Prima della MLS: Houston

Il nazionale finlandese Kai Haaskivi, agli Hurricane nella NASL nel 1979

Nella città  fondata dal generale Houston hanno operato in passato come squadra pro soccer gli Houston Stars nella lega USA. La franchigia di Houston che incominciò le operazioni nel 1967 era in realtà  la squadra brasiliana del Bangu, vecchia conoscenza del calcio Usa perché vincitori nel 1960 della I.S.L. , torneo estivo precedente a USA ed NPSL. Non è dato di sapere dove giocassero, tutto quello che si sa di quel campionato è che si piazzarono quarti nella Western Division della lega USA con 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte mancando così i play-off. Con 19.799 spettatori gli Houston Stars avevano la media più alta sia della USA che della lega rivale NPSL. Vanno ricordati l'attaccante Paulo Borges e il centrocampista Ary Clemente.

Nel 1968 gli Houston Stars vengono assegnati alla Gulf division, dove arrivano secondi dietro i Kansas City Spurs, con 14 vittorie, 6 pareggi e 12 sconfitte. Nemmeno nel '68 gli Houston Stars raggiungono i play-off e la media spettatori crolla a 3246 presenti sugli spalti. I giocatori migliori di quegli Houston Stars sono l'attaccante Tibor Vigh con 12 reti e 3 assist ed il portiere Lief Nielsen, quarto nella classifica dei migliori estremi difensori. Al termine della stagione 1968 gli Houston Stars cessano le operazioni. Per rivedere il soccer professionista a Houston bisognerà  aspettare il 1978, anno in cui la NASL si espande fino a un numero di 24 squadre, una di queste nuove franchigie si chiama Houston Hurricane e sceglie come casa l'Astrodome. Essendo stata l'ultima franchigia autorizzata dalla lega gli Hurricane ebbero meno di tre mesi per creare dal nulla la squadra. Il loro primo campionato finisce, anche per via dei numerosi infortuni, sul fondo della Central Division dopo un buon inizio, con 10 partite vinte e 20 perse. Gli spettatori presenti all'Astrodome saranno mediamente 5.806. Nessun giocatore della franchigia di Houston balza agli onori della cronaca se non il portiere Keith Van Eron. Nel 1979 gli Hurricane chiamano in panchina l'allenatore Timo Liekoski, che verrà  nominato coach of the year. Senza nessun giocatore di nome gli Hurricane arrivano ai play-off con una media di 22 vittorie ed 8 sconfitte, finendo primi nella Central Division. Gli spettatori aumentano ma non in maniera consistente come l'andamento della squadra avrebbe meritato,raggiungendo il numero di 6.211 paganti. Nei play-off però gli Hurricane vengono sconfitti dai Philadelphia Fury che li eliminano vincendo sia a Houston che nella città  dell'amore fraterno per 2-1. Nella classifica dei portieri Houston figura con Paul Hammond.

Nel 1980 gli Hurricane si piazzano al secondo posto della Central Division, con 14 vittorie e 18 sconfitte. La media spettatori nonostante il raggiungimento dei play-off scende a 5.818 presenti all'Astrodome. Nella prima fase delle eliminatorie gli Hurricane incontrano gli Edmonton Drillers, che si impongono sugli uragani per 2-1. In Texas però la franchigia di Houston riesce a vincere per 1-0, ma nel decisivo mini game sono ancora i canadesi che passano il turno vincendo 1-0. Per la prima volta nella storia della squadra un giocatore figura nella classifica marcatori, il suo nome è Edward Marasco, con 13 reti e 7 assist. Al termine della stagione i proprietari degli Hurricane, delusi dallo scarso pubblico decidono di staccare la spina alla giovane franchigia, finisce così la storia di uno dei club meno conosciuti della NASL.

Nel 1984, con la nascita della USL, nascono gli Houston Dynamos, che con 13 vittorie ed 11 sconfitte si aggiudicano il secondo posto della Western Division accedendo così alla fase successiva. Sfruttando la wild card i Dynamos battono per 2-1 i Dallas Americans ed accedono così ai play-off dove eliminano gli Oklahoma City Stampede con i punteggi di 3-1 e 2-1. Il campionato però viene vinto dai Ft Lauderdale Sun che ha ragione dei Dynamos per 2-1 e 3-0 dopo aver perduto la prima partita valida per il titolo 2-1. L'attaccante Joe Neto sarà  il capocannoniere della USL con 22 centri ed anche Tony Johnson si fa onore mettendo a segno 11 centri. Degni di nota sono anche il portiere Mike Barbaric e l'allenatore Gary Hindley nominato coach of the year. Al termine della stagione però i Dynamos falliscono. Nel 1987, con la nascita della USSF, i Dynamos tornano a nuova vita ed arrivano secondi dietro i Dallas Express dai quali vengono battuti in finale per 5-3.

