Marcelo Gallardo. L'ex nazionale argentino ha sin'ora disatteso le aspettative
Mai così male. La sconfitta di ieri notte per 1-0 in casa del Toronto F.C., la quarta consecutiva, è forse veramente il punto di svolta negativo di un campionato incredibile che vede il D.C. United staccato all'ultimo posto della Eastern Conference, e con soli 2 punti in più dei San Jose Earthquakes, che però nel weekend potrebbero lasciare i rossoneri soli in fondo alla classifica. Di certo è probabile a questo punto che a pagare sia coach Tom Soehn, che certo non ha scusanti. Ma dov'è l'errore?
Il D.C. United non aveva certo bisogno di un rinnovo radical alla fine della stagione 2007. Reduce dall'aver conquistato la semifinale di Cahmpions' Cup (eliminazione onorevole) e il Supporters Shield (che va alla migliore della regular season). Avrebbe quindi potuto rinnovare il contratto del 2006 MVP Christian Gomez, tenersi il buon portiere Troy Perkins (oggi al valerenga in Norvegia), dare al difensore Bobby Boswell la possibilità di tornare ai livelli del 2006 e magari anche proteggere il centrocampista Brian Carroll dall'expansion draft. E così tenendo quasi intatta la rosa dello scorso anno è probabile che oggi avremmo visto D.C. tra le prime.
Ma giustamente quella la nuova dirigenza del D.C. United, la squadra più vincente della MLS, voleva di più. E considerando quindi il 2007 un quasi fallimento per l'assenza di trofei che ormai si prolunga da 3 anni, si è dato fondo alle risorse per portare il meglio disponibile a Washington.
Sulla carta l'arrivo di 5 sudamericani, tra gli altri, sembrava la mossa ideale per sostituire i veterani in partenza, è sembrata a tutti (anche al sottoscritto) la mossa capace di riportare la vittoria al D.C. attraverso quel qualcosa mancato negli ultimi anni. Ma qusto primo mese e mezzo di campionato ha smentito tutte le attese. Lo United, 2 sole vittorie e ben 7 sconfitte che valgono l'ultimo posto nella Eastern, ha infatti messo insieme il suo peggior record in 13 anni di storia.
21/5/08 – Toronto FC vs. D.C. United 1-0
Certo con così tanti nuovi arrive qualcuno tra i dirigenti e lo staff tecnico aveva previsto possibili problem. Ma nessuno certo avrebbe mai immaginato un tale disastro. “E' normale quando fai tanti cambiamenti che le cose non vadano subito bene“, ha dichiarato l'attaccante brasiliano Luciano Emilio, uno dei peggiori quest'anno, con un solo gol all'attivo dopo essere stato capocannoniere nel 2007. “E' un'altra squadra rispetto allo scorso anno, in cui avevamo un'ottima intesa, con tutti i giocatori che si conoscevano bene. Quest'anno non è la stessa cosa". Non una grande giustificazione.
E le sconfitte iniziano a pesare, specie le ultime due arrivate sabat, 3-1 col Chivas USA, e mercoledì notte, 1-0 al BMO Field di Toronto, con incredibile errore difensivo di Devon McTarvish e gol incredibili sbagliati da Emilio e Fred. La sfuriata di Soehn sabato evidentemente non è bastata a superare la crisi. E l'ex CT della Nazionale Bruce Arena pare ormai essere alle porte.
In realtà anche l'anno scorso lo United iniziò abbastanza male, scontando la poca preparazione dovuta alla Champions' Cup di marzo. Ma quest'anno le cose sembrano assai differenti, e ben peggiori. E il problema maggiore è che sembra non si veda assolutamente la luce in fondo al tunnel. "Dobbiamo solo ricominciare a vincere. Sappiamo di essere in una situazione pessima", dice Jaime Moreno. La fiera dell'ovvio, a far capire come il calcio sia poi lo stesso ovunque. Veterano, da 12 a D.C., Moreno è stato confermato per aiutare i nuovi sudamericani ad integrarsi. Ma i risultati non si vedono. Almeno Moreno però è onesto: "Quella della scarsa intesa è una scusa ridicola. E' semplice: stiamo giocando male e non facciamo risultati. E purtroppo è l'unica cosa che conta al momento".
Ridicola o no, a parte nelle due belle vittorie per 4-1 contro TFC e Real Salt Lake, la scarsa intesa in campo si è notata davvero, e a questa si sono aggiunte una srie di defaillance di molti singoli. Si è cominciato da Zach Wells, portiere preso da Houston in cambio di Bobby Boswell per sostituire il partente Perkins, fino ad oggi si è dimostrato assolutamente inconsistente, incapace di gestire la difesa e preda anche di qualche papera di troppo che ha reso la difesa più insicura di quanto già sia.
A centrocampo quello che doveva essere l'acquisto boom per rimpiazzare Gomez (finite a Colorado dove furoreggia), l'ex nazionale argentino Marcelo Gallardo, ha sinora fatto vedere solo 2 splendidi gol e qualche bel gesto tecnico. Purtroppo però la squadra non pare riuscire ad adattarsi al suo stile.
In avanti infine il piccolo attaccante argentine Franco Niell ha finora largamente deluso, venendo superato nelle gerarchie dal rientrante Santino Quaranta, unica sorpresa positive dell'anno. Sorpresa incapace però di compensare la pessima stagione che sta avendo Emilio, finite anche in panchina dopo aver ricevuto il desiderato aumento di contratto che lo ha reso il second Designated Player del team. E già in Inghilterra scrivono che al suo posto la dirigenza starebbe cercando l'australiano Mark Viduka. Voci da tabloid.
A ciò si è aggiunta la lunga assenza di Ben Olsen, reduce da una doppia operazione alle caviglie che minaccia di costringerlo a ritirarsi, e lo scarso rendimento del centrocampista Fred e di Devon McTarvish, che dopo un buon inizio è poi crollato.
Inevitabile quindi che Soehn finisse nell'occhio del ciclone, divenendo obiettivo delle invettive dei tifosi allo stadio e nei forum online. Ma quando vedi errori gravi come quello di Wells sabato e di McTarvish mercoledì che regalano le partite agli avversari, quanto può essere colpa dell'allenatore? Ma come sempre sarà lui a pagare. E siamo veramente curiosi di vedere come Bruce Arena, se mai toccherà a lui, potrà rivoltare una situazione da cui al momento non si vede via di uscita.
Ultimo appello per D.C. domenica, di nuovo contro il Toronto F.C. Un'altra sconfitta, la quinta consecutiva, pur non compromettendo certo il raggiungimento dei playoff (al momento distanti solo 6 punti), sarebbe di sicuro una botta che lascerebbe il segno.