Eddie Johnsnon è tornato in forma. Ma contro l'Argentina difficilmente basterà .
Bob Bradley e nove dei vincitori dei vincitori della 2007 CONCACAF Gold Cup hanno avuto praticamente meno di 24 ore per gustarsi la vittoria finale sul Messico prima di doversi imbarcare su un volo per il Venezuela, paese non certo amico degli USA viste le recenti affermazioni dei presidenti dei rispettivi paesi, e trovarsi scortati da decine di poliziotti in un pullman verso l'albergo prescelto per il soggiorno.
È prtita così la Copa America per gli USA, torneo cui partecipano da squadra invitata, insieme al Messico, come già avvenne nel 1993 (un pareggio, col Venezuela, e due sconfitte con Uruguay ed Ecuador) e 1995, in cui addirittura gli USA vinsero il girone dell'Argentina e furono eliminati solo in semifinale dal Brasile (0-2), perdendo poi la finale per il terzo posto con la Colombia, con il centrocampista John Harkes (una carriera tra Sheffield Wednesday, Derby County, West Ham United, D.C. United, Nottingham Forest, New England Revolution e Columbus Crew, dove ha chiuso nel 2002) nominato miglior giocatore del torneo insieme al grande uruguayano Enzo Francescoli.
A differenza della recente Gold Cup, gli USA non dovranno paffrontare un girone compost da Guatemala, Trinidad & Tobago ed El Salvador. Stavolta si parla di Argentina (giovedì), Paraguay (2 luglio) e Colombia (5 luglio). E stavolta la rosa messa insieme dal CT Braldey non è quella composta dao migliori giocatori americani in giro, ma è una in cui ben 16 giocatori non superano le 10 presenze in Nazionale e 14 hanno meno di 25 anni. Oltre ad essere un soggiorno che rischia di durare solo una settimana, quello che per gli USA è il pericolo maggiore è una brutta figura e la conseguente perdita di parte della credibilità tecnica acquisita in questi ultimo anni.
Quando venne annunciate che la USSF, la Federazione americana, avrebbe accettato l'invito del COMNEBOL a partecipare alla Copa America, le difficoltà di calendario furono subito evidenti. Gli USA sarebbero potuti sbarcare in Venezuela con alle spalle 6 partite in 17 giorni di Gold Cup, come poi avvenuto, e avere solo 3 giorni per prepararsi prima dell'apertura contro l'Argentina. Realizzato ciò, ed essendo la Copa una manifestazione "non ufficiale" per gli USA che quindi avrebbero visto negato il permesso di avere la maggior parte degli Yanks Abroad, Bob Bradley, ancora imbattuto dal momento dell'assunzione dell'incarico a dicembre 2006, decise che la Copa America sarebbe diventata un trampolino per lanciare una serie di giovani, far fare loro esperienza, in ottica Mondiali 2010. “La Copa America sarà una grande opportunità di crescita per i ragazzi che poi avranno un ruolo nelle qualificazioni Mondiali, che sono comunque il nostro obiettivo finale", ha dichiarato Bradley al sito USsoccer.com.
Quando lo scorso 22 giugno sono state rese note le convocazione degli USA per la Copa America, la notizia è stata accolta con disappunto e scetticismo dalla maggior parte dei media e dei tifosi americani, che temono che riempire la squadra che dovrà affrontare un'Argentina completa di tutti i suoi campioni possa essere un suicidio. I toni sono un pochino scesi dopo le belle prestazioni dei vari Benny Feilhaber e Ricardo Clark, che hanno dimostrato di saper reggere, ed ani migliorare, sotto pressione a certi livelli.
È questa quindi la reale motivazione della partecipazione degli Stati Uniti a questa Copa, e cioè far crescere le giovani promesse che giocano sia nella MLS che in Europa. Per quanto bello sarebbe stato vedere una Nazionale a stelle e strisce con tutta la sua forza a disposizione contro l'Argentina, anche volendo non sarebbe stato possibile, dato che non era possibile chiedere più di tanto a chi gioca nella MLS e ha già fatto la Gold Cup (ad es. Landon Donovan), oppure obbligare i club europei a mandare i propri giocatori una seconda volta dopo la Gold Cup.
Ecco comunque il roster scelto dal CT Bob Bradley.
