Ruud Gullit alla conferenza stampa di presentazione
Tra breve (il 18 gennaio) si terrà il SuperDraft 2008 e alla fine dello stesso mese le squadre della MLS inizieranno i loro ritiri precampionato, in vista di una stagione che vede molte novità sul campo e qualcuna in meno a livello organizzativo.
Per esempio, quest'anno di certo avrà meno risonanza la Designated Player Rule, un po' perché è già stata metabolizzata quale caratteristica del massimo campionato di soccer USA, un po' perché non pare che a Beckham faranno seguito, almeno nel breve periodo, acquisti di levatura simile.
Stanno arrivando giocatori in possesso delle caratteristiche tecniche (Duilio Davino è solo un esempio, ma anche la probabile conferma di Schelotto sarebbe una buona notizia) adatte a far crescere la MLS senza per questo essere continuamente assediati dalla stampa mondiale 24 ore su 24. Certo, se arrivasse davvero Figo il discorso cambierebbe, ma allo stato attuale delle cose tale eventualità non sembra realizzabile.
Il mercato è entrato adesso, dunque, nella sua fase "calda", ma è ovviamente ancora troppo presto per emettere giudizi sull'operato dei gm delle varie squadre, anche perché finora si tratta di un mercato "in uscita": un gran numero di cessioni e tagli, ma di acquisti ce ne sono ben pochi. C'è però un team che, nella persona del suo general manager, non sa davvero rinunciare a far parlare di sé, al di là dei risultati del campo: parliamo ovviamente di Alexi Lalas e dei "suoi" Los Angeles Galaxy.
In passato abbiamo criticato senza mezzi termini il rossocrinito gm dei Galaxy (e prima ancora di San José e di New York) a causa della sua palese noncuranza per l'aspetto tecnico della squadra di cui si occupa, privilegiando sempre e comunque la risonanza mediatica che sarebbe scaturita dalle sue mosse: è evidente che ciò che sta a cuore alla redazione MLS di questo sito è lo stato di salute della Lega nella sua totalità , e non vediamo molto di buon occhio "colpi ad effetto" che non apportano significativi vantaggi in termini di crescita tecnica.
Un anno e mezzo fa Lalas ha portato a L.A. David Beckham: possiamo dire che la mossa è ancora ingiudicabile dal punto di vista tecnico, poiché Becks è arrivato negli USA infortunato, è stato fatto giocare senza aver riassorbito l'infortunio e la regular season dei Galaxy nel periodo estivo (organizzata in maniera omicida dalla MLS per vendere il maggior numero possibile di biglietti) non ha certo aiutato il biondo centrocampista, che solo raramente ha potuto esprimere la sua classe. Per esprimere un giudizio definitivo sull'effetto che Beckham avrà sul calcio negli USA sarà bene aspettare la fine della stagione 2008.
Certamente però il suo arrivo ha esposto i Galaxy e la MLS ad un livello di visibilità mai conosciuto prima, ha insomma messo per la 1ª volta a livello mondiale la Lega sulla "cartina geografica" del calcio; anche chi non se ne era mai interessato prima ha iniziato a sentire parlare della MLS, e di questo a Lalas va dato atto.
È altresì vero, però, che uno dei difetti più conclamati della MLS e di tutto il soccer USA in generale è la scarsità degli allenatori: pochi, poco preparati e ancora meno aggiornati, in evidente difficoltà a gestire uno spogliatoio, con poca personalità e scarse capacità di "leggere la partita".
Basti pensare che Bruce Arena, ex ct della Nazionale ed ex coach dei New York Red Bulls, viene considerato un santone del calcio nell'area-USA, quando basterebbe rivedere le partite della Nazionale a stelle e strisce ai Mondiali di Germania 2006 per rendersi conto della sua insipienza tattica. Grande motivatore, esprime il meglio di sé nel "cavare il sangue dalle rape", ma di fronte a contesti più competitivi perde la bussola. E questo sarebbe il miglior allenatore USA? Ma fateci il piacere"
Alexi Lalas (che, va detto, con i suoi allenatori non deve avere un rapporto molto facile, visto che nessuno resiste più di un anno, fin dai tempi di Bob Bradley a New York) ha deciso quindi di risolvere il rapporto con Frank Yallop, non in grado di raggiungere i play-off in 2 stagioni consecutive, e di battere una strada – l'importazione di allenatori dall'Europa – che finora qualche risultato lo ha prodotto: fino a prova contraria, infatti, le squadre MLS attualmente più competitive sono Houston Dynamo e New England Revolution, ossia le finaliste delle ultime 2 MLS Cup.
Sulle loro panchine siedono Dominic Kinnear e Steve Nicol, entrambi scozzesi, entrambi cresciuti calcisticamente nella vecchia Europa, dove hanno conseguito il patentino di allenatore di 1ª categoria. I risultati, sul campo, si vedono.
