L’altro volto del bambino – II

Babe Ruth nella sua fattoria a Sudbury

Babe Ruth arrivò ben presto ad essere più popolare del presidente degli Stati Uniti, a guadagnare cifre enormi e già  nel corso della sua carriera sportiva ad essere considerato un mito, una leggenda. Questo ovviamente avveniva quasi unicamente dentro i confini degli stessi Stati Uniti. Quando infatti il leggendario Babe viaggiava all'estero le cose cambiavano come accadde mentre si trovava a Parigi insieme alla sua famiglia.

Avendo ricevuto una lettera presso l'ambasciata del suo paese, per avvertirlo il suo nome venne inserito in un avviso dell'edizione francese dell'Herald Tribune insieme a tutti i cittadini americani che dovevano appunto recarsi presso la stessa ambasciata per avere la loro posta. Ciò mandò su tutte le furie Babe Ruth che disse che una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere a New York e quando gli venne chiesto un parere su Parigi la sua risposta fu che in fin di conti non si trattava neanche di una vera e propria città .

Nel 1923 stabilì che ogni volta che avrebbe ricevuto l'assegno della sua paga, in genere quindicinale. lo avrebbe mostrato nella clubhouse agli altri giocatori degli Yankees. La cosa non era dovuta tanto ad un voler far vdere quanto guadagnava, ma più che altro divenne un appuntamento fisso dello spogliatoio per scambiare delle battute e mantenere alto lo spirito della squadra.

Ruth era però anche capace di ignorare completamente giocatori che erano in squadra con lui. Durante uno spring training notò alla battuta un certo Morehart e rivolto ad una altro compagno gli chiese quando era arrivato agli Yankees, “Una settimana fa?” chiese il bambino non sapendo che Morehart era con loro da diversi mesi. Per lui tutti quelli nella squadra sotto i 35 anni erano “kid”, mentre quelli più anziani erano invece “doc”.

La vita privata di Babe Ruth ebbe tre punti fondamentali: i soldi, le donne ed il bere. Tre autentiche necessità  per il bambino. Nel 1915 si sposò per la prima volta nel suo primo anno con i Boston Red Sox. Il nome della sposa era Helen Woodring e proveniva dalla Nova Scotia. Il tutto durò pochi anni e la prima signora Ruth morì poi nel 1929 in un incendio. Il bambino si sposò una seconda volta con una ex attrice di nome Claire Hodgson che lui chiamava Clara ed alla quale Babe rimase sempre molto attaccato.

Di certo la sua vita extra coniugale fu sempre molto intensa. Durante il periodo dello spring training ogni volta che il treno che portava gli Yankees nelle cittadine dove avrebbero giocato le partite di preparazione, partiva per un'altra destinazione, sul marciapiede a salutare il bambino c'erano sempre tante belle ragazze e Babe le dava un bell'arrivederci al prossimo anno.

Alla passione per le belle ragazze Babe Ruth univa quella del bere e in più di un'occasione si presentò al ballpark in condizioni non di certo ottimali. Una volta addirittura ebbe un malore e la squadra dovette inventarsi la storia che Ruth si era mangiato una dozzina di hot dogs ed era stato male per quel motivo.

Essendo quello il periodo del proibizionismo, Ruth era solito nascondere nelle camere d'albergo dove alloggiava durante le trasferte degli Yankees una cassa di “bootleg Whisky” nel bagno. Intanto faceva rispondere il fidato Dugan al telefono che squillava molto spesso per far sapere al bambino che nella hall c'era qualche ragazza che voleva salire in camera da lui per “salutarlo”. Terminata la selezione delle migliori fans intrattenitrici, dopo la mezzanotte Babe Ruth si chiudeva in camera con loro per l'ennesima notte inaffiata da abbondante alcool.

Il suo rapporto con il denaro era invece molto particolare, in pratica per tutto l'anno non se ne interessava molto. Quando invece si avvicinava l'inizio della primavera diventava la cosa principale a cui pensare. Era infatti quello il periodo in cui si discuteva il suo contratto per la stagione successiva. In tutta la sua carriera guadagnò ufficialmente poco più di un milione di dollari ed un altro milione gli arrivò da tutte le altre attività  extra sportive.

Durante una delle sue annate con salario da 70.000 dollari si trovò un giorno senza contante per pagare le tasse e si fece prestare i 1.500 dollari che necessitava da Hoyt e Dugan. Ruth si presentò un mese dopo dai suoi due compagni con la somma da restituire più il 6 per cento di interessi. Logicamente i due non accettarono la soluzione di Ruth affermando che si trattava semplicemente di un prestito ad un amico e non c'erano assolutamente interessi di mezzo.

