Colombus Crew e Los Angeles Galaxy, il meglio e il peggio del 2008
Doveva essere l'anno di Beckham, dopo gli infortuni nell'anno dell'esordio, e invece è stato l'anno di un "vecchio leone" di 35 anni: Guillermo Barros Schelotto. El mellizo ha infatti guidato il Columbus Crew alla sua prima MLS Cup, al termine di una stagione dominata nel gioco e nei risultati, capolavoro tecnico del coach Sigi Schmid che, dopo il pessimo 2007, è stato bravo ad assegnare a Schelotto il ruolo di playmaker affiancandogli due mediani (Brad Evans e Brian Carroll), in un 4-5-1 con due ali versatili come Robbie Rogers (formatosi nel Heerenveen) e Eddie Gaven, e un centravanti di manovra come il venezuelano Alejandro Moreno. Il tutto davanti ad una difesa granitica guidata dal centrale Chad Marshall (il cui contratto è però scaduto, e che negli ultimi giorni è stato in prova ai tedeschi del Mainz), dal capitano Frankie Hejduk a destra e dal 32enne argentino Gino Padula (ex River Plate) a sinistra, ancorata al giovane e bravo portiere Will Hesmer.
Chiusa la regular season in testa, e superati di slancio nei playoff prima i Kansas City Wizards dei deludenti argentini Claudio Lopez (ex Lazio) e Carlos Marinelli (ex Toro), e poi il Chicago Fire dell'ancora vivace Cuauhtémoc Blanco e del centravanti Brian McBride, rientrato in America dal Fulham, in finale Columbus si è trovata di fronte un ostacolo facile in New York, superata con un secco 3-1 . I NY Red Bulls, guidati in campo dal centravanti colombiano Juan Pablo Angel, erano alla prima finale della loro storia sfortunata, dovuta secondo molti alla "maledizione di Caricola", dal nome dell'ex Genoa e Juve autore di un autogol all'esordio degli allora MetroStars nel 1996. Storia che anche quest'anno sembrava ripetersi dopo la cessione al Villareal del 19enne centravanti Jozy Altidore, il ritiro di Claudio Reyna a metà stagione (ma questa probabilmente è stata una fortuna), e la doppia squalifica per doping di Conway e Parke. Ma un'immeritata qualificazione ai playoff ha permesso all'allenatore colombiano Osorio (già assistant di Keegan al Man City) di impostare un sano contropiede ed eliminare prima i campioni in carica di Houston, e poi il Real Salt Lake dell'ottimo argentino Javier Morales, regista 28enne scovato dal coach Jason Kreis (insieme a Sigi Schmid sicuramente il migliore dell'anno per risultati e gioco espresso dalla sua squadra) sui campi del Vencidario, alle Isole Canarie, dopo un'onesta carriera in patria.
MLS Best Goals 2008
Tornando al David Beckham pre-Milan, i suoi Galaxy sono rimasti fuori dai playoff per il terzo anno consecutivo. A nulla sono serviti, con una squadra fatta di carneadi, il sexy football annunciato da Ruud Gullit e (sostituito in estate dall'ex CT Bruce Arena), un Beckham a tempo pieno e un Landon Donovan capocannoniere (con prestazioni che gli sono valse un trasferimento in prestito al Bayern Monaco di Jurgen Klinsmann) . Unica buona notizia per LA, il licenziamento dell'ex padovano Alexi Lalas, dimostratosi in questi anni un vero fallimento come manager.
Ma se il campionato si è dimostrato soddisfacente, l'inaugurazione di nuovi stadi polifunzionali avvenuta (Salt Lake City) o a venire (NY, Phila, Houston), e le 8 città pronte a pagare $40 milioni per entrare nella MLS e aggiungersi a Seattle (che per il 2009 ha già ingaggiato lo svedese Freddie Ljungberg, già infortunatosi però) e Philadelphia (2010), lasciano presagire un futuro di solidità economica e crescita, ciò che preoccupa un po' è l'aspetto tecnico. L'esordio nella neonata CONCACAF Champions' League infatti non è stato dei migliori, con la sola Houston ai quarti insieme alle sorprendenti Montreal e Puerto Rico della USL 1st Division, sorta di seconda divisione. Risultato inevitabile per squadre costruite su soli 18 giocatori, con un salary cap di soli $2,2 milioni, costrette a giocare due volte a settimana su più tornei (Champions, SuperLiga, e US Open Cup, vinta dal D.C. United,) viaggiando per migliaia di kilometri e in climi totalmente differenti. Purtroppo però da quanto annunciato dal commissioner Garber (il cui vice, Ivan Gazidis, è stato nominato CEO dell'Arsenal) non è lecito aspettarsi stravolgimenti fino al nuovo contratto collettivo del 2010.
Una novità è che la MLS sta diventando una feeder league per i campionati europei (principalmente Inghilterra, Germania e paesi nordici), sul modello, fatte le dovute proporzioni, di Argentina e Brasile. Ed ecco che per il 2009 si aspetta un nuovo esodo, dopo le partenze dei vari Altidore e Brad Guzan (in estate dal Chivas USA all'Aston Villa). E sui taccuini degli osservatori ci sono già una serie di nomi. Oltre a quelli di Marshall e Rogers, il primo è quello del nazionale centrocampista del Chivas Sacha Kljestan, già contattato dagli olandesi del Twente. Due difensori: il possente Bakary Soumaré (Chicago), di origine del Mali; e Sean Franklin, Rookie of the year, bravo a non farsi travolgere nel disastro di LA. Ultimo un attaccante, Kenny Cooper (FC Dallas), cresciuto nel Manchester United, 18 gol quest'anno e richieste da Regno Unito e Norvegia. Ma niente più. Un po' poco rispetto al passato, a dimostrazione di una stagione tutto sommato sotto tono.
Questo articolo è stato pubblicato sul Guerin Sportivo numero 50/2008