Karl-Heinz Granitza, il miglior centravanti della storia di Chicago
La capitale dell'Illinois è da sempre una delle aree più ricettive per il soccer. Negli anni '60 Cox vi fa giocare alcune partite della sua ISL, e nel 1967 la città annovera addirittura due franchigie: i Chicago Spurs nella NPSL e i Chicago Mustangs nella U.S.A. I Chicago Spurs giocano la loro prima ed unica stagione al Soldier Field, con una media di appena 2.619 spettatori a partita, piazzandosi terzi nella Western Division totalizzando 10 vittorie, 11 pareggi ed 11 sconfitte, mancando così i play-off. Di questa effimera franchigia sono da ricordare il vice capocannoniere Willy Roy, nominato anche Rookie of the year con 17 reti, ed Ernie Winchester con 13 reti, oltre al portiere Manuel Camacho.
I Chicago Mustangs invece disputano il loro campionato USA al Comiskey Park, importando la franchigia italiana del Cagliari, che annoverava ai tempi il nazionale Roberto Boninsegna, capocannoniere di lega con 10 reti. Da ricordare anche il portiere Pietro Pianta. I Mustangs si piazzano al terzo posto della Western Division con 3 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte. Nemmeno i Mustangs si qualificano però per i play-off, e la media spettatori, sebbene più altra di quella dei loro cugini Spurs, si attesta comunque su un magro 4.207 paganti a partita.
Nel 1968, con la nascita della NASL i Chicago Spurs si trasferiscono nel Missouri dove diventeranno i Kansas City Spurs, lasciando così il campo libero ai Mustangs, che però non faranno meglio nella neonata lega. Nel 1968, i Chicago Mustangs finiranno secondi nella Lakes Division con 13 vittorie, 9 pareggi e 10 sconfitte. Meglio dell'anno prima ma non abbastanza per raggiungere i play-off. La media spettatori crolla a 2.463 paganti. Nella formazione dei Chicago Mustangs del 1968 spiccano i nomi del capocannoniere della NASL, John Kowalik con ben 30 reti, e di Peter Sulincevski, 16 centri all'attivo. Al termine della stagione 1968, i Chicago Mustangs, come quasi tutti i team della NASL, falliscono.
A Chicago non si parlerà più di soccer fino al 1975, quando durante l'espansione della NASL dovuta all'arrivo dei grossi nomi vengono creati i Chicago Sting. Il nome viene scelto per via di un film edito nel 1973 chiamato "The Sting", sulla Chicago degli anni '30. La neonata franchigia prende casa al Soldier Field, dove anni prima avevano giocato gli sfortunati Spurs. Con una media di 12 partite vinte e 10 perse i pungiglioni di Chicago, che tra le altre cose avevano la divisa gialla e nera come le api, arrivarono secondi nella Central Division. Non male come esordio, ma non abbastanza per raggiungere i play-off. La media spettatori si attest sulle 4.330 unità . Tra i calciatori di quella squadra di esordienti vanno ricordati il portiere Mervyn Cawtson ma soprattutto l'attaccante inglese Gordon Hill, (non molto conosciuto in patria al tempo ma che lascerà il segno nel soccer a stelle e strisce), che tocca quota con 16 reti e 7 assist.
Nel 1976 i Chicago Sting riportano a casa l'attaccante John Kowalik, già capocannoniere con gli scomparsi Mustang nel 1968. Gli Sting arrivano primi nella Northern Division con 15 vittorie e 9 sconfitte, ma il loro sogno di conquista del titolo si infrange contro i prossimi campioni Toronto Metros-Croatia che sconfigge i pungiglioni per 3-2. La media spettatori arriva però a sole 5.801 presenze al Soldier Field. Tra le amichevoli internazionali è da ricordare un pari per 2-2 contro il Manchester United datato 26/5/1976.
Nel 1977 i Chicago Sting cambiano casa, traslocando al Wrigley Field dove rimarranno fino al 1979. Senza nessun nome di grido in una NASL che pullulava di stelle del calcio internazionale, gli Sting finiscono al quarto posto della Northern Division con una media di 10 vittorie e 16 sconfitte. Nonostante il pessimo andamento della squadra la media spettatori calerà ma non di molto attestandosi sulle 5199 presenze. Nel 1978 arrivano a Chicago il nazionale danese Jorgen Krinstensen, vecchia conoscenza della NASL ed il tedesco Karl-Heinz Granitza acquistato dall'Herta BSC di Berlino. Con 12 vittorie e 18 sconfitte i Chicago Sting arrivano secondi nella Central Division, ma nonostante la qualificazione ai play-off e l'arrivo dei nuovi acquisti la media spettatori scenderà ancora toccando le 4.188 presenze. Il cammino degli Sting nella post season si arresta al primo turno, dove vengono sconfitti per 3-1 dai Tampa Bay Rowdies. Nel 1979, grazie all'esplosione del tedesco Granitza e alla buona annata del nazionale canadese Bruce Wilson, perno della difesa degli Sting, la franchigia di Chicago si piazza ancora una volta seconda nella Central Division con 16 vittorie, 14 sconfitte ed una media spettatori schizzata fino a 8.036 paganti. Ai play off i pungiglioni di Chicago sconfiggono i Fort Lauderdale Strikers per 2-0 e 0-0, accedendo così per la prima volta alla seconda fase delle eliminatorie. Purtroppo per loro però, i San Diego Sockers si sbarazzeranno di loro vincendo entrambi i match per 2-0 e 1-0.
