Don Garber, Commissioner della Major League Soccer
Fallita la NASL e i Cosmos nel 1985, il calcio pro torna alla ribalta negli USA solo nel 1996, con la Major League Soccer. Partita con giocatori come Carlos Valderrama e gli italiani Roberto Donadoni, Walter Zenga e “Nanu” Galderisi, nel 2001 è vicina a chiudere. Ma ecco la svolta, grazie al Commissioner della lega, Don Garber, che punta tutto sulla costruzione di stadi di calcio di proprietà . Svolta che culmina nello sbarco a Los Angeles nel 2007 di David Beckham, che porta la MLS sotto i riflettori. Della MLS incuriosisce il modello di business, derivante dall'esperienza maturata da Garber alla guida della divisione internazionale della NFL, la lega più di successo al mondo, da cui ha importato un sistema fatto di salary cap, della vituperata (in Italia) mutualità che rende più equilibrato il campionato, e di stadi pieni e che fanno soldi grazie a strutture polifunzionali. Esattamente ciò che servirebbe al calcio italiano per rimettersi in sesto finanziariamente e riportare la gente allo stadio.
Ci siamo resi conto di come fosse essenziale portare il calcio in un ambiente più intimo (stadi da 20/25 mila posti), – ci spiega Garber nella sede della MLS sulla 5th Avenue – che consentisse di vivere al meglio lo spettacolo, ma che allo stesso tempo potesse permettesse ai titolari dei vari team di rientrare o anche guadagnarci. In America sport e stadi sono un connubio indissolubile, anche per evitare crolli finanziari legati al ciclo della squadra in campo.
Come pensate di riuscire a coniugare sport e business?
Le due cose non sono separate. Se lo spettacolo non c'è non arrivano neanche gli incassi. Per questo siamo consci che una volta terminato il consolidamento economico, nel 2012, dovremo puntare a migliorare quello tecnico. Da due anni infatti abbiamo lanciato i settori giovanili, primo caso in assoluto negli USA, di cui già vediamo i risultati.
Qual è l'eredità della NASL?
Un approccio diverso. I Cosmos erano una delle più famose squadre al mondo, ma furono deleteri, perché portarono ad una crescita incontrollabile delle spese e al successivo fallimento.
Chi investe nel calcio in genere ci rimette. Com'è possibile che negli USA ci si guadagni?
Tutto passa per il braccio business della MLS, la Soccer United Marketing, che gestisce i diritti televisivi anche della Nazionale USA e organizza tornei e amichevoli internazionali. Oltre agli stadi, l'altro bastione è quello dei mercati locali, in cui grandi investitori sfruttano anche altri sport. Un esempio lo abbiamo a Boston, dove il Kraft Group è proprietario sia dei New England Revolution che dei Patriots della NFL, oltre che dello stadio.
L'arrivo di Beckham ha fatto scoprire a molti la MLS e fatto capire che dietro c'è gente con molti soldi. Sarete presto un competitor sul mercato calcistico internazionale?
Le cifre che girano in Europa per l'acquisto dei giocatori sono insensate, specie dopo sentenza Bosman. È una questione di equilibrio finanziario. Non avremmo problemi a pagare a Kaka un contratto da 100 e più milioni. Dare la stessa cifra anche al Milan renderebbe però l'operazione improponibile .
Quali saranno i prossimi passi?
Come detto, dopo la crescita economica puntiamo a quella tecnica, e già oggi vediamo giocatori cresciuti da noi contesi da club europei, come Jozy Altidore.Per quanto riguarda invece le squadre della MLS, c'è un accordo di massima col Comnebol che dovrebbe portare almeno un nostro team in Copa Libertadores a breve (si parla del 2011, Ndr). Nel frattempo puntiamo a ben figurare nella CONCACAF Champions' Cup per essere al prossimo Mondiale per club.
E a guadagnare sempre più.
L'intervista in questione è stata pubblicata sul Guerin Sportivo del 25 marzo 2008.