La biografia del grande Sandy Koufax
Nella storia del baseball, Sandy Koufax è stato uno dei giocatori su cui si è discusso maggiormente: l'appartenenza alla comunità ebraica di New York, il complesso debutto con i Brooklyn Dodgers, la trasformazione nel lanciatore mancino più dominante di sempre e il ritiro a soli 31 anni sono stati argomenti ampiamente dibattuti tra gli appassionati.
Negli anni '60, Koufax era senza dubbio uno degli sportivi più celebri nel panorama sportivo americano, tuttavia restò sempre lontano dalle luci della ribalta, creando intorno a sé una vera e propria aura di mistero; anche dopo il ritiro, Koufax mantenne invariato il suo stile di vita: pur lavorando nel coaching staff dei Dodgers e partecipando a numerosi eventi pubblici, il leggendario pitcher dei Los Angeles Dodgers seppe sempre conservare gelosamente la propria privacy.
Molti giornalisti e scrittori hanno cercato di raccontare la vita di questo fantastico campione, tuttavia nessuno è riuscito a sfornare un lavoro simile a quello di Jane Leavy, che nel 2002 ha pubblicato “Sandy Koufax: a Lefty's Legacy” : l'ex giornalista del Washington Post (che come si può intuire dal cognome è di religione ebrea) era sempre stata una sfegatata sostenitrice dei New York Yankees e non fu mai una tifosa di Koufax; dopo la terrificante gara 1 delle World Series del 1963, in cui Sandy lanciò quindici strikeout, la Leavy (al tempo una ragazzina) si recò alla sinagoga per pregare che i suoi Bronx Bombers non dovessero più affrontare l'eccezionale pitcher dei Dodgers. Tuttavia, la Leavy, con il passare del tempo, subì il fascino di questo fuoriclasse, finché qualche anno fa decise di scrivere un'accurata biografia.
Inizialmente, Koufax non si dimostrò molto interessato e coinvolto dal progetto della Leavy, tuttavia aiutò in modo notevole il lavoro della giornalista:
I wasn't home when Sandy called" (“Hi, Ms. Leavy, this is Sandy, uh, Koufax"” “I don't have any interest in this project”). From the beginning, Koufax made it clear he didn't want this book to be written. But if it was going to be done, he wanted to be done right!
Grazie ad oltre quattrocento interviste a compagni, amici, tifosi e alle numerose testimonianze dello stesso Koufax, Jane Leavy è stata in grado di preparare un racconto estremamente accurato e coinvolgente: benché manchi qualunque riferimento alla vita privata (Koufax chiese ed ottenne che i suoi parenti più stretti non fossero interpellati), la giornalista ci fa scoprire tanti aspetti della personalità del mitico lanciatore dei Dodgers.
Il libro è suddiviso in ventuno capitoli: in quelli dispari (1, 3, 5…), l'autrice ci presenta la biografia di Koufax, raccontando gli aspetti più importanti della vita del campione dentro e fuori del diamante, mentre quelli pari (2, 4, 6..) sono dedicati al perfect game del 9 settembre 1965, visto attraverso gli occhi di compagni, avversari e tifosi.
Tutti gli aspetti inerenti alla carriera sportiva (e non solo) di Koufax vengono analizzati con estrema cura ed attenzione: grande importanza viene data alla religione, che culminò con il rifiuto di giocare nella prima partita delle World Series del 1965, per poter onorare lo Yom Kippur, l'importantissima festività ebraica; Koufax non era praticante, ma con quel gesto diventò un vero e proprio simbolo per tutte le comunità ebree americane.
E ovviamente anche l'artrite (che condusse Koufax al ritiro) viene raccontata con estrema precisione: senza trascurare alcun dettaglio, Jane Leavy presenta ogni minimo particolare riguardo i dolori che, per diversi anni, martoriarono il braccio sinistro del mitico pitcher; risulta incredibile come Koufax sia riuscito a lanciare nonostante le precarie condizione del suo arto.
Inoltre, non mancano i riferimenti alla vita fuori dai diamanti, in cui ci vengono raccontati i problemi di Koufax (una persona estremamente riservata) nell'adattarsi alla notorietà .
“I think that Sandy would never want to be remembered only by what he accomplished on the field. He may not admit but he also stood for values he thought were important!”
La copertina del libro riprende l'immagine apparsa il 2 agosto 1963 su Life, una delle più prestigiose riviste americane.
“A Lefty's Legacy” è senza dubbio uno dei lavori più importanti nella recente letteratura sportiva: un libro che non deve assolutamente mancare negli scaffali degli appassionati di baseball.
“The best sports book of the year” - Peter Gammons, ESPN.
“The book is " priceless " fascinating” - Boston Globe