Fernando Clavijo: ancora sulla panchina dei Rapids nel 2008?
Tra le escluse eccellenti dai play-off che iniziano giovedì 25 ottobre ci sono i Colorado Rapids, che hanno concluso la stagione con 35 punti, frutto di 9 vittorie, 8 pareggi, 13 sconfitte. Negli anni passati uno score del genere poteva essere sufficiente per accedere ai play-off: anche quest'anno i Rapids si sono piazzati al 4° posto nella Western Conference.
Ma dato il nuovo metodo di qualificazione, questa volta agli azzurro-granata di Denver non è bastato gettare il cuore oltre l'ostacolo per superare lo scoglio dell'ultima giornata. A parte che la vittoria di Kansas City ha comunque bruciato ogni speranza al team di Fernando Clavijo, i Rapids avrebbero dovuto battere dei derelitti Real Salt Lake in ogni caso. E invece si sono fatti battere dai "cugini" dell'altro lato delle Montagne Rocciose, consegnando nelle loro mani anche la 3ª edizione della "Rocky Mountain Cup", il trofeo destinato a chi delle 2 fa più punti nella stagione regolare (trofeo puramente simbolico, peraltro, visto anche l'effettivo valore dei contendenti).
Questo conclamato fallimento, lungi dal farci piacere, ha però (o dovrebbe avere) un risvolto positivo. Proviamo a ragionarci sopra.
Nelle ultime 2 stagioni i Rapids si sono qualificati ai play-off sempre per il rotto della cuffia. Nelle semifinali di Conference hanno superato 2 volte Dallas (entrambe le volte ai calci di rigore) e sono approdati alle finali di Conference, dove l'avventura si è bruscamente interrotta, contro i Galaxy nel 2005 e contro Houston nel 2006. Caso vuole che entrambe le squadre hanno poi vinto il titolo MLS.
Ciò deve avere instillato nei giocatori e nella dirigenza la convinzione di essere una squadra piuttosto competitiva e di essere in grado di agguantare la post-season sempre e comunque. La circostanza fortuita secondo cui i Rapids sono usciti solo contro le squadre future campioni secondo noi ha tratto in inganno i dirigenti di Denver.
Ma quest'anno i nodi sono venuti al pettine: Colorado non è più (diremmo da quasi 10 anni, subito dopo la Finale del 1997) una squadra che possa puntare ad alti traguardi, ma ci voleva un brusco risveglio come questo perché la dirigenza lo capisse (sempre che lo abbia capito). Perché non è competitiva? Perché, a parte Pablo Mastroeni, non c'è tra gli uomini dei Rapids un elemento-guida né una qualità particolarmente alta.
A Denver non si trova né un goleador di razza come Twellman né un difensore roccioso come Boswell né un centrocampista col "fosforo" come Kljestan per guidare la squadra (al di là del mero "assalto all'arma bianca"). E visto che spesso abbiamo paragonato Mastroeni a Gattuso, continuando col paragone è come se il Milan potesse fare a meno di Inzaghi, Nesta e Pirlo tutti e 3 insieme. Un po' troppo, non credete?
L'off-season dei Rapids inizia oggi, sarà lunga e dovrà essere meditabonda. Di certo il patron Stan Kroenke (uno che di sport ha fatto una ragione di vita, visto che l'unica squadra del Colorado che ancora non gli appartiene sono i Rockies di baseball) non lesinerà investimenti per portare i Rapids ad una posizione di primo piano nella MLS.
Tutto deve partire però da un quesito: Fernando Clavijo è l'allenatore adatto a guidare i Rapids della rinascita? Finora su di lui non ci sono state particolari voci e certamente il raggiungimento di 2 Conference Finals in 3 anni lo pone in una luce positiva. D'altro canto parliamo di un coach che non è mai stao in grado di dare un gioco arioso e spettacolare alla squadra, preferendo sempre e comunque allestire roster molto potenti ma poco tecnici e fantasiosi. Ma solo con la potenza (o solo con la tecnica) non si va lontano.
Il 2° dubbio è relativo alla capacità di Colorado, intesa come dirigenza operativa, di individuare quegli elementi che potrebbero contribuire da subito ad una decisa "operazione-restauro" della rosa. Dove sta allora il risvolto positivo di cui parlavamo prima? Eccolo qui: stare fuori dai play-off significa avere una scelta più alta al draft; se si è in grado di gestirla al meglio possono venire fuori possibilità che prima non esistevano.
Naturalmente sarà importante condurre anche un'oculata e competente campagna-acquisti. A tutt'oggi ciò che a Colorado serve come l'aria da respirare è un realizzatore, un bomber che segni con regolarità . È merce rara, e chi ce l'ha non se ne priva di certo. È proprio per questo che la MLS ha approvato la Beckham Rule: strano che Kroenke (o chi per lui) non ne abbia ancora approfittato.