Elton John e George Best: quando il soccer a L.A. era spettacolo
Nel 1967, Annus Domini dell'era moderna del soccer negli Usa, la città degli angeli annoverava, come New York, Chicago e Toronto, ben due franchigie, i Los Angeles Wolves della USA e i Los Angeles Toros nella NPSL. I Los Angeles Wolves erano in realtà la squadra inglese dei Wolverhampton Wanderers, ai tempi una delle big del calcio anglosassone, e vinsero il primo e unico campionato USA mai disputato, arrivando primi nella Eastern Division con 5 vittorie, 5 pareggi ed appena 2 sconfitte, disputando così la finale al Memorial Stadium di fronte a 17.824 spettatori, vincendo per 6-5 contro i Washington Whips in una delle più eccitanti partite della storia del soccer Usa. Nella rosa dei Wolves di quell'anno spiccano i nomi di Peter Knowles, Derek Dougan ed Ernie Hunt, oltre che quello del portiere Phil Parkes. Lo stadio dei Wolves fu per il 1967 il Los Angeles Coliseum, mediamente frequentato da 7.773 spettatori a partita, una delle medie più alte della USA. Non è invece dato di sapere dove giocassero i cugini dei Los Angeles Toros che, con 7 vittorie, 10 pareggi e 15 sconfitte, si piazzarono sul fondo della Western Division della NPSL, con una media di 3.595 spettatori a partita. Gli unici due nomi da ricordare di quella sfortunata squadra sono l'attaccante Eli Durante e il portiere Blagoje Vidnic.
Nel 1968, con la creazione della NASL, i Los Angeles Toros cessano le operazioni nella città degli angeli e si trasferiscono a San Diego, lasciando così campo libero ai Wolves che si trasferiscono al Rose Bowl di Pasadena. I Wolves, con una formazione americana e non più britannica, non riescono a ripetere la prestazione dell'anno precedente ed arrivano terzi nella Pacific Division con 11 vittorie, 8 pareggi e 13 sconfitte. Spicca agli onori delle cronache il nome dell'attaccante brasiliano Carlos Metidieri che si piazza nei primi posti della classifica marcatori con 16 reti e 5 assist. La media spettatori crolla a 2.441 paganti. Al termine della stagione i Los Angeles Wolves falliscono. Per rivedere il soccer professionista nella città degli angeli bisognerà aspettare il 1974, con la creazione dei Los Angeles Atzecs. La nuova franchigia, grazie anche ai goal di Doug Mc Millan, arriva prima nella Western Division con una media di 11 vittorie, 2 pareggi e 7 sconfitte, approdando agevolmente ai play-off. Gli spettatori al seguito degli Aztecs saranno mediamente 5.098 a partita. Nelle eliminatorie gli aztechi si sbarazzano dei Boston Minutemen per 2-0, volando così a Miami dove affronteranno i Gatos. I fortunati 15507 spettatori presenti all'Orange Bowl assistono ad una delle partite più drammatiche nella storia della NASL, dove i tempi regolamentari finiscono per 3-3 e gli Aztecs vicono segnando al tie-break, (un rigore per parte dopo i tempi supplementari, regola spesso contestata dalla FIFA) diventando così la seconda squadra di espansione consecutiva a vincere il titolo NASL. Mc Millan, già rookie of the year nella meno titolata ASL nel 1973, vincerà nel 1974 lo stesso premio nella NASL. Da ricordare oltre Mc Millan anche Uri Banhoffer e il portiere Blas Sanchez.
Nel 1975, anno dell'arrivo di Pélé nei Cosmos, l'allenatore Alex Perolli lascia Los Angeles per andare a San Antonio, il suo posto verrà preso da un giovanissimo Terry Fisher, proveniente dalla rinomata università UCLA. Orfani del fabbro del loro successo dell'anno precedente, gli Aztecs si piazzano al terzo posto della Western Division con 12 vittorie e 10 sconfitte. La corsa verso il Soccer Bowl finisce a St Louis, dove gli aztechi vengono battuti per 1-0 dai St Louis Stars al tie-break. Con 14 reti e 9 assist, l'attaccante Uri Banhoffer si piazza quinto nella classifica marcatori, e la media spettatori cresce, nonostante l'andamento della squadra, fino a 8.307 paganti.
