Se non cambia qualcosa, la strada che indica Garber sarà irta di ostacoli…
Parlando con altri appassionati della MLS, anche sul forum, abbiamo notato che uno degli argomenti che suscita maggiore interesse è la struttura della Lega dal punto di vista del calendario e quindi, in subordine, viene posto l'accento sul completo disinteresse, da parte della MLS stessa, verso quella che è la forma più comune di organizzazione di un campionato di calcio in tutti i paesi del mondo, ovverosia il girone unico.
Tutti sappiamo che la formula a girone unico (detto anche "girone all'italiana", definizione data da noi verso noi stessi, tanto per non smentire mai l'alta opinione che il calcio italiano ha di se stesso: ma siamo Campioni del Mondo, e allora concediamocelo; detto anche "single table", come si dice in inglese, e visto che il calcio l'hanno inventato gli inglesi potremmo adottare questa definizione, tanto sempre di quello parliamo) consiste in un concetto molto semplice: chi fa più punti vince il campionato, senza tanti problemi di conference, division e play-off. E questo avviene nella maggior parte delle Leghe calcistiche di tutto il mondo; verrebbe da dire "in tutte le leghe calcistiche".
Inoltre la formula a girone unico - unita al concetto di retrocessione/promozione - assicura almeno in teoria la realtà di un torneo sempre eccitante ed interessante fino all'ultima giornata.
Durante i primi 10 anni di vita della Major League Soccer, molti addetti ai lavori in campo internazionale hanno criticato la Lega a causa della regular season, la quale appariva (ed appare tuttora) senza significato, visto che ai play-off si qualifica la maggioranza delle squadre e spesso i valori emersi dalla regular season vengono ribaltati in un amen (l'eliminazione dei DC United da parte di Chicago lo scorso anno è solo l'ultimo esempio, in ordine di tempo, che possiamo fare). E allora è stato tutto un fiorire di bocciature al sistema sportivo americano, che non funziona e per questo non è in grado di garantire la piena competitività e la crescita delle squadre; si badi che sto citando tutte cose lette nei forum calcistici (come per esempio www.bigsoccer.com), scritte da calciofili di tutto il mondo che si riempiono la bocca di quelle che sono, per il sottoscritto, verità parziali.
Leggendo questi interventi vengono perciò in mente 2 interrogativi di stretta attualità :
1 – per quale motivo la MLS si intestardisce a mantenere in vita il sistema delle conference e dei play-off?
2 – cosa fa la Lega per aumentare la competitività al suo interno?
Partiamo dall'inizio: nei suoi primi anni di vita la lega non voleva dare l'impressione di essere qualcosa di troppo alieno alla realtà americana; già lo sport in sé era qualcosa che molti americani, a metà degli anni '90, sentivano come "straniero". Strutturarlo da subito con un girone unico, senza nemmeno i play-off, avrebbe voluto dire mantenerlo lontano dalla sensibilità sportivo-culturale yankee.
Ci sono anche delle giustificazioni oggettive a questo modo di operare, che poi sono le medesime che caratterizzano le altre leghe sportive professionistiche degli USA; prima tra tutte la lontananza tra le varie città . Non sarebbe fattibile vedere una squadra che vola da una parte all'altra degli Stati Uniti come una pallina da ping-pong; un ritmo del genere sarebbe sostenibile solo a patto di giocare pochissime partite (diciamo non più di 20) e molto diluite tra di loro nel tempo. Ma è ovvio che un campionato che prevede così pochi incontri è destinato a morire ancora prima di nascere.
La soluzione è quindi prevedere più partite tra squadre di una stessa zona, cosa che oltretutto crea quelle rivalità naturali che sul suolo sportivo yankee sono da sempre una leva sia per aumentare il seguito di spettatori, sia per individuare territori per eventuali espansioni.
Quindi la soppressione del sistema delle conference delle squadre appartenenti alla MLS è fuori discussione: è una caratteristica culturale del sistema sportivo americano, giustificata da fattori naturali oggettivi e da interessi di natura economica inattaccabili dal punto di vista di chi vuole espandere la lega stessa. Se qualcuno spera che un giorno vedremo una MLS organizzata a girone unico si metta pure l'anima in pace: non accadrà mai.
