L'esultanza di Ricardo Clarck dopo il gol del pareggio
Gli States perdono ancora. Il risultato, rispetto all'esordio contro l'Argentina, non è molto diverso (3 a 1 contro i paraguaiani, 4 a 1 contro gli argentini), fortunatamente però lo è il gioco espresso dagli statunitensi. La vittoria della squadra albirroja è più larga di quanto non meritassero e questo dovrebbe inorgoglire i tifosi americani.
Cose interessanti in casa USA se ne sono viste. Mi viene da chiedersi cosa sarebbe potuto cambiare se stasera ci fosse stato l'apporto di esperienza e talento dei molti assenti. Se contro l'Argentina i più hanno detto che anche con i vari Donovan, Dempsey e compagnia sarebbe cambiato poco (e probabilmente è così) ieri notte qualcosa sarebbe potuto cambiare certamente. Senza chiamare in causa gli assenti, comunque, c'è da fare i complimenti a chi ha giocato, ed in maniera discreta, stasera. Cito qualche esempio: bella la prova, soprattutto nel primo tempo, di Benny Feilhaber. Il centrocampista dell'Amburgo era uno degli "osservati speciali"; da più parti erano arrivate, negli ultimi tempi, molti elogi nei suoi confronti e molti aspettavano di vederlo giocare in una partita in cui, rispetto a quanto non accadesse contro l'Argentina, gli Stati Uniti sapevano di potersela giocare. Buona prova e bei movimenti per lui. Nel secondo tempo è parso cominciasse ad avere un po' il fiato corto e, si sa, quando l'ossigeno che arriva al cervello comincia a diminuire giocare con lucidità si fa sempre più difficile, ma credo sia stato comunque uno dei più positivi.
Oltre a lui una doverosa citazione va fatta nei confronti dell'autore del goal bandiera, quel Ricardo Clark che già contro la nazionale albiceleste aveva dato prova della sua grande dinamicità cui, stasera, ha aggiunto qualche buona, per quanto sporadica, sortita offensiva.
La difesa, nel suo insieme, non ha giocato male. Peccato soprattutto per quello svarione sul secondo goal paraguayano. In linea generale, comunque, non è dispiaciuta. Ogni tanto si sono fatti un po' prendere dalla paura di sbagliare, ma quando dimostravano tranquillità negli interventi se la sono sempre cavata senza troppi problemi. Jonathan Bornstein, dal canto suo, continua a mostrare una fase offensiva molto interessante. Qualora venisse un po' "domato" tatticamente potrebbe diventare sicuramente una pedina molto interessante per il futuro di questa Nazionale. Sulla fascia opposta anche Drew Moor ha dato il suo apporto in fase di spinta. É un giocatore da tener d'occhio in prospettiva futura. I due attaccanti hanno fatto la loro partita, con Eddie Johnson sicuramente più positivo rispetto al suo compagno di reparto Taylor Twellman.
La partita è stata a tratti piacevole. Dopo i primissimi minuti di studio è stata la Nazionale statunitense ad uscire bene con un paio di occasioni ravvicinate. Al 9' Sacha Kljestan ha un'occasione d'oro sulla testa ma, tutto solo, manda incredibilmente a lato dal limite dell'area piccola. Un solo minuto dopo è Johnson che si materializza davanti a Justo Villar non riuscendo però ad agganciare, in spaccata, una splendida apertura di Drew Moor.
Il possesso di palla è a favore del Paraguay, dotato di una migliore capacità di palleggio, ma le occasioni sono statunitensi.
Tanto sono partiti arrembanti davanti quanto si vedono delle sbavature dietro. Dopo un tentennamento che porta Jonathan Santana a calciare centralmente i difensori sembrano un po' impacciati e, in conseguenza di un disimpegno difficoltoso, Bornstein è costretto a regalare un calcio d'angolo sugli sviluppi del quale Dario Veron spizzica la palla che, dopo essere carambolata sul braccio di Taylor Twellman, si stampa sul palo. La paura scuote un po' gli americani che cominciano a cercare di gestire meglio il pallone, dimostrando di non essere poi troppo inferiori, in quanto a circolazione dello stesso, rispetto ai sudamericani. Dopo dieci minuti di stallo a centrocampo arriva il primo acuto di Roque Santa Cruz, autore di una tripletta contro la Colombia, che colpisce di testa un cross dell'ottimo Edgar Barreto, mandando a lato. Anche avesse segnato, comunque, il goal non sarebbe valso, vista la posizione di fuorigioco al momento del lancio. Questa occasione, però, è il preludio al goal. Un solo minuto dopo Oscar Rènè Cardozo riceve palla al limite dell'area e, sfruttando l'uscita dalla linea difesa in pressing di Jimmy Conrad, serve Barreto con un bel filtrante. Il centrocampista in forza al NEC si inserisce molto bene ed in scivolata batte Kasey Keller, autore di un'uscita quantomeno rivedibile.
I giocatori statunitensi però non sembrano accusare troppo il colpo e si riportano subito in avanti, andando vicini al goal con Bornstein, ben imbeccato da Johnson. Gli states continuano con la loro ricerca del pareggio cui pervengono al quarantesimo grazie ad una rasoiata di Clark, ben servito da un'ottima sponda di Twellman, che si infila sul primo palo. Le squadre tornano negli spogliatoi sul punteggio di uno a uno, risultato tutto sommato giusto. Guardando le occasioni, però, gli Stati Uniti non avrebbero rubato nulla qualora vi fossero tornati con una situazione di vantaggio.
