Jozy Altidore e Michael Bradley, speranza e certezza della Nazionale USA
Un pareggio 2-2 con il Messico, dopo essere andati per due volte in vantaggio a prima vista potrebbe sembrare un risultato positivo. Tanto di più considerando che gli USA hanno portato a 10 (7 vittorie e 3 pareggi) la propria imbattibilità contro il Messico in casa. In realtà però, nel rivedere la partita a distanza di qualche giorno, alcuni aspetti negativi vanno presi in considerazione.
Gli USA si presentano davanti ai 70.000 del Reliant Stadium di Houston in gran completo, con l'assenza tra i titolari dei soli DaMarcus Beasley, infortunatosi in Champions' League e fuori fino alla prossima stagione, e di Steve Cherundolo, out per infortunio anche lui. Manca anche Jonathan Spector (West Ham), rimasto a casa per un accordo con gli Hammers in cambio della disponibilità del club a rilasciarlo per le Olimpiadi, dove dovrebbe andare come fuori quota. Il CT Bob Bradley ha quindi messo in campo un 11 con Tim Howard (Everton) in porta, una linea difensiva composta da Drew Moor (FC Dallas) a destra, Oguchi Onyewu (Standard Liegi) e Carlos Bocanegra (Fulham) in mezzo, e Ramiro Corrales (Brann SK) a sinistra. A centrocampo il duo muscolare composto da Ricardo Clark (Houston Dynamo) e Michael Bradley (SC Heerenveen), con Bobby Convey (Reading FC) a sinistra e Landon Donovan (Los Angeles Galaxy) a destra a giostrare tra centrocampo e attacco. In avanti il movimento di Clint Dempsey (Fulham) e la forza e l'entusiasmo del 18enne Jozy Altidore (NY Red Bulls), alla sua terza partita in Nazionale ma all'esordio dall'inizio.
Dall'altra parte Hugo Sanchez mette in campo un undici fatto di esperienza e gioventù, con la difesa ancorata a Carlos Salcido (PSV Eindhoven) e Rafael Marquez (Barcellona), centrocampo con un Pavel Pardo (VfB Stuttgart) in formissima e i giovanissimi Carlos Vela (Racing de Santander ma di proprietà dell'Arsenal) e Giovani Dos Santos (Barcellona) nel secondo tempo, 36 anni in due, accanto al 29enne Bobo Bautista (Jaguares) a formare il reparto avanzato.
Riassumendo in breve il match. tati Uniti in vantaggio al 29': lungo fallo laterale di Onyewu, il portiere Guillermo Ochoa respinge male, cross di Donovan ed è Onyewu, che di testa infila a palombella sotto al set alla sinistra di Ochoa. Il vantaggio a sospresa dura poco, perché 5 minuti dopo Magallon pareggia liberandosi dalla stretta in area di Moor su punizione dalla destra di Pardo. Gli USA non mollano, e al 40' Moor s'invola sulla destra e tira fuori un cross perfetto per la testa dell'accorrente Altidore che va a chiudere in rete in mezzo a due difensori il suo primo gol in Nazionale. USA vicini al 3-1 due minuti dopo quando Dempsey recupera un lancio di Onyewu e va ad insaccare un gran tiro tra 3 sifensori. Ma l'arbitro Carlos Batres fischia un'infrazione che nessuno comprende. A ripresa iniziata da poco, errore di Carlos Bocanegra che regala un angolo. Batte Vela, Bradley perde la marcatura su Salcido che appoggia a Magallon per il 2-2 finale.
USA vs. Messico 2-2
Al di là del risultato comunque positivo, come detto, la prestazione della Nazionale qualche perplessità l'ha sollevata. Prima il positivo però. Difesa solida, con Howard sempre al top, Boca e Onyewu solidi, con il secondo finalmente ritrovato dopo oltre un anno di appannamento, e davanti bene sia Dempsey che Altidore che ha dato non pochi problemi a Rafa Marquez (perdendosi però a fine match quando si è rivolto al messicano dicendogli "Hey, ti guardo in TV tutte le settimane, il Barà§a è il mio team preferito"!). Per Altidore la stagione 2008 dovrà essere quella delle conferme, e la guida nei Red Bulls in campo da parte di Juan Pablo Angel, e dalla panchina da parte di Juan Carlos Osorio, in due anni potrebbero consegnare agli USA un attaccante pronto per l'Europa (sperando non finsica al Real madrid, che lo ha già cercato, dove appassirebbe in panchina o tribuna) e per riempire per una decade almeno quel vuoto lasciato da Brian McBride (Fulham FC) col suo ritiro dalla Nazionale.
