David Bascome è il capitano dei Blast che cercano il 5° titolo della loro storia
L'appuntamento è per Sabato 26 aprile 2008 alle 19.00 (ora della costa Est) alla U.S. Cellular Arena di Milwaukee, Wi. L'appuntamento di cui parliamo è la Finale della Major Indoor Soccer League 2007/08, cui sono giunti, dopo 2 serie di play-off ciascuno, i Baltimore Blast (in maniera non sorprendente) e i Monterrey La Raza (loro sì, decisamente una sorpresa). Ma prima di entrare nel merito dell'analisi della Finale, ripercorriamo il cammino fatto da queste 2 squadre durante i play-off.
BALTIMORE BLAST: Regular Season: 3° posto (19 W - 11 L) 63%
Play-off 1st round: Blast - Ironmen 2-0 (22-10; 6-4)
Play-off Semifinals: Blast - Wave 2-0 (18-13; 14-13)
I Blast cominciano affrontando gli "ultimi della classe", ovverosia quei New Jersey Ironmen che in verità , da expansion team qual è, compie già un'impresa qualificandosi per la post-season, anche se alla guida c'è un grande personaggio dell'indoor soccer quale Omir Namadzi (di cui abbiamo già parlato) e anche se in campo c'era un giocatore del calibro di Tony Meola, riciclatosi nell'indoor soccer dopo che la MLS non gli ha rinnovato il contratto.
Insomma, un percorso vincente quello degli Ironmen? No, visto che il record parla di 14 W e 16 L, ma in una Lega dove i campioni in carica (quei Philadelphia KiXX pronti ad aprire un ciclo, stando alle loro dichiarazioni dell'aprile 2007) non si qualificano per la post-season si tratta comunque di un ottimo risultato.
Ma i Blast dalla loro hanno una gran voglia di riscatto dopo l'esclusione dello scorso anno e così sotterrano i malcapitati Ironmen sotto una valanga di reti: gara-1 a Baltimore finisce 22-10, con i portieri Meola e Clembo do Carmo che impiegano più tempo a recuperar palloni in fondo al sacco che a parare i tiri avversari; più equilibrata gara-2, ancora appannaggio dei Blast ma per 6-4 e comunque sempre in equilibrio fino a 2 minuti dal termine (gol-vittoria di P.J. Wakefield). New Jersey ha dimostrato che con un po' di esperienza in più l'anno prossimo potrà togliersi delle soddisfazioni, ma quest'ano era oggettivamente impossibile fare di più.
Perciò i Blast avanzano fino alle semifinali, dove ad aspettarli trovano dei tostissimi, massicci e incazzati neri Milwaukee Wave. Perché? Perché da quando la NPSL si è riorganizzata con il nome di MISL (stagione 2001/02) i Wave sono arrivati in Finale 4 volte consecutive e l'hanno vinta 1 volta sola (2004/05, contro i Cleveland Force); perché hanno condotto una regular season con i controcoglioni (22 W e 8 L non sono roba di tutti i giorni) e vogliono fortissimamente vincere il titolo, perciò il loro proclama è: "Non importa chi ci troviamo di fronte, lo spazzeremo via".
Ecco, forse è il caso di essere un po' meno incazzati e pensare di più a vincere le partite che contano: gara-1 a Baltimore ha un solo padrone, i Blast. 13-8 il risultato finale, ma soprattutto l'impressione che i Wave siano stati traditi dalla pressione. A Milwaukee il giorno dopo gara-2 è spaventosamente equilibrata (alla fine finisce 14-13), è pur vero che il portiere dei Blast Sagu soccombe di fronte alla voglia di rivalsa dei Wave guidati da Greg Howes e Anthony Maher, ma è vero anche che i Blast possono disporre di autentici fuoriclasse del turf come Machel Millwood e Giuliano Celenza che risolvono in un amen le mischie e colpiscono da lontano; continua dunque la nemesi dei Wave, che in una serie di play-off non riescono mai ad avere ragione dei Blast.
MONTERREY LA RAZA: Regular Season: 4° posto (17 W - 13 L) 57%
Play-off 1st round: La Raza - Storm 2-1 (8-10; 17-5; 3-0)
Play-off Semifinals: La Raza - Ignition 2-1 (15-11; 2-21; 2-0)
Il 1° turno dei La Raza è la serie più equilibrata, visto che si affrontano la 4ª e la 5ª del tabellone; i Chicago Storm sono concentrati sull'obiettivo: superare la 1ª serie di play-off da quando sono nati (stagione 2004); i La Raza sono nati quest'anno e sembra difficile che possano fare meglio di quanto fatto fin qui: insomma per loro dovrebbe valere quanto detto a proposito degli Ironmen, anche se a loro favore gioca il coraggio di chi sa di non aver niente da perdere, mentre New Jersey all'inizio della stagione qualche proclama l'aveva sparato". Gara-1, che termina 10-8 per gli Illini, sembra mettere la serie verso la strada di Chicago: Fabinho, Mark Ughy e John Ball sono gli eroi della Windy City. Però la partita è stata equilibrata fino alla fine e perciò gli Storm non possono dormire sonni tranquilli.
