Il soccer in Florida (part 2)

Romario alla presentazione col Miami FC (USL 1st). Per lui in Florida 25 gare e 19 reti nel 2006

Seconda puntata dell storia del soccer in Florida (la prima è stata pubblicata il 30 giugno 2008).
Con la fine della NASL finisce anche il soccer nello stato della Florida, ma nel 1986/87 nella lega indoor AISA i Tampa Bay Rowdies vengono resuscitati e con 21 vittorie e 21 sconfitte si piazzano al terzo posto della Southern Division ed accedono ai play-off dove vengono però subito eliminati dai Memphis Storm. Nella formazione dei Rowdies spiccano i nomi del portiere Arnie Mausser, vecchia conoscenza della NASL e Steve Wegerle. Al termine della stagione però i Tampa Bay Rowdies falliscono. Nel 1988 però rinasce per la terza volta la ASL con ben quattro squadre nello stato della Florida, vale a dire Orlando Lions e Miami Sharks oltre agli strorici Tampa Bay Rowdies e Fort Lauderdale Strikers. Tampa Bay non raggiunge i play-off, Orlando e Miami si piazzano addittura sul fondo della Southern Division, ma gli Strikers si piazzano al primo posto accedendo così ai play-off, dove sconfiggono i Maryland Bays per 5-2 e 6-0, accedendo così alla finale che purtroppo per gli Strikers verrà  vinta dai redivivi Washington Diplomats in doppia finale per 4-3 e 3-2. Nelle fila dei Rowdies troviamo il portiere Winston Dubose, altra vecchia conoscenza del soccer Usa, mentre negli Strikers spiccano i nomi di tante star della scomparsa NASL, vale a dire Teofilo Cubillas e Arnie Mausser. Da ricordare anche Steve Kinsey, Marcello Carrera e Mirko Castello, mentre negli Orlando Lions viene ricordato Mark Lamb e nei Miami Sharks Guillermo Pizzarro.

Nel 1989 Miami ed Orlando si piazzano ancora una volta sul fondo della classifica,ma Tampa Bay e Fort Lauderdale fanno onore ai loro giorni di gloria, occupando rispettivamente primo e secondo posto della Southern Division a pari punti. Nei play-off gli Strikers passano il turno contro i Washigton Starts vincendo entrambe le partite per 3-1, non va così bene ai Rowdies che vengono invece eliminati dai Boston Bolts per 2-0 e 2-1. In finale Fort Lauderdale prevarrà  su Boston vincendo per 1-0 la prima partita e perdendo per 2-0 in Massachussets, il mini game finale però vedrà  la vittoria degli Strikers per 1-0 che andranno anche ad aggiudicarsi il primo titolo nazionale dalla fine della NASL contro i San Diego Nomads della WSL per 3-1, cosa mai riuscita durante gli anni di gloria. Oltre al redivivo Arnie Mausser, vale la pena di ricordare il capocannoniere Ricardo Alonso, Marcello Carrera, Steve Kinsey e Pedro Magallanes. Per Tampa Bay invece vanno ricordati il sempiterno Winston Dubose, Steve Wegerle e Martin Hill. Nei Miami Sharks va tenuto a mente il nome di Tab Ramos, una futura colonna della nazionale Usa e della MLS.

Nel 1990 ASL e WSL si fondono diventano la APSL, le squadre della Florida vengono assegnate alla South Division all'interno della East Conference. Mentre Orlando e Miami ancora una volta mancheranno l'accesso ai play-off facendo peggio solo dei Washington Diplomats,i Fort Lauderdale Strikers faranno il vuoto nel girone con 45 punti, seguiti a ben 16 punti di distacco (ai tempi in cui i punti per vittoria erano 2 e non 3 come adesso) dai Tampa Bay Rowdies. Nelle semifinali di conference Fort Lauderdale prevale su Albany per 3-2 e 2-0 mentre Maryland sconfigge Tampa Bay per 2-1 in overtime e 4-1. Le finali di conference vedono trionfare i Maryland Bays sui Fort Lauderdale Strikers per 3-2 e 2-0. Maryland si aggiudicherà  il titolo nazionale battendo San Francisco ai rigori per 2-1. Vanno ricordati il centrocampista David Byrne per Tampa Bay e il difensore Steve Pitman, nominato rookie of the year per Fort Lauderdale, oltre al centrocampista Marcelo Carrera, sempre nelle fila degli Strikers, così come l'allenatore Thomas Rongen nominato coach of the year.