In negativo ancora una volta, innanzitutto, l'organizzazione del gioco voluta da Bradley. Continua ad essere incomprensibile la scelta di piazzare Landon Donovan sulla fascia. Il californiano è tecnicamente il migliore dei suoi, ma sulla destra si ritrova spesso fuori da gioco, toccando poche palle e gli è impedito di sfondare al centro in contropiede. Non per niente difficilmente Ruud Gullit, come ha già detto pubblicamente, lo farà giocare laterale coi Galaxy.
Terzini disastro. A destra Drew Moor, in campo per l'assenza di Cherundolo, ha fatto rimpiangere quest'ultimo, e non poco. Buon crossatore sicuramente (vedi l'assist per il gol di Altidore), ma in difesa è impresentabile a certi livelli, confermando il poco fatto vedere in Copa America, dove però aveva la scusante di giocare con gli USA B. In ogni caso, aver trasformato per una partita il terzino Jonny Magallon in una sorta di Paolo Rossi è una macchia difficilmente cancellabile a breve. Quasi altrettanto male a sinistra Ramiro Corrales, che dopo alcuni anni in Norvegia è sulla via del ritorno nella MLS (Houston o San Jose). Con Heath Pearce in difficoltà nell'Hansa Rostock e Spector a casa, per Bradley purtroppo la scelta è assai limitata, ma certo apparrebbe più sensato convocare un giovane come Michael Harrington (Kansas City Wizards), e farlo crescere, o spostare Convey dietro, piuttosto che dar spazio ad un giocatore arrivato ai 30 anni senza mai avver nemmeno sfiorato l'eccellenza. A proposito di Bobby Convey, rientrato da pochi mesi dopo un lungo infortunio, sembra che servirà ancora tempo per rivederlo al top, specie per quanto riguarda la fase offensiva. È però un problema vista la prevista prolungata assenza di Beasley. Inutile l'ingresso di Eddie Lewis (Derby County), che l'età , 34, e la tanta panchina sembrano aver ormai arrugginito. Al momento sembra utile solo per l'esperienza che può apportare nello spogliatoio.
In mezzo ci si aspettava molto dall'accoppiata composta da Michael Bradley, che sta stupendo in Eredivisie e sembra ormai destinato a livelli superiori, e da Ricardo Clark. Per entrambi invece il match coi messicani è stato un passo indietro, perdendo la battaglia con Pavel Pardo e Gerrard Torrado. Possiamo però dire che gli USA possono ormai contare su Bradley come un punto fermo, ma certo il papà -CT dovrebbe provare ad usarlo come fa Gertjan Verbeek, suo allenatore in Olanda, che lo lascia assai più libero di proporsi in avanti traendone ottimi profitti. Sicuramente il passaggio ad un team di maggior spessore (lo cercano Everton, Sunderland e Blackburn, in Germania l'Amburgo mentre in Francia pare essersi fatto avanti il Paris Saint Germain) potrà solo farlo migliorare ancora. Con lui la speranza (Bradley è una certezza al momento) è Benny Feilhaber (Derby County), che però ha bisogno di trovare maggior spazio nel club d'appartenenza, come anche l'ancor giovanissimo (19 anni a luglio!) Freddy Adu, che al Benfica sta facendo vedere belle cose sotto la guida esperta di Antonio Camacho ma è ancora lontano da un posto da titolare.
In sintesi, luci e ombre, con maggioranza alle seconde. Il futuro appare comunque positivo, visto anche che per questo match gli Yanks Abroad sono sbarcati solo due giorni prima e gli americani della MLS sono ancora in preparazione al campionato. Quello che preoccupa sicuramente è la mancanza di alternative per Bradley, che sembra avere un gruppo di 16/18 giocatori sicuramente valido, ma alle spalle di questi, tolto qualche giovane di belle speranze, ben poco. Ma se si pensa a solo 10 anni fa, e si considera i tanti giocatori che stanno sbarcando in Europa da qualche anno, il miglioramento è comunque impressionante. Certo i margini di crescita sono ancora enormi, specie se la federazione inizierà a lavorare seriamente sulla comunità messicana, e in generale sui ragazzi latinos, anche per evitare il ripetersi di casi come quello di Edgar Castillo, giovane terzino di genitori messicani che gioca nell'Atlas, già chiamato da Sanchez in Nazionale ma di cittadinanza americana. Di lui i tecnici federali dicevano non fosse adatto"
Ultime note sul match. A forza di sconfitte i messicani, a comiciare da Hugo Sanchez, hanno finalmente iniziato a rispettare i colleghi americani, e abbiamo anche potuto evitare di vedere le brutte immagini del match dello scorso anno (terminato con un'entrata assassina di Ochoa su Donovan). Buon inizio.