Nel 1976, l'eccentrico cantante inglese appassionato di calcio Elton John diventa socio degli Aztecs e fa arrivare dall'Inghilterra il nord irlandese George Best, ancora nel pieno delle sue forze. L'arrivo di Best però non gioverà più di tanto né all'andamento della squadra, che ancora una volta si piazzerà terza, questa volta nella Southern Division, con 12 vittorie e 12 sconfitte,né alla media spettatori che scende a 8027 paganti. Superata la regular season gli aztechi non vanno oltre il primo turno dei play-off, dove vengono sconfitti per 2-0 dai Dallas Tornado. Nel 1977 la franchigia di Los Angeles acquista Bob Rigby e Steve David per potenziare il roster della squadra, ma ancora una volta il piazzamento in classifica non va oltre il terzo posto della Southern Division, con 14 vittorie e 12 sconfitte. La media spettatori crebbe fino a 9.643 paganti. Ai play off questa volta va meglio, e gli Aztecs passano il primo turno sconfiggendo i San Jose Earthquakes per 2-1, e al turno successivo i californiani avanzano sbarazzandosi dei Dallas Tornado per 3-1 e 5-1. La corsa verso il titolo però termina alle semifinali dove la franchigia di Los Angeles viene sconfitta per 3-1 e 1-0 dai Seattle Sounders. Steve David è il capocannoniere di lega con 26 reti e 6 assist, e sia lui che Best guadagnano un posto nella selezione NASL All Stars '77.
Nel 1978 però, in una NASL che inseguendo i Cosmos cerca di attirare più stelle straniere possibili, gli Aztecs non acquistano nessun giocatore di grido, in più licenziano il coach Terry Fisher dopo la settima sconfitta in casa consecutiva e vendono sia Steve David che George Best. Queste scelte sconsiderate portano la squadra al piazzamento in ultimo posto della Western Division con appena 9 vittorie e 21 sconfitte, ciononostante la media spettatori tiene attestandosi sulle 9.235 unità . Nel 1979, sulla scia dell'ottima performance della nazionale olandese nella Coppa del Mondo 1978 tenutasi in Argentina, un plotone di olandesi approda alla corte dello Zio Sam. Wim Rijsbergen e Johan Neeskens vengono acquistati dai New York Cosmos, come anche Johan Cruijff , per avere il quale gli Aztecs pagano però una penale e il giocatore (che non voleva sottoporsi al tour de force che gli avrebbe imposto la Warner Communications a NY) accettaun contratto di 700.000 $ all'anno (Crujiff è stato spesso soprannominato the money wolf per il suo attaccamento ai soldi, ndr) ed è accompagnato dal connazionale, Leo Van Veen (ex di Ajax e Utrecht). Cruijff metterà a segno 13 reti e 16 assist mentre Van Veen totalizzerà 13 reti e 6 assist. Gli Aztecs, coadiuvati dai nuovi acquisti, arrivano secondi nella Western Division con 18 vittorie e 12 sconfitte ed una media spettatori salita fino a 14.333 paganti. La squadra di Los Angeles sembra tra le favorite a vincere il titolo, e le prime partite in fase eliminatoria sembrano dare quest'impressione. Gli Aztecs sconfiggono i Diplomats di Washington per 3-1 e 4-3, e nel turno successivo sconfiggono in casa i Vancouver Whitecaps per 3-2, ma perderanno in casa agli shootout per 1-0. Il mini game darà ancora una volta ragione ai canadesi che passano il turno per 1-0. I Whitecaps si aggiudicheranno il Soccer Bowl '79. Johan Crujiff è nominato NASL MVP 1979.