Nel 1991, in una APSL che si ritrova con buona parte dei club chiusi per fallimento, forse per aver fatto il passo più lungo della gamba, gli Orlando Lions scompaiono e i Miami Sharks vengono rinominati Miami Freedom. Il cambio di nome però non gioverà  a Miami che finirà  ancora una volta all'ultimo posto. Tampa Bay con 8 vittorie e 13 sconfitte non entrerà  nei play-off lasciando così alla capolista Fort Lauderdale Strikers le speranze di portare il titolo nello stato della Florida, cosa che però non avverrà  in quanto gli Strikers verranno eliminati da San Francisco per 1-0 in overtime in entrambi i match. Per Tampa l'unico giocatore che vale la pena di ricordare in questo annus orribilis è l'immortale Winston Dubose, mentre per gli Strikers vanno tenuti a mente il portiere Tony Meola, in nazionale ai mondiali del '90, con il posto da titolare diviso con il decrepito Arnie Mausser, (forse un segnale di incontro tra passato e futuro), oltre a Derek Sanderson, a segno per 10 volte, Andrew McKay e Paul Dogherty.

Nel 1992, in una APSL ridotta ad appena 5 squadre, sia Tampa Bay, che si piazza al secondo posto durante la regular season, che Fort Lauderdale, che finisce al quarto posto disputano i play-off, Miami viene esclusa in quanto ha terminato il campionato all'ultimo posto ed a fine anno chiuderà  i battenti. Durante i play-off, i Tampa Bay Rowdies sconfiggono i San Francisco Bay Blackhawks per 2-1. Non va così bene invece agli Strikers che vengono eliminati ai rigori con il risultato finale di 3-2 dai Colorado Foxes che si aggiudicheranno il titolo battendo i Tampa Bay Rowdies per 1-0. Per Tampa vale la pena di ricordare il capocannoniere Jean Harbor, a segno per 13 volte, Kevin Sloan e Phillip Gyau,il difensore della nazionale Usa Steve Trittschuh ed il portiere Bill Andracki. L'allenatore-giocatore Ricky Hill, in forza ai Rowdies viene nominato coach of the year. Nei Fort Lauderdale Strikers vale la pena di segnarsi il nome del centrocampista Eric Eichmann, già  nel giro della nazionale (e spedito inspiegabilmente da Gansler in panchina durante Italia '90, ma questa è un'altra storia), e il difensore Steve Pitman.

Nel 1993 la APSL si espande grazie al fallimento della CSL, con Vancouver '86, Toronto Blizzard e Montreal Impact che si uniscono ai quattro team superstiti. Con 9 vittorie e 15 sconfitte i Fort Lauderdale Strikers finiscono al penultimo posto, con conseguente esclusione dai play-off, mentre i Tampa Bay Rowdies con 12 vittorie e 12 sconfitte arrivano al terzo posto e disputano le eliminatorie per il titolo dove vengono però eliminati al primo turno dai Colorado Foxes di Denver per 1-0. Per Fort Lauderdale sono da ricordare l'attaccante Zico Doe e il centrocampista Alvin James. Ken Fogarty, allenatore dei Rowdies è nominato coach of the year, il portiere Brett Phillips si piazza al terzo posto della classifica degli estremi difensori, e il centrocampista Paul Dogherty viene nominato tra le All Stars. Ciononostante la storica franchigia dei Tampa Bay Rowdies fallisce per sempre (almeno fino al 2010, anno in cui rientrerà  nella USL 1st Division) al termine della stagione. Non va meglio ai Fort Lauderdale Strikers che cessano le operazioni solo un anno dopo, terminando il campionato APSL al quinto posto con 8 vittorie e 12 sconfitte e conseguente mancato raggiungimento dei play-off.

