La sfida più improbabile

I due portieri protagonisti nella finale di domenica: Danny Cepero (New York) e Will Hesmer (Columbus Crew)

Difficilmente il caso sarebbe potuto riuscire meglio nel mettere insieme, per la finale di MLS Cup che si giocherà  domenica (diretta TV alle 21.30 su Sky Sport Extra e Sky Sport HD2) a Los Angeles, due avversarie come Columbus e New York. Due avversarie impensabili per chiunque, sia ad inizio campionato (Columbus) che anche all'imbocco dei playoff (New York).

Il Columbus Crew, vincendo il Supporters Shield (che va alla numero uno della regular season) ha dimostrato di essere la squadra migliore della MLS: un modello di continuità , gioco e tecnica. E ciò nonostante praticamente tutti (incluso Play.it) avessero dato il club guidato da coach Sigi Schmid come praticamente spacciato prima ancora che scendesse in campo.

Dall'altra parte Columbus si trovera i New York Red Bulls, come i gialloneri all'esordio assoluto in finale e vogliosi di riscattare 13 anni di tristi figure nella MLS. Sbarcati ai playoff, nonostante una sconfitta per 5-2 a Chicago nell'ultimo match di regular season, solo grazie alla grande prova di Columbus contro il D.C. United, i Red Bulls non si sono fatti mancare nulla quest'anno: dalla cessione al Villareal di Jozy Altidore a infortuni a catena, passando per il ritiro di Claudio Reyna fino alla doppia squalifica per doping del portiere Jon Conway e del bravo difensore Jeff Parke.

A Columbus gran parte del merit ova dato sicuramente al coach Sigi Schmid, capace di plasmare in tre anni un gruppo abbandonato a sé stesso fino a portarlo a vincere il Supporters Shield e a giocare la prima finale di MLS Cup in 13 anni. Dal punto di vista del gioco la mossa migliore di Schmid, allenatore nato in Germania ma affermatosi negli USA, è stata sicuramente l'idea di far ruotare tuto intorno ad un playmaker vecchio stile. Vecchio sì, ma ancora capace di illuminare il gioco come ha fatto per un quindicennio al Boca Juniors.

Parliamo ovviamente del "mellizo", Guillermo Barros Schelotto. Arrivato a Columbus nel 2007, nel suo primo anno nella MLS era apparso frustrato dalla confusion del Crew, circondato da gente che appariva incapace di comprendere le sue giocate. E in molti pensavano che a fine stagione sarebbe rientrato in Argentina. Ma Schmid lo ha convinto a rimanere un'altra stagione, aiutandolo anche a gestirsi diversamente in campo. Rispetto allo scorso anno infatti il gioco di Schelotto è cambiato. Prima correva continuamente per il campo, come ai tempi del Boca ma avendo dieci anni in più, mentre quest'anno Schmid gli ha messo intorno a correre il duo formato da Brian Carroll e Brad Evans, sì che l'argentino potesse pensare solo a costruire il gioco. Schelotto si è adattato molto bene alla nuova posizione, dove certo il suo senso tattico e i suoi colpi possono essere valorizzati al massimo. Valorizzati anche dalla crescita delle due ali Robbie Rogers, cresciuto con gli olandesi dell'Heerenveen e quest'anno al top, e Eddie Gaven, promessa mai mantenuta del soccer che quest'anno sembra sia però finalmente sbocciata, e dalle capacità  dell'attaccante venezuelano Alejandro Moreno, bravo a tenere palla e a creare gli spazi giusti.

Altri elementi important del super Crew di quest'anno sono stati il portiere Will Hesmer e i due terzini, l'esperto e idolo del Nordecke (gli Ultras del Crew) Frankie Hejduk a destra e Gino Padula a sinistra. Ma la vera forza è stata sicuramente il collettivo, visto il ruolo avuto anche da alcune riserve e dalla varietà  nelle soluzioni da gol.

Collettivo che però domenica dovrà  fare tesoro dei due match vinti da NY contro Houston Dynamo e Real Salt Lake. Attaccare frontalmente i Red Bulls può infatti dimostrarsi letale quando di fronte hai due contropiedisti velocissimi come le ali il giamaicano Dane Richards (che però saà  impegnato mercoledì con la Nazionale) e l'olandese Dave van den Bergh, e un centravanti dalla forza e l'esperienza di Juan Pablo Angel.


Il gol del portiere Dany Cepero contro Columbus

I Red Bulls messi in campo dal coach colombiano Juan Carlos Osorio in questi playoff sono apparsi un team completamente diverso da quello visto in regular season. Si sono infatti trasformati in una squadra organizzata, solida in difesa e letale in attacco. E, fondamentale in partite ad eliminazione diretta, molto fortunata.

L'aver perso durante il campionato Jozy Altidore prima e Claudio Reyna dopo (ma forse questa è sata una fortuna), oltre al duo Conway - Parke nel finale, non ha certo aiutato il primo anno di Osorio. Ma dal male spesso nasce il bene. E così la scoperta del giovane portiere Danny Cepero (richiamato a fine estate da Pittsburgh, USL 2nd, dove era in prestito), bravissimo e imbattuto nei playoff e capace persino di andare in gol da 70 metri proprio contro Columbus in regular season, il ritorno ai livelli che competono loro di Angel e di van den Bergh, la crescita di Richards, le sorprese dei carneadi di difesa Chris Leitch e Carlos Mendes (ottimo all'esordio nei playoff contro il Real Salt Lake), del giocane centrocampista Luke Sassano (dentro da titolare per l'infortunio di Seth Stammler) e di John Wolyniec, veterano della panchina e in genere allergico al gol. Un gruppo abbastanza improbabile quindi. Ma domenica sarà  il loro momento. NY forse non dovrebbe esserci a giocarsi questa finale, e il favore per Columbus appare schiacciante in termini tecnici. Ma nella MLS abbiamo imparato ad aspettarci sempre l'inaspettato.

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