2008 Preview: Colorado Rapids

Fernando Clavijo: questa è la sua ultima chance

L'inizio della MLS 2008 si avvicina a grandi passi (il 29 marzo è vicino) e continuiamo con la serie di preview sulle 14 squadre che compongono la lega. Oggi è il turno dei Colorado Rapids.

I Rapids sono sempre stati una squadra potente più che spettacolare, lo ripetiamo da sempre. Il problema più grosso è sempre stata la mancanza di un giocatore in possesso di mezzi tecnici e fantasia sufficienti a far sì che il coach Fernando Clavijo potesse diversificare il proprio modulo di gioco ma soprattutto l'atteggiamento in campo, evitando di dover puntare tutto sulla potenza e sull'assalto a pieno regime (atteggiamento che, oltre ad essere noioso, comporta una serie di rischi notevoli quando non tutti gli elementi sono in condizioni fisiche perfette).

Quest'anno il proprietario Stan Kroenke deve aver realizzato che se vuole che i suoi Rapids siano effettivamente competitivi era necessario dare una sterzata e mettere in mano a Clavijo del materiale umano su cui lavorare. Perciò, anche se molti degli uomini dei Rapids sono gli stessi dello scorso anno, il management ha lavorato su alcuni aspetti e ha apportato significative modifiche non in termini numerici ma qualitativi.

In porta il titolare continuerà  ad essere il senegalese Bouna Coundoul, alla sua 3ª stagione nella Lega; alle sue spalle è arrivato Justin Hughes, 23enne americano selezionato nel Superdraft 2007, ma l'anno scorso non è mai stato utilizzato. Questa stagione si è deciso di dargli fiducia e stare alle spalle di Coundoul (che ogni tanto si concede degli svarioni piuttosto imbarazzanti) gli potrà  dare l'opportunità  di mettersi in luce ogni tanto. Si potrebbe obiettare che i Rapids avrebbero potuto cercare un altro portiere titolare che desse sicurezza, ma il management ha deciso che le carenze più gravi erano in mezzo al campo. Se hanno ragione loro solo il tempo potrà  dirlo.

La difesa è stata opportunamente potenziata con l'arrivo di José Burciaga dai Wizards in cambio di una scelta al draft 2009 e di Chase Hilgenbrinck dal club cileno Ñublense (la Lega è ancora in attesa del visto perciò Colorado non ha ancora annunciato il giocatore); molti elementi però sono ancora gli stessi che hanno fatto storcere il naso nella passata stagione: ci riferiamo a Facundo Erpen, a Dan Gargan, a Ugo Ihemelu. Un discorso a parte merita Mike Petke: da 10 anni nella Lega, preso singolarmente sarebbe anche un buon difensore, ma soffre di carenza di personalità  e perciò rende meglio se è circondato da compagni dal carisma più forte del suo. In questa difesa teoricamente l'elemento di carisma ed esperienza dovrebbe essere lui (visto che tra l'altro ha 32 anni, mentre gli altri ne hanno al massimo 27), ma per guidare una difesa ci vuole ben altro piglio.

È a centrocampo comunque dove si è fatta sentire la mano "pesante" di Kroenke: ha messo sul piatto soldi e la 1ª scelta dei Rapids al draft del 2009 e ha acquistato l'argentino Christian Gomez dai DC United, andando ad occupare il DP Slot a disposizione dei Rapids. Tanto per rinfrescare la memoria a chi non è particolarmente attento alle vicende MLS, diciamo che Gomez è colui che ha condotto i DC United a vincere la MLS Cup 2004, colui che ha portato a Washington il culto per il bel gioco e che ha tradotto in giocate di alto livello gli schemi degli allenatori di DC (Nowak prima e Sohen poi); ma soprattutto è l'MVP della stagione 2006, è un giocatore da 10 gol e 10 assist di media a stagione ed è dotato di una grande visione di gioco: può agire sia da ispiratore sia da finalizzatore.

