Sacha Kljestan e Jesse Marsch festeggiano il pareggio di Lawson Vaughn contro D.C.
Sono la nuova forza della MLS, in grande ascesa verso la testa della Western Conference all'inseguimento dei campioni in carica Houston Dynamo, che avrebbero potuto agganciare se ieri notte avessero battuto i D.C. United. Ma il brasiliano Luciano Emilio con la sua doppietta (seppur pareggiata dai gol di Ante Razov e Lawson Vaughn) ha rovinato la festa ai rumorosi 9,306 presenti al HDC di Carson. Rumorosi sì, ma un po' pochini per una squadra che sta finalmente dando soddisfazioni a società e tifosi. E proprio la scarsita di pubblico, unica vera nota stonata di questa bella stagione, è la motivazione più evidente dietro le dimissioni del presidente Javier Leon.
I Chivas USA, voluti fortemente nella MLS e a Los Angeles dal miliardario messicano Jose Vergara, proprietario anche d nel SuperClasico, il derby giocato el team messicano CD Chivas de Guadalajara. I Chivas USA, nonostante la società stia pensando ad un nuovo stadio, attualmente condividono l'Home Depot Center, e mentre i Los Angeles Galaxy hanno glamour, i Chivas USA hanno la grinta, come si è potuto vedere nel SuperClasico, il derby, in cui hanno demolito David Beckham e i suoi con un secco 3-0. "Onestamente avere David Beckham che gioca con i Galaxy ci ha fortificato", ha dichiarato il difensore Jonathan Bornstein al NY Times. "Abbiamo sentito di dover provare qualcosa e di uscire dal cono d'ombra che si era venuto a creare su di noi. E ci siamo riusciti nel SuperClasico, e dimostrando in questo periodo che siamo una squadra che non può essere presa alla leggera".
Dopo una prima stagione disastrosa in Major League Soccer, in cui i Goats hanno cercato di ripetere i successi dei cugini di Guadalajara usando solo giocatori messicani, il club ha cambiato strategia, e quest'anno ha ceduto il proprio designated player slot ai NY Red Bulls in cambio del nazionale honduregno Amado Guevara. Purtroppo la cosa non ha funzionato, e Guevara è stato tagliato. Ma, via lui, sono stati il cubano Maykel Galindo, il giovane portiere Brad Guzan, i centrocampisti Francisco Mendoza e Sacha Kljestan il veterano Ante Razov ad assumersi la responsabilità di guidare il gruppo.
Jonathan Bornstein, MLS rookie of the year 2006, è parte fondamentale del gruppo che ha messo insieme 5 vittorie (incluso il derby coi Galaxy) nelle ultime 7 partite. A parte questo, i Chivas USA (score di 11-6-4, 36 punti all'attivo) sono secondi a 3 giornate dal termine della regular season e sono ancora imbattuti in casa. Mentre i Chivas USA salivano, i Galaxy infatti affondavano, perdendo ben 6 match consecutivi e infine anche Beckham, finendo la bellezza di 23 punti dietro ai Chivas USA, e virtualmente fuori dai playoff.
"Siamo in ottima forma", ha detto Bornstein. "L'atmosfera nello spogliatoio è ottima. Stiamo segnando molti gol e ne subiamo pochi. Il merito è della mentalità del gruppo e alla disciplina difensiva che ci ha trasmesso Preki, che fino ad oggi ha fatto un gran lavoro".
