Prima della MLS: San Diego

Hugo Sanchez con la maglia numero 7 dei San Diego Sockers

La storia del soccer a San Diego comincia coi San Diego Toros. La neonata compagine nasce nel 1968 sulle ceneri dei Los Angeles Toros, spostatisi a San Diego per non pestare i piedi ai Los Angeles Wolves. La squadra si accasa al Balboa Stadium sede della squadra di football americano dei San Diego Chargers e durante l'estate stravince in amichevole contro l'America Mexico per ben 5-1. Le premesse per una buona stagione per la squadra californiana allenata dal tandem George Curtis - Angel Papadopulos. fanno il posto ai fatti, con la conquista del primo posto nella Pacific Division ottenuto in virtù di 18 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte. In realtà  l'assegnazione del primo posto fu controversa in quanto anche gli Oakland Clippers avevano conseguito il medesimo ruolino di marcia, ma in virtù del sistema di punteggio che già  aveva mietuto vittime l'anno precedente San Diego conquista l'accesso ai play-off, dove si sbarazza di Kansas City con un pareggio per 1-1 e una vittoria di misura conseguita ai tempi supplementari. Nella doppia finale San Diego incontra gli Atlanta Chiefs, allenati dal giocatore/allenatore gallese Phil Woosnam, che hanno eliminato i Cleveland Stokers. La prima partita viene disputata in California, e grazie alle parate di Ataulfo Sanchez, i Toros riescono a mantenere il risultato sullo 0-0, ma in Georgia gli Atlanta Chiefs si imporranno per ben 3-0, con reti di Peter McParland, Kaiser Moutang e Delroy Scott. Ataulfo Sanchez è primo nella classifica portieri, e Cirillo Fernandez è assieme all'attaccante di Chicago John Kovalic l'attaccante più prolifico, con 30 centri e 7 assist. Il centrocampista Ron Crisp è l'unico giocatore dei Toros convocato nella rappresentativa All Stars. Al termine della stagione '68, anche i San Diego Toros falliscono causa mancanza di spettatori, appena 4245 paganti al Balboa Stadium nonostante il campionato di vertice disputato,concludendo mestamente il primo esperimento di impiantare una franchigia pro soccer a San Diego

Il secondo tentativo di far germogliare il soccer a San Diego si chiama San Diego Jaws, che altro non erano che i Baltimore Comets che al termine della stagione 1975 avevano deciso di cambiare location e nome con la speranza di trovare in California un maggiore seguito, visto che il Golden State è stato da sempre una delle aree più ricettive per il soccer. Purtroppo però i dirigenti della neo trapiantata franchigia si dimenticarono che per portare la gente allo stadio non basta il cosiddetto mercato etnico, spesso sopravvalutato negli Usa, ma bisogna anche rendere la squadra competitiva, cosa che invece non fu fatta, e i risultati si videro in classifica: le fauci di San Diego masticarono ben poco, ultimo posto nella Southern Division con 9 vittorie e 15 sconfitte. L'attacco, con sole 29 reti all'attivo, è tra i peggiori dell'intera lega, infatti nessun giocatore dei Jaws si affermerà  in classifica marcatori. Gli unici giocatori che rimangono agli onori della cronaca sono il portiere Alan Mayer, il giocatore/allenatore Derek Trevis, già  stella dei Philadelphia Atoms, ed il terzino destro inglese Brian Joy. Gli spettatori presenti sugli spalti saranno mediamente 6320, più di San Antonio e dei campioni Toronto Metros-Croatia, ma anche di Washington e Rochester. Non abbastanza però per generare utili e per convincere la proprietà  a restare a San Diego, e come i Toros del 1968, anche i Jaws durarono un solo anno.

