Simone Salinno, centrocampista offensivo del Lucera. Nella foto ai tempi della St. John
Centrocampista di 28 anni dalle ottime qualità balistiche e di visione di gioco, che hanno portato alcuni a paragonarlo al concittadino Pietro Maiellaro, ex stella di Taranto, Bari e Fiorentina negli anni 90, Simone Salinno oggi mette in mostra le sue qualità tecniche nella US Lucera, nel campionato di Eccellenza pugliese. La particolarità di Simone è però la sua storia calcistica, fatta di 5 anni passati a calcare i campi erbosi delle università americane della NCAA.
“I miei primi passi calcistici li ho mossi nell'oratorio dell'Opera San Giuseppe di Lucera, dove per le mie caratteristiche fisiche e tecniche mi paragonavano a Rui Barros e Thomas Hassler, grandi fantasisti Juventini. Nei 1990 feci un provino per il Foggia Calcio. Era l'era del bellissimo Foggia di Zdenek Zeman, e fu una bellissima esperienza pur avendo solo 10 anni. Dopo passai al San Pio X di Lucera, trovando il mio ruolo da seconda punta, fino al Lucera Calcio, con cui esordii in Eccellenza. A metà del mio primo anno arrivò mister Ferdinando De Matthaeis, con cui mi trovai benissimo, e raggiungemmo la finale di Coppa Italia con il Castellaneta ma perdemmo 2 a 1".
Dopo l'esperienza nel campionato d'eccellenza con la sua squadra, Simone non immaginava minimamente che l'arrivo di mister De Matthaeis potesse cambiare la sua vita e la sua carriera calcistica facendolo approdare negli USA. "La stagione 99-00 dopo l'arrivo di mister De Matthaeis ci fu l'occasione di fare una tournee in America,con amichevoli tra New York e New Jersey. Giocammo diverse partite,con squadre di college di terza divisione ed una con i NY Metrostars dell'MLS,oggi diventati NY Red Bulls. Il coach della St. John's University, tra l'altro l'unica squadra della tournee contro cui perdemmo per 1-0, mi selezionò insieme a Mattia Damiani, mio grandissimo amico che ancora oggi è negli USA.
I primi di agosto andammo in ritiro a New Jersey per una settimana, poi in Portogallo, prima a Lisbona e poi ad Algarve. La differenza calcistica del calcio dilettantistico italiano rispetto a quello studentesco americano era enorme. Mi trovai catapultato in un ambiente professionistico, il lavoro atletico era di gran lunga superiore a quello che praticavo in Italia. Il lavoro tattico ben organizzato. Mi accorsi subito che era una delle squadre universitarie più importanti d'America.”
Cosi Simone arriva a spiegarci tecnicamente le differenze tra il calcio statunitense e quello italiano. “Il livello universitario di prima divisione può essere paragonato a quello della nostra primavera Italiana. Infatti dopo i 4 anni universitari c'è il Draft, la selezione della MLS per i giocatori provenienti dal college e dai campionati studenteschi“. Il discorso arriva sulla sua esperienza da calciatore negli USA. “Ricordo con piacere tutti i campionati svolti in NCAA DIV I, in modo particolare il mio terzo anno, realizzai 14 goal vincendo la Regular Season, secondo nel campionato regionale, secondo nel campionato nazionale. Potevamo raggiungere un grande traguardo vincendo la finale nazionale, ma perdemmo con l'Indiana University, però vincemmo tutti i trofei che c'erano da vincere.
Durante la mia esperienza studentesca ho avuto anche la possibilità di Laurearmi in Graphic Design, perché a differenza delle società italiane giovanili, in America si unisce l'utile al dilettevole. Non c'è giocatore, o quasi, che esca dal college senza aver preso una laurea. E di questo ne dovrebbero prendere atto tutti i giocatori di qualsiasi serie. Quindi dopo I miei 4 anni di college sono stato invitato al SuperDraft della MLS. Dico invitato perché scelgono loro chi può andarci o meno, purtroppo andò male, ma sono contento lo stesso per come sia andata. Molte le motivazioni per la quale non venni preso ma è andata così e quindi non posso che avere il mio bellissimo ricordo di quei giorni a Los Angeles. La cosa che però mi inorgoglisce di più è di aver portato con il mio piccolo contributo a conoscenza il nome della mia città , Lucera e del mio paese l'Italia. Ovunque sia andato da New York a Los Angeles vicino al mio nome c'era sempre scritto Lucera, Italy. E anche per questo io ne andavo fiero".
Nonostante Simone sia tornato in Italia con i suoi amici negli USA non ha mai perso i contatti anzi, "con molti dei miei amici di squadra sono ancora in contatto, alcuni giocano in MLS altri in seconda divisione. Due dei quali sono fiero di aver giocato insieme sono Shalrie Joseph adesso ai New England Revolution e Crhis Wingert che gioca nel Real Salt Lake. Ultimo a far parte dell'MLS è il portiere Neal Kitson nei Kansas City Wizards, molti altri li ho avuti contro o insieme al Draft".
Arriva cosi il momento dell'analisi sull'attuale momento del calcio USA. "Il calcio è cresciuto molto negli Stati Uniti, se si pensa che la MLS è nata nel 1996 subito dopo i Mondiali del '94. In pochi anni sono riusciti a portarsi gente come Lothar Mattaheus, Roberto Donadoni, Jurgen Klinsmann, Giuseppe Galderisi e ultimamente David Beckham per far nascere lo sport più vecchio del mondo, là dove è uno sport ancora in secondo piano. Ma sta crescendo e sicuramente l'arrivo di molti campioni serve per pubblicizzare altri che sono meno conosciuti ma altrettanto bravi. Gli stadi sono una cosa favolosa, prima di ogni partita nel parcheggio ci si intrattiene con barbecue e amici, è una cosa favolosa. Dal punto di vista tecnico la MLS può paragonarsi ad una serie B Italiana, forse non ha ancora i mezzi per affrontarle e per vincere, ma bisogna finirla con lo sminuire gli altri campionati. Loro crescono sempre più, noi, invece restiamo sempre gli stessi, è non detto che nei prossimi anni non ci sia nessun italiano a giocare in USA. Del calcio americano mi manca molto la preparazione alla partita, che era molto professionale. La voglia di battersi per la propria maglia e di aiutarsi per la squadra, si pensava molto come squadra, era importante sapere che potevi essere anche il più talentuoso, ma al primo posto dovevi mettere quello che aveva bisogno la squadra da te, per questo mi ha impressionato molto la mentalità dei miei coach: David Masur, Marc Reeves e, anche se per poco, Giovanni Savarese" [ex NY MetroStars, nda].
Dal passato ad uno sguardo a domani: "Nell'immediato c'è il Lucera, poi non si sa. Per quanto riguardo la stagione americana, mi auguro possa vincere la MLS una delle due squadre dove ho amici, New England o Real Salt Lake, Anche se quando ero al college tifavo per i MetroStars".