Proprio lui, l'ex attaccante Predrag Radosavljevic, meglio conosciuto come Preki, subentrato a Bob Bradley nella carica di coach dei Chivas USA al momento della nomina di questi a CT dello United States national team lo scrso anno. Preki, 44enne nato a Belgrado, ritiratosi dal calcio giocato nel 2005, ha alle spalle una lunghissima carriera iniziata nel 1983 con la maglia della Stella Rossa di Belgrado, con cui ha giocato per due anni vincendo anche un campionato. Nel 1985 si trasferisce negli Stati Uniti andando a giocare nella MISL (la lega indoor) con i Tacoma Stars e poi nel Missouri, con i St. Louis Storm, con cui rimane fino al 1992, venendo nominato all-star per tutte e 7 le stagioni. Dal 1992 al 1994 Preki gioca in Inghilterra con l'Everton nella FA Premier League, dove in attacco milita insieme al bravo Tony Cottee e agli ex baresi Paul Rideout e Gordon Cowans, passando poi al Portsmouth, in First Division. Nel 1994 si trasferisce nella Continental Indoor Soccer League ai San Jose Grizzlies. Preki ritorna outdoor mella stagione inaugurale della MLS nel 1996, indossando la maglia dei Kansas City Wizards, con cui vince la MLS Cup nel 2000 e rimane fino a fine carriera, con un breve passagio nel 2001 ai Miami Fusion in 2001, che chiudono a fine stagione. All'epoca 38enne, i Wizards lo riprendono nel 2002 MLS Dispersal Draft solo però dopo che tutte le altre squadre rinunciano a lui, considerandolo ormai finiti. La vendetta di PReki si compie però nel 2003, quando diventa l'unico giocatore della MLS a vincere l'MVP Award e la classifica cannonieri due volte, nel 1997 e 2003 appunto. Nella preseason 2004 subisce un grave infortunio alla caviglia che lo tiene fuori per utto il 2004, ma nel 2005 rientra per poi ritirarsi a fine stagione, segnando anche un gol all'ultimo minuto della sua ultima partita. Nonostante le sue origini jugoslave, Preki gioca 28 partite nella Nazionale USA (una proprio contro la Jugoslavia ai Mondiali 1998), segnando anche il gol vittoria per gli USA contro il Brasile nella Gold Cup 1998.
Nel 2006 diventa assistant coach di Bob Bradley ai Chivas USA, e il 17 gennaio 2007 viene incaricato ufficialmente di guidare la squadra, che al momento sta vivendo la migliore stagione della sua breve storia.
L'ingaggio di Preki, considerato ancora inesperto come coach, ha sollevato molti dubbi che potesse ripetere i risultati di Bradley, che l'anno prima ha portato i Chivas ai playoff per la prima volta nella storia. Ma i dubbi non gli hanno creato problemi di alcun genere. “Quando ho iniziato non ho mai sentito di dover provare qualcosa", ha detto Preki. "L'importante è credere in sé stessi, altrimenti è meglio non accettare un incarico del genere. Ho sempre creduto di poter continuare il progetto iniziato l'anno scorso con Bob". All'inizio però le cose non sono andate così bene, con 3 sconfitte e un pareggio nelle prime 6 partite. "È normale avere dei dubbi quando c'è un nuovo coach" ha dichiarato il veterano della Nazionale messicana Claudio Suarez. “Ma i risultati sono arrivati, e ora dobbiamo continuare così per poter lottare per il titolo".
Il fatto che Preki sia stato un ex calciatore di livello ha aiutato non pochi giovani come Bornstein a migliorare. "Non solo mi ha insegnato a crossare, ma è il modo in cui l'ha fatto. È uno capace di trasmetterti fiducia in te stesso", dice Bornstein.
Il mancino Bornstein quest'anno è diventato una colonna della Nazionale, anche grazie all'arrivo del suo mentore Bradley sulla panchina, e a causa di ciò ha dovuto rinunciare a varie partite di MLS, essendo uno dei pochi impegnati sia in Gold Cup che in Copa America. È questo il motivo per cui Bradley ha deciso di lasciarlo a casa in occasione del match di domenica tra gli USA e Brasile, consentendogli di contribuire all'ascesa dei Chivas USA verso i playoff ieri contro DC e domenica contro i NY Red Bulls, che saranno privi del giovane Josmer Altidore, infortunatosi la scorsa settimana, e anche del velocissimo rookie giamaicano Dane Richards, squalificato. La prova di maturità definitiva dei Chivas USA si avvicina.