Jimmy Conrad: un vero capitano

Un capitano, c'è solo un capitano: Jimmy Conrad

La seguente intervista è apparsa a pag. 101 del n. 118 del mensile Calcio 2000, attualmente in edicola

1 - Ciao Jimmy, grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande! Iniziamo aprendo il baule dei ricordi. Dopo la tua carriera universitaria, hai iniziato giocando con i San Diego Flash, una squadra della A-League (l'attuale USL, ndr). Come ci sei rimasto quando hai visto che la MLS non ti aveva scelto?

JC: Quando la MLS non mi scelse, ci rimasi davvero male perché la mia squadra di college aveva appena vinto il campionato NCAA, ed essendo all'ultimo anno pensavo che sarei stato scelto di sicuro. All'inizio mi sentivo a pezzi ma giocare nella A-League si è rivelato invece una benedizione perché dovetti giocare 30 partite in 6 mesi. Se fossi andato direttamente nella MLS, avrei dovuto sedermi in panchina e guardare, invece l'esperienza sul campo ti fa imparare molto di più.

2 - Nella 1ª stagione MLS con i San José Clash dimostrasti di essere un grande difensore, e questo ti aprì le porte dell'Europa, per l'esattezza della Polonia (venisti acquistato dal Lech Poznan nella primavera del 2000). Cosa ti ha lasciato quell'esperienza? Torneresti in Europa e dove?

JC: Sono aperto e disponibile ad ogni opportunità  se una squadra mi vuole, in qualunque punto del mondo sia. Tuttavia sono concentrato nel portare al successo la mia squadra a Kansas City e voglio aiutarli a riempire la bacheca dei trofei!

3 - Nonostante i Wizards non abbiano fatto una buona stagione nel 2005, tu sei stato nominato "Difensore dell'Anno"; cosa ha significato per te?

JC: Penso che avrei meritato di vincere il premio nel 2004 perché avevamo la miglior difesa della MLS, vincemmo la US Open Cup, ed arrivammo fino alla Finale della MLS Cup! Così vincere un premio individuale mentre la mia squadra si trovava in difficoltà  è stato" agrodolce perché il vero obiettivo di qualunque atleta che giochi per amore dello sport è vincere campionati.

4 - I Wizards stanno andando bene quest'anno, ma nel 2006 la chiusura è stata qualcosa più di un rischio. Ad un certo punto è sembrato che per rimpiazzarvi sarebbe sorta una nuova squadra a Philadelphia. Cosa hai provato in quel frangente?

JC: È stato difficile stare dietro al clima d'incertezza che attorniava la società , ma allo stesso tempo capisco che questo è anche un business e, se la migliore decisione da prendere fosse stata di trasferire la squadra, dubito che qualunque cosa potessi dire avrebbe cambiato l'opinione di chi prende le decisioni…

5 - Ora sei il capitano della Nazionale USA, e hai avuto l'occasione di giocare nella Coppa del Mondo 2006; pensi che gli USA abbiano fatto il meglio che potessero o c'è qualcosa che cambieresti se potessi?

JC: Credo che ci sia una linea molto sottile tra "successo" e "fallimento" al livello dei Mondiali. Per esempio, la Francia vince la Coppa nel 1998 e viene eliminata al 1° turno nel 2002 senza aver segnato nemmeno un gol. Per la nostra nazionale abbiamo avuto un bel po' di fortuna nel 2002 e nel 2006 non ne abbiamo avuta per niente. Credo che si tratti semplicemente di questo.

6 - Ancora sulla Nazionale; avete vinto la 2ª Gold Cup di fila, ma la Copa America ha mostrato che forse gli USA non sono ancora pronti per competere ad armi pari contro squadre come Argentina e Brasile; qual è la ricetta per raggiungere quel livello?

JC: Penso che ci siano 3 componenti fondamentali per ogni squadra: 1. Condizione fisica; 2. Abilità  tecnica; 3. Consapevolezza tattica. Credo che la nazionale USA atleticamente possa competere con i migliori. Credo anche che la nostra abilità  tecnica sia molto migliore di quella di altri paesi e abbiamo giocatori e squadre che possono testimoniare questo, per cui diciamo che ci stiamo avvicinando ai migliori anche in questo senso. Ma penso che dobbiamo migliorare di molto sotto l'aspetto tattico; va meglio rispetto ad una volta ma le nostre maggiori mancanze sono lì. Ma ti assicuro che è solo una questione di tempo.

7 - Parliamo della "Beckham rule": pensi che giocatori come lui aggiungeranno credito alla MLS o hai paura che si possa verificare una sorta di "effetto NASL" (cioè: giocatori famosi ma oltre i 30 anni potrebbero arrivare solo per accaparrarsi gli ultimi soldi della carriera)?

JC: Penso che la "Beckham rule" avrà  un effetto positivo sulla MLS perché in America, con la quantità  di sport e attività  tra cui scegliere, avere Beckham (e il suo livello di celebrità ) farà  si che se ne parli continuamente e gente che non ha mai seguito il calcio prima potrà  cominciare ad apprezzare questo meraviglioso sport.

8 - Mi sembra che giocatori come il tuo compagno di squadra Carlos Marinelli siano le addizioni che realmente possono aiutare la MLS a raggiungere un livello più alto; chi pensi debba essere nominato il miglior Designated Player questa stagione?

JC: Al momento il migliore dovrebbe essere Juan Pablo Angel. In passato molti giocatori stranieri di alto profilo sono arrivati nella Lega agendo come se fossero in vacanza ma Juan Pablo è arrivato e ha dimostrato ai suoi compagni che lui è qui per lavorare duro e vincere qualcosa. È stato davvero una ventata d'aria fresca per l'intera Lega, un vero professionista.

9 - Ultima domanda: se i Wizards non dovessero vincere la MLS Cup 2007, chi credi che la vincerà ?

JC: Penso che gli Houston Dynamo abbiano una squadra ottima e il motivo più importante per cui vanno così bene è che ognuno di loro gioca per i compagni. Sfortunatamente, in Finale perderanno contro di noi!

Mille grazie, Jimmy, e in bocca al lupo per la tua carriera!!!

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