Un bel pò di tempo più tardi Dugan si trovava in un hotel durante una trasferta ed aveva un appuntamento per una cena quando scoprì di avere pochi soldi con sè, si avvicinò al bambino e chiamandolo “Jidge” come Babe Ruth veniva soprannominato dai suoi compagni di squadra gli disse che aveva bisogno di qualche dollaro. Ruth gli mise nelle mani un assegno che Dugan diede poi al ristoratore per pagare il conto. Il ristoratore si trovò con un assegno di 500 dollari di cui neppure lo stesso Dugan aveva visto l'importo, e senza i soldi necessari in cassa per dargli il resto.

Ruth non ebbe un grosso interesse per la politica tranne che nel 1928 quando appoggiò la candidatura di Al Smith, un cattolico come lui, ed organizzò per sostenerlo, un gruppo che chiamò “Yankees for Smith”. L'impegno fu tale che rifiutò di posare in quell'anno con altri candidati come capitò con Herbert Hoover che non riuscì a farsi fotografare affianco al bambino.

Babe Ruth non fu mai messo in soggezione dalla figura dei vari presidenti degli Stati Uniti che spesso frequentavano i ballparks ed avevano occasione di incontrarlo. Un giorno, Calvin Coolidge, tredicesimo presidente degli States, si avvicinò a lui prima di una partita e gli chiese come stava. Babe Ruth rispose senza problemi in perfetto slang: “Hot as hell, ain't it, prez?”.

Chi cercò di raddrizzare in qualche maniera i suoi modi di fare ebbe poco successo come capitò a Miller Huggins, suo manager negli Yankees, che una volta lo multò di 5.000 dollari per aver interrotto un allenamento senza il suo consenso. Finì con Huggins stretto dalle braccia di Ruth fuori dal finestrino dell'ultimo vagone di un treno. Altri cercarono sempre con scarsa fortuna di fargli amministrare meglio i suoi guadagni ed alla fine fu proprio lo stesso Ruth che capì che non meritava più certi stipendi e si accordò per delle riduzioni che si fecero sempre più notevoli con il passare degli anni.

Ruth terminò la sua carriera a Boston con i Braves dove il proprietario della squadra, Emil Fuchs, lo ingaggiò per attirare un pò di pubblico allo stadio sperando anche in qualche homeruns. Ma la media di Ruth fu da subito molto bassa ed il giocatore perse facilmente il posto in squadra insieme all'incarico di assistente del manager e di vice presidente. Fuchs infatti ci rimase male quando una sera Ruth abbandonò la squadra mentre si trovava a New York preferendo partecipare ad una festa per l'arrivo del translatlantico francese Normandie ed annunciò ufficialmente che il bambino non aveva più nessun tipo di rapporto con i Braves.

Terminata la popolarità  sportiva Ruth visse gli anni da non giocatore con minor brillantezza e clamore. Non riuscì ad avere una buona carriera come manager e quando i Los Angeles Dodgers gli preferirono Leo Durocher, che lui detestava, abbandonò per sempre la scena principale del Baseball. Passò il tempo pescando, giocando a golf e guardando parite di Baseball, dando ogni tanto delle feste nel suo grosso appartamento sopra il fiume Hudson sulla Riverside Drive. Il mondo di quello sport di cui lui fù un autentico protagonista e che grazie anche alla sua figura si impose sempre di più come sport nazionale non lo aiutò molto. Furono infatti pochi quelli che continuarono a mantenere stretti contatti con lui e nessuno gli offrì mai del lavoro concreto.

Il cancro lo portò via nel 1946 dopo due anni di feroce lotta contro la malattia e in quel tempo l'amico Dugan continuò a frequentarlo ed un giorno quando il bambino era già  ridotto su di una sedia a rotelle lo volle affianco a sè e gli prese la mano che strinse forte attorno alla sua per poi sussurrargli con un filo di voce: “Joe, sto andando. Joe sto andando!”. Due giorni dopo quell'incontro Babe Ruth se ne andava per sempre.

Lo stesso Joe Dugan che forse fu la persona che meglio lo conobbe come uomo disse di lui: “Per capire lui tu devi capire questo: Lui non era umano, era un animale. Nessun essere umano sarebbe stato capace di fare ciò che lui fece e di vivere nel modo in cui lui visse ed essere allo stesso tempo un grande giocatore di Baseball. Nessuno si avvicinò mai a ciò che lui fù. Forse quando pensi veramente a tutto quello che fece a tutto quello che fu, capisci che neanche un animale poteva essere capace di ciò. Non ci fu nessuno come lui. Lui era un dio.”

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