Ecco dunque il senso dell'ingaggio di un tecnico come Ruud Gullit.
Ed ecco che iniziano a spuntare le sentenze, sputate da personaggi più o meno autorevoli (che di solito della MLS non sanno un'emerita mazza: con le mie orecchie ne ho sentito parlare in un programma calcistico in onda su un'emittente locale qui in Lombardia, ma anche sul forum di Play.it ogni tanto appaiono dei notevoli troll), secondo cui questa scelta dimostra che:
a – Lalas è un incompetente perché avrebbe dovuto ingaggiare Capello o Mourinho (o un altro grosso nome).
b - il sistema americano è inconsistente (eufemismo).
Noi, che non siamo Gianni Brera ma un minimo di competenza sulla MLS l'abbiamo, ci permettiamo in questo caso di difendere l'operato di Lalas, forse per la 1ª volta - e speriamo non sia l'unica.
Facciamo un conto della serva: l'ingaggio di Capello (o di Mourinho o di qualunque altro allenatore molto quotato in Europa) quanto costerebbe, in termini di ingaggio, ad una Lega giovane, in espansione ma che non può fare il passo più lungo della gamba a meno di veder crollare come un castello di carte tutto il lavoro fatto in questi anni?
Ovviamente tantissimo: un Capello si accontenterebbe di meno di 10 milioni di dollari all'anno? Crediamo di no, e per varie ragioni: intanto perché sarebbero meritati visto il carisma, il pedigree e il palmarès del personaggio; in secondo luogo perché l'allenatore in questione metterebbe in gioco soprattutto la sua immagine e la sua credibilità : in una Lega dove il talento puro non è ancora abbondante è pericoloso per l'allenatore fare un passo del genere e vedere compromessa la propria immagine.
Di certo Lalas - e come lui anche il gm di New York, l'unica altra città degli USA dove si potrebbe collocare un allenatore europeo di grido – avrà soppesato questi fattori al momento di fare il tentativo con Capello (ma il ragionamento, lo ripetiamo, vale anche per Mourinho, Houllier, Benitez o Lippi, tanto per fare dei nomi).
Il vero problema è che la società non si può rifare con il merchandising né con la vendita dei biglietti: nessuno stampa magliette col mascellone di Capello in primo piano, e per gli americani è (ancora) di nullo interesse andare allo stadio ad ammirare l'esecuzione rigida del 4-4-2 o della diagonale difensiva.
Allora l'ingaggio di Gullit acquista una certa sensatezza: non si tratta certo del tecnico più titolato del mondo, e nessuno pensa che possa diventarlo. Al Chelsea però ha vinto una FA Cup nel 1997 e 2 o 3 stagioni fa ha quasi vinto un titolo olandese col Feyenoord. Si tratta comunque di un'addizione di spessore soprattutto per il tipo di mentalità che può apportare alla Lega.
Ruud ha già comunque dimostrato un approccio intelligente verso la sua nuova avventura: essendo l'America un ambiente completamente nuovo per lui, ha deciso di avvalersi della collaborazione di Cobi Jones quale suo "secondo": Cobi Jones (una leggenda del calcio statunitense) si è ritirato a 37 anni alla fine della stagione 2007, dopo 12 anni passati nella Lega vestendo sempre e solo la maglia dei Galaxy. Jones gli sarà di grande aiuto nella comprensione degli usi e costumi della società e della città di L.A. e nella gestione dello spogliatoio, ma d'altro canto lo stesso Cobi avrà molto da imparare sulla conduzione tecnica di una squadra.
Tanto per fare un esempio dell'approccio che hanno i tecnici USA alla preparazione della gara fin dalla fase di allenamento, ci viene in aiuto un dialogo raccontato dallo stesso Ruud e citato da noi sul forum: qualche settimana fa, durante un allenamento dei Galaxy guidato da Cobi Jones, questi stava facendo fare un esercizio di tattica in campo ai giocatori, focalizzando il discorso sulla fase difensiva. Ad un certo punto pare che Gullit gli abbia chiesto cosa stesse facendo, visto che Jones faceva schierare la difesa molto larga; Gullit ha cercato di spiegargli come non fosse quello il modo di difendere a meno che il campo non venisse ristretto. Questa la reazione di Jones: “Porca vacca (eufemismo, ndR), lo sapevo, lo sapevo, ma ogni coach che ho avuto mi ha sempre detto altrimenti!” .
Ecco, in questo panorama ci sembra che l'arrivo di Gullit possa dare una decisa sterzata verso un miglioramento della classe-allenatori. La speranza è comunque che la USSF appronti quanto prima un programma serio per la preparazione dei propri tecnici, fondamentali per la crescita dei giovani giocatori.
Da parte nostra non possiamo che augurare al simpatico Ruud le migliori fortune sulla panchina dei Galaxy!