26 luglio, 2009 – Gold Cup, finale USA vs. Messico, Giants Stadium, NJ
Stati Uniti e Messico - le due nazioni top della CONCACAF, la confederazione centro-nordamericana - scendono in campo stasera (ore 20 italiane) per la 57° volta assoluta. L'occasione è la finale della CONCACAF Gold Cup 2009, l'ennesima battaglia tra due Nazionali con alle spalle una rivalità lunga più di 70 anni. Fondato nel 1991, con l'arrivo alla presidenza della CONCACAF dell'ineffabile presidente Jack Warner (Trinidad & Tobago, coinvolto nello scandalo dei biglietti dei Mondiali 2006 venduti al mercato nero), la Copa de Oro ha visto vincere 4 volte ognuna Messico e USA. La finale del Giants Stadium stabilirà quindi - almeno momentaneamente - chi ha titolo a sbandierare la propria supremazia, almeno a livello di Nazionali (a quello di club la MLS deve ancora crescere molto).
Gli Stati Uniti, freschi della splendida cavalcata nella FIFA Confederations Cup giocata in Sudafrica, e giocando in casa (o quasi, visto che malmeno metà pubblico sarà messicano) hanno ovviamente tutti i riflettori puntati, anche se in realtà del gruppo che ha perso in finale col Brasile non ci sarà nessuno. Il CT Bob Bradley ha infatti potato per un team sperimentale, sì da poter individuare possibili nuovi nomi per la rosa che (probabilmente, le qualificazioni terminano in autunno) parteciperà ai Mondiali 2010 in Sudafrica.
El Clasico, come è ormai definita la rivalità calcistica fra USA e Messico, ha visto negli ultimi 10 anni invertire la propria storia. Dall'inizio del nuovo millenni infatti, gli USA hanno vinto ben 10 dei 14 match giocati contro El Tri, perdendone solo due (entrambe le volte all'Azteca di Città del Messico). Certo, il Messico detiene ancora un vantaggio notevole (30 vittorie, 10 pareggi e 16 sconfitte), accumulato in decenni di incontri con una Nazionale USA fatta spesso di giocatori improvvisati, ragazzi di college e così via. Ma fortunatamente da una ventina di anni il movimento calcistico americano sembra aver imbroccato la via giusta, e i risultati della Nazionale sono lì a testimoniarlo.
La rivalità - inevitabile vista la storia dei due paesi - c'è sempre stata. Ma da quando gli USA sono diventati una potenza calcistica continentale, gli scontri tra le due nazionali sono diventati sempre più caldi. L'ultimo incontro risale allo scorso febbraio, quando nel match di qualificazione mondiale giocato in un Columbus Crew Stadium spazzato dalla pioggia, gli Stati Uniti hanno superato il Messico per 2-0 . Match conclusosi con l'espulsione del centrale del Barà§a e capitano del Messico Rafa Marquez, e l'aggressione nei confronti di Frankie Hejduk, schiaffeggiato dall'allenatore in seconda messicano.
Il fattore campo si è sempre dimostrato fondamentale negli incontri tra le due. Gli USA, ad esempio, non hanno ancora mai vinto all'Estadio Azteca. Allo stesso tempo però, il Messico non vince in territorio americano dal 1999. E anche stasera, nonostante il team guidato dal CT Javier Aguirre (al rientro dopo 3 giornate di squalifica) sia certo di trovare un notevole appoggio di pubblico in quel del New Jersey, le statistiche non terranno certo tranquillo Aguirre. A ciò si aggiunge infatti che gli USA hanno vinto le ultime due edizioni della Gold Cup, battendo proprio il Messico per 2-1 nella finale di Chicago nel 2007. Da parte loro, i messicani hanno superato due volte gli USA in finale: nel 1993 e nel 1998.
Come anticipato, entrambe le squadre potranno far conto solo su alcuni dei loro migliori talenti. Nel Messico ci saranno l'attaccante del Tottenham Hotspurs Giovani dos Santos, Carlos Vela, il cannoniere Miguel Sabah (30enne attaccante del Monarcas Morelia) e il portiere del Guadalajara Memo Ochoa, oltre al capitano Gerardo Torrado (centrocampista, Cruz Azul). Nel team USA invece, ecco il centrocampista di origine scozzese Stuart Holden (Houston Dynamo), il veterano centravanti e capitano Brian Ching (anche lui Houston), il mediano del Real Salt Lake Kyle Beckerman (assai migliorato rispetto all'esordio ai tempi della Copa America 2007), e l'attaccante in cerca di contratto in Europa Kenny Cooper (FC Dallas). Il CT Bob Bradley poteva poi chiamare rinforzi, ai sensi della modifica del regolamento approvata dalla CONCACAF prima del torneo, e ne ha giustamente approfittato, ruotando numerosi giocatori lungo tutto il torneo (da Benny Feilhaber a Freddy Adu, passando per il richiamato Michael Parkhurst), consentendo quindi alla squadra di poter arrivare con meno minuti sulle gambe. Ma certamente il divario tecnico e di esperienza internazionale tra le due Nazionali è a dir poco evidente.
Come al solito comunque, storia, numeri e teorie perderanno di significato al momento del fischio iniziale, e l'unica che rimarrà - si spera - è lo spettacolo di due squadre e due popoli che sembrano odiarsi, ma che ormai in tutti i campi non possono fare a meno l'una dell'altro.
P.S. – Se non si fosse capito, il Messico è l'inevitabile favorito