Nell'anno 1978 nasce un nuovo sodalizio calcistico nella città  di San Diego. La squadra, come detto, nasce dalle ceneri dei Las Vegas Quicksilver, che decidono di spostarsi dal Nevada alla California dopo un solo anno di vita. I San Diego Sockers sono allenati dall'austriaco Hubert Vogelsinger. L'inglese Brian Joy, già  di San Diego Jaws e Las Vegas Quicksilver segue lo spostamento della società  sportiva, coadiuvato dal nuovo acquisto e suo connazionale Peter Anderson. L'acquisto più importante della stagione è però l'ungherese naturalizzato americano Julie Veee, di ritorno da due stagioni in Belgio nelle fila del Lierse e dello Standard Liège. Nell'anno di esordio i Sockers conquistano il primo posto della Western Division, con 18 vittorie e 12 sconfitte. Unico punto dolente la scarsa presenza di spettatori, solo 5.591, meglio solo dei Chicago Sting. Al primo turno dei play-off i Sockers eliminano per 2-1 i California Surf, ma successivamente sono i Tampa Bay Rowdies a mandare a casa San Diego vincendo di misura al mini-game dopo aver vinto di misura la prima e perso per 2-1 il match di ritorno. Jean Willich è presente in classifica marcatori con 9 reti e 13 assist.

Al termine della stagione Peter Anderson e Brian Joy lasciano la squadra, alla quale si aggiungono lo scozzese Walker McCall, in arrivo dal St Johnstone, e il messicano Hugo Sanchez, già  conosciuto con la maglia dell'UNAM Pumas in patria e che negli anni a venire sarebbe diventato una stella di caratura internazionale sia con la maglia di El Tri, che con Atletico e Real Madrid. In più sarà  l'unico giocatore straniero a militare sia nella NASL che nella MLS, durante la prima stagione in assoluto della lega pro soccer con la maglia degli allora Dallas Burn nel 1996. Prima che la stagione NASL '79 incominci, la squadra di San Diego si imbarca per un tour in Messico. Il 16 Febbraio 1979 i Sockers ottengono una strabiliante vittoria contro una selezione All Stars del campionato messicano col risultato di 4 reti a 1, il 27 dello stesso mese invece San Diego pareggia per 1-1 contro il Nuevo Leon, e il 2 Marzo è invece il Mirador a spuntarla di misura sui Sockers. Le ultime due partite vengono disputate contro la Universidad, il 3 e il 14 Marzo. Mentre della prima non sono prevenuti i risultati, si sa che nella seconda amichevole i San Diego Sockers han prevalso per 1-0.

Il campionato NASL del 1979 vede San Diego e California Surf a pari punti e pari numero di vittorie e sconfitte, 15 e 15 a testa. La media spettatori registra un fortissimo aumento, attestandosi sugli 11271 paganti. Ai play-off San Diego Sockers e California Surf si incontrano ancora, e la prima partita vede i Surf prevalere sui Sockers per ben 4-2. Nel match di ritorno però i Sockers fan capire di che pasta son fatti, eliminando così i Surf di Anaheim con un sonoro cappotto di 7 reti a 2. Nelle semifinali di conference sono i Chicago Sting invece ad essere eliminati coi risultati di 1-0 e 1-0 a favore di San Diego. Purtroppo però sono ancora i Rowdies a eliminare i Sockers in semifinale, anche se la partita di andata arride ai californiani col risultato di 2-1. Successivamente però i Rowdies prevalgono per 3-1 agli shoot-out. Ci vorrà  un ulteriore mini-game che vedrà  vincitrice di misura la squadra della Florida. Nonostante il buon campionato e l'ottimo comportamento nei play-off, nessun giocatore dei San Diego Sockers figura nei piani alti delle varie classifiche né è convocato nella selezione All Stars.

