Il grande Pete Carroll, coach di USC
Sole, caldo, mare… tutto questo è California.
E proprio nello stato della California ci troviamo oggi per la nostra intervista settimanale.
Per la precisione siamo vicino a Los Angeles, alla University of Southern California, sede di uno dei programmi più famosi e competitivi della nazione.
Con grandisismo piacere andiamo a presentarvi un'intervista con Pete Carroll, uno dei coaches più quotati nel mondo del football e non solo in quello universitario.
Pete Carroll ha iniziato la sua carriera di allenatore come graduate assistant alla University of the Pacific. Nel 1977 si sposta, con lo stesso ruolo, alla University of Arkansas, alla corte di Lou Holtz.
Dopo aver lavorato anche ad Iowa State, Ohio State e North Carolina State, Carroll approda nella NFL come defensive backs coach dei Buffalo Bills. Poi è la volta di Minnesota Vikings (sempre con i defensive backs), New York Jets ( defensive coordinator) e San Francisco 49ers (ancora defensive coordinator), prima di diventare head coach dei New England Patriots.
Nel suo primo anno nel Massachusetts, Carroll vince la AFC East ma la sua avventura termina 2 anni dopo come conseguenza dei risultati ottenuti nel 1998, sconfitta come wild card nei playoff e nel 1999, dove non riesce a centrare la post-season.
Nel dicembre del 2000 comincia la sua splendida avventura con i Trojans.
Prima di inizizare, un doveroso ringraziamento al nostro contatto a USC, Paul Goldberg, USC Assistant Sports Information Director.
USC ha registrato un record di 11-2 ed è arrivata ad un capello dal giocarsi il national title nonostante abbia dovuto affrontare diversi infortuni. Quale è la sua opinione riguardo la vostra stagione 2006?
Considerando il fatto che dovevamo sostituire 2 vincitori dell'Heisman Trophy, il nostro all-time leading touchdown scorer, alcuni uomini chiave bella linea offensiva e che avevamo una delle difese più giovani nel Paese dopo tutti gli infortuni, sono del parere che siamo cresciuti un bel pò e siamo stati competitivi ad alto levillo. Obiettivamente, lasciarsi sfuggire via l'opportunità di giocare per un titolo nazionale è stato deludente, ma sono contento per come abbiamo reagito battendo una squadra veramente buona come quella di Michigan nel Rose Bowl.
Un'area da migliorare è quella dei punt returns. USC ha bisogno di fare di più nel punt return game dopo aver registrato una media di appena 6.19 yards per tentativo…quale è la sua opinione in proposito?
Ci piacerebbe migliorare questo, certamente, ma abbiamo anche bisogno di assicurarci del fatto che ci si prenda cura del pallone nella maniera giusta. Abbiamo un paio di ragazzi che arrivano, Joe McKnight e Ronald Johnson, che sono stati dei ritornatori molto produttivi nella high school e sono curioso di vedere che cosa possono fare quando arriverà agosto.
USC deve trovare dei sostituti per i WRs Steve Smith e Dwayne Jarrett. Vidal Hazelton e Patrick Turner saranno in grado di sostituire questi giocatori? Quale è la sua pinione riguardo questi 2 giocatori?
Il compito di rimpiazzare Steve e Dwayne non sarà solo di Vidal e Patrick. Certamente entrambi avranno un grande ruolo, ma non saranno i soli a battagliare per le ricezioni. David Ausberry, redshirted lo scorso anno, è stato uno dei ragazzi più impressionanti durante lo spring camp e Travon Patterson, come ragazzo veloce, è venuto fuori prepotentemente. Patrick ha la maggior esperienza nel gruppo e sembra pronto per fare il prossimo passo per dare un grande contributo, ed anche Vidal ha queste potenzialità .
Riguardo la situazione dei running backs: USC ha almeno 5 backs che sarebbero titolari in almeno altre 100 squadre. Ora uno di loro deve dimostrare di meritarsi il posto di titolare per voi. Sarà Joe McKnight il numero 1 nella deep chart questo autunno?
Joe è certamente talentuoso, ma come voi avete detto, noi abbiamo un bel pò di ragazzi che pensiamo possano fare questo lavoro. Siamo tutti ansiosi di vedere i freshmen presentarsi al camp in agosto e vedere che cosa porteranno al mix. Ma è troppo presto per prevedere chi sarà il titolare.
QB John David Booty è in linea per dare ad USC un altro favorito per l'Heisman. Comunque la pressione sarà grande sulle spalle di Booty dopo aver passato per 3,347 yards con 29 touchdowns la scorsa stagione nel suo primo anno da titolare così quale è il suo parere sulla prossima stagione di John? E quale la sua opinione su questo ragazzo come giocatore e come uomo?
Io penso che David si sia gestito alla grande nel suo primo anno come starter. Prima di tutto, lui veniva subito dopo non uno ma due Heisman Trophy quarterbacks (Carson Palmer e Matt Leinart) e doveva anche dirigere un attacco che doveva ancora calcolare che cosa fare senza Reggie Bush e LenDale White. Inoltre, a causa della operazione subita alla schiena in off-season, non è mai stato del tutto nella forma che avrebbe voluto avere. Entrando nella prossima stagione, inizierà l'anno in una forma fisica migliore, cosa che dovrebbe aiutarlo a fare molto meglio. E' una persona calma e rilassata fuori del campo e molto calma e concentrata dentro il campo.
Riguardo al reclutamento: lei ha il meglio del meglio in fatto di reclute da high school. Quale è il suo parere sulla sua intera classe 2007?
Lo staff ha lavorato molto duramente– come fa ogni anno– per mettere insieme la miglior classe possibile. Questa clasee copre le nostre necessità e dovrebbe aiutarci ad essere il più veloce team dei Trojan da quando sono qui.
I Trojans saranno probabilmente classificati come la squadra No. 1 all'inizio della stagione 2007 e ci sono pochi motivi di preoccupazione per USC. Alla fine lei è ottimista riguardo alla vostra corsa al national championship? Quali sono i rivali più pericolosi per il titolo?
Noi apprezziamo il fatto che la gente ci consideri un potenziale team No. 1, ma questo è un riconoscimento per una buona stagione 2006 così come è una previsione per il 2007. Come abbiamo certamente imparato lo scorso anno, ogni team può farti lo sgambetto e fregarti, così noi non stiamo ancora pensando al titolo nazionale. Quando torneremo insieme in agosto, le sole preoccupazioni saranno di integrare i nuovi giocatori con tutti i ragazzi che torneranno e di essere pronti al meglio di quanto possiamo per la prima partita dell'anno contro Idaho. Se guardassimo oltre a questo, saremmo nei guai.