Fernando Arce del Morelia con Dwayne De Rosario, Houston Dynamo
La SuperLiga va avanti. Si giocano tra stanotte e domani le partite che qualificheranno le migliori quattro per le semifinali d'agosto, indifferentemente che siano americane o messicane, con al momento il solo Club América già fuori, avendo perso con Houston e D.C. United.
Il torneo era stato molto criticato nei mesi passati (anche da noi), in particolare per l'accavallarsi nella stessa stagione estiva CONCACAF Gold Cup, Copa America e Mondiale Under-20, tutto a scapito della MLS 2007.
Ma man mano che le partite passano, dopo aver assistito a belle partite e a tanto entusiasmo sugli spalti, molti critici (noi compresi) iniziano a ricredersi. Innanzitutto il pubblico: una media di oltre 17.000 spettatori nelle prime 8 partite, inclusi i 37,337 che al Coliseum hanno potuto vedere i Chivas de Guadalajara battere per 2-1 i Los Angeles Galaxy ancora privi di David Beckham.
Vittoria importante per i Chivas, anche perché è fino ad oggi l'unica vittoria messicana. I team della MLS si stanno infatti ben comportando, avendo messo insieme 3 vittorie e 4 pareggi. Le ultime quattro partite, come detto, si giocheranno tra oggi e domani, e vedranno gli scontri fratricidi fra loro di team MLS e messicani. Se tutto dovesse rimanere così, 3 semifinaliste (D.C. United, FC Dallas e Houston) proverrebbero dalla MLS, insieme ai soli Chivas. In ogni caso, seguendo i numeri, una è sicura.
Il successo (almeno fin'ora) delle squadre MLS non arriva però del tutto inaspettato. Del resto giocano in casa (a parte forse i Galaxy al Los Angeles Coliseum, dove i tifosi biancorossi erano ovunque), e poi sono in pieno campionato, mentre le messicane si stanno preparando al loro Torneo Apertura 2007, che prenderà il via questo sabato.
Comunque, lo sforzo congiunto fra MLS (e il suo braccio marketing, la SUM) e Liga Mexicana sta dando i suoi frutti. Per anni si è assistito ad alluvioni di tifosi messicani , con i loro colori e la loro passione latina, in terra americana quando in campo c'erano squadre del loro paese d'origine. Pubblico che però, pur vivendo negli Stati uniti, in grandissima parte non segue ancora la MLS, a parte forse Chivas USA, Galaxy, Houston e forse da quest'anno Chicago, grazie all'arrivo di Cuahutemòc Blanco (mentre D.C ha un vasto pubblico latinos, con boliviani, peruviani, argentini e altro). E una delle ragioni per le quali la MLS ha fortemente voluto la SuperLiga era proprio portare nei propri stadi l'atmosfera che il pubblico messicano è in grado di creare. Cosa che pare stia riuscendo.
Ma secondo me l'aspetto che più andrebbe messo in risalto è quello tecnico. La qualità del calcio giocato in questo torneo è infatti decisamente superiore a quella cui assistiamo con regolarità durante la MLS. Ciò non solo per come giocano le messicane, ma è per il fatto che le stesse squadre della MLS stanno giocando meglio di come fanno di solito, grazie proprio ad una controparte di livello, che ormai non sembra molto distante, anzi (va considerato che le squadre messicane hanno un monte salari almeno dieci volte la MLS).
Gli highlights di Los Angeles Galaxy vs. Pachuca 2-1
A dir la verità un qualcosa del genere l'avevamo notato già in primavera. Avendo potuto assistere in diretta alle semifinali CONCACAF Champions Cup fra D.C. United contro Pachuca e Houston Dynamo contro Chivas, non ci era sfuggito come nonostante l'eliminazione di entrambe (e in quel caso erano le americane in preparazione), due delle migliori squadre della MLS si fossero dimostrate di poter più che dignitosamente tenere il confronto contro due delle migliori del Messico, mettendo anche in mostra le qualità di gente come Dwayne De Rosario e Christian Gomez, ma anche il vigore dei Bobby Boswell e Wade Barrett.