Nel 1980 non ci sono grossi cambi di formazione, e i San Diego Sockers arrivano terzi nella Western Division con 16 vittorie e 16 sconfitte. Gli spettatori aumentano ancora raggiungendo le 12690 unità . Ai play-off San Diego si fa strada eliminando i Chicago Sting imponendosi per 2-1 nel mini-game dopo che l'andata era finita con lo stesso risultato in favore di San Diego mentre il ritorno era finito con la vittoria degli Sting per 3-2. Nel turno successivo sono ancora i Tampa Bay Rowdies a mettersi sulla strada dei San Diego Sockers, che carichi di rabbia per due eliminazioni consecutive sbaraglia la squadra di Tampa per 6-3. La strada sembra in discesa ma il Florida i Tampa Bay Rowdies riportano sulla terra i Sockers con un sonoro cappotto per 6-0. Il consueto mini-game questa volta però darà  ragione a San Diego che elimina i Rowdies per 3-2 agli shoot-out. Purtroppo però per i Sockers, le arance della Florida hanno ancora una volta un sapore amaro. Questa volta sono i Fort Lauderdale Strikers ed eliminare i San Diego Sockers dalla corsa per il titolo, sbaragliandoli al mini-game col risultato di 3-0, dopo aver vinto 2-1 all'andata e perso per 4-2 in California. Ancora una volta nessun giocatore dei Sockers figura tra gli allori di All Stars o piani alti delle rispettive classifiche, solo il portiere Volkmar Gross galleggia e metà  classifica tra gli estremi difensori. Al termine della stagione Walker McCall ed Hugo Sanchez lasciano la California, così come l'allenatore Hubert Vogelsinger, avvicendato da Ron Newman. Arriva dal Manchester City il grande centrocampista polacco Kazimierz Deyna, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Monaco '72 e terzo ai Mondiali 1974. Deyna resterà  nei Sockers fino al loro fallimento avvenuto nel 1987 e presterà  successivamente i suoi servigi ad un altro sodalizio indoor, i San Diego Legends, fino alla sua morte, prematuramente avvenuta per un incidente automobilistico l'1 settembre 1989 (due giorni prima del povero Gaetano Scirea, che morì allo stesso modo in Polonia). Deyna ebbe anche una parte nel film "Fuga per la vittoria" del 1981, con Bobby Moore, Pélé, Werner Roth e Osvaldo Ardiles. I Sockers prendono parte alla stagione NASL indoor 1980/81, non facendo una gran figura per la verità . Con 6 vittorie e 12 sconfitte San Diego termina sul basamento della Southern Division, seguita mediamente da 4.912 spettatori. Nella stagione NASL vera e propria però le cose vanno in maniera molto diversa. Sospinti dai goal di Mike Stojanovic, terzo in classifica marcatori dietro Giorgio Chinaglia e Karl Heinz Granitza con 23 reti e 6 assist e da 14802 spettatori entusiasti, i San Diego Sockers finiscono il campionato in vetta alla Southern Division con 21 vittorie ed 11 sconfitte. La squadra di Ron Newman comincia male i play-off, perdendo per 2-1 contro i Portland Timbers. La partita successiva sembra però non avere storia, con i Sockers che si impongono per ben 5-1. Lo spareggio si conclude con l'eliminazione di Portland, sconfitta per 2-0. San Diego accede così al secondo turno, dove incontra i Jacksonville Tea Men. Anche stavolta i Sockers esordiscono con una sconfitta per 2-1, ma al ritorno San Diego vince contro Jacksonville con lo stesso risultato e successivamente passa il turno vincendo ancora sui Tea Men, questa volta per 3-1. Le semifinali cominciano bene, con una vittoria per 2-1 sui Chicago Sting, ma purtroppo non sempre il buon giorno si vede dal mattino. I Chicago Sting conquisteranno il titolo contro i Cosmos agli shoot-out dopo aver vinto i restanti match contro San Diego per 2-1 e 1-0.


Kazimierz Deyna con i San Diego Sockers (indoor)

Nel 1982 arriva in prestito dal Newcastle United il centrocampista Nigel Walker e i Sockers cominciano la stagione NASL Indoor 1981/82. Seguiti da 7.047 spettatori, i ragazzi di Ron Newman mettono a segno 10 vittorie ed 8 sconfitte, concludendo al primo posto della West Division. Nella prima fase dei play-off i californiani sconfiggono i Vancouver Whitecaps per 4-3 e 8-4, accedendo così alle semifinali dove sarà  un'altra squadra canadese a pagare lo scotto. Gli Edmonton Drillers vengono anch'essi eliminati coi risultati di 8-2 e 12-3. La doppia finale, disputata il 3 e l'8 Marzo del 1982, vede San Diego vincere il titolo indoor prevalendo sui Tampa Bay Rowdies per 9-7 e 10-5, quasi come presagio alla imminente evoluzione indoor dei Sockers a seguito del collasso della NASL. Con 51 reti e 38 assist Julie Vee è l'attaccante più prolifico del torneo. La stagione outdoor vedrà  invece San Diego piazzarsi al secondo posto con 19 vittorie e 13 sconfitte ed un radicale calo degli spettatori, scesi a 8.523 paganti. I play-off vedono San Diego prevalere su Vancouver per 5-1, perdere in Canada di misura e vincere ancora per 2-1. Nelle semifinali però saranno i New York Cosmos a eliminare i San Diego Sockers vincendo per 2-1 sia in casa che in trasferta. Ade Cocker totalizza 13 reti e 9 assist, Lorenz Hilkes 11 centri e 13 assist.

