Tom Soehn, 41 anni, coach del D.C. United dal dicembre 2006
Veramente un peccato. Si giocherà infatti al RFK Stadium di Washington (D.C.) il prossimo 18 novembre la finale di MLS Cup. Ma nonostante per i fans sia la vera squadra campione, quella sera il D.C. United non scenderà in campo.
Lo United non è infatti riuscito a superare lo scoglio posto dai Chicago Fire di Cuahutémoc Blanco che, dopo aver vinto all'andata 1-0 al Toyota Park, sono riusciti a resistere sul 2-2 nel match di ritorno a Washington. In realtà D.C. il terzo gol che avrebbe portato le due squadre ai supplementari lo aveva segnato, ma secondo l'arbitro (visione confermata da una foto del Washington Post) l'argentino Christian Gomez si era aggiustato la palla con la mano. E per i rossoneri la stagione è over, tra qualche rimpianto ma comunque con la soddisfazione di aver dimostrato di essere la migliore, portandosi a casa anche il Supporters Shield (che alla prima in regular season) con la conseguente qualificazione a CONCACAF Champions Cup e al torneo "amichevole" (per modo di dire) fra squadre MLS e messicane, la SuperLiga.
Per fare un'analisi della stagione appena conclusa, e per cercare di capire cosa accadrà l'anno prossimo, abbiamo deciso di parlare col coach dei D.C. United Tom Soehn.
Classe 1966, da giocatore ha militato per cinque anni nella MLS con le maglie di Dallas e Chicago nel ruolo di difensore, Sohen ha sostituito Peter Nowak nel dicembre 2006, dopo esserne stato l'assistant coach dal 2003. Quest'anno, all'esordio, è stato tra i candidati al premio Coach of the year. Non male come inizio.
Non male ma difficile, vista la stagione lunga e difficile che ha dovuto affrontare, iniziata addirittura a febbraio col ritiro precampionato, per poi trovarsi in campo già a marzo per la CONCACAF Champions Cup, dove il D.C. ha prima superato l'Olimpia di Tegucigalpa ed è stato poi eliminato in semifinale dal CD Chivas de Guadalajara.
Mr. Soehn, l'anno non è iniziato benissimo, anche perché avete giocato in Champions Cup quasi un mese prima del via al campionato. Ma non è un problema che vi ritroverete anche l'anno prossimo?
Purtroppo in Champions Cup partiamo svantaggiati a causa del calendario, che ci vede affrontare la competizione mentre siamo ancora in preseason. Di conseguenza arriviamo a giocarci partite importanti mentre siamo ancora in deficit di preparazione. Non ci possiamo fare nulla. Iniziando troppo presto gli allenamenti rischieremmo di compromettere la stagione. Fortunatamente quest'anno la competizione prenderà il via un po' più tardi e quindi siamo convinti che le cose andranno meglio.
In realtà purtroppo probabilmente la preparazione iniziata molto in Anticipo, che si aggiunge alla rosa scarna delle squadre MLS, ha in buona parte compromesso il campionato del D.C. United. Basti notare che l'ultima vittoria risale al 29 settembre e che l'ultima contro una delle squadre qualificate ai playoff addirittura al 9 dello stesso mese. I playoff sono stati semplicemente l'inevitabile conseguenza di una forma ormai ali sgoccioli, come testimoniato anche dagli infortuni.
The best of D.C. United and Tom Soehn
Per il secondo anno consecutivo DC si è aggiudicata il Supporters Shield, e per il secondo anno è finita fuori al primo turno dei playoff. Non è un po' stanco di questo sistema? Non sarà tempo di cambiare?
Per noi è stata comunque un'ottima stagione. Siamo orgogliosi di quanto fatto. Purtroppo gli infortuni ci hanno condizionato nel momento topico della stagione, quando in due partite ti giochi una stagione. Certo, eravamo i più forti, ma i playoff funzionano così. Cambiare? Sì, e qui credo di parlare a nome anche dei miei colleghi, è tempo che la MLS individui un sistema più premiante per chi ben figura nella regular season.
Del brasiliano Luciano Emilio chi lo conosceva ne parlava già bene prima del suo arrivo, ma credo nessuno si aspettasse il suo exploit che lo ha portato a vincere la classifica capocannonieri. Come lo avete scovato?