Uno dei problemi della MLS, dal punto di vista tecnico, è però proprio l'eccessiva fisicità del gioco. Molti coach e conoscitori della lega dicono spesso: "Il gioco della MLS è molto fisico", cosa che spesso intendono come un complimento. Purtroppo però quando si lascia troppo spazio al fisico, a rimetterci sono sempre le qualità tecniche. In sintesi molti ottimi atleti e pochissimi piedi buoni. Questo tipo di filosofia, spinta da sempre da parte dei tecnici americani, è una delle ragioni che portano a rendere i match che vediamo la notte sul MLSLive.TV un misto di pressing, scontri fisici e tackle assassini. Stiamo sicuramente generalizzando, ma certo questo tipo di atteggiamento non è d'aiuto allo spettacolo.
In Messico è tutto diverso. Ritmi compassati, ottima tecnica, piedi buoni provenienti dai vari paesi del centro e sud America, poco pressing e gioco vario. Quel poco pressing che per le squadre MLS è quasi un lusso, che permette ai loro migliori giocatori (Gomez, Landon Donovan, De Rosario, Carlos Ruiz) di avere lo spazio necessario a pensare, e alle squadre di giocare in modo più ragionato, sia in fase d'attacco che di difesa. Inoltre il miglior controllo di palla dei messicani rispetto al giocatore medio della MLS rende i tackle alla Ben Olsen decisamente rischiosi. Infatti un controllo di palla incerto è sicuramente invitante per un centrocampista o un difensore, ma quando invece la palla è ben salda tra i piedi dell'avversario il rischio è la figuraccia o un cartellino da parte dell'arbitro. Attenzione però: non è che una migliore tecnica dei singoli renda le squadre messicane migliori delle americane di default. Dipende. Punto.
È chiaro comunque come i team MLS sono in questi giorni costretti ad adattarsi ad un calcio, di livello mediamente superiore, cui purtroppo non sono abituati. E questo non può che renderli migliori.
Delle quattro squadre MLS in SuperLiga, D.C. United è quella che in realtà ha dovuto adattarsi di meno, essendo da anni un feudo sudamericano, e da anni è una delle squadre top della lega. FC Dallas e Los Angeles hanno invece messo in mostra notevoli progressi nel gioco rispetto al campionato. In particolare i Galaxy sembranoi finalmente iniziare a fare passi avanti in una stagione nata storta. Chi sta impressionando è Houston, che è tornata far vedere quel bel calcio che l'anno scorso l'ha portata alla vittoria della MLS Cup.
La nostra critica va però agli allenatori. Non sono certo stati loro a dare il là a questi miglioramenti di un gioco che spesso latita, e principalmente per il loro atteggiamento poco mirato al bel gioco e molto alla corsa. Fortunatamente necessità fa virtù, e i ragazzi che in campo si trovano giocatori che per anni li hanno guardati dall'alto in basso, stanno dando il meglio, iniziando anche a guadagnarsi il rispetto dei media messicani. Un esempio su tutti è il 25enne attaccante del Pachuca Rafael Marquez Lugo, che ha dichiarato al Daily Breeze: “Mi piacerebbe giocare nella MLS, un campionato che sta crescendo con gli occhi del mondo addosso“.
Speriamo comunque che i bei match cui stiamo assistendo abbiano fatto aprire gli occhi a chi gestisce le leve decisionali della MLS. E chissà che magari l'approvazione, la scorsa settimana, della tanto "politicamente corretta" regola sulla diversità per gli incarichi tecnici, simile alla “Rooney Rule” della NFL, non spinga la lega ad importare tecnici dalle provenienze più disparate (modello Juan Carlos Osorio a Chicago, colombiano, già secondo al Manchester City e prtoveniente dal Millionariuos di Bogotà ), sì da garantire la diversità voluta dalla MLS. Ma noi speriamo che sia una diversità principalmente tecnica, con la quale la MLS potrà solo arricchire il suo patrimonio tecnico e crescere sempre più. E se poi, come molti sperano e pensano, la SuperLiga diventerà il torneo finalizzato all'assegnazione di uno o due posti in Copa Libertadores, allora sì che ci sarà da divertirsi.