Nel 1995, la neo costituita MLS, che comincerà  le operazioni nel 1996, decide di dare alla Florida per i meriti storici delle appena defunte franchigie di Tampa e Fort Laurderdale un nuovo sodalizio nella baia di Tampa, che si chiamerà  Tampa Bay Mutiny e giocherà  all'Houlihan Stadium di Tampa. Le cose sembrano girare bene attorno alla neonata franchigia pro soccer, che acquista le vecchie conoscenze Steve Pittman e Mark Dougherty, ingaggia il futuro capocannoniere Roy Lassiter, cresciuto nel Lees-McRae College e con esperienze di calcio professionista in Costarica, prende dai college giovani promettenti come Steve Ralston, Frankie Hejduk che negli anni a venire si affermerà  molto bene nella nazionale Usa, il veterano Cle Kooiman, con un passato nei Los Angeles Lazers nella lega indoor MISL, ma anche nei California Kickers e San Diego Nomads nella WSL e APSL ed in messico con le maglie del Juarez in serie B, Cruz Azul e Morelia nella prima divisione messicana. Come stelle straniere vengono scelti il difensore canadese Frank Yallop, con esperienze nell'allora Big League inglese, con Ipswich Town e Blackpool, e il colombiano Carlos Valderrama, stella della nazionale colombiana con esperienze al Montpellier in Francia e Real Valladolid in Spagna. A campionato in corso viene acquistato dai New England Revolution il calciatore italiano Giuseppe "Nanu" Galderisi, già  stella di Juventus e Milan e campione d'Italia con il Verona nel 1985 che prima di essere chiamato negli Usa stava spendendo degnamente gli ultimi spiccioli di carriera nel Padova. Come allenatore viene nominato Thomas Rongen, anche lui una vecchia conoscenza del soccer nello stato della Florida. I Tampa Bay Muntiny arrivano primi nella Eastern Conference con 58 punti e sono tra i pretendenti alla prima MLS Cup. Dopo aver eliminato i Columbus Crew con i rispettivi punteggi di 2-0, 1-2, 4-1 vengono però eliminati dai futuri campioni Washington DC United per 2-1 e 4-1. E' comunque un annuns mirabilis per i Mutiny che oltre a vincere il Supporters' Shield vedono assegnare i seguenti premi ai loro giocatori: Carlos Valderrama viene nominato MVP, il capocannoniere Roy Lassiter grazie ai suoi 30 centri stagionali riceve il premio di Scoring Champion, Thomas Rongen è coach of the year e infine Steve Ralston è rookie of the year. La media spettatori per il 1996 viaggia sulle 11.679, poco più di quello che lo staff della MLS si era prefissata per l'anno.

Nel 1997 le cose non vanno così bene per Tampa Bay, complice forse il cambio di allenatore, dall'olandese Thomas Rongen all'americano John Kowalski, e l'anno no di Roy Lassiter che forse per i nuovi schemi non riesce ad essere prolifico come l'anno prima. In più Galderisi, che comunque aveva segnato 12 goal la stagione precedente viene rimandato ai New England Revolution a campionato in corso dove terminerà  la sua carriera con 7 partite giocate e 0 goal. Grazie però al liberiano Musa Shannon, arrivato ai Mutiny tramite college draft, Carlos Valderrama metterà  a segno 20 centri, permettendo così alla sua squadra di arrivare comunque seconda nella Eastern Conference con 45 punti. L'affluenza al botteghino diminuisce leggermente attestandosi sugli 11338 spettatori, poco meno dell'anno prima. La corsa al titolo finisce al primo turno dei play-off con duplice sconfitta per 2-1 e 1-0 contro i Columbus Crew.Mike Duhaneyviene nominato rookie of the year '97. Il 1998 vede la nascita di due nuove franchigie, i Chicago Fire ed i Miami Fusion che però giocano al Lockart Stadium di Fort Lauderdale, già  casa degli Strikers, causa mancato accordo per l'utilizzo dell'Orange Bowl di Miami. Forse sarebbe stato meglio dare alla franchigia il nome della città  di Fort Lauderdale invece di quello di Miami per avere più spettatori, visto che a Miami le medie spettatori al tempo dei Gatos e dei Toros non sono mai state esaltanti mentre nella vicina Fort Lauderdale l'affluenza non era mai scesa sotto le 10.000 unità  ma come già  affermato in precedenza il buon senso non è merce reperibile sul mercato.