Nel 1980 i Chicago Sting cambiano ancora una volta casa, trasferendosi questa volta al Comiskey Park, dove un tempo avevano giocato i Mustangs di Boninsegna. Questa sarà la casa degli Sting fino alla caduta della NASL nel 1984. Sospinti dai goal del tedesco Karl Heinz Granitza e di Arno Steffenhagen, ed aiutati dalle parate di Phil Parkes, i Chicago Sting arrivano primi nella Central Division con 21 vittorie ed 11 sconfitte. La media spettatori per il 1980 è di ben 11.672 paganti. Finita la regular season, gli Sting si avviano ai play-off dove però vengono sconfitti a San Diego per 2-1. La partita di ritorno arride invece ai pungiglioni per 3-2, ma nel mini game finale, i Sockers hanno ragione degli Sting per 2-1.
Nel 1981, in una NASL che comincia a dare segni di cedimento a causa dei mancati rientri economici, la fuga dei grandi nomi, la mancata copertura televisiva anche per colpa delle pressioni delle altre leghe sportive, gli Sting, allenati dall'ex giocatore Willy Roy, aggiungono alla rosa il difensore Frantz Mathieu e l'argentino Pato Margentic che assieme ai sempiterni Granitza e Steffenhagen civentano dei perni inamovibili della squadra che vincerà il Soccer Bowl 1981, strappandolo nientedimeno che ai New York Cosmos.
La regular season si conclude con la squadra saldamente al comando della Central Division con una media di 23 vittorie ed appena 9 sconfitte e 12.889 spettatori sugli spalti. Durante i play-off, i pungiglioni si sbarazzano dei Seattle Sounders vincendo per 3-2 in casa, perdendo 2-0 a Seattle e vincendo, ancora una volta per 3-2, il mini game. Nei quarti di finale gli Sting esordiscono perdendo 3-2 contro i Montreal Manic ma i successivi match verranno vinti dai pungiglioni entrambi per 4-2. Le semifinali sono contro i San Diego Sockers, ed anche questa volta l'esordio non è positivo, con i pungiglioni che soccombono per 2-1. Fortunatamente però la partita di ritorno finirà 2-1 per gli Sting ed anche il mini game darà loro ragione per 1-0. L'inattesa finale si svolge a Toronto, dove 36971 spettatori videro i Chicago Sting vincere agli shootout contro i New York Cosmos per 1-0 dopo una partita molto dura e giocata prevalentemente sulla difensiva. Per la prima volta gli Sting avevano portato a Chicago la NASL Cup sottraendola alla squadra più internazionale, titolata e popolare degli Stati Uniti: i Cosmos di New York. Nel 1982 gli Sting vendono il difensore Frantz Mathieu ai Montreal Manic,commettendo un errore che pagheranno caro in quanto la franchigia di Chicago si piazzerà ultima nella Eastern Division con la peggior difesa della conference, e tutto questo nonostante i goal di Granitza che si piazzerà ancora una volta secondo nella classifica marcatori dietro l'italiano Giorgio Chinaglia.