Nel 1980 l'olandese, viene venduto ai Washington Diplomats, ma l'arrivo del sudamericano Luis Fernando mantiene gli Aztecs tra le squadre più competitive della lega. La media spettatori risente della dipartita dell'olandese scendendo a 12057 paganti, ma la squadra si piazza ancora una volta seconda nella Western Division con 20 vittorie e 12 sconfitte, approdando così ai play-off. Nella prima fase gli Aztecs cominciano male perdendo 1-0 contro i Diplomats dell'ex Cruijff, ma nella partita di ritorno i californiani si impongono per 2-1 agli shootout e per 2-0 nel mini game. Nel turno successivo invece si sbarazzano per 3-0 dei Seattle Sounders ma collezionano una sonante sconfitta per 4-0 nella partita di ritorno. Nel mini game di spareggio però i californiani vinceranno agli shootout per 2-1. Il sogno di vincere un altro titolo però si infrange contro i New York Cosmos che nelle semifinali sconfiggono gli Aztecs per 2-1 e 3-1. Con 28 reti e 4 assist Luis Fernando si piazzerà al quarto posto della classifica cannonieri.
Nel 1981 gli Aztecs si ripetono arrivando secondi nella Western Division con 19 vittorie e 13 sconfitte, ma la media spettatori crolla a 5.814 paganti, cosa purtroppo comune in una NASL che sarebbe fallita di lì a tre anni. La corsa al Soccer Bowl finisce al primo turno dei play-off contro i neonati Montreal Manics che sconfiggono gli Aztecs per 5-3. La franchigia californiana non si arrende e nella partita successiva sconfigge i canadesi per 3-2, ma nel mini game è ancora Montreal a spuntarla per 2-1. Al termine della stagione i Los Angeles Aztecs chiudono i battenti lasciando così la capitale della California senza una squadra pro soccer.
Prima dell'inizio della stagione 1982/83 della MISL però, la franchigia indoor dei Philadelphia Fever decide di cessare le operazioni nella città dell'amore fraterno e di trasferirsi nella città degli angeli dando così a Los Angeles una franchigia indoor soccer. I Los Angeles Lazers però si piazzeranno ultimi nella Western Division con appena 8 vittorie e 40 sconfitte. L'anno dopo però i Lazers cercano di riscattare la loro prima infelice annata e con l'aiuto degli attaccanti Batata e Poli Garcia, riescono a disputare i play-off in virtù del terzo posto nella Western Division con 24 vittorie e 24 sconfitte. Purtroppo per loro però i Wichita Wings li elimineranno dai play-off con la seguente striscia di risultati: 10-7, 4-6, 5-4, 6-5.
Nella stagione 1984/85 i Lazers si piazzeranno ancora terzi con il medesimo bilancio, e verranno eliminati al primo turno dei play-off dai Baltimore Blast per 4-3, 12-3, 5-4. Il capocannoniere sociale sarà Stewart Lee, mentre l'allenatore Peter Wall sarà nominato coach of the year. L'annata 1985/86 invece non sarà buona per i Lazers che terminano il campionato sul fondo della classifica con 13 vittorie e 35 sconfitte. Nello stesso anno, con l'avvento della lega semipro WSA, nascono i Los Angeles Heat, che con 4 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte si piazzeranno al quarto posto. Il campionato sarà vinto dai cugini degli Hollywood Kickers (Hollywood è un quartiere di Los Angeles -ndr-). Giocatori da ricordare per gli Heat sono il recentemente scomparso portiere David Vanole e l'attaccante Michael Brady, mentre negli Hollywood Kickers è degno di nota il portiere italo-americano Lorenzo Caccialanza. Nella stagione 1986/87 della MISL, i Los Angeles Lazers arrivano ancora una volta ultimi nella Western Division con 16 vittorie e 36 sconfitte, ed anche nella lega outdoor WSA le squadre di Los Angeles non sembrano avere miglior fortuna, gli Hollywood Kickers, nel frattempo ribattezzati California Kickers si piazzano all'ultimo posto con 23 punti, e non va meglio ai Los Angeles Heat che approdano al penultimo posto con appena un punto in più.