Lo Shoot out del 1999 fra Tampa BAy Mutiny e San Jose Clash. Il 1999 fu l'ultimo anno degli Shoot Outs

Kenneth Horowitz, proprietario della neonata squadra dimostra di voler investire seriamente nella squadra e porta a Miami Carlos Valderrama, affiancandolo al connazionale Diego Serna, a segno 11 volte durante la stagione '98, il giamaicano Tyrone Marshall, acquistato a campionato in corso dai Colorado Rapids, il brasiliano Paulinho Mc Laren, con esperienza europea nel Porto e capocannoniere in Brasile nel '92 con la maglia del Santos, l'argentino Marcelo Herrera, così come l'allenatore anche egli argentino Carlos Cordoba che verrà  però sostituito durante l'anno dal brasiliano Ivo Wortmann. Tra gli americani non va dimenticato l'esordiente Pablo Mastroeni, in futuro vedette della nazionale Usa, da Tampa arriva il portiere Scott Budnick, e dagli allora Dallas Burn viene acquisito un altro estremo difensore, Jeff Cassar, che dopo l'esperienza nei Fusion tenterà  in Inghilterra con scarsa fortuna e tornerà  negli Usa dopo pochi mesi. Meritano menzione anche Leo Cullen, fresco di college draft dall'University of Maryland ed Henry Gutierrez, centravanti offensivo con militanza passata nella terza e seconda divisione francese ma anche nell'indoor soccer coi Cleveland Crunch, in MLS coi San Jose Clash e nella A-League coi Rochester Raging Rhinos. Nonostante le premesse però i Miami Fusion raggiungono i play-off per un punto, 35 punti contro i 34 dei Tampa Bay Mutiny che nonostante il cambio di allenatore a campionato in corso (da John Kowalski a Tim Hankinson)e gli innesti del portiere italo-svedese Thomas Ravelli, il boliviano Mauricio Ramos, e lo scozzese naturalizzato americano Dominic Kinnear non raggiungono i play-off, con gran rammarico di aver venduto Roy Lassiter a Washington DC, forse con i suoi 18 goal stagionali Tampa Bay ce l'avrebbe fatta, ma la storia non si fa coi se e con i ma.Ciò nonostante, la media spettatori pur diminuendo visto il pessimo andamento della squadra non scenderà  sotto le 10.312 unità , non male considerando che i New York Red Bulls fanno bene o male gli stessi spettatori con un bacino di utenza molto più grande. La corsa dei Fusion finisce al primo turno contro i DC United che li eliminano per 2-1 e 1-0 (shootout). Il Lockhart Stadium chiude con un'affluenza media di circa 10.284 spettatori a partita.

La campagna acquisti per il campionato 1999 vede la partenza di Mc Laren ed Herrera da Miami e gli arrivi del brasiliano Welton, a segno per 17 volte coi Galaxy nel '98, Eric Wynalda, già  presente ai mondiali di Italia '90 e stella degli Usa al tempo di Milutinovic, oltre a Jim Rooney e Jay Heaps, prelevato al college draft dalla Duke University. A Tampa invece a campionato in corso arrivano Carlos Valderrama - un ritorno di fiamma il suo – e il salvadoregno Raul Diaz Arce, precedentemente in forza a San Jose, mentre partono Thomas Ravelli e Frank Yallop. Grazie ai goal di Arce, di Musa Shannon, rispettivamente 13 e 12 gol, e agli assist di Steve Ralston, nominato nelle MLS All Stars '99, i Mutiny raggiungono il terzo posto con 32 punti, segue Miami con 29. La corsa al titolo finisce per entrambe le squadre della Florida al primo turno: nell'ordine Miami che viene sconfitta dai DC United per 2-0 e 1-0 (con shootout) e Tampa che invece viene eliminata dai Columbus Crew in entrambe le partite col risultato di 2-0. I Miami Fusion possono annoverare Jay Heaps come rookie of the year '99. La media spettatori nella nuova casa dei Mutiny, il Raymond James Stadium, cresce fino a 13.106 paganti mentre a Miami crolla a 8.689 presenze. Nel 2000, anno in cui il nuovo commissioner Don Garber fa tornare il pareggio, dato per disperso dal 1974, i Tampa Bay Mutiny liberano Musa Shannon, e Mauricio Ramos, arrivano gli esordienti Caleb Porter ed Alan Prampin, ma soprattutto approda nella baia di Tampa il senegalese Mamadaou Diallo, con precedenti esperienze in Marocco, Svizzera, Norvegia e Germania. A Miami invece arriva il portiere Nick Rimando, al tempo esordiente in MLS prelevato dalla UCLA per mezzo del college draft, e il cannoniere Roy Lassiter. La MLS viene divisa in tre gironi da quattro squadre cadauno, Miami viene assegnata alla Eastern Division, mentre Tampa è assegnata alla Central Division. I Miami Fusion non riusciranno a raggiungere i play-off, terminando il campionato al terzo posto con 41 punti, nella Central Division invece i Tampa Bay Mutiny raggiungeranno il secondo posto con 52 punti. La media spettatori cala ulteriormente a Miami con un misero 7460 presenze, ma anche per i Tampa Bay Mutiny c'è un notevole calo, appena 9452 spettatori, una beffa rispetto all'anno prima. La corsa ai play-off per i Mutiny finisce al primo turno contro i Los Angeles Galaxy che li sbaragliano sia all'andata che al ritorno, col risultato di 1-0 e 5-2. Mamadou Diallo è il capocannoniere con 26 reti, mentre Carlos Valderrama è il giocatore con la media assist più alta. Steve Ralston, assieme a Diallo e Valderrama figura dei Pepsi Best 11. L'unica nota positiva per Miami sono i 16 centri del colombiano Diego Serna.

