In oltre 60.000 aspettano David Beckham a New York
Era il 13 agosto 1977. Sullo schermo del Giants Stadium lampeggiava una scritta: 77.691. Era il numero dei presenti allo stadio quel giorno, tutt'oggi record imbattuto per una partita di club pro americani, per assistere alle Eastern Division championship series della North American Soccer League fra New York Cosmos e Ft. Lauderdale Strikers. Vinsero i Cosmos con un incredibile 8-2. In campo c'erano Pelè, Franz Beckenbauer, Carlos Alberto e Giorgio Chinaglia per i Cosmos, che quel giorno fecero capire al portiere degli Strikers, il grande Gordon Banks, che la sua lunga e gloriosa carriera era davvera prossima alla fine.
Sono passati 30 anni esatti da quel giorno, e nel frattempo la NASL è morta, ed oggi è la Major League Soccer (MLS) ad aver finalmente lanciato il soccer, anzi il calcio, negli Stati Uniti. E 30 anni dopo siamo vicini a rivedere un Giants Stadium interamente esaurito per una partita di campionato fra due squadre americane. Solo che domani notte NY sarà rappresentata dai Red Bulls, le cui stelle si chiamano Juan Pablo Angel, un buon centravanti colombiano con un passato tra luci e ombre all'Aston Villa, Claudio Reyna, centrocampista della golden generation del soccer USA, ma ormai a fine carriera e in dubbio per sabato, e Jozy Altidore, giovane (17 anni) grande speranza di NY e della Nazionale americana, uno che presto vedremo in Europa. È assai più probabile però che quel gran pubblico di domani (sono oltre 50.000 tra abbonati e paganti gli spettatori già sicuri, e le vendite continuano incessantemente) sarà lì per vedere più uno che vestirà una maglia che non è quella di NY. Parliamo ovviamente di David Beckham dei Los Angeles Galaxy, autore mercoledì in SuperLiga del suo primo gol in maglia biancoblu (una volta gialloverde), il cui circo mediatico sbarcherà proprio nella "grande mela" (in realtà a East Meadowlands, NJ). E l'attesa è enorme. Si spera che lo spettacolo possa essere all'altezza, anche se il massimo che Beckham trova intorno a se in squadra consiste in gente come Landon Donovan e Abel Xavier. Poi è il deserto. Non per niente i Galaxy sono al penultimo posto assoluto della MLS 2007. Ma qualche bagliore di ripresa, proprio grazie all'inglese, si inizia ad intravedere.
Come chi ci segue avrà potuto notare in queste settimane, dopo essere stati i primi ad analizzare in modo approfondito l'impatto in termini sportivi, di immagine e di business che l'ingaggio di David Beckham avrebbe avuto sulla MLS, dal momento del suo sbarco sfociato prima nei pochi minuti col Chelsea e poi nel prolungarsi dell'infortunio alla caviglia, il tutto tra telecamere, gossip e reality show, abbiamo un po' evitato di correre dietro ai giornali su chiacchiere che ben poco hanno a che fare col calcio giocato e con la crescita del fenomeno soccer negli USA. Chi voleva infatti essere informato sulla copertura mediatica di Beckham e di sua moglie Victoria ha avuto a disposizione in italiano quasi tutti i giornali italiani. Ma Playit è altro.
Negli ultimi due mesi in America la ESPN ha iniziato un bombardamento mediatico intorno alla figura dell'ex Spice Boy, del cui talento calcistico purtroppo sin'ora i fans americani hanno potuto vedere solo pochi minuti e ancor meno sprazzi, a causa del noto infortunio. E se all'inizio tanta attenzione era più che normale, assistere ad un match come quello dello scorso week-end fra New England Revolution e Los Angeles Galaxy, in cui per buona parte del match le telecamere hanno inquadrato Beckham in panchina invece della partita e i telecronisti non hanno fatto altro che ripetere le stesse cose, allora forse si sta un po' esagerando.
