Bonds contro tutti

Barry Bonds si sfoga con i media a Scottsdale

L'arrivo delle star presso gli impianti che ospitano l'annuale spring training significa subito conferenze stampa a go-go. Ogni nuova stagione porta con sè qualche bell'argomento sul quale discutere un pò ed in genere sono i cambi di maglia a farla da padrone.

Si da il caso che quest'inizio di nuovo anno, in termini di MLB ovviamente, sia stato anticipato da una polemica molto pesante e che coinvolge qualcosa che va ben oltre al mero aspetto sportivo. Si tratta ovviamente del caso Balco con tutto il suo seguito. Un evento che si è trasformato nell'ennesimo dibattito pubblico sull'uso di sostanze dopanti.

In questi giorni in Italia la squadra più importante del nostro più importante sport nazionale, la benemerita Juventus, ha visto emessa nei suoi confronti una dura sentenza nella quale si accusa la plurititolata società  torinese di aver fornito ad i suoi giocatori l'EPO una sostanza proibita che richiama immediatamente alla memoria lo scomparso Marco Pantani.

Ecco, con grande facilità , senza allontanarci troppo da casa nostra abbiamo toccato un paio di casi italiani e soprattutto abbiamo chiaro in testa che il doping non può essere più trattato a livello “Bar Sport” e neanche deve essere trasformato in un'autentica caccia alle streghe. Il fenomeno, sempre più dilagante a qualsiasi livello, ha bisogno certamente di essere combattuto ma soprattutto di essere analizzato e conosciuto per fare della vera prevenzione e per evitare che la semplice repressione sia elusa dalle furbaggini di chi con le sostanze illecite si arrichisce senza farsi scrupoli.

Valicando nuovamente l'oceano ecco apparire sugli scaffali delle librerie quello che è stato già  definito “the infamous book” scritto da un singolare ex giocatore, al secolo Josè Canseco, pentito fruitore di sostanze dopanti e soprattutto spendaccione che non ha saputo amministrare gli ottimi guadagni di una discreta carriera lunga ben 17 anni con la gioia di un “Rookie of the Year” nel 1986 e poi addirittura dell'“MVP” del 1988 per l'American League, ai tempi degli A's vincenti di Tony LaRussa che dopo aver letto il libro infame del buon Canseco appaiono più come una banda di drogati che una forte squadra di Baseball.

Canseco non ha perso certo l'occasione di rimettere in sesto le sue malmesse finanze personali ed in pieno affaire Balco e soprattutto in coincidenza con l'apertura della stagione 2005 del MLB, ha partorito la sua opera dal titolo interminabile: “Juiced : Wild Times, Rampant 'Roids, Smash Hits, and How Baseball Got Big”. Al di là  della pessima qualità  di Canseco come scrittore, il libro sembra che sia veramente molto noioso, lo sfogo dell'ex giocatore non dice nulla di nuovo e sembra invece più un prodotto da reality show che un utile testimonianza su uno dei peggiori mali che affligge lo sport moderno.

Inevitabili le polemiche che hanno coinvolto i giocatori citati da Canseco. Chi addirittura si sarebbe fornito delle prestazioni infermieristiche del giocatore cubano trasformato in iniettatore di steroidi per molti suoi compagni, altri invece sono stati buttati nel calderone perchè sospetti “juiced” per lo stesso Canseco perchè secondo lui troppo cresciuti nel corso degli anni e quindi meritevoli di essere messi alla gogna pubblica.

C'è anche chi si è divertito a replicare a Canseco come il pitcher dei Dodgers Wilson Eduardo Alvarez, se avete tempo cercatevi una sua foto in rete e capirete tutto, che l'incredibile sito satirico Dodger Blues accusa invece di essere soprattutto un ladro di hot dogs a Chavez Ravine, il simpatico Alvarez ha semplicemente detto questo ai giornalisti che volevano una sua opinione sulle accuse mossegli contro da Canseco, allargando le braccia e mettendo in evidenza la bella pancia che si ritrova – Guardate qua. Questo vi sembra frutto degli steroidi? – .

