decision di dedicarsi alla carriera di allenatore causa infortuni in serie. Esperienza internazionale, ottima parentela per avere consigli, conoscenza della MLS e dei suoi meccanismi: sembra sprecato per la USL (o per la NASL, dipende da dove giocherà  Tampa Bay).
"¢ Ultimo suggerimento, forse un po' eccentrico ma potrebbe essere una scommessa vincente: Graham Smith (Ventura County Fusion). Ormai quasi 60enne, ex portiere di Notts County, Colchester United, West Bromwich Albion e Cambridge United (oltre 230 match di League), in America si è messo in mostra da manager col suo Ventura County Fusion (PDL) eliminando nel 2008 in US Open Cup il Columbus Crew poi vincitore della MLS Cup. Prima di allora in Inghilterra ha vinto nel 1989 l'FA Challenge Vase (coppa per i team sotto la quarta divisione) col Tamworth Lambs.

Comunque, il tempo stringe per i club per la scelta di del coach per il 2010, considerando che la MLS Player Combine si terrà  a Ft. Lauderdale, Fla., dal 9 al 12 gennaio, e che l'MLS SuperDraft sara a Philadelphia il 14. E se non ci saranno problemi col contratto collettivo la pre-season prenderà  il via la prima settimana di febbraio. Manca poco.

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