Portieri – Brad Guzan (Chivas USA), Kasey Keller (Borussia Moenchengladbach)
Difensori – Jonathan Bornstein (Chivas USA), Bobby Boswell (D.C. United), Dan Califf (Aalborg BK), Jimmy Conrad (Kansas City Wizards), Jay DeMerit (Watford FC), Drew Moor (FC Dallas), Heath Pearce (FC Nordsjà¦lland), Marvell Wynne (Toronto FC)
Centrocampisti – Kyle Beckerman (Colorado Rapids), Ricardo Clark (Houston Dynamo), Benny Feilhaber (Hamburger SV), Eddie Gaven (Columbus Crew), Sacha Kljestan (Chivas USA), Justin Mapp (Chicago Fire), Lee Nguyen (PSV Eindhoven), Ben Olsen (D.C.United)
Attaccanti – Charlie Davies (Hammarby IF), Herculez Gomez (Colorado Rapids), Eddie Johnson (Kansas City Wizards), Taylor Twellman (New England Revolution)
Una raccolta di highlights della Nazionale USA dai Mondiali del 1990 fino alla Copa America 1995. Si riconoscono Tony Meola, Eric Wynalda, Marcelo Balboa, Cobi Jones, Claudio Reyna, Fernando Clavijo, Tab Ramos, Earnie Stewart, John Harkes, Alexi Lalas, Thomas Dooley e tanti altri.
Cerchiamo di analizzarlo, anche per conoscere alcuni dei chiamati, assolutamente non noti a chi non segue assiduamente le vicende della MLS o degli Yanks Abroad.
PORTIERI
Kasey Keller (Borussia Moenchenglandbach) – 29/11/1969
Per esperienza e capacità di leadership la sua presenza in porta decisa da Bradley è sicuramente una scelta indiscutibile, visto anche che Marcus Hahnmemann (Reading) è infortunato e Brad Friedel (Blackburn) ha rinunciato da tempo alla Nazionale. Il portiere del Borussia Moenchenglandbach (ma il suo contratto è in scadenza sabato) è però sembrato un po' incerto nel match col Canada in Gold Cup, e pare non avere più i riflessi di una volta, avendo comunque 37 anni. In un ambiente ostile come il Venezuela la sua presenza sarà però preziosa.
Brad Guzan (Chivas USA) – 09/09/1984
Voluto fortemente da Bradley, che lo consoce bene, avendolo fatto esordire lo scorso anno nei Chivas USA (seconda scelta assoluta al SuperDraft 2005), dovrebbe comunque partire titolare almeno per un match. Essendo lui (insieme a Troy Perkins dei D.C. United) la futura alternativa a Tim Howard, la Copa sarà l'occasione per vedere come regge alle pressioni esterne.
DIFENSORI
Jonathan Bornstein (Chivas USA) - 07/11/1984
Una delle promesse del soccer americano, ha finora messo insieme 7 presenze in nazionale, tra elogi e critiche. Bravo nella spinta, meno a coprire, è comunque una delle risorse su cui gli USA puntano per il 2010. La Copa per lui è una grandissima opportunità . Cereeto stanotte rischia di trovarsi davanti Leo Messi. Buona fortuna.
Bobby Boswell (D.C. United) – 15/03/1983
Centrale di difesa, nominato difensore dell'anno (e anche giocatore più bello) nella MLS 2006, guida una delle migliori difese del campionato. Quasi esordiente (2 sole presenze all'attivo), ha grandi margini di crescita.
Danny Califf (Aalborg BK) – 17/03/1980
Ormai da 5 anni nel giro della Nazionale, senza mai sfondare, l'ex difensore centrale di LA Galaxy e San Jose Earthqualkes gioca ormai da due anni in Danimarca, dove è molto migliorato in termini di posizionamento e visione di gioco. In Nazionale ha segnato un gol ad Haiti il 16 marzo 2004.
Jimmy Conrad (Kansas City Wizards) - 12/02/1977
Insieme a Carlos Bocanegra (segnalato questa settimana anche da Corrado Zunino sul Guerin Sportivo) è probabilmente il miglior difensore Americano. 30enne, è al top della carrier, ed è l'uoimo vluto da Bradley per dare solidità all'inesperto gruppo di difesa statunitense. Forte di testa, si sa rendere pericoloso sui calci d'angolo. L'ottimo campionato dei Kansas City Wizards è dovuto anche alla sua leadership. Curioso il fatto che Conrad sia stato parte delle 2 difese (San Jose 2002 e KCAnsas City 2004) che hanno subito meno goal nella storia della Major League Soccer. Per lui nel 2000 anche una breve esperienza coi polacchi del Lech Poznan (8 presenze).