Nel mercato della stagione MLS 2001 Miami cambia l'allenatore, via Ivo Wortmann per Ray Hudson, già  stella della NASL, lasciano Miami anche Henry Gutierrez, un deludente Roy Lassiter, così come Eric Wynalda e un Welton che nonostante le premesse non dà  i frutti sperati. Arrivano l'inglese Ian Bishop, che per molti anni ha vestito la maglia del West Ham, il serbo-americano Preki, che bene aveva fatto nei Kansas City Wizard, e i due centroamericani Martin Machon e Alex Pineda Chacon. Non ci sono invece grandi sconvolgimenti per i Tampa Bay Mutiny. Partono Chris Houser, Dominic Kinnear e Caleb Porter, mentre arriva il polacco-americano Wojtek Krakowiak. Anche la panchina vede l'arrivo dello spagnolo Alfonso Mondelo che sostituisce Tim Hankinson, ma non terminerà  il campionato coi Mutiny perché esonerato in favore della già  stella della NASL Perry Van Der Beck. Dati i tragici eventi dell'11 Settembre 2001 la stagione MLS viene troncata alla 26esima partita, i play-off si disputeranno sulla base delle partite giocate fino ad allora. Tampa Bay manca l'accesso ai play-off totalizzando appena 14 punti e ottenendo l'ultimo posto della Central Division, ciononostante l'afflusso di tifosi al Raymond James Stadium aumenta fino a raggiungere i 14.479 spettatori, mentre Miami vince il Supporters Shield in virtù del primo posto nella Eastern Division con 53 punti. Nei play-off i Fusion eliminano i Kansas City Wizard con la striscia di risultati 2-0, 0-3 e 2-1. Nel turno successivo però sono i futuri vincitori della MLS Cup 2001, vale a dire i San Jose Eartquakes a mandare a casa Miami coi risultati di 0-1, 4-0, 2-0. Per Miami è comunque un anno buono, visto il Supporters Shield, la media spettatori risalita fino a 11.177 presenze, la più altra mai vista, l'affermazione di Alex Pineda Chacon a capocannoniere con 19 reti, seguiti dai 15 di Diego Serna, la buona affermazione del portiere Nick Rimando, la nomina di Alex Pineda Chacon come MVP '01 e la convocazione nei Pepsi Best 11 dei difensori Pablo Mastroeni e Carlos Llamosa, così come il centrocampista Preki e gli attaccanti Diego Serna ed Alex Pineda Chacon.

Purtroppo la necessaria ristrutturazione decisa da Don Garber fa scomparire dopo 29 anni lo stato della Florida dalla geografia del calcio che conta. Tampa Bay Mutiny e Miami Fusion vengono soppresse per mancanza di investitori-operatori, visto anche il ritiro dalle scene di Ken Orowitz dalla gestione dei Fusion. Un vero peccato visto quello che la Florida ha rappresentato dai tempi della NASL, passando per il periodo buio delle leghe semipro, fino ad arrivare all'odierna MLS, senza contare i giocatori sfornati nei decenni da Tampa Bay Rowdies e Fort Lauderdale Strikers ma anche dai Mutiny e dai Fusion. Come dicono gli americani business is business e nello sport moderno non c'è spazio per blasone e sentimentalismi. Finisce in questa mesta maniera una delle storie più interessanti ed avvincenti del panorama del soccer a stelle e strisce.


