Freddy Adu, candidato al Golden Ball del Mondiale Under 20
Freddy Adu non può certo giocare alla grande tutte le volte, ma ieri notte ha certamente dimostrato di essere sempre e comunque in grado di dare quel che basta per portare la sua squadra alla vittoria. Stavolta non ha segnato e nemmeno piazzato l'assist della vittoria, ma la sua influenza sul match vinto dagli USA con l'Uruguay dopo essere andati in svantaggio, è stata ancora una volta enorme. “Ho semplicemente iniziato a correre - ha detto Adu -ho cercato di dare l'esempio, e gli altri ragazzi mi hannoseguito".
Gli uruguayani, almeno sulla carta, erano sicuramente i favoriti, e si sono resi pericolosi per tutti i 120 minuti. I ragazzi della Celeste hanno giocato duro (ne sa qualcosa Altidore, uscito per infortunio dopo un'entrataccia di Caceres), continuando anche nel dopo partita, come si è visto nelle brutte scene che hanno seguito il fischio finale, con tentativi di aggressione nei confronti degli americani.
La partità in sé non era stata un granché, ma ha preso poi fuoco negli ultimi 15 minuti dei tempi regolamentari. Adu era stato invisibile per buona parte del tempo, e gli Stati uniti erano sembrati insicuri e incapaci di chiudere le azioni, tanto più dopo la perdita di Jozy Altidore, sostituito da Andrew Akpan, centravanti della Harvard University.
Gli USA sono andati in svantaggio al 73', quando Luis Suarez ha buttato dentro in seguito ad un colpo di testa dell'attaccante del Palermo Edinson Cavani mal parato da Brian Perk, in porta in sostituzione dell'infortunato Chris Seitz.
Il gol sembrava aver dato una svolta definitiva alla partita. Ma mentre i ragazzi a stelle e strisce sembravano aver perso tutto, Freddy Adu si è messoad urlare per incitarli: "ho detto loro che possiamo anche andare in svantaggio, ma dobbiamo lottare fino alla fine".
E all'87' gli sforzi di tanto impegno sono stati premiati. Sua infatti l'azione sd'attacco dalla quale è sfociato il gol. Adu perde la palla ma guadagna un corner. Su un ping pong in area la palla finisce a Danny Szetela. Il suo tiro, non fortissimo ma diretto a rete, viene deviato in autogol da Mathias Cardaccio, intervenuto in scivolata per anticipare Akpan.
Al 107' è ancora Adu ad accendere la luce, ancora una volta battendo un corner. "Sapevamo che i calci da fermo sarebbero stati decisivi", ha detto Adu. Sul corner ancora una volta gli uruguayani non sono stati in grado di spazzare. La palla, malamente respinta dal portiere va a Julian Valentin che tenta il tiro, finisce infine sul piede di Michael Bradley che devia in rete per il gol vittoria. E mentre Bradley e i compagni esultano, ecco Adu che alza le braccia al celo e lancia un urlo liberatorio. Gli uruguayani non li ha battuti da solo, ma certamente è stato decisivo.
“Come si dice in spagnolo: cojones, cojones grandes,” ha precisato lo U.S. coach Thomas Rongen, parlando della vittoria dei suoi. Per Rongen è la seconda volta ai quarti con la Nazionale Under 20, dopo quelli del 2003, quando gli USA furono eliminati dall'Argentina.
Nei minuti finali, con l'Uruguay tutto in avanti, ancora Adu si è reso pericolosissimo con delle folate in contropiede, segnando così in modo ancor più forte la propria rinascita in Canada. Sicuramente gli osservatori austriaci avranno preso nota, visto che sabato l'Austria, che ha battuto il Gambia 2-1, scenderà in campo a Toronto contro gli statunitensi.
Sembra una vita che Freddy Adu è in giro, ma parliamo di un ragazzo che ha appena compiuto 18 anni, seppur al suo quarto campionato MLS e al suo terzo Mondiale Under 20, travolto forse in questi anni dall'eccesso di riflettori puntati su di lui e dai soldi della Nike. Un talento precoce che sembrava bruciato. Oggi però, le cose sembrano poter prendere la via sperata. Che indica verso l'Europa.
Adu non ha mai realmente impressionato nei suoi anni di MLS (19 gol in 96 partite per lui e una MLS Cup nel 2004 coi D.C: United), ed è questo uno dei motivi per i quali prima Bruce Arena e poi Bob Bradley lo hanno tenuto fuori dalla Nazionale maggiore, che però a questo punto presto avrà bisogno di lui. Non sarebbe giusto dire che questo Mondiale Under 20 era l'ultima chance per il giovane nato in Ghana, ma sicuramente, visto l'andamento dell'ultimo anno e anche il fallimento del suo provino al Manchester United, sicuramente le sue possibilità iniziavano ad avvicinarsi a finire. Ma il ragazzo a quanto pare è riuscito ad agguantare l'opportunità che gli si è presentata, da campione, prima con una tripletta alla Polonia, e poi coi due assist (e il bellissimo dribbling sul secondo gol) al Brasile. "È in situazioni come queste che il grande giocatore esce fuori", ha detto Adu uscendo ieri dal campo di battaglia. Bentornato Freddy Adu.