Il secondo tempo è meno piacevole del primo, con un gioco meno fluido e più spezzettato. Al decimo minuto un erroraccio difensivo spiana la strada a Cardozo che non ha problemi a mettere il pallone, calciando di piatto sinistro, sul palo lungo. Questa volta la reazione degli states non è veemente come nel primo tempo e la tranquillità della prima frazione di gioco pare lasciar posto ad un lieve nervosismo diffuso. Ecco quindi che Feilhaber, che non era comunque diffidato, prende il primo cartellino della partita dopo aver sgambettato Santa Cruz che, sulla trequarti, puntava la porta. Lo stesso nervosismo che ha portato il centrocampista dell'Amburgo a commettere quel fallo evitabile fa contrarre la squadra che invece di riversarsi nella metà campo avversaria combina poco, lasciando anzi spazio alle iniziative paraguaiane. Da segnalare, sicuramente, la bella azione imbastita da Barreto e Santa Cruz che porta quest'ultimo ad incrociare bene sul secondo palo, trovando però l'opposizione dell'attento Keller.
Lo spavento fa ridestare gli Stati Uniti che subito dopo tornano a creare occasioni da goal. Dapprima Twellman si trova una palla d'oro, depositatagli tra i piedi da una torre di Johnson consecutiva ad un ottimo cross di Moor, sul mancino ma la sua girata è debole. Subito dopo è Johnson a provarci, ancora una volta di testa, ma il suo tuffo non è fortunato e la palla sfila a lato. Poco più tardi è il neo entrato Justin Mapp (ancora una volta evanescente tanto a destra quanto a sinistra) a sprecare una ghiottissima occasione che lo vede entrare in area e presentarsi praticamente solo davanti ad Aldo Bobadilla (subentrato all'infortunato Villar) calciando però sopra la traversa.
Dopo una serie di rapide azioni, dovute all'allungarsi delle squadre, che vedono arrivare alla conclusione tanto una squadra quanto l'altra arriva il momento (siamo al 35') dell'entrata in campo del pupillo di Guus Hiddink, ovvero sia Lee Nguyen. E proprio lui, involontariamente, fa partire una delle azioni più interessanti della ripresa. La prima palla che tocca è una palla che vaga pericolosamente nella propria area e lui, sicuro, spazza senza pensarci due volte. Calcia potente giusto per dirimere la situazione di pericolo ma il suo rilancio diventa un assist interessante per Twellman che ancora una volta si trova a fare una buona sponda per Johnson il quale ha la possibilità di sgroppare sulla fascia per arrivare a calciare, ma tentenna troppo e lascia che la difesa, colta in contropiede, si riposizioni e lo chiuda bene. Poco dopo è ancora Nguyen che, in pressing, ruba una palla d'oro oltre la trequarti avversaria; la palla, dopo essere passata per i piedi di Johnson giunge a Moor che appoggia per Clark. Il mediano degli Houston Dynamo calcia bene, ancora una volta, ma trova la grandissima risposta di Bobadilla che, con un tuffo plastico, mette in angolo. Sugli sviluppi dello stesso è ancora Clark che si trova la palla tra i piedi ma questa volta, vista la posizione molto defilata, alla conclusione personale preferisce il cross" cross che risulta essere perfetto e pesca Moor tutto solo al limite dell'area piccola. Il terzino, però, colpisce centralmente e spreca una delle occasioni più ghiotte di tutta la partita.
Gli Stati Uniti sono in partita, l'onta dei quattro goal subiti all'esordio pare essere del tutto lavata dalla buona prestazione odierna. Nel momento migliore degli states, però, il capocannoniere dell'ultima Libertadores, Salvador Cabanas, firma il 3 a 1, proprio in chiusura, con una pregevole punizione che Keller riesce solo a toccare, senza poterla deviare oltre il palo.
La partita è stata tutto sommato equilibrata. Il Paraguay è parso comunque avere un qualcosa in più rispetto agli Stati Uniti, principalmente esperienza e pragmatismo. Una squadra più pronta a giocare a questi livelli avrebbe portato certamente a casa un altro risultato, vista la mole di gioco prodotta. ì davanti Johnson non si muove male, ma Twellman, come abbiamo già visto contro l'Argentina, non si vede praticamente mai. Servirebbe qualcosa di diverso, perché si vince solo finalizzando. Abbastanza irritante anche Mapp. Si vede che il ragazzo ha delle qualità , ma non può pensare di portar palla all'infinito, come gli è capitato di fare oggi.
Infine citazione speciale per Nguyen. Bradley, purtroppo, lo ha fatto giocare solo 10 minuti ma è riuscito, nel poco tempo in campo, a far trasparie qualità interessanti. Speriamo vivamente di poterlo vedere, se non da titolare, per almeno un tempo nell'ultima partita contro la Colombia per poterlo valutare meglio. Sicuramente se un gran conoscitore del calcio come Hiddink lo ha tanto voluto è perché il ragazzo dei numeri li deve avere.
Per gli USA comunque è arrivata un'altra pesante, nel risultato, sconfitta, ma la strada è quella giusta. Peccato solo, ora, sia molto difficile, se non impossibile, il passaggio del turno. Tenuto comunque conto che questa competizione era stata presa più come occasione per testare qualche giovane possiamo dire che dopo la partita di stasera Bradley possa ritenersi almeno in parte soddisfatto, dato che alcune cose buone si sono sicuramente viste, in campo.