Jay DeMerit (Watford FC) - 04/12/1979
Difensore centrale, reduce da un buon campionato in Premier League e dalla vittoria in Gold Cup, in Copa ha la sua prima vera occasione di mettersi in luce a livelllo internazionale. Non certo giovanissimo (27 anni), è però il giocatore giusto, accanto a Conrad, per proteggere la difesa USA dagli attacchi dai vari Hernan Crespo e Carlos Tevez. Del resto quest'anno si è comportato bene contro gente quale Didier Drogba e Wayne Rooney. Originario di Chicago, è già uno dei beniamini dei tifosi americani nonostante abbia giocato sin'ora poche volte con la maglia della Nazionale.
Drew Moor (FC Dallas) - 15/01/1984
Texano di Dallas, 23 anni, è alla sua prima chiamata in Nazionale. Tre anni di MLS alle spalle con FC Dallas, sesta scelta assoluta nel 2005, Moor, sicuramente la maggior sospresa tra I convocati Bradley, è stato l'unico della sua squadra a giocare tutte le partite di campionato da titolare. Nato difensore centrale, sta ancora cercando di adattarsi al suo nuovo ruolo di terzino destro. Ancora più a suo agio in mezzo, la sua versatilità è però uno dei suoi punti forza. Fino al 2003 era nel giro della Nazionale Under 20, ed era in campo ai Mondiali di categoria 2003 quando gli USA vennero eliminati ai quarti dall'Argentina per 2-1 (ai supplementari) . Di quella sera per gli USA sono in Venezuela Ricardo Clark, Justin Mapp, e Eddie Johnson.
Heath Pearce (FC Nordsjaelland) - 13/08/1984
Uno degli assenti a sorpresa del gruppo che è andato a vincere la Gold Cup, considerate che Pearce aspirava al posto di titolare sulla fascia sinistra finite poi a Bornstein. Aveva già impressionato il coaching staff americano prima dei Mondiali con la sua velocità e il suo atletismo, la sua abilità in attacco e l'intelligenza in campo. Passato direttamente dal college, University of Portland, alla Superliga danese. "È un buon atleta, " disse di lui il recentemente scomparso U.S. assistant coach Glenn “Mooch” Myernick. "Avere mancini come lui in squadra è importantissimo. È un buon attaccante, crossa bene, ed è in grado di fare degli ottimi lanci lunghi, servendo sempre bene gli attaccanti. E poi è uno che migliora molto velocemente". 23 anni ad agosto, alle spalle due anni in Danimarca, ha in Copa la possibilità di far vedere a Bradley di essere l'uomo candidato a quel ruolo (terzino sinistro) che dai tempi di Jeff Agoos (che ha abbandonato la Nazionale dopo i Mondiali 2002) in cui nessuno è riuscito a imporsi continuità . Lo stanno cercando club olandesi e tedeschi.
Marvell Wynne (Toronto FC) - 08/05/1986
Giocatore dal grande potenziale e dalla forte personalità , siamo davvero curiosi di vederlo alla prova. Sicuramente un prospect per il 2010. Prospect, trasferitosi recentemente dai NY Red Bulls al Toronto FC volute fortemente da Mo Johnston che lo aveva lanciato, Wynne è un giocatore velocissimo, ma dai piedi un po' grezzi. Lo ammette anche lui: “Tecnicamente devo migliorare molto il mio piede sisnistro e il controllo di palla. Devo poi riuscire a controllami meglio, tendendo ad attaccare troppo. Devo invece coprire di più la difesa e cercare di accentrarmi meglio quando necessario". Curiosità : suo padre, Marvell Wynne I, è stato un giocatore di baseball professionista nella Major League Baseball per 8 anni (Kansas City Royals, NY Met, Pirates, Cubs, San Diego Padres) per poi chiudere la carriera in Giappone con gli Hanshin Tigers di Osaka.
CENTROCAMPISTI
Kyle Beckerman (Colorado Rapids) - 23/04/1982
Centrocampista centrale di buon livello, essenziale per I Rapids, da ragazzo sembrava destinato a grandi cose, ma non è mai esploso. Ha debuttato in Nazionale lo scorso 20 gennaio contro la Danimarca, e quella è rimasta la sua unica presenza. 25 anni, ha però buona esperienza, avendo accumulato già 8 stagioni nella MLS. Quest'anno ha avuto un ottimo inizio di campionato, ma è poi calato insieme alla squadra.
Ricardo Clark (Houston Dynamo) - 10/05/1983
Un giocatore che siamo convinti vedremo sempre più spesso in Nazionale, e che con l'invecchiamento di Pablo Mastroeni sembra destinato a prenderne il posto nel 2010. Mediano forte e aggressivo, hasta però imparando a limitare i suoi ardori, e il lavoro su di lui portato avanti dal coach dei Dynamo, lo scozzese Dominic Kinnear, sta dando frutti sulla sua capacità di costruire gioco.