Esagerando perché è molto rischioso vendere in America, in quel modo, un prodotto come la MLS non ancora "maturo" a certi livelli in termini tecnici e di qualità . Il rischio è quello di una caduta di interesse, di un distacco da parte dei tifosi attirati dalla figura di Beckham (o anche di Cuahutémoc Blanco a Chicago, di cui non si parla come ci si aspettava).
Tutte le punizioni David Beckham. NY ne aspetta una.
Ma non siamo certo i soli a dirlo. Anche la dirigenza della MLS si sta rendendo conto dei rischi di puntare tutto e solo sull'effetto-Beckham, e già a breve dovrebbero essere annunciate modifiche. Si parla infatti di raddoppiare o triplicare il salary cap in due anni e di cambiare la regola sul Designated Player, rendendola più elastica. È infatti assolutamente necessario avere qualche altra stella su cui i riflettori possano essere puntati perché l'anno prossimo l'attenzione non cali.
Interessanti leaffermazioni di Randy Bernstein, primo chief marketing officer della MLS al suo lancio, ha definito sul Time l'arrivo di Beckham ai Los Angeles Galaxy e il suo impatto immediato sul soccer negli USA come "una tempesta perfetta", ma ammonisce anche lui sul rischio di sovraesposizione del giocatore. Secondo Bernstein infatti, la MLS e i Galaxy, di proprietà dell'Anschutz Entertainment Group (AEG), che paga lo stipendio dell'inglese, deve resistere alla tentazione di continuare a "vendere" in modo eccessivo Beckham. "La Major League Soccer e l'AEG hanno fatto quello che dovevano per organizzare e strutturare il suo [di Beckham] ingresso nella lega, sia per l'aspetto tecnico che di comunicazione. Ma adesso debbono comprendere che non bisogna esagerare. A questo punto a Beckham basterà solo essere al livello delle aspettative riversatesi su di lui". Bernstein, che è stato membro del Comitato organizzatore dei Mondiali 1994, a tutt'oggi quelli che hanno avuto il maggior numero di presenze allo stadio, e ha poi lavorato alla nascita della MLS tra il 1995 e il 1996, è oggi il CEO della Premier Partnerships, società di sport e entertainment con base a L.A., ha aggiunto: “La MLS ora ha bisogno di aggiungere inserimenti di qualità anche negli altri team, costruendo quel mix di credibilità tecnica e di glamour alla Beckham che può essere alla base di una crescita veloce e definitiva del calcio negli USA".
Bernstein fa anche le dovute distinzioni con gli altri sport USA: "Certo la Major League Soccer ha posto le basi giuste sin dal suo primo giorno, ma l'arrivo di Beckham sta certamente accelerando il processo di crescita della lega. Non penso che nessuno stia pensando di poter diventare la NFL o la Major League Baseball, ma certo la Major League Soccer sta lavorando per diventare une dei primi quattro sport del panorama americana, e la strada sembra essere quella giusta. Non per niente è stato Beckham portare per la prima volta la MLS dal fondo dei giornali addirittura alle prime pagine. Per fare un esempio: stavo guardando il Today Show [show della NBC, ndr], dove in genere non parlano di sport, ma ieri non si parlava che di David Beckham e di andare a vederlo giocare al Giants Stadium".