Nigel Walker lascia San Diego al termine della stagione, al suo posto arrivano i connazionali Ron Fearon, Gary Heale, già  in forza a Luton Town e Reading e con militanza anche nel club olandese Sparta Rotterdam, e Brian McNeill. La stagione indoor 1983 non ha luogo per problemi finanziari della NASL, i San Diego Sockers accettano allora di militare nella lega indoor M.I.S.L. per quell'anno, così come Chicago Sting e Golden Bay Earthquakes. Con 32 vittorie e 16 sconfitte San Diego è in cima alla Western Division. Nel primo turno dei play-off la vittima dei Sockers si chiama Kansas City Comets, che vengono battuti col risultato di 6-2 e 9-4. In semifinale sono i Wichita Wings che cedono il passo a San Diego per 8-5, 5-2 e 4-3. La sfida finale contro i Baltimore Blast sembra in discesa, con le prime due facili vittorie di San Diego per 6-0 e 7-0, ma successivamente sono i Blast a spuntarla per 4-3 e 7-6, quest'ultimo maturato ai supplementari. San Diego si gioca il tutto per tutto nella successiva sfida all'ultimo sangue, vinta dai Sockers per 3-1. Julie Veee è terzo in classifica marcatori con 57 reti e 53 assist, bene anche Kazimierz Denya, 45 reti e 32 assist per lui. Al termine della stagione M.I.S.L. i San Diego Sockers si riuniscono alla disastrata NASL, dove concludono mestamente all'ultimo posto della Western Division con 11 vittorie e 19 sconfitte nonostante i 15 goal e 16 assist di Kazimierz Deyna e la media spettatori crollata a soli 4.214 paganti, la peggiore di tutta la lega.

Al termine della stagione 1983 Fearon, Heale e McNeill lasciano San Diego, e sempre dall'Inghilterra arrivano il centrocampista Steve Daley, gia di Wolverhampton, Manchester City ma anche Seattle Sounders, e Laurie Abrahams. Completa il quadro l'ungherese Zolthan Toth. Come di consueto i Sockers prendono parte alla stagione indoor della NASL, dove verranno seguiti da ben 11415 spettatori. Con 21 vittorie e 11 sconfitte i Sockers sono saldamente in testa, guadagnandosi così l'accesso ai play-off dove incontra i Golden Bay Earthquakes che vengono spazzati via coi risultati di 5-2 e 7-2. La finale sarà  contro i New York Cosmos che vengono sconfitti per 3-0, facendo si che San Diego si aggiudichi una volta ancora il titolo NASL per la stagione indoor. Il portiere Jim Gorsek è primo in classifica, bene Julie Veee, terzo attaccante più prolifico con 45 goal e 29 assist e Kazimierz Denya con 28 reti e 24 assist. Nel campionato NASL 1984, l'ultimo in assoluto, i Sockers concludono al primo posto della Western Division con 14 vittorie e 10 sconfitte. Gli spettatori crescono sensibilmente toccando le 5.702 unità . La corsa ai play-off questa volta finisce al primo turno, ad opera dei Toronto Blizzard, che eliminano San Diego per 2-1 e 1-0. Ade Cocker mette a segno 16 reti e totalizza 7 assist, e il difensore Kewin Crow è il primo ed ultimo giocatore mai convocato per San Diego nella selezione All Stars.