Benny Feilhaber (Hamburg SV) - 19/01/1985
Un suo gran destro dai 20 metri nella finale col Messico ha consegnato agli USA la Gold Cup 2007. Quale miglior inizio di carriera in Nazionale per questo ragazzo cresciuto tra Brasile, Stati Uniti e Germania. Con l'Amburgo non ha ancora trovato il suo spazio, ed è probabile che entro agosto finisca in qualche club olandese, inglese o tedesco. Centrocampista piuttosto duttile, in grado di giocare anche sulla fascia, in Nazionale sta trovando la sua dimensione di calciatore adatto all'Europa. In passatoha anche detto di no alla chiamata del CT austriaco Andreas Herzog (Feilhaber ha infatti tre passaporti: statunitense, brasiliano per nascita, e austriaco per via del nonno ebreo rifugiatosi in sudamerica nel mezzo della seconda seconda guerra mondiale).
Eddie Gaven (Columbus Crew) - 25/04/1986
Durante i suoi anni nelle giovanili americane sembrava destinato ad una grande carriera, ma come tanti altri si è perso un po' per strada. Liquidato ai Crew nel 2006 dai MetroStars (oggi Red Bulls) che avevano puntato molto su di lui, in Nazionale ha accumulato solo 3 presenze, e persino nei Crew non gioca sempre titolare. Centrocampista molto tecnico, nel top 11 della MLS a soli 18 anni, per Bradley. Del resto il ragazzo ha solo 21 anni.
Lee Nguyen (PSV Eindhoven) - 07/10/1986
L'ex allenatore del PSV, ora alla Russia, Guus Hiddink, lo notò durante i Mondiali giovanili giocati in Olanda nel 2005. Nel PSV lo ha educato alla filosofia del 4-3-3 facendolo giocare all'ala, viste anche le sue caratteristiche di sapersene andare nell'uno contro uno. E' sicuramnte uno dei maggiori talenti americani, e probabilmente quello più sotto osservazione. Quest'anno purtroppo è stato fermato da un brutto infortunio alla spalla, con un'operazione che lo ha tenuto fermo a lungo. Arriva quindi in Venezuela con poche partite alle spalle e tanta voglia di farsi vedere.
Sacha Kljestan (Chivas USA) - 09/09/1985
Altro "prodotto" dei Chivas di Bradley. Come abbiamo scritto in passato, Kljestan è uno che sa lanciare al momento giusto, sa dare i tempi corretti alla squadra, è veloce soprattutto di testa perché fa correre la palla senza attardarsi in tocchi inutili. Difetti? Poco coraggioso; nei contrasti tende a tirare indietro la gamba e questo causa un buon numero di palle perse. Tutto da misurare in un torneo come la Copa America.
Justin Mapp (Chicago Fire) - 18/10/1984
Finalmente libero dell'ombra, tropppo grande per lui sin'ora, di DaMarcus Beasley, finalmente avremo la possibilità di capire quale possa essere il suo reale contributo alla causa americana. Laterale di sinistra, con più cervello ma senza l'esplsività di Clint Dempsey, bravo nei passaggi, crossa alla perfezione. In aprile lo ha cercato l'Everton, e la Copa porebbe servirgli anche per ottenere il visto per l'Inghilterra.
Ben Olsen (D.C. United) - 03/05/1977
Con I suoi 30 anni è uno dei senatori di questa squadra. Centrocampista di destra, dove tornato dopo qualche anno in mezzo, reduce da una tripletta in campionato, faceva parte del gruppo di Bruce Arena ai Mondiali in Germania, e in Nazionale ha messo insieme solo 35 partite e 6 gol, essendo stato spesso bloccato da infortuni. Olsen è un duro che in mezzo sa farsi sentire a parole e fisicamente, eun gruppo di giovanotti come quello messo insieme da Bradley ha sicuramente bisogno di uno come lui. Ma non deve essere poi così cattivo come sembra, visto che è un ministro protestante e ha anche celebrato nel 2005 le nozze di un'ex compagno di squadra, il portiere Nick Rimando (ora al Real Salt Lake)!