Dove il sistema della MLS è più attaccabile è sotto il profilo dei play-off. Anche qui comunque è necessario fare dei distinguo: dire che non è possibile vedere una MLS organizzata a girone unico significa automaticamente prevedere i play-off, perché non c'è altra maniera di decretare il vincitore del titolo. Bisogna però vedere come si organizzano questi play-off. E qui iniziano le dolente note per la MLS. Perché da quand'è nata la Lega ha sempre previsto la qualificazione di 8 squadre alla post-season, indipendentemente dal numero di partecipanti alla stagione regolare. Facciamo 2 conti:
– Nel 1996 e nel 1997 c'erano 10 squadre nella Lega, il che stabilizzava la percentuale di squadre qualificate ai play-off all'80%, che è uno sproposito senza senso; è talmente ovvio lo squilibrio che non ci soffermiamo nemmeno ad analizzare le conseguenze di tutto ciò;
– Dal 1998 al 2001 le squadre erano 12, abbassando quindi la percentuale al 66%; già meglio rispetto a prima, ma continuava a sussistere una situazione paradossale che non ha riscontri in nessun'altra realtà basata sullo stesso sistema;
– Dal 2002 al 2004, a causa della scomparsa dei team della Florida, la MLS era tornata a 10 squadre, con tutto ciò che ne consegue;
– Nel 2005 e nel 2006 la Lega si espanse di nuovo a 12 squadre, cosa che riportò parzialmente un certo equilibrio;
– Il 2007 vide l'arrivo della 13ª squadra, il Toronto FC (percentuale del 61,5%). Continuava ad essere una percentuale troppo alta, ma la riduzione è costante;
– Nel 2008 risorgono i San José Earthquakes e la percentuale cala al 57%.
– Per il 2009 entrerà Seattle e nel 2010 è previsto l'ingresso di Philadelphia. Solo allora la percentuale scenderà al 50%.
Ma è realistico uno scenario del genere? Certo che no; il buon senso vuole che ai play-off si qualifichi una percentuale inferiore al 50%, altrimenti che senso ha giocare la stagione regolare?
Ed è questo è il vero interrogativo che si pongono i critici della MLS: si può trovare una maniera di dare un senso alla stagione regolare?
Per tutelare in maniera più consistente i valori della regular season, nel 2007 la Lega ha deciso che per la qualificazione sarebbe stata rispettata la divisione in conference solo per la 1ª classificata di ognuna di esse, ma dalla 3ª posizione in poi si sarebbe fatto riferimento alla classifica generale della Lega. Stante questo provvedimento, crediamo che ognuno di noi veda facilmente come si tratti di un placebo e nient'altro.
È così assurdo concepire solo 6 squadre ai play-off, con la 1ª classificata di ogni conference che si qualifica direttamente ai Conference Championship e la 2ª e 3ª si sfidano tra loro per accedervi? Crediamo di no.
Ci chiediamo piuttosto perché prevedere fin dall'inizio 8 squadre, ma pare che sia stato una sorta di diktat da parte della buonanima Lamar Hunt, che voleva applicare la stessa misura anche nella NFL. Senza tema di mancare di rispetto al defunto, ci permettiamo di dire che è una colossale cantonata. Ma cambiare non è peccato, è indice di intelligenza: "solo gli stupidi non cambiano mai idea", diceva quel tale.
Alla MLS non sono proprio gli ultimi arrivati, e si sono resi conto da soli che era necessario escogitare un sistema più premiante che desse significato alla regular season: ovvio che il vantaggio del fattore-campo nei play-off per la 1ª classificata non poteva bastare, perché soprattutto nel calcio di oggi giocare in casa o in trasferta ha una valenza piuttosto insignificante. Ma proporre di ridurre il numero di squadre che giocano i play-off assomiglia alla profanazione di un sarcofago egizio.
È stato creato (a partire dal 1998) il Supporters' Shield, il trofeo destinato a chi compila il miglior record durante la stagione regolare; si tratta di un trofeo ufficiale, con tanto di coppa, che però continua ad essere visto come una vittoria di Pirro (a ragione, perché nella memoria degli sportivi rimane chi vince la MLS Cup e non altri). A partire dal 2007, è stato destinato uno dei 2 posti in CONCACAF Champions' Cup al vincitore del Supporters' Shield. Inoltre, visto che da quest'anno la SuperLiga prevede che i 4 posti destinati alla MLS vengano determinati sulla base dei risultati dell'anno precedente (nel 2007 si era proceduto ad inviti), ecco che automaticamente tutte le squadre hanno, almeno in teoria, un motivo più che valido per ben figurare in regular season, anche al di là dei meri interessi di campionato.
Diciamo in teoria, poiché c'è sempre il momento in cui una squadra (o più d'una), consapevole di non poter accedere alle prime posizioni, "molla il colpo" e gioca per onor di firma. D'altro canto succede la stessa cosa anche nei campionati a girone unico, dove la squadra che non ha più ambizioni di classifica scende in campo solo perché deve onorare la regolarità del campionato.
Tutte queste sono comunque delle panacee, misure di comodo per evitare di intervenire pesantemente dove finora non si è voluto farlo: ma se alla MLS vogliono creare della vera competitività è necessario ridurre lo spazio per emergere, non è sufficiente creare più elementi che intasino quello spazio.