E sarà interessante vedere come i 60/70 mila presenti accoglieranno quello che, sportivamente parlando, è un nemico. I Galaxy quest'anno hanno eliminato i Red Bulls dalla U.S. Open Cup ai supplementari. Ma domani New York potrebbe dare un colpo definitivo a Los Angeles nella corsa ai playoff, visto che in caso di sconfitta i L.A. potrebbe trovarsi a ben 15 punti dall'ultimo posto disponibile, e con sole 14 partite da disputare. Partite che i Galaxy giocheranno quasi sempre in trasferta, per portare il circo-Beckham (per volontà della MLS) in quanti più campi possibile. E in caso di mancata qualificazione, per L.A. sarebbe la seconda consecutiva. E quando il GM dei Galaxy Alexi Lalas dice che Beckham va aspettato, perché ci sarà per 5 anni, lui e il coach Frank Yallop difficilmente vedranno i prossimi 4 anni dalla parte dei Galaxy se falliranno la qualificazione. Come consolazione ricordiamo che anche i Cosmos non si qualificarono ai playoff nel 1975, anno dello sbarco di Pelé.
Dal punto di vista tecnico il rischio è che lo spettagolo possa essere non proprio appagante. Los Angeles non ha segnato neanche un gol nella MLS (escludiamo quindi la SuperLiga) da quando Beckham è diventato disponibile. I Galaxy sono arrivati a NY solo giovedì, solo tre giorni dopo essere volati da Boston a Los Angeles dopo aver perso 1-0 con New England e il giorno dopo la semifinale di SuperLiga vinta con il D.C. United mercoledì. Il rischio è che californiani sabato siano "cotti", e che saranno presi dalla tentazione di andare a cercare di rubare un punto al Giants Stadium. È quindi probabile che toccherà a NY, terza nella Eastern Conference a 6 punti dai Revs ma con due partite in meno, fare la partita. Anche per loro sarà una partita speciale. Abituati a giocare in uno stadio semi deserto (media 2007 poco più di 10.000 a partita) per i vari Juan Pablo Angel, Jozy Altidore, Clint Mathis e Claudio Reyna sarà l'esordio davanti al "grande pubblico" che solo New York può assicurare, e l'eccitazione è grande nelle fila del gruppo guidato da Bruce Arena.
La pressione non sarà quindi sul solo Beckham. Alla Red Bull del magnate Dieter Mateschitz ci tengono molto a che la squadra faccia bella figura davanti agli oltre 60.000 attesi, che si vuole rimandare a casa contenti dello spettacolo, consentendo di far riprendere fuoco ad un pubblico che nelle ultime tre stagione è apparso decisamente spento, stufo degli insuccessi dei MetroStars prima e dei Red Bulls fin'ora.
In pratica, come ha scritto il bravo New Jersey Herald, è il circo-Beckham a portare la gente alla festa, e sarà ora compito dei Red Bulls fare la parte del buon padrone di casa. Red Bulls che comunque sono reduci daun ottimo 3-0 su Toronto (che non prendeva gol da 5 gare), in cui Altidore e Angel hanno giocato la seconda partita consecutiva insieme facendo vedere ciò di cosa sono capaci, col primo che accanto ad uno come Angel può solo crescere e migliorarsi. E per Arena sarà ora difficile dividerli.
I Galaxy, pur segnando poco, non prendono gol da 3 partite, e l'accoppiata Beckham-Donovan è in grado di creare non pochi problemi, come già sanno i D.C. United, alla difesa newyorkese. NY che poi ha qualche problema a centrocampo, con Claudio Reyna come detto in dubbio per una contrattura subita contro Toronto e con Dema Kovalenko fuori per un incidente di macchina! In campo dovrebbero esserci quindi Joe Vide a coprire la difesa, un 23enne cresciuto nelle giovanili del Monaco 1860 e poi formatosi alla University of Virginia.
Per Beckham poi un problema in più: si gioca sul turf, un sintetico non proprio morbidissimo, anche se certo lo è più di quello che fece scappare Johann Cruyff nel 1980, quando i Cosmos lo avevano già ingaggiato (anche se non fu l'unica ragione). Per la fragile caviglia di Beckham potrebbe però essere un problema non da poco. Ma sugli spalti saranno oltre 60.000, arrivati lì per lui, e $5 milioni l'anno e la voglia di non deludere così tante persone dell'inglese (e della MLS!), valgon bene un'infiltrazione.