ATTACCANTI
Charlie Davies (Hammarby IF) - 25/06/1986
Di lui in America si parla molto, ma sono pochi ad averlo visto giocare. Cresciuto nel Boston College, ha rinunciato alla MLS e si è trasferito agli svedesi dell'Hammarby (di proprietà daell'AEG, come anche Galaxy, Fire e Dynamo), dopo essere passato sotto gli occhi di Aaron Winter all'Ajax. 21 anni, ha avuto qualche problema di ambientamento, andando a segno pochi giorni fa per la prima volta, con un gol vincente in Intertoto. Davies per Bradley è più che altro un esperimento, un'occasione per vedere questo ragazzo che gioca in un campionato non molto visibile, continuando la ricerca per il cannoniere che agli USA è sempre mancato.
Herculez Gomez (Colorado Rapids) - 06/04/1982
Un po' d'aria fresco per lo stantio attacco Americano. Gomez è una delle grandi soprprese della MLS 2007. 25enne piccolo e scattante, cresciuto nel Cruz Azul, liquidato dai Galaxy in inverno dopo che Steve Sampson (poi esonerato) lo aveva usato erroneamente da centrocampista, è stato l'artefice della grande partenza dei Colorado Rapids (un po' spentisi recentemente). Può essere di grande utilità come seconda punta. E chissà che grazie al suo stipendio ($49,350!) non riesca ad attirare qualche sirena europea?
Eddie Johnson (Kansas City Wizards) - 31/03/1984
Passo veloce, fisico potente, sembra sulla buona strada per tornare il centravanti che impressionò in Nazionale nel 2006, arrivando anche ad attirare le attenzioni del Benfica, che per lui offrì ben $5 milioni. Il rifiuto della MLS lo ha però depresso, ma nella MLS 2007 è attualmente capocannoniere, e punta a riguadagnarsi l'attenzione degli osservatori europei. Se gioca ai suoi livelli allora gli USA una speranza di passare il turno ce l'hanno.
Taylor Twellman (New England Revolution) - 29/02/1980
E' bravo, ma non segna mai i gol che contano. Anche in Gold Cup, ha veleggiato in una mediocrità (a parte un bell'assist per Dempsey nella vittoria col Guatemala) dalla quale non riesce ad uscire. Sarebbe stato forse il caso di dare un'ultima chance al 30enne Jeff Cunningham (Toronto FC), capocannoniere lo scorso, uno di carattere ed esperienza, probabilmente ben più utile.
Andando a guardare il match di stanotte con l'Argentina, sulla carta sembrerebbe anche inutile giocare. Il rischio per gli USA è la goleada argentina. L'Argentina si presenta a questa Copa America da grande favorita, completa di tutti i suoi campioni: da Juan Sebastian Veron, recuperato dal CT Alfio Basile, a Juan Riquelme, neovincitore della Copa Libertadores, da Carlos Tevez agli interisti Hernan Crespo, Esteban Cambiasso e Javier Zanetti, passando per Leonel Messi e il l'attaccante ex Genoa Diego Milito, il cui fratello difensore Gabriel Milito tutti vogliono in questo mercato. E poi l'Argentina insegue questo titolo dal 1993, e farà di tutto per non farselo scappare. Con gli USA deve però stare attenta, tenendo a mente cosa successe nel 1995, quando un gruppo di giocatori sparsi tra Europa e college battè 3-0 l'Argentina e la spedì a giocarsi i quarti contro il Brasile, da cui fu eliminata.
Per quanto riguarda le possibilità degli USA di qualificarsi nel Gruppo C sono ovviamente assai limitati. Argentina a parte, gli Stati Uniti si troveranno di fronte duenazionali solide come Paraguay e Colombia, piene di giocatori che militano in Europa e sicuramente più allenate a giocare a questi livelli dei ragazzetti della MLS. Ma, visti i precedenti, non si sa mai.
Ipotizzando le formazionni di stanotte:
USA (4-2-2-2) – Kasey Keller in porta. Difesa con, da destra, Marvell Wynne, Jimmy Conrad, Jay DeMerit e Jonathan Bornstein. In mezzo Benny Feilhaber, Ricardo Clark, con Justin Mapp e Lee Nguyen sulle fasce a servire I due attaccanti Taylor Twellman e Eddie Johnson.
Per l'Argentina, possibile questo undici: Roberto Abbondanzieri in porta favorito rispetto a Carrizo. In difesa Roberto Ayala, Gabriel Heinze, Gabriel Milito e Javier Zanetti. Centrocampo mostre formato da Juan Roman Riquelme, Juan Sebastian Veron, Esteban Cambiasso, e Javier Mascherano. Attacco stellare con Lionel Messi e Hernan Crespo.
Calcio d'inizio stanotte alle 2.45 (diretta Sportitalia, replica 29 giugno h. 21.15) in quel di Maracaibo. Agli USA servirebbe davvero una Forza 9"