Felipe Melo supera Jonathan Spector in occasione del primo gol
Sfida improba e dal pronostico segnato quella tra Brasile e Usa nella seconda giornata del gruppo B della Confederation Cup, la Selecao di Carlos Dunga strapazza per 3-0 l'undici di Bob Bradley grazie alle reti di Felipe Melo, di Robinho e di Maicon.
Partiamo da un dato statistico che la dice lunga sullo squilibrio tra le forze in campo, gli americani vantano un solo successo contro i verdeoro nelle precedenti sfide tra le selezioni. Un successo giunto nella semifinale della Gold Cup del 1998 quando un tiro dalla distanza del serbo naturalizzato americano, Pedrag “Preki” Radosavljevic scrisse una pagina storica nel calcio americano. Sebbene di quella gara disputata a Miami si devono ricordare con altrettanto onore le parate di un super Kasey Keller, muro invalicabile per Romario e compagni. Successo poi vanificato in una pessima finalissima contro il Messico.
Con quella di ieri nella Confederation Cup salgono a ben tredici i successi della nazionale brasiliana e mai nessun pari: un dominio assoluto tanto prevedibile quanto legittimo dalle differenti qualità dei calciatori in campo. Aldilà di un evidente gap tecnico, a chi ha visto la partita, è risultato palese anche uno scoramento mentale degli americani.
Donovan e compagni sono sembrati essere mentalmente distanti dal terreno di gioco di Pretoria, rassegnati alla sconfitta e senza quella combattività messa in campo per almeno un'ora nella precedente sfida contro l'Italia. In questo probabilmente ha pesato anche il pragmatismo degli americani consapevoli che con un calendario che prevede prima gli azzurri e poi la selecao, se fallisci la prima gara sei già fuori dai giochi.
A ciò bisogna sommare anche le motivazioni dei brasiliani, Dunga voleva dai suoi anche una risposta caratteriale in riferimento agli aspetti più negativi della prova contro l'Egitto, anche se è bene ricordarlo che oltre i meriti dei “Faraoni” ha pesato anche la stanchezza dei brasiliani ultima selezione ad arrivare in Sudafrica e ciò dopo aver disputato due gare di qualificazione ai prosssimi mondiali.
Rispetto alla gara con l'Egitto, Dunga rivede la difesa in cui Maicon subentra a Dani Alves, Lucio è affiancato da Miranda anche perchè Juan è indisponibile per infortunio, a sinistra Andrè Santos sostituisce l'incerto Kleber, ed in mezzo esclude a sorpresa Elano a cui preferisce Ramires (l'ormai ex Cruzeiro che andrà a rinforzare il Benfica nella prossima stagione) al fianco dei confermati Gilberto Silva e il fiorentino Felipe Melo, attacco confermato con Kakà , Robinho e Luis Fabiano.
Bradley risponde con un classico 4-4-2, difesa e attacco immutati rispetto alla gara con l'Italia, a centrocampo le novità sono rappresentate da Beasley sull'out sinistro con Dempsey spostato a destra e da Kljestan interno di centrocampo, quindi esclusi Feilhaber e lo squalificato Clark.
Il Brasile come contro l'Egitto sblocca subito il match, anzi è un gol fotocopia: punizione da posizione laterale sulla trequarti, questa volta calciato profondo sul secondo palo dove irrompe Felipe Melo (6') per l'1-0. I brasiliani giocano palla a terra e fanno molto possesso palla, e gli americani sono costretti alla difensiva e spesso in affanno.
Non di meno anche gli Usa riescono ad organizzare qualche ripartenza interessante, ma faticano a rendersi realmente pericolosi. L'ironia della sorte vuole che il raddoppio della Selecao arriva in contropiede: siamo al 20' americani sbilanciati in occasione di un corner, dalla bandierina Donovan serve rasoterra Beasley, ma l'ala dei Rangers cicca clamorosamente l'impatto con il pallone, ed in tre passaggi da Kakà a Ramires, e quindi Robinho che agevolmente colloca il pallone alle spalle di Howard.