Certo, se a DC non fosse arrivato Marcelo Gallardo forse i capitolini non avrebbero dato via Gomez a cuor leggero: ma d'altro canto sarebbe stato come avere 2 galli nello stesso pollaio e uno andava sacrificato. Ennesimo colpo del management di DC oppure lungimiranza di quello di Colorado? Probabilmente la verità  sta nel mezzo, ma quello che di sicuro possiamo affermare è che finalmente a Denver si potrà  vedere qualche giocata spettacolare in maniera più continua di quanto sia accaduto fino ad ora. Per non parlare del fatto che Gomez (che comunque quest'ano compie 34 anni) potrà  essere un'ottima guida per far crescere il centrocampista marocchino Mehdi Ballouchy, in possesso di grandi mezzi tecnici e di grande visione di gioco (come dimostrato a Salt Lake City) ma ancora discontinuo.

Ma il centrocampo di Denver è pieno di elementi, è forse il centrocampo più folto dell'intera lega. E accanto ai 2 uomini di fantasia e tecnica c'è un nutrito manipolo di giocatori "muscolari", quelli che hanno tenuto in pieni la baracca fino ad ora e che, contando su grinta, cuore e orgoglio, hanno permesso ai Rapids di ottenere risultati abbastanza lusinghieri (2 finali della Western Conference negli ultimi 3 anni sono comunque un buon piazzamento).

E allora anche quest'anno troveremo in mezzo al campo Colin Clark, l'inglese Terry Cooke, Jacob Peterson e la vera bandiera della squadra Pablo Mastroeni (che, si spera, quest'anno dovrà  solo occuparsi di fare da scudiero a Gomez e non di cucire il gioco). Accanto a questi uomini, titolari almeno all'inizio del campionato, sono stati chiamati (dal draft ma anche attraverso scambi) una gran quantità  di centrocampisti che potranno venire utili in qualche scampolo di partita, ma soprattutto i vari Raphael Gomes (brasiliano), Kosuke Kimura (giapponese) e John DiRaimondo si accontenteranno del campionato riserve.

Il reparto che non ha avuto particolari rimaneggiamenti (almeno finora) è quello dell'attacco: la frontline dei Rapids a nostro parere è decisamente sguarnita. Le punte sono Conor Casey, arrivato dal Toronto FC (dopo 7 stagioni passate in Germania tra Borussia Dortmund, Hannover 96, Karlsruher SC e FSV Mainz) ed ha segnato 2 gol e servito 3 assist in 17 partite, e il giamaicano Omar Cummings (che l'anno scorso ha segnato 2 gol in 11 partite). C'è poi Herculez Gomez, che però è più un attaccante di movimento (l'anno scorso 4 gol e 2 assist in 20 partite). Inoltre, anche se la MLS lo annovera tra i centrocampisti, c'è Jovan Kirovski che è a tutti gli effetti una punta (e l'anno scorso ha messo a segno 6 gol in 28 partite).

A vedere le cifre si potrebbe pensare che, insomma, uno sforzo per potenziare l'attacco poteva essere fatto, ma l'arrivo di Gomez dà  svariate possibilità  anche su questo fronte: se l'argentino mantenesse la sua media ci troveremmo in dote una decina di reti in più rispetto allo scorso anno. Inoltre Ballouchy può essere schierato anche come 2ª punta, perciò un deciso miglioramento c'è stato. Certo una punta di ruolo più prolifica non farebbe male, anzi"

Kroenke ha quindi messo nelle mani del suo allenatore una squadra molto migliore rispetto a quella dello scorso anno; adesso è compito di Clavijo riuscire a costruire una manovra organizzata attorno a Gomez, che ha un caratterino non facile ma se stimolato nel senso giusto può davvero cambiare le sorti dei Rapids in un amen. Il nostro dubbio riguarda proprio il coach: Clavijo è ai Rapids da 4 anni e nelle prime 3 stagioni la squadra ha centrato i play-off ed è anche arrivata in finale di Conference, ma il gioco è sempre stato materia per una puntata di "Chi L'ha Visto?".

L'anno scorso la bomba è scoppiata in mano a Clavijo: con i Rapids fuori dai play-off avremmo scommesso su un cambio in panchina. Evidentemente Kroenke ha deciso di dare l'ultima chance al suo allenatore, dandogli anche la possibilità  concreta di costruire qualcosa; ma se fallisce anche questa volta Clavijo dovrà  cercarsi un'altra squadra.

Dove possono arrivare i Rapids? Molto onestamente crediamo che i play-off siano alla portata, ma andare più in là  di un dignitoso primo turno ci sembra davvero troppo.

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