Un benvenuto particolare ai Nationals …
Svanita l'emozione che una grossa novità riesce sempre a dare si torna al quotidiano e nel caso di Washington e dei suoi nuovi figli adottivi, i Nationals, non se ne prospetta uno tanto facile.
Torna il Baseball nella capitale ed a tutti gli esperti ed amanti del
gioco viene in mente subito la frase che per molto tempo ha accompagnato la franchigia locale: “First in War, First in Peace, Last in the National League”.
Il rischio che il ritorno del MLB a Washington sia un cammino in salita è notevole; si parte infatti da un record nel 2004 per gli Expos di 67 – 95 che non è certamente il miglior biglietto da visita presentabile. Sicuramente i due anni precedenti furono più entusiasmanti ma diversi punti di forza di quelle squadre non ci sono più.
L'inizio del lavoro di Jim Bowden non è poi stato molto confortante. La firma di un contratto per due anni a Vinny Castilla dopo le sue pessime statistiche dell'anno scorso non sembra un gran affare, anche i quattro anni per Cristian Guzman per un totale di 17 milioni di dollari alla luce della presenza di giocatori delle sue stesse capacità tra i prospetti della squadra diventano abbastanza discutibili. Rimane lo scambio Guillen – Rivera, con il primo certamente miglior battitore negli ultimi tempi ma anche tre anni più vecchio e con un caratterino niente male.
Le operazioni sono costate un notevole prezzo ed anche due giri del prossimo draft (esattamente il secondo ed il terzo). un pò troppo se si considera che sia i Rockies che i Twins non erano intenzionati dopo la scadenza del tempo utile, cioè il 7 dicembre, di fare offerte per trattenere i loro giocatori.
La presentazione del nome e del nuovo logo ci ha ampiamente mostrato che l'arrivo della franchigia non è stato preso con entusiasmo collettivo, anzi qualcuno si è anche preso la briga di salire sul palco per impossessarsi del microfono per poter dare il benevenuto alla sua maniera.
La cittadinanza non sembra infatti tanto ben disposta a farsi prelevare dalle tasche un pò di biglietti verdi per finanziare la costruzione del nuovo ballpark quando lo stesso D.C., inteso come Distretto di Columbia, non eccelle per presenza di scuole pubbliche, case popolari e servizi per disagiati in generale.
Non parliamo poi del dibatito in consiglio comunale con proposte che vanno e che vengono e maggioranza che ogni tanto perde qualche punto. Dal finanziamento totalmente pubblico alla comparsa in scena di fantomatici avvocati rappresentanti di gruppi intenzionati a costruire e gestire privatamente lo stadio. Senza parlare del prezzo finale dell'operazione nuovo ballpark che è ormai impossibile controllare. Partiti dai potenziali 450 milioni di dollari si è arrivati ultimamente dalle parti degli oltre 600.
La MLB è ovviamente proiettata nella ricerca di un proprietario per la franchigia ma le ultime esperienze avute nel campo fanno tremare i futuri tifosi dei Nationals. I Tampa Bay non sembrano in grandi mani e si è investito più nello stadio che nella squadra stessa, poi l'esperienza degli onnipresenti Colangelo a Phoenix con risultato quasi immediato di fallimento mancato per poco ed infine il tradimento a Miami con toccata e fuga di Mr. Blockbuster Wayne Huizenga, capace in un batter di ciglia di creare una squadra vincente e poi smantellarla con tanto di bilanci falsi ed altre amenità del genere. Insomma questi i signori scelti da Bud Selig nelle ultime assegnazioni fatte dal MLB. A Washington sono quindi d'obbligo le dita incrociate nell'attesa di conoscere chi sarà il prescelto.
I tre anni di gestione del MLB hanno letteralmente maltrattato il farm system degli Expos ma nonostante ciò qualche briciola di prospetto è rimasta e gente come il pitcher mancino Mike Hinckley ed il prima base Larry Broadway saranno sicuramente delle interessanti novità per il roster del 2005 che avrà in Josè Vidro il leader. Vidro è certamente uno dei migliori seconda base attualmente in attività ma ha bisogno di compagni solidi ed affidabili al suo fianco e soprattutto un background nella farm che deve essere immediatamente ristrutturato per poter dare risultati concreti nel più breve tempo possibile
La storia recente ci dice che due nuove arrivate come Arizona e Florida siano state capaci di ottenere da subito dei risultati notevoli, ma non è detto che questa sia diventata una regola fissa. E' certa invece la passione che George Bush ha per il Baseball ed avere una squadra dalle parti della Casa Bianca significherà qualche visita presidenziale allo stadio con un pò di influenza occulta in omaggio.
In attesa di vedere se nonostante tutto arriveranno anche delle vittorie per il momento nel boxscore si possono già annotare i primi sconfitti, ovvero i tifosi di Montreal, non molti per la verità , e gli stessi abitanti della capitale che amanti o no del national pastime per i prossimi 30 anni avranno qualche tassa in più sul groppone.