Gara-2, che si gioca in Messico, conferma le attese: i La Raza giocano una partita maiuscola e annichiliscono (17-5) Chicago che non sa più che pesci pigliare: per Monterrey segnano tutti, a partire da Genoni Martinez (campione l'anno scorso con i KiXX) per arrivare a Victor Quiroz passando per Ivan Medina e Byron Alvarez. Perciò si deve ricorrere, per la 1ª volta quest'anno, alla formula del "mini-game", cioè un periodo supplementare (che però per le statistiche risulta ufficialmente gara-3) in cui chi segna per primo vince; e la fortuna arride a José Birche che con una sassata da lontano sigla il 3-0 per i La Raza. Una brutta scoppola per Chicago, che secondo noi era abbastanza competitiva per arrivare in semifinale: può starci l'episodio sfortunato, ma è pur vero che nello sport la fortuna va cercata e Monterrey l'ha cercata di più e meglio.
E così è Monterrey a volare alla semifinale, dove ci sono dei combattivi Detroit Ignition, squadra al 2° anno di vita che però l'anno scorso, da esordiente, ha conteso il titolo in Finale ai KiXX; l'andamento di quella gara evidentemente non gli è andato giù e vogliono un'altra occasione per vincere il titolo. Forse gli Ignition prendono sotto gamba l'impegno e vengono castigati in gara-1 per 15-11, ma all'inizio del 4° periodo Detroit conduce 11-6: c'è un rilassamento generale che permette ai La Raza di segnare 9 punti in 15 minuti senza che dall'altra parte ci sia un qualsivoglia segnale di vita. Byron Alvarez è l'eroe dei La Raza con 4 reti.
Ma in gara-2 a Detroit le cose cambiano: sono gli Ignition a dimostrare il loro valore e Monterrey sta a guardare. La partita è un massacro, finisce 21-2, Droo Callahan e Jamar Beasley riportano in alto il nome della Motown; La Raza è annichilita, non riesce ad opporre resistenza" o forse ha fatto i suoi calcoli: Detroit spenderà un sacco di energie per vincere questa partita e andare al "mini-game", perciò Monterrey risparmia le energie e si lascia massacrare da Detroit per essere più fresca nella simil-gara-3. Non sappiamo se sia davvero andata così, fatto sta che il mini-game finisce 2-0 per Monterrey, grazie ad un colpo sotto misura di Byron Alvarez, il vero eroe della serie contro Detroit, a cui a questo punto i La Raza devono fare un monumento, indipendentemente da come andrà la Finale.
Spendiamo ancora 2 parole su Detroit: è la stessa squadra dello scorso anno, tecnicamente è fortissima e quest'anno aveva un'esperienza che la scorsa stagione non poteva avere per forza di cose; ma l'anno scorso aveva più "rispetto" per le avversarie, quest'anno ha sottovalutato la serie contro Monterrey e ne è uscita sconfitta proprio quando pensava di averla fatta propria. Se fa tesoro di quest'esperienza l'anno prossimo il titolo non potrà sfuggire.
Ed ora "it's showtime!": i Blast arrivano da 3 titoli vinti negli ultimi 5 anni, la squadra non è giovanissima ma ha alcuni elementi che possono ribaltare le sorti di una partita in qualunque momento (pensiamo a Celenza e Millwood, ma anche a David Bascome e Adauto Neto); in difesa non sono molto "profondi" ma anche qui abbiamo delle buone individualità quali Mike Lookingland e P.J. Wakefield, in porta poi Sagu è una sicurezza. Dalla propria poi Baltimore ha 2 fattori da non sottovalutare: la voglia di dimostrare di non essere finiti (come noi stessi li avevamo ritenuti alla luce della debacle dello scorso anno) e l'esperienza che li sorregge, anche attraverso l'allenatore Kelly Danny.
Cosa può mettere Monterrey sull'altro piatto della bilancia? Di sicuro l'entusiasmo: una volta arrivati alla Finale non si deve avere "paura" di vincere, perché fregiarsi di un titolo nazionale è qualcosa di cui andare fieri, qualcosa da raccontare ai nipotini; anche tecnicamente comunque i La Raza sono più che competitivi, con punte come Byron Alvarez e Dino Delevski, e in difesa hanno una profondità maggiore rispetto ai Blast; in porta cedono qualcosa a Baltimore, perché né Jefte Juarez né José Bontti sono minimamente paragonabili a Sagu.
Non ci sbilanciamo in pendolini, speriamo solo che sia una bella partita; come dicevamo prima, "it's showtime".