Xavi super Onyewu e va a insaccare il gol vittoria della Spagna
Reduce dalla brutta figura rimediata la scorsa settimana a Wembley contro l'Inghilterra, la Nazionale USA si presenta a Santander con ben altro spirito e approccio, in preparazione al match di domenica prossima contro l'Argentina, l'ultimo prima delle qualificazioni mondiali che prenderanno il via il prossimo 15 giugno a Carson (CA) contro Barbados, con ritorno la settimana successiva.
Di fronte, una delle favorite dei prossimi campionati Europei, la Spagna del CT Luis Aragones, che ha lasciato l'idolo madrileno Raul a casa, che con questo match si congeda. E lo fa vincendo l'ultima amichevole prima dell'esordio per l'Europeo contro la Russia. Ma è un match dai due volti, con gli iberici lenti e approssimativi nel primo tempo, molto più vivaci ed anche sfortunati nella ripresa con due legni colpiti. Il gol partita è una prodezza di Xavi al 74'.
Tempo non buono a Santander, con pioggia battente che non aiuta certo il gioco delle furie rosse fatto di tocchi di prima. Dall'altra parte il CT americano Bob Bradley mette in campo una formazione meno contratta, con un centrocampo che vede Clint Dempsey (Fulham) a destra, Eddie Lewis (Derby County) a sinistra, Maurice Edu (Toronto FC) e Michael Bradley (Heerenveen) a reggere il centrocampo, con Freddy Adu (Benfica) libero di spaziare con fantasia dietro all'unica punta Eddie Johnson (Fulham), assai più mobile della scorsa settimana. E proprio la mossa Adu sembra la migliore da parte di Bradley, col folletto originario del Ghana capace ogni tanti di accendere la luce della manovra USA con tocchi illuminanti per Johnson, che però ancora una volta dimostra i suoi limiti in fase di conclusione.
USA abbastanza ariosi, ma anche attenti e guardinghi, con la Spagna che per tutto il primo tempo non riesce mai ad andare al tiro sbattendo contro il muro eretto da Gooch Onyewu (Standard Liegi) e Carlos Bocanegra (Fulham) in difesa. La prima frazione si chiude quindi senza acuti, con la Spagna che esce tra i fischi.
La ripresa si apre subito con la girandola di sostituzioni: dentro Brad Guzan (Chivas USA) al posto di Tim Howard (Everton), esce Steve Cherundolo (Hannover '96) per Frankie Heyduk (Columbus Crew) che mette dentro la sua grinta, e forse l'unico errore di Bradley, che toglie Adu per DaMarcus Beasley (Rangers Glasgow), ancora non certo in forma dopo il lungo stop dovuto all'infortunio subito in autunno in Champions' League.
Il bellissimo gol di Xavi
Passano pochi minuti della ripresa e arriva la migliore occasione del match per gli USA. Michael Bradley s'invola sulla sulla sinistra e dal fondo manda un gran cross in mezzo. Eddie Johnson va quasi solo di testa a colpo sicuro ma, incredibilmente, manda al lato.
La reazione della Spagna non tarda ad arrivare, ed al 15' è la traversa a negare a Xavi il gol su calcio di punizione dal limite con Guzan battuto. Passano pochi minuti ed è ancora il palo, stavolta da parte del brasiliano naturalizzato Marcos Senna, che centra il montante da pochi passi con il piatto destro.
Il gol arriva al 29': fa tutto Xavi, si porta in avanti il pallone con il tacco, entra in area tra tre difensori americani, col solo Heyduk a provare a fermarlo, e batte il portiere Brad Guzan. Stadio in piedi. Ma è l'ultima emozione di una gara in cui la Spagna ha cercato principalmente di trovare i meccanismi giusti voluti dal CT Luis Aragones, e dove gli USA hanno cercato di rimediare alla figuraccia della settimana scorsa contro l'Inghilterra.
Nonostante la vittoria la Spagna non ha certamente messo sotto gli USA, capaci di una prova di buon livello, e che dimostrano ancora una volta di aver bisogno di più di una partita di livello per "carburare". Cosa questa che ha sempre creato loro problemi nelle grandi competizioni. Ottima nel prima tempo la prestazione di Freddy Adu, che se continuerà nella sua crescita e se magari nella prossima stagione riuscirà a trovare più spazio nel Benfica, potrà essere un enorme valore aggiunto per gli USA. Sempre che nel frattempo cresca un grande attaccante capace di fare gol a grappoli, cosa che lo stesso Jozy Altidore, seppur giovanissimo, non appare in grado di diventare, essendo più uomo di manovra. Con Adu bene anche Bocanegra, Howard, Eddie Lewis, che nonostante l'età a sinistra è ancora il migliore nell'attesa del ritorno di Beasley alla forma migliore, e Bradley nel primo tempo. Pessimo invece, come al solito, Eddie Johnson, come anche Dempsey, assolutamente sotto le attese in questi due match. In calo Bradley, un po' stanco, nel secondo tempo. Incomprensibile ancora una volta l'ingresso in campo di Josh Wolff, al quale forse il CT sta cercando di dare una mano nel cercare squadra.
Gli USA escono dal doppio confronto europeo con qualche ammaccatura, e con la comprensione di avere la necessità di una maggiore continuità nei confronti di alto livello. Ultima occasione per riprendersi arriva domenica al Giants' Stadium (già 60.000 biglietti venduti). Ma stavolta di fronte gli americani si troveranno un cliente che più difficile quasi non si può: l'Argentina di Alfio Basile, che per l'occasione ha chiamato tutti i migliori. In bocca al lupo.