Il colpo inflitto è pesante per il morale degli americani che sono increduli per il gol ingenuamente incassato. Negli spogliatoi Bradley punta sull'orgoglio dei suoi, arretra Donovan sulla fascia destra, l'impalpabile Dempsey si sposta a sinistra e Conor Casey rimpiazza Beasley ed affianca Altidore in avanti.
Piccoli sussulti li abbiamo con un bello scambio nello stretto tra Altidore e Casey (per il telecronista Rai Cerqueti milita ancora nel Mainz…), ma il giovane attaccante (classe 1989) mostra anche quanto ancora deve migliorare per imporsi ad alto livello. Anche Bornstein riesce a farsi notare in fase di spinta, e si permette il lusso di un sombrero ai danni di Maicon.
A complicare ulteriormente le cose ci pensa Busacca che al 12' della ripresa allontana dal rettangolo di gioco Sasha Kljestan per un intervento falloso e in ritardo su Ramires. In realtà l'arbitro svizzero inizialmente non sanziona il fallo, da qui nascono vibranti proteste dei brasiliani che restano però anch'essi sorpresi quando poi estrae il cartellino rosso diretto per il centrocampista dei Chivas Usa. Piove sul bagnato, perchè il cartellino rosso è davvero eccessivo come i replay mostrano chiaramente.
Il ct Bradley corre ai ripari richiamando Altidore per Feilhaber per evitare che il passivo diventi più pesante. Mossa che però non riesce ad impedire la rete del 3-0, è il 17' e porta la firma dell'interista Maicon che si esibisce in una delle sue penetrazioni mix tra tecnica e velocità , e sulla cui conclusione c'è anche una deviazione di Bornstein che rende imparabile la conclusione.
Il Brasile abbassa i ritmi e richiama in panchina Kakà , Luis Fabiano e Lucio, gli Usa provano a rialzare la testa alla ricerca del gol della bandiera, ma è la traversa ad opporsi a Julio Cesar battuto prima a Feilhaber e poi al colpo di testa di Casey.
La seconda sconfitta nel torneo dovrebbe far riflettere anche la Federazione statunitense sul modo in cui si preparano certi appuntamenti internazionali, e anche sotto l'aspetto tecnico perchè è chiaro che il ct Bob Bradley paghi anche colpe non sue. Altra nota negativa della giornata arrivano dalle parole polemiche del presidente della Fifa Sepp Blatter contro la [u]Mls [/u] ed il suo calendario che dovrebbe armonizzarsi con quello dei principali tornei europei. Ma questa è davvero un'altra storia.
USA-BRASILE 0-3
MARCATORI: Felipe Melo al 7', Robinho al 20' p.t., Maicon al 17' s.t.
USA (4-4-2): Howard; Spector, Onyewu, DeMerit, Bornstein; Dempsey, M. Bradley, Kljestan, Beasley (dal 1' s.t. Casey); Donovan, Altidore (dal 15' s.t. Feilhaber) (Guzan, Robles, Bocanegra, Pearce, Davies, Wynne, Califf, DeMerit, Adu, Torres). All. B. Bradley.
BRASILE (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio (dal 25' s.t. Luisao), Miranda, Andre Santos; Gilberto Silva, Felipe Melo; Ramires, Kakà (dal 24' s.t. Julio Baptista), Robinho; Luis Fabiano (dal 24' s.t. Nilmar) (Victor, Gomes, Kleber, Elano, Daniel Alves, Josue, Kleberson, Pato). All. Dunga.
ARBITRO: Busacca (Svizzera)
NOTE: Spettatori: 39.617. Espulso Kljestan al 12' s.t. per gioco scorretto. Ammoniti: Onyewu per gioco scorretto. Recuperi: 1' e 3'.