Ecco il logo dei Philadelphia Union, la 16ª squadra MLS
E così è ufficiale: anche Philadelphia, a partire dal 2010, scenderà in campo ad incrociare i tacchetti con le 2 L.A., con Boston, con Seattle, Washington, Columbus, Dallas e il resto delle 15 franchigie che danno vita alla MLS. Il logo sarà quello che vedete riprodotto qui a fianco, con 13 stelle che rappresentano i primi 13 Stati dell'Unione: potrebbe essere più carino, più accattivante, più "media-friendly"; ma va bene così. Il nome sarà Philadelphia Union (in omaggio all'importante ruolo che la città più famosa della Pennsylvania ebbe nel processo di creazione degli Stati Uniti d'America e della loro indipendenza dalla madrepatria Inghilterra). I colori sociali saranno il giallo e il blu, che altro non sono che i colori della città ; e grazie a Dio ci vengono risparmiati gli stra-abusati bianco e rosso: avete mai provato a fare il conto? Toronto, Dallas, Chivas USA, New York; ben 4 squadre hanno quest'abbinamento cromatico. D'accordo che si tratta di calcio e non di una sfilata di Gucci, però un po' di fantasia in più anche in quel campo non guasterebbe.
Comunque poco importa, ora Philadelphia c'è ed è una notizia che a noi può solo far piacere; la Città dell'Amore Fraterno torna a pieno titolo tra le protagoniste del soccer USA, da dove mancava da troppo tempo. L'ultima squadra cittadina a portare un titolo calcistico furono gli Atoms del 1973 (parliamo di outdoor, perché a livello indoor i KiXX della MISL si sono ben comportati avendo vinto 2 titoli nel 2001-02 e nel 2006-07). Al di là dei titoli, comunque, Philadelphia era un altro mercato importante, uno degli ultimi che la MLS doveva raggiungere per consolidare il suo stato di lega Major; è indubbio, infatti, che nel momento in cui si riescono ad installare squadre in città quali Philadelphia, Seattle, Portland e Vancouver (e in passato Houston, Chicago, L.A., New York) aumenta la considerazione che gli ambienti esterni alla MLS hanno della Lega stessa. Lo stesso non potrebbe succedere se, al posto di Houston, si fosse raggiunta Austin e invece di Washington fosse stata scelta Bethesda.
Dal punto di vista commerciale, dunque, la scelta di Philly è la migliore che potesse essere fatta; sempre all'interno di questo discorso c'è da dire che mancano comunque ancora mercati importanti. Qualcuno ha detto Miami? Sì, è vero: ma Miami c'era già e ha fallito: ricordate i Fusion? Inoltre il calcio a Miami non ha mai attecchito (fanno fatica anche i Miami FC della USL 1), e negli ultimi mesi persino la cordata composta da imprenditori locali e Barcellona si è tirata indietro perché, al di là di ogni discorso di immagine, la realtà è che a Miami non c'è mercato per il soccer. Difficile ipotizzare che la squadra di Miami sarebbe nata se Beckham fosse tornato a marzo come il suo contratto gli imponeva di fare; con i "se" e i "ma" non si fa la storia, perciò Miami è affare chiuso (e crediamo lo rimarrà per un bel po' di tempo).
Ma ovviamente non è solo Miami a mancare all'appello. Alla MLS manca comunque una franchigia che "copra" la zona sud-est del paese: se non sarà una squadra floridiana (Orlando, Tampa Bay e Ft. Lauderdale condividono, anche se in misura minore, lo stesso sentimento verso il soccer) potrebbe essere la zona della Georgia a beneficiare delle "attenzioni" di Garber e degli altri dirigenti della Lega. Ovviamente Atlanta è la principale indiziata, ma ancora sembra un puro "wishful thinkin'", anche perché nel 2011 entreranno Portland e Vancouver, portando così il totale delle squadre a 18. Vero che ancora non c'è una regola che pone un limite massimo alle Leghe in materia di squadre in una divisione (cosa che la FIFA pareva si apprestasse a fare), ma con troppe squadre andremmo incontro ai problemi già enunciati più volte su questo sito: diluizione del talento già non abbondante, troppe partite inutili, radicalizzazione del sistema basato su conference e division e via dicendo.