Al termine della stagione NASL 1984 i Sockers continueranno come franchigia indoor, dove, tra molti cambi di gestione, fallimenti e riaperture sono durati fino alla stagione C.I.S.L. 1996. Sotto la guida di Newman i biancazzurri di San Diego inanellarono una serie di 10 campionati vinti su 11 disputati nelle due leghe indoor (NASL e MISL), perdendo solo una semifinale nel 1986-1987 contro i Tacoma Stars. I meriti di Newman in quest'impresa furono notevoli, in particolare per quanto riguarda le sue innovazioni tattiche, fra cui la creazione di nuovi ruoli come il sesto attaccante. Nel 1992, dopo la chiusura della MISL i Sockers furono fra i fondatori, assieme ai Dallas Sidekicks, della Continental Indoor Soccer League. Dopo un anno di pausa i Sockers ripresero quindi l'attività  nella nuova lega, dicendo però addio a Newman dopo 13 anni di successi. La squadra risentì più del previsto dell'abbandono del suo allenatore, non riuscendo più a conquistare un titolo ma arenandosi ogni volta nei playoff. Nel 1996, dopo numerosi cambi di proprietà , i Sockers chiusero i battenti.

Nel 2001 però lo storico sodalizio ricompare nella lega indoor W.I.S.L.. La squadra è allenata da Brian Quinn e sceglie come terreno casalingo la San Diego Sports Arena. Durante il campionato la compagine di San Diego ottiene il primo posto con 14 vittorie e 10 sconfitte. Nelle semifinali i Sockers eliminano i St Louis Steamers vincendo tutti gli scontri coi risultati di 7-5, 1-0 e 4-0. La finale però non vedrà  i Sockers campioni come era stato invece spesso negli anni di gloria. Saranno i Dallas Sidekicks a portarsi a casa il titolo vincendo il primo scontro per 6-3, perdendo in California 5-4, ma vincendo infine il decisivo mini-game di spareggio per 2-1. Per i Sockers è comunque un buon risultato anche se tornano a casa a mani vuote. Carlos Faria è secondo in classifica marcatori con 21 reti e 16 assist e compare nella selezione All Stars assieme al compagno di squadra Mariano Bollella, mentre David Beltran è insignito del premio di rookie of the year. L'anno seguente la W.I.S.L. si fonde con la N.P.S.L. ricreando ancora una volta la M.I.S.L, la più conosciuta e famosa lega indoor nella storia del soccer usa. I San Diego Sockers prendono parte alla nuova lega, con risultati altalenanti e comunque senza vincere alcun titolo. All'inizio della stagione M.I.S.L. 2004/05, la squadra viene acquistada dal canadese Raj Kalra che però non sembra avere le dovute garanzie economiche, così la squadra viene ritirata a campionato in corso e messa sul mercato. Purtroppo però nessun compratore si farà  avanti e la storica franchigia dei San Diego Sockers viene dichiarata fallita ufficialmente il 30 Dicembre 2004.

Con la fine della lega indoor M.I.S.L., sembrerebbe però che i San Diego Sockers siano risorti nella lega indoor P.A.S.L., che da quest'anno ha ottenuto lo status di lega pro, dove peraltro milita anche un'altra franchigia storica che affonda le sue radici nei tempi della N.A.S.L., vale a dire gli Edmonton Drillers. Sul sito della P.A.S.L. (www.arenaleague.com) si può, cliccando nella didascalia riservata ai team professionali, vedere quali uomini compongono la rosa dei rinati Sockers, e a breve un sito internet sarà  attivo. Per ora la franchigia indoor di San Diego ha esordito perdendo contro gli Stockton Cougars con risultato di 10 reti a 6, mentre l'esordio casalingo contro gli Open Cup è previsto per il 27 Dicembre. Fuoco di paglia o ritorno di fiamma? Chi vivrà  vedrà , certo è che da molto tempo il soccer pro di un certo livello manca a San Diego,(considerando lo scarso livello di gioco della P.A.S.L. che solo da quest'anno ha ottenuto lo status di lega pro, forse più per il disgregarsi della M.I.S.L. che non per consistenza reale propria) aspettando che qualcuno ne rinnovi il blasone. Proprio recentemente, prima dell'allocazione della franchigia Chivas USA a Los Angeles si era parlato di un ritorno di San Diego, voce che proprio nelle ultime settimane si sta riproponendo a seguito dello scarso successo di pubblico dei Goats. E chissà  che magari un giorno non si potrà  rivedere proprio Hugo Sanchez sulla panchina di un team di San Diego

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