Seguivamo Luciano Emilio da qualche anno. Abbiamo un'ottima squadra di osservatori che ce lo aveva segnalato sin dal suo sbarco sul continente nel 2002. Ci è sembrato subito avesse le qualità adatte a dare al nostro attacco quel qualcosa in più che abbiamo visto quest'anno.
L'argentino Christian Gomez e Jaime Moreno sono due delle incognite per il prossimo anno. Il primo ha il contratto in scadenza. Il secondo, 33 anni, ha ancora un anno a $250,000. I compagni lo magnificano sempre, ma è vero che quest'annoil boliviano, rigori a parte, ha segnato solo 3 gol e piazzato 6 assist in 21 partite. Sia lui che Gomez quest'anno non hanno reso ai loro livelli.
Vista l'età dei due, e visti le voci che li danno già in Qatar, crede che il loro tempo a Washington sia finito?
Sulla questione Quatar non voglio commentare, sono decisioni personali in cui non entro. E comunque mentre con Gomez dovremo decidere se discutere il rinnovo, Moreno ha invece ancora un anno di contratto. A breve faremo le nostre valutazioni.
Ed ecco che diventano comprensibili le dichiarazioni rilasciate da Moreno dopo il match perso coi Fire. Alla richiesta se rimarrà con DC la prossima stagione il boliviano ha risposto: “Non lo so. Molte cose stanno cambiando, e poi non so se sarò ancora nei piani dell'allenatore".
Inevitabile a questo punto chiedere a Tom Soehn di Juan Sebastian Veron.
È da qualche mese che dall'Argentina arrivano voci che vedono l'argentino in maglia rossonera dal 2008. Cosa ci può dire?
No comment su Veron. Quello che posso dire di lui però è che è un vincente, un giocatore con la mentalità giusta e la classe in grado di cambiare la fisionomia di una squadra.
Da sottolineare che giovedì scorso, riporta il Washington Post, i dirigenti del D.C. united hanno avuto un incontro con Gustavo mascardi, procuratore della brujita, la streghetta, soprannome dell'argentino Veron, che con Ben Olsen, Bryan Namoff e i brasiliano Fred formerebbe sicuramente il centrocampo più forte della MLS.
Sempre l'anno prossimo, pensa che Joshua Gros farà ancora parte del gruppo?
Purtroppo Joshua ha avuto problemi seri alla testa che lo hanno condizionato. Ma la decisione relativa all'eventuale ritiro del ragazzo (25 anni, ndr) deve essere ancora presa.
In SuperLiga siete stati eliminati da una bellissima punizione di David Beckham, unico vero lampo della stagione dell'inglese condizionata dagli infortuni. Che tipo di impatto sta avendo l'inglese sul soccer USA e sul pubblico?
La decisione di David Beckham di venire a giocare nella MLS ha sicuramente apportato notevole credibilità alla lega. La sua abilità in campo, ma anche tutto quello che fa fuori sono un vero valore aggiunto per la MLS. Purtroppo gli infortuni ne hanno limitato l'impatto sul campo, ma dal prossimo anno, se a pieno servizio, tutto sarà diverso per i Galaxy e per gli avversari.
Lei ha avuto la possibilità di allenare Freddy Adu dall'esordio, nel 2004, in qualità di secondo di coach Robert Novak. Il ragazzo dopo un breve passaggio al Real Salt Lake ha fatto un grande Mondiale Under 20 e ora si sta ben comportando al Benfica, dove gioca sotto la guida dello spagnolo Antonio Camacho, non certo noto per essere un simpaticone. Come vede lo sviluppo del più grande talento potenziale del soccer?
Freddy Adu è un ragazzo dal talento immenso che progredisce di giorno in giorno. Ma certo è ancora molto giovane. Sicuramente le sfide che sta vivendo in Europa lo faranno crescere velocemente e migliorare. Da parte sua ci vorrà l'umiltà necessaria e la voglia di lavorare duro per raggiungere i risultati che il suo talento potrà consentirgli.
Per chiudere, come valuta la sua prima esperienza come coach titolare sulla panchina del D.C. United?
L'ambiente non era certo a me sconosciuto. Il risultato di cui sono più orgoglioso, al di là di quello sportivo, non da poco, è quello di aver messo insieme un grande gruppo. È nello spogliatoio che nascono i successi di una squadra, e dopo aver fatto bene quest'anno sono convinto che il prossimo sarà ancora più vincente.
Assolutamente d'accordo, specie se davvero Juan Sebastian Veron diventerà il faro del centrocampo.