Altri come Palmeiro, primo di una sicura lunga serie, hanno già  querelato Canseco che molto probabilmente finirà  per spendere i soldi guadagnati con il libro, già  esaurita la prima edizione, in avvocati e cause perse. Insomma c'è veramente un'atmosfera da “Bar Sport” e soprattutto ennesima confusione su di un problema che merita la massima serietà  e competenza.

Ma lui il protagonista numero uno della bomba doping e qui stiamo parlando del signor Barry Bonds cosa ha fatto? Una bella, anzi meglio dire cattiva, conferenza stampa nella quale più che difendersi da Canseco, preso pochissimo in considerazione da B.B., ha accusato duramente la stampa.

A scuotere la quiete di Scottsdale, pochi abitanti e tanto Baseball primaverile, dove ogni anno i Giants di San Francisco si ritrovano per lo spring training, ci ha pensato quindi Barry Bonds che ha riversato sui media tutta la rabbia che da tempo lo accompagna. Di certo chi conosce Bonds sa che questo deplorevole comportamento non suona nuovo ma è anche vero che la durezza del suo comportamento ha un pò sorpreso e soprattutto ha trasformato quella conferenza stampa in un autentico autogol.

Se la stampa americana, ma guardando ai fatti di casa nostra dobbiamo parlare anche d quella peninsulare, ha una colpa è quella di aver taciuto troppo negli anni passati. Soprattutto non ha capito che il fenomeno sociale della pillola per ogni cosa, che ormai dilaga da tempo, non poteva di certo restare fuori da un mondo come quello degli sport professionistici dove le migliori prestazioni sono legate ovviamente ai miglior guadagni e dove il doping è sempre esistito anche se mai come fenomeno di costume ed abitudine come adesso.

Così nella prima occasione pubblica, dopo la fuga di notizie del grand jury federale del caso Balco, nel quale Bonds ha affrontato la stampa, i toni non sono mai stati pacati e lo slugger ha accusato i media di essere bugiardi, ha paragonato le continue domande sul suo sospetto uso di steroidi ad una continua ed ormai fuori tempo replica della serie televisiva “Sanford and Son”. Ironia sottile ma anche accuse pesanti come quelle che Bonds ha rivolto al mondo dell'informazione dicendo che se il color della sua pelle fosse stato un pò più chiaro si sarebbe fatto di certo meno rumore intorno a tutto ciò.

Bonds d'altra parte o si prende così o niente da fare. Il suo modo di agire sembra fatto apposta per perdere in immagine e mettersi in cattiva luce pubblicamente ma il fatto che abbia esagerato è fuori dubbio tanto che Peter Magowan, proprietario dei Giants, al suo rientro da un viaggio d'affari in europa che lo aveva privato della possibilità  di essere presente nel brutto martedì di Scottsdale, ha raggiunto subito la sua squadra e di certo non ha rispramiato qualche battuta contro il suo miglior giocatore. Magowan ha detto chiaramente che lui avrebbe parlato in maniera differente.

Bonds è sicuramente uscito da un anno che gli ha dato grosse soddisfazioni con gli ennesimi record battuti e sempre più vicino ad entrare nella leggenda del national pastime ma allo stesso tempo ha vissuto la stagione con una pressione su di lui non indifferente dovuta appunto al caso Balco e molto spesso è stato giudicato colpevole o per lo meno accusato senza avere avuto in effetti ancora un processo.

Giustamente il concetto di innocenza finchè non sia provata la reale colpevolezza non deve mai essere messo in discussione e soprattutto bisogna evitare la pessima abitudine di seminare un'ombra di sospetto su chi ci pare. Ciò non serve a nulla se non a denigrare lo sport e non certamente a rimetterlo sulla retta via, Allo stesso tempo non penso che sia altrettanto utile dire a chi si occupa di informazione di voltare pagina e dimenticarsi del passato se non addirittura dello stesso presente. Ci vuole un maggior rispetto da entrambe le parti e soprattutto bisogna che le federazioni di ogni sport , autentici colossi finannziari ed a loro volta mediatici, facciano immediatamente chiarezza al loro interno per affrontare i tanti problemi di diverso tipo che le affliggono.

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