La stagione 1987/88 però vede i Lazers finalmente al secondo posto dopo anni di magra con 31 vittorie e 25 sconfitte. I play-off però riservano ancora una volta un'amara sorpresa e la franchigia di Los Angeles viene battuta dai Kansas City Comets per 9-6, 4-2, 7-5. Tra i migliori attaccanti del campionato troviamo con la maglia dei Lazers Chico Borja, vecchia conoscenza della NASL coi Cosmos, e Thompson Uslyan.
Andrà anche peggio ai Los Angeles Heat e California Kickers nella WSA. Gli Heat arriveranno quarti con 7 vittorie e 5 sconfitte e i California Kickers si piazzeranno penultimi con 3 vittorie e 9 sconfitte. Nonostante il pessimo andamento però, i Los Angeles Heat annoverano Justin Fashanu vice capocannoniere di lega e il portiere Bob Amman secondo nella classifica dei portieri. La stagione MISL 1988/1989 vede i Lazers finire al penultimo posto nonostante i goal di Hector Marinaro, anche lui vecchia conoscenza della NASL, con 21 vittorie e 27 sconfitte, ed al termine della stagione la franchigia indoor di Los Angeles fallisce.
Nella stagione 1989 della WSA invece i Los Angeles Heat arrivano secondi nella South Division con 12 vittorie e 4 sconfitte, mentre i California Kickers si piazzano all'ultimo posto con 5 vittorie ed 11 sconfitte. Nelle semifinali per il titolo WSA gli Heat vengono sconfitti ai rigori per 2-1 dai San Francisco Bay Blackhawks. Capocannoniere sociale per Los Angeles sarà Jeff Hooker con 7 reti. Nel 1990, con la fusione di ASL e WSA i Los Angeles Heat vengono assegnati alla South Division della West Conference. La sorte arride agli Heat, che finiscono secondi dietro ai California Emperors, con 11 vittorie e 9 sconfitte. Nei play-off gli Heat cominciano male perdendo per 1-0 contro il Real Santa Barbara, ma riescono nel match successivo a vincere per 2-1, e infine passano il turno vincendo per 1-0 il mini game. Il turno successivo è una partita secca contro i California Emperors che i Los Angeles Heat vincono per 2-0. Ancora una volta però Los Angeles non riesce a portare a casa il titolo, pur vincendo la prima partita contro San Francisco per 2-0. Nella sfida successiva San Francisco vincerà per 2-1 ai rigori e avrà ancora una volta ragione degli Heat nel mini game per 1-0. L'uomo dell'anno per Los Angeles è il portiere Mike Littman. Al termine della stagione i Los Angeles Heat cessano le operazioni.
Nel 1993 è il turno dei Los Angeles Salsa a tenere altro l'onore del soccer, e nella prima annata nella APSL si piazzano quarti con 12 vittorie e 12 sconfitte. Nella fase successiva per la conquista del titolo i Los Angeles Salsa pareggiano 2-2 coi Vancouver '86 e passano il turno ai calci di rigore, ma nella finale vengono sconfitti per 3-1 dai Colorado Foxes che si portano così a casa il titolo. Los Angeles può comunque vantare il capocannoniere Paulinho con 15 reti ed anche il vice capocannoniere Paul Wright con 13 centri, oltre il portiere Ian Feuer. Nel 1994, l'anno di Usa '94, i Salsa arrivano secondi dietro ai Seattle Sounders con la media di 12 vittorie ed 8 sconfitte. Nei play-off i Los Angeles Salsa vengono eliminati dai Montreal Impact che li sconfiggono 2-1 ,ma perdono nella partita di ritorno per 3-0. Ma il mini game si rivela un'altra volta amaro per Los Angeles che perde contro Montreal per 1-0 agli shootout.
Con la notizia dell'assegnazione di una franchigia MLS a Los Angeles, i Salsa decidono che per loro è venuto il momento di terminare le operazioni, e nel 1996 esordiranno i Los Angeles Galaxy, e grazie al miliardario messicano Jose Vergara, dal 2005 Los Angeles è la città del Super Clasico, il derby tra i Galaxy e i Chivas Usa, nati nel 2005 come club gemello dei messicani del Chivas di Guadalajara.