USA con una nuova maglia disegnata dalla Nike. Di gusto discutibile. Ma il punto è: l'Italia è azzurra, l'Inghilterra bianca, l'Uruguay celeste, e così via. E gli USA? Non sarebbe ora di individuare un design definitivo, su cui certo lavorare, ma su una base certa.
Da segnalare infine una notizia inquietante. Nel dopo partita c'è stata una rissa nel parcheggio dello stadio, terminata con due tifosi messicani morti per colpi d'arma da fuoco. Dopo alcuni brutti segnali già notati nella scorsa stagione MLS (vedi risse a tra tifosi di D.C. e NY), ci auguriamo che gli USA dall'Europa calcistica importino solo organizzazione, tecnica e tattica, e non la violeza.
Prossimo passo: qualificazioni Sudafrica 2010.
Gli USA si avvicinano alle qualificazioni mondiali con ottime possibilità di qualificazione. Nel mezzo, dimostrando di aver forse appreso la lezione dei Mondiali 2006 (preceduti da partite di infimo livello con Marocco, Lettonia e Venezuela) organizzando una serie di amichevoli al top. Nell'ordine: il 26 marzo il quasi annuale match con la Polonia; il 28 maggio probabile l'Inghilterra di Fabio Capello, con di seguito, il 4 giugno, la Spagna. Tutti e tre i match si giocheranno in Europa. Di seguito, ritorno negli USA e l'8 giugno l'avversario dovrebbe chiamarsi Argentina. Qualche problema di conflitto di calendario con la MLS dovrebbe esserci, ma questa purtroppo è un'altra storia, su cui la USSF non può far nulla al momento.
Se confermate, queste partite dovrebbero portare la Nazionale di Bradley a pieno regime per le qualificazioni mondiali, al via il 15 giugno all'Home Depot Center di Carson (CA) contro la vincente fra Rep. Dominicana e Barbados. In caso di qualificazione poi, gli USA affronterebbero probabilmente Trinidad & Tobago il 10 settembre, Cuba l'11 ottobre e Guatemala il 19 novembre. Le prime due avanzeranno al girone a 6 della North and Central American and Caribbean region. La CONCACAF qualificherà tre Nazionali ai Mondiali 2010, mentre la quarta del girone giocherà lo spareggio contro la quinta del Sudamerica.
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Mercoledì 6 febbraio, 2008 – Reliant Stadium, Houston (TX)
USA vs. Messico 2-2
Marcatori:
USA - Oguchi Onyewu (Landon Donovan) 30'
MES - Jonny Magallon (Pavel Pardo) 35'
USA - Jozy Altidore (Drew Moor) 40'
MES - Jonny Magallon (Carlos Salcido) 47'
USA — 1-Tim Howard; 21-Drew Moor, 3-Carlos Bocanegra (capt.), 22-Oguchi Onyewu, 6-Ramiro Corrales; 10-Landon Donovan, 13-Ricardo Clark (Maurice Edu, 79), 4-Michael Bradley (5-Benny Feilhaber, 63), 15-Bobby Convey (7-Eddie Lewis, 70); 9-Jozy Altidore, 8-Clint Dempsey (19-Freddy Adu, 63)
Non entrati: 18-Brad Guzan, 11-Pat Noonan, 16-Michael Parkhurst
CT: Bob Bradley
MESSICO — 1-Guillermo Ochoa; 2-Jonny Magallon, 3-Carlos Salcido (14-Fausto Pinto, 59) 4-Rafael Marquez (capt.), 5-Israel Castro; 6-Gerado Torrado, 7-Fernando Arce (18-Cesar Villaluz, 90+), 8-Pavel Pardo, 11-Carlos Vela (16-Giovanni Dos Santos, 71); 9-Antonio De Nigris (15-Juan Carlos Cacho, 67), 10-Adolfo Bautista (17-Antonio Naelson, 71)
Non entrati: 12-Luis Michel, 13-Oscar Rojas
CT: Hugo Sanchez
Ammoniti:
MES - Carlos Salcido 38'
USA - Michael Bradley 45'
USA - Oguchi Onyewu 69'
USA - Jozy Altidore 76'
USA - Ramiro Corrales 89'
MES - Gerardo Torrado 90+.
Arbitro: Carlos Batres (GUA)
Men of the Match: Oguchi Onyewu (USA), Jonny Magallon (MES)
Spettatori: 70,103