Nel 1988, complice la forte immigrazione messicana in Texas nascono gli Houston Alianza. Con 5 vittorie e 3 sconfitte i Dynamos sono secondi nel campionato LSSA, va peggio agli Alianza che con 3 vittorie e 5 sconfitte concludono al quarto posto. Nei play-off gli Alianza vengono eliminati dai Dallas Mean Green per 3-1, mentre invece i Dynamos sconfiggono per 2-1 gli Austin Thunder. Il titolo verrà  vinto da Dallas che sconfiggerà  Houston per 5-3.

Nel 1989 con 4 vittorie e 6 sconfitte gli Houston Alianza sono fuori dai play-off, mentre i Dynamos in virtù del loro terzo posto con 6 vittorie e 4 sconfitte rimangono in corsa, dove però vengono eliminati per 3-2 dagli Austin Thunder. Nel 1990 , con 4 vittorie e 6 sconfitte sia Dynamos che Alianza finiscono ultime a pari punti nella Southern Division, ed al termine della stagione i Dynamos falliscono. L'anno dopo è il turno degli Houston Alianza che chiudono i battenti dopo un altro campionato fallimentare finito all'ultimo posto. Nel 1994 fanno la loro apparizione nella lega indoor CISL gli Houston Hotshots che terminano la loro prima stagione al penultimo posto con 7 vittorie e 21 sconfitte. Il 1995 è addirittura peggiore con una media di 8 vittorie, 20 sconfitte e l'ultimo posto della Southern Division. Il 1996 è di molto migliore con la conquista del secondo posto della Eastern Division ottenuto con una media di 18 vittorie e 10 sconfitte. Nei play-off gli Hotshots eliminano i San Diego Sockers 9-7, 4-8 e 10-5 ma in finale vengono sconfitti dai messicani del Monterrey La Raza per 10-6 e 6-5. Paul Dogherty e Giampaulo Pedroso si distinguono nella classifica marcatori e l'allenatore Trevor Dawkins è nominato coach of the year.

Nel 1997 gli Hotshots arrivano ancora ai play-off con 17 vittorie, 11 sconfitte ed il terzo posto nella propria conference, eliminando nella fase successiva gli Indiana Twisters, e nella fase successiva si vendicano della sconfitta accaduta l'anno prima eliminando i Monterrey La Raza con i seguenti punteggi: 7-6, 2-3, 4-3 ma vengono sconfitti ancora una volta in finale dai Seattle Seadogs per 6-5 e 7-1. Al termine della stagione la CISL fallisce. Con la nascita della WISL nel 1999 tornano gli Hotshots che ancora una volta però non esordiscono positivamente terminando all'ultimo posto con 6 vittorie e 16 sconfitte. Con il nuovo millennio va meglio agli Hotshots che con 10 vittorie e 14 sconfitte agguantano il quarto posto e possono così partecipare ai play-off, dove vengono eliminati per 5-3 dai St Louis Steamers.

Nel 2001 gli Hotshots cessano definitivamente le operazioni, e sembra che a Houston non ci sia più spazio per il soccer, indoor o outdoor, ma alla fine del 2005, la proprietà  dei San Jose Earthquakes decide, per via di problemi legati al restauro dello Spartan Stadium e l'impossibilità  di costruire in tempi brevi un soccer specific stadium, di spostare la franchigia in Texas scegliendo la città  di Houston. Viene indetto un concorso per dare nome e colori sociali alla nuova squadra e vince in origine il nome Houston 1836, data di fondazione della città  da parte dell'omonimo generale dopo la fine della guerra contro il Messico, ma il politically correct ha ancora una volta la meglio e per non offendere la oramai numerosa comunità  messicana la squadra viene rinominata Houston Dynamo, sia a sottolineare la dinamicità  della città  sia a ricordare il nome dei Dynamos, squadra di grido della LSSA tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90.

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