Romario al Miami FC

Nel 2006, grazie a un consorzio brasiliano-americano nasce nella USL la franchigia denominata Miami FC, con sede al Tropical Park Stadium, stadio con 7000 posti a sedere. Nonostante la presenza due anni fa del fuoriclasse Romario, a segno per 19 volte inseguendo il traguardo dei 1000 goal, e il compagno di squadra Zinho,gli spettatori allo stadio non hanno quasi mai superato la media dei 5000 paganti, con tutto che la squadra, al suo primo anno di vita ha raggiunto i play-off. Questo mediocre rating, ottenuto forse perché essendo la popolazione ispanica locale in maggioranza cubana, che stravede per il baseball e snobba il soccer, e per la presenza dei Miami Dolphins nella NFL, sembra abbia fatto scomparire del tutto la possibilità  del ritorno della MLS in Florida.

Di recente però,il piano di radicale ristrutturazione dell'Orange Bowl, che vedrebbe la demolizione del vecchio complesso e la costruzione, del nuovo stadio dei Florida Marlins, prevedeva la presenza di un soccer specific stadium da 25.000 posti, fortemente voluto dal sindaco di Miami Manny Diaz. Questo ha fatto si che la MLS puntasse ancora una volta i riflettori sulla capitale della Florida. Secondo i piani della MLS, questa volta una franchigia pro soccer potrebbe avere successo in quanto negli ultimi anni la redditività  e la popolarità  della lega stessa sono aumentate in maniera esponenziale ed hanno attratto molti nuovi investitori e dopo la contrazione del 2001, il numero delle squadre salirà  a 18 nel 2011. Altro dato che la MLS ritiene una carta vincente per la riuscita del progetto è il cambio del tessuto demografico avvenuto negli ultimi anni, con l'arrivo di molti latinos dal centro e sud america. Come candidato più probabile era stato fatto il nome del consorzio Traffic Sport Usa, attualmente alla guida dei Miami FC ed impegnata nell'organizzazione di eventi calcistici del calibro della Copa America. Il presidente Aaron Davidson, avrebbe voluto, se avesse trovato altri investitori disposti a collaborare con lui nel progetto, ripetere il salto di qualità  che permetterà  a Seattle di passare dalla USL alla MLS. Se il progetto fosse stato approvato dalla contea, il comune di Miami si sarebbe fatto carico della metà  dei costi, così che il gruppo di investitori che avesse deciso di allestire una franchigia pro soccer avrebbe dovuto pagare 50 milioni di dollari per lo stadio, più altri 40 milioni alla MLS per la expansion fee. La mancanza di investitori disposti ad affiancarsi al consorzio proprietario dell'attuale franchigia militante in USL 1 nello sforzo di riportare Miami in MLS, ha fatto si che il sindaco di Miami, sconsolato per la mancanza di interesse in questo progetto, dichiarasse che l'area che avrebbe dovuto in origine essere destinata ad un nuovo soccer specific stadium, verrà  adibita ad altri usi, mettendo così la pietra tombale sul possibile ritorno della Florida nella prima divisione sette anni dopo la chiusura di Tampa Bay Mutiny e Miami Fusion, e poco tempo fa a Fort Lauderdale è stato annunciato che lo storico Lockhart Stadium, casa degli Strikers negli anni della NASL e dei Miami Fusion verrà  presto demolito.

Ma una notizia recentissima comunicata ufficialmente sul sito della USL I ha reso ufficiale che dal 2010 gli storici Tampa Bay Rowdies torneranno a vivere. Una cordata di imprenditori locali ha fatto si che dal 2010 il sogno di riportare in vita questa blasonata franchigia, sebbene non nella MLS. Durante il 2009 il neo ricostituito sodalizio giocherà  alcune amichevoli con squadre di grido americane ed estere, non si sa ancora quale sarà  la nuova casa dei Rowdies ma si pensa già  alla costruzione di un nuovo sss da 7000 posti con possibilità  di espansione. Direttore tecnico è Perry Van Der Beck, già  in passato allenatore dei vecchi Rowdies. L'operazione è stata salutata con gioia dal commissioner della USL Francisco Marcos, che già  in passato aveva fatto parte dello staff dei Rowdies ai tempi della NASL.

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