I pungiglioni però si consolano con la vittoria della prestigiosa Trans Atlantic Challenge Cup, pareggiando 0-0 contro il Nacional Montevideo, vincendo per 3-1 contro il Napoli e vincendo la finale contro i New York Cosmos per 4-3 di fronte a 36904 spettatori accorsi al Giant Stadium di New York. Nel 1983, oltre all'eterno secondo Granitza, che nemmeno dopo il ritiro di Chinaglia riesce a piazzarsi in vetta della classifica cannonieri, è da segnalare il nuovo acquisto Ricardo Alonso, che con 16 reti messe a segno si piazza terzo alla pari di Steve Zungul dei Golden Bay Earthquakes. Da ricordare anche Pato Margentic ed il portiere Victor Nogueira. Supportati da una media spettatori pari a 10.397 spettatori, gli Sting arrivano secondi nella Eastern Division con 15 vittorie e 15 sconfitte. La loro corsa verso il titolo però termina nella prima fase dei play-off dove verranno schiantati dai Golden Bay per 6-1. La partita di ritorno vedrà la vittoria di misura dei pungiglioni ma nel mini game gli Sting verranno fatti a pezzi dai Golden Bay per 5-2. Nel 1984, ultima stagione della NASL, con un campionato ridotto ad appena 9 squadre, i Chicago Sting vincono la Eastern Division con una media di 13 vittorie ed 11 sconfitte, davanti ad una presenza media di 8.376 spettatori allo stadio. Durante le semifinali i pungiglioni affrontano i Vancouver Whitecaps perdendo in casa per 1-0 ma vincendo in trasferta per 3-1 ed ancora in casa per 4-3 nel mini game. Il Soccer Bowl era stato sostituito dalle Championship Series, e i Chicago Sting stavolta prevalgono andando a battere i Toronto Blizzard per 2-0 durante l'ultima partita della NASL.
Gli shoot out del Soccer Bowl 1981
Il fallimento della NASL però non coincide con il fallimento degli Sting che si uniscono alla lega indoor MISL. Nel 1985, sospinti ancora una volta dall'inossidabile Granitza e aiutati in difesa dalle parate di Nogueira, gli Sting si piazzano al secondo posto della Eastern Division, ma la corsa al titolo termina contro i Cleveland Force che eliminano gli Sting con la seguente striscia: 5-4, 4-8, 6-1, 5-4. Nel 1986 i Chicago Sting, nonostante Granitza ed il neoacquisto Drago Dumbovic, i pungiglioni finiscono penultimi nella Eastern Division, mancando così i play-off, cosa che si ripete anche nel 1987, con 23 vittorie e 29 sconfitte. L'unica cosa positiva che balza agli onori delle cronache è la vittoria per 10-4 (davanti a 12892 spettatori) sui sovietici della Dinamo Kiev venuti ad effettuare un tour negli Usa.
Nel 1988, con la media di 24 vittorie e 33 sconfitte, i Chicago Sting si piazzano sul basamento della Eastern Division della MISL ed al termine della stagione i pungiglioni falliscono. Le sorti dell'indoor soccer vengono prese in mano però dalla neonata franchigia denominata Chicago Power, militante nella lega denominata AISA. Nel loro primo anno di vita i Chicago Power, sospinti dai goal di Karl-Heinz Granitza, finalmente primo in una classifica cannonieri, si piazzano al terzo posto con 22 vittorie e 18 sconfitte. Durante i play-off, i Chicago Power sconfiggono i Milwakee Wave per 16-12, 10-14, 20-4, ma il titolo arride ai Canton Invaders che sconfiggono la nuova franchigia per 16-8, 6-8, 16-7, 6-22, 15-9, conquistando così il titolo AISA 1988/89. Nel 1990, i Chicago Power mancano i play-off piazzandosi terzi nella National Division con 20 vittorie e 20 sconfitte. L'unica nota positiva dell'annata è la nomina di Bret Hall come defender of the year 1990. Nel 1991 però, i Chicago Power, grazie alle reti di Pato Margentic e Mirko Castillo e il lavoro in difesa del portiere Mark Berry conseguono una media di 23 vittorie e 17 sconfitte, finendo il campionato al primo posto della National Division. Ai play-off i Power sconfiggono i Detroit Rockers per 14-9, 8-5, e nelle finali i Power conquistano il loro primo titolo AISA, (che nel frattempo è diventata NPSL) a spese dei Dayton Dynamo per 12-0, 8-4, 12-10. Nel 1992 i Power sono ancora una volta in testa alla National Division con 30 vittorie e 10 sconfitte ma la loro corsa si ferma ai play-off con i Detroit Rockers che si vendicano del torto subito un anno prima eliminando dalla corsa i Chicago Power per 18-8, 7-18, 19-3. Da ricordare gli attaccanti Mike Richardson e Teddy Kraft, i portieri Russ Prince e Mark Simpson, e il difensore Bret Hall. Dal 1992/93 fino al 1995/96, i Chicago Power mancheranno le qualificazioni ai play-off, e dopo la stagione 1995/96 i dirigenti della squadra decidono di cessare le operazioni a Chicago e trasferire la franchigia in Canada dove diventano gli Edmonton Drillers.
Nel 1997, il quartier generale della MLS annuncia la notizia che dal 1998 la città di Chicago avrà dopo 14 anni una franchigia professionista outdoor, la squadra si chiamerà Chicago Fire, che all'esordio farà la doppietta MLS Cup - Us Open Cup, con l'attuale coach della Nazionale, Bob Bradley, alla guida.