In verità all'appello mancano anche 2 città piuttosto famose: Detroit e Milwaukee. Per la Motown non si è mai parlato di una possibile squadra di calcio outdoor, in città ci sono già gli Ignition dell'indoor (che quest'anno hanno vinto la neonata Xtreme Soccer League) e pare suppliscano in maniera più che sufficiente alle voglie dei pochi tifosi di soccer presenti in città . Per Milwaukee si parlava di un ingresso nella MLS qualche anno fa, ma tutto si è fermato e a questo punto sembra improbabile che si possano riaprire discorsi morti e sepolti. In più la zona del Midwest è ben rappresentata da Chicago e Columbus e Garber non sente il bisogno di "saturare" la zona.
Tornando a Philadelphia, c'era bisogno di una squadra?
Sì, se ci mettiamo nell'ordine di idee secondo cui la MLS "vende un prodotto" che sotto molti aspetti trascura il lato sportivo per privilegiare quello commerciale; come detto, Philly è una città famosa e importante, ragion per cui così facendo la MLS si assicura un'altra presenza sulla cartina geografica del calcio. Un soccer-specific stadium da 18.500 posti, attualmente in costruzione, testimonia che l'interesse degli imprenditori è serio, che le risorse economiche per intraprendere un'altra avventura nel soccer ci sono e verranno impiegate con serietà . Intanto verrà intrapreso un battage pubblicitario di una certa importanza, e gli Union acquisteranno visibilità prima ancora di avere anche solo scelto il nome del coach.
Se però prendiamo in esame il lato tecnico e l'effettiva valenza del soccer praticato negli USA allora possiamo tranquillamente affermare che no, forse non c'era bisogno di un'altra squadra nella MLS; e non è una questione legata a Philadelphia; avrebbe potuto essere El Paso e il mio pensiero sarebbe stato esattamente lo stesso. Il mio parere è che anche l'espansione di quest'anno a Seattle sia stata prematura, così come lo saranno quelle del 2011.
Il fatto è che 14 squadre potevano essere l'optimum per ancora qualche anno, per far sì che le squadre neoentrate (Toronto e San José) si stabilizzassero, per permettere ai programmi giovanili (avviati 3 stagioni fa) di iniziare a produrre qualche talento; in subordine, ma in realtà è un fattore importantissimo, sarebbe stato utile creare una scuola-allenatori che allenassero questi potenziali talenti; come possono crescere se chi li allenerà probabilmente ne saprà meno di loro?
Ma al di là della questione-allenatori è proprio il materiale umano a mancare: per limitarci alle sole espansioni da 4 anni a questa parte, se Toronto al 3° anno di vita fa fatica, se i Chivas e i Real Salt Lake cominciano ad ottenere qualche risultato al 5° anno e solo ora vedono la maturazione di qualcuno dei loro giovani, se gli Earthquakes sono rinati solo grazie al patron degli A's e stanno conducendo una stagione penosa un motivo ci sarà . E si chiama "mancanza di programmazione"; parzialmente si è posto rimedio con l'attivazione dei programmi giovanili, ma prima che questi riescano a sfornare talenti con continuità passerà ancora un po' di tempo. In questo articolo Franco Spicciariello spiega perfettamente la miopia con la quale agiscono i dirigenti della MLS in materia di giocatori.
A Hollywood sono gli attori che fanno grandi i film in cui recitano, e vengono pagati in ragione degli incassi e della qualità dello spettacolo che inscenano di fronte alle telecamere; nella MLS gli attori sono relegati a ruoli di secondo piano, perché si investe di più nelle scenografie, negli elementi di decoro, negli sfondi; tutti elementi importanti che contribuiscono a rendere lo spettacolo più piacevole, ma spesso mancano i copioni e gli attori adatti a recitarli.
E continuando nella metafora cinematografica, ogni tanto viene ingaggiato qualche grande attore magari verso fine carriera e si pretende che da solo tenga su lo spettacolo e contemporaneamente insegni ai giovani a recitare. Ma non può bastare, ovviamente, ed ecco che periodicamente viene annunciata la nascita di un'altra casa di produzione, che nelle intenzioni dell'industria dovrebbe aumentare la concorrenza, ma in realtà ha il solo effetto di aumentare la mediocrità presente negli studi.
Ecco perché, fuor di metafora, le ultime 2 espansioni e le prossime 2 (Portland e Vancouver) ci fanno storcere il naso: perché non sono funzionali ad un progetto serio di crescita della MLS. Ovviamente mi auguro di sbagliarmi, ma non sarei sorpreso se tra qualche anno una delle ultime espansioni dovesse annunciare la re-location o, peggio, la chiusura.
Ma, come sempre, staremo a vedere: intanto attendiamo il 2010 e speriamo che la discussione del nuovo contratto collettivo porti significative differenze con la situazione attuale"