E' il 27', Altidore si libera di Capdevilla, suo compagno nel Villareal, e fa 1-0
Non c'è il tutto esaurito allo stadio di Bloemfontain per la semifinale della Confederations Cup 2009 tra Spagna e Stati Uniti. Le Furie Rosse si presentano in campo con un 4-4-2 classico con Iker Casillas in porta, linea difensiva con Sergio Ramos, Pique, Puyol e Capdevilla, Alonso davanti alla difesa, il trio composto da Fabregas, xavi e Riera, e il terribile duo d'attacco composto da Villa e Torres.
Bob Bradley smentisce la nostra preview - fortunatamente - presenta un 11 con Howard in porta, Spector a destra, DeMerit e Onyewu centrali e, a sorpresa, il rientrante capitano Carlos Bocanegra a sinistra, ruolo in cui spesso gioca nel Rennes, al posto del limitato Bornstein. Centrocampo a 4 con Bradley e Clark in mezzo e Dempsey e Donovan sulle fasce. Davanti Bradley - vista l'ottima prova con l'Egitto, conferma i giovanotti arrembanti Altidore e Davies. Arbitro - strano caso – è Jorge Larrionda, lo stesso di USA vs. Italia ai Mondiali 2006, quando furono espulsi, oltre a De Rossi, Pablo Mastroeni e Eddie Pope.
Americani subito in pressing, e al 7' il primo segnale inquietante per la Spagna: bel cross teso di Dempsey e Charlie Davies tenta una splendida rovesciata, ma svirgola un po' e la palla è fuori. Passa un minuto ed è ancora Davies di testa a rendersi pericoloso, ma è alto. Al 9' tocca a Donovan - che attacca e difende con ardore – con un bel tiro: ancora alto. Ma è bravissimo al 27' Jozy Altidore. Fa blocco sul compagno nel Villareal Capdevilla, si gira e va al tiro di destro dal limite che Casillas non riesce a bloccare. Ed è l'1-0 per gli USA. E non immeritato.
E al 36' Altidore costringe al giallo Capdevilla, non certo in serata. Al 39' va da solo verso la porta ma il guardalinea chiama un fuorigioco assai dubbio. La Spagna però prende coraggio, impossessandosi del pallone, ma l'unica vera azione pericolosa è salvata da Jay DeMerit in scivolata su Ramos.
Il primo tempo si chiude con gli USA in meritato vantaggio, superiori fisicamente (forse l'avere una rosa con meno partite sulle gambe nei vari campionati si sente) e - sorprendentemente - dal punto di vista tattico. Spagna che, ricordiamo, non perde dal 2006 e che non subiva gol da 450 minuti! Americani molto pericolosi specie nei primi 30-35 minuti e sempre assai disciplinati in difesa e in mezzo. Solo negli ultimo 10 minuti la Nazionale USA ha iniziato a concedere più spesso il pallone agli spagnoli, che si sono inevitabilmente resi più pericolosi.
Le Furie Rosse rientrano in campo con 5 minuti d'anticipo, aspettando gli americani in mezzo al campo. Gli USA spingono subito, ma al 47' gran sinistro di David Villa e bell'intervento in tuffo di Howard. Qualcosa sembra cambiato. Bravissimo un minuto dopo DeMerit ad anticipare Villa che stava andando da solo in porta. 51': sempre Villa bravissimo, ma tira male e Howard blocca sicuro. Due minuti dopo, splendido lob di Fabregas in mezzo all'area per Xavi solo, ma Donovan lo travolge. Rigore netto, panchine in piedi, ma Larrionda non fischia. E l'episodio sarà decisivo.
La pressione spagnola sull'area americana è continua, ma Donovan e Davies sono sempre pronti in contropiede, e i difensori in rosso non sembrano così veloci a recuperare. E se poi anche Xavi sbaglia un pallone - al 59' - allora sembra proprio una serata storta. Al 60' tiro di Villa dai 20 metri, laterale ma Howard c'era. Capovolgimento di fronte ed è Altidore pericolosissimo, cerca il fallo, ma l'esperienza di Puyol pesa più dei kili dell'americano. Spagna avanti di nuovo, ma DeMerit è un muro, – come il suo compagno di reparto Gooch Onyewu, che non ne sbaglia una – e persino Bagni si spertica in complimenti per il centrale del Watford. Al 64' improvviso Xavi sul primo palo, Howard d'istinto e di pugno manda in angolo. Un minuto e tocca sergio Ramos da solo in area ad andare al tiro, ma è fenomenale Ricardo Clark in scivolata a salvare la porta americana. Al 67' Fabregas trova lo spazio in mezzo a 4 e crossa. A liberare è addirittura Donovan, eroico. Subito dopo esce lo stesso Fabregas, sostituito dal centrocampista del Villareal Santiago Cazorla. Bradley risponde rinforzando il centrocampo tirando fuori Davies e inserendo Benny Feilhaber.
Ma al 74' l'incredibilie si ripete. Feilhaber se ne va in dribbling, dà a donovan che crossa basso, Pique tocca, Sergio Ramos sbaglia come un dilettante e Dempsey in scivolata fa 2-0. E mentre Casillas si arrabbia coi suoi, esplode la gioia degli americani.
Del Bosque richiama Reira e tocca a Juan Manuel Mata, sinistro e rapido attaccante del Valencia. 78': punizione di Villa sotto la barriera e parata di Howard. Visi degli spagnoli attoniti. Prova Xavi dai 30 metri all'80, tiro teso, ma Howard respinge tranquillo. All'81' preziosismo di Feilhaber sulla sinistra che va a liberare Altidore che già vede la porta, ma è fuorigioco. Ma il ragazzo è stanco, dopo aver retto alla grande l'attacco, e Bradley lo richiama per Conor Casey, pesante centravanti del Colorado Rapids con un passato in Germania al Mainz. Proprio Casey due minuti viene lanciato, ma l'arbitro chiama un fuorigioco inesistente.
All'85' succede di nuovo: terza espulsione in quattro partite per gli USA. Stavolta tocca a Michael Bradley, che entra duro ma prende il pallone. Non da rosso.E iil figlio del CT sarà così a saltare la finale, e la sua mancanza si sentirà non poco. Peccato.
E allora suo padre chiama fuori Dempsey - a pezzi per la fatica, come si era visto poco prima - ed entra Bornstein, che manda Bocanegra a scalare in mezzo. Gli USA iniziano a mandare avanti palle lunghe, su cui si avventa Casey per tenere lontano il gioco dalla propria metà campo. Ma i piedi del pelato dei Rapids sono quel che sono. Minuti di recupero con Spagna all'arrembaggio, ma senza nessun effetto realmente pericoloso. E un rilancio sconsolato di Casillas dà perfettamente l'idea della pessima serata spagnola.
Ma è il momento di festeggiare per gli americani, per la prima volta in finale in Confederations Cup, il punto più alto della scarsa storia calcistica americana.
USA tatticamente perfetti stasera, senza una sbavatura, fisicamente nettamente superiori agli avversari, incapaci di imporre il gioco, senza cui vanno inevitabilmente in difficoltà . Ma per ora basta così. Chiudiamo con la cronaca che immortala un risultato impensabile fino a prima del match. A presto per il commento.