Galaxy e MLS, quali priorità ?

Landon Donovan, troppe partite per lui quest'anno tra Nazionale e L.A. Galaxy

Si giocano nella notte un paio di amichevoli importanti che vedono coinvolte squadre della MLS e top club europei. Nello specifico, il neonato Toronto FC affronta al BMO Field di Toronto, esaurito come al solito, il Benfica dell'ex juventino Fabrizio Miccoli, mentre i Los Angeles Galaxy scendono in campo al Home Depot Center contro i Rangers Glasgow, nella prima di un'infinita serie di amichevoli che vedrà  coinvolti i galaxy da qui alla fine dell'anno, con intensità  massima a partire dall'arrivo in California di David Beckham.

Se si va a dare un'occhiata al calendario 2007 dei Los Angeles Galaxy, è inevitabile che un osservatore attento sollevi la questione della credibilità  della Major League Soccer quale torneo primario degli USA e del ruolo dei Galaxy come società  parte del campionato. La domanda sorge spontanea: non è forse giusto dire che i Galaxy hanno compromesso le proprie possibilità  di vincere la MLS Cup prima ancora di iniziare il campionato?

In un'estate nella quale probabilmente perderanno alcuni dei loro migliori giocatori non per una, ma addirittura per due competizioni internazionali cui parteciperà  la Nazionale USA – la CONCACAF Gold Cup e la Copa America (per non parlare del Mondiale Under 20) - i Galaxy saranno in campo nella US Open Cup, nell'edizione inaugurale della SuperLiga e hanno organizzato il torneo amichevole "World Series of Football" insieme al Chelsea FC e ad altre squadre provenienti da Messico e Corea del Sud. Da non dimenticare, anche perché è l'antefatto di molti di questi impegni, nel frattempo è previsto l'arrivo, ed il necessario periodo di adattamento, di David Beckham.

Questa combinazione di impegni internazionali e di iniziative commerciali ha provocato la strutturazione di un calendario di partite che rasenta l'assurdo, e che sicuramente mette a serissimo rischio la partecipazione dei Galaxy ai playoff 2007. Ciò tanto più a seguito della decisione da parte della MLS di dare alla quinta arrivata di una delle due Conference il quarto posto dell'altra nel caso di una classifica migliore in termini di punti. E con ilo scenario che si sta verificando quest'anno, che vede le squadre della Eastern Conference nettamente più avanti, il rischio è che la Western quest'anno possa portare ai playoff solo tre squadre. E per i Galaxy sarà  ancora più dura. Oltre questo, le continue amichevoli tra un match e l'altro della regular season fanno pensare alla MLS come ad un campionato quasi da non prendere sul serio, svalutato, pronto a stravolgere ogni cosa per i soldi, a livelli che nemmeno il campionato italiano è ancora riuscito a raggiungere (per fortuna).

Alla fine della prima metà  della stagione, i Galaxy avranno giocato solo 12 match di campionato, l'ultimo dei quali prima dell'All-Star Game (che si giocherà  il 19 luglio al Dick's Sporting goods Stadium di Commerce City, Colorado, contro il Celtic Glasgow) sarà  il 7 luglio contro i Kansas City Wizards. Da quel momento, riscenderanno in campo per la regular season direttamente il 5 agosto a Toronto, nella prima di una serie di 18 partite in 10 settimane, 11 delle quali da giocare in trasferta, cui aggiungere uno o due possibili match di SuperLiga nel caso i Galaxy dovessero ben comportarsi in questa competizione.

Una ragione ovvia per il buco di luglio è chiaramente lo sbarco di Beckham. Il suo ingaggio ha complicato il calendario della MLS né più né meno di quanto la costruzione dei vari Soccer Specific Stadiums ha fatto in passato. Sarebbe stato strano del resto se ogni franchigia della MLS non avesse voluto migliorare la propria media spettatori e i propri incassi con un'apparizione di Beckham nel proprio stadio. Normale quindi. Ma ciò che solleva dei dubbi su quali siano le reali priorità  dell'Anschutz Entertainment Group è la doppia partecipazione dei Galaxy a SuperLiga e World Series of Football. Delle quattro squadre della MLS partecipanti alla SuperLiga, l'invito arrivato ai Galaxy è un qualcosa che va fuori dalle regole, data la loro pessima stagione 2006, nella quale hanno anche fallito la qualificazone ai playoff. Anche perché invece di giocare tre match di SuperLiga in sette giorni a luglio avrebbe potuto dire giocarne uno o due di regular season nello stesso period, consentendo a L.A. di avere un un settembre più normale, essendo previsto per quel mese un blocco di otto partite in 30 giorni.


Los Angeles Galaxy – 2006 Best Goals Compilation

É chiaro che i Galaxy non hanno voluto rinunciare a due match da "tutto esaurito" come quelli che vdranno in campo al Home Depot Center i Chivas (quelli veri) di Guadalajara e il Pachuca, le due squadre finaliste della CONCACAF Champions League di quest'anno, in una competizione, la SuperLiga, organizzata dalla Soccer United Marketing, di cui l'AEG è uno degli azionisti principali. Ma a questa competizione sono state aggiunte le due amichevoli del torneo denominato in maniera un po' megalomane "World Series of Football" contro i messicani Tigres e il Chelsea, immediatamente prima e dopo l'All-Star Game. Secondo Tim Leiweke, Presidente e CEO dell'AEG, “le World Series of Football sono una grande chance per mettere in mostra a livello mondiale le qualità  tecniche di squadre quali Chelsea, Suwon, Tigres and the Galaxy. Match come questi son oil passo necessario per dare ai club della MLS, ed ai Galaxy in particolare, credibilità  internazionale, e per dimostrare al mondo del calcio che il soccer USA è in grado di competere con i più grandi club a livello internazionale".

Interrompere un campionato per giocare un torneo amichevole senza storia, secondo Leiweke, darebbe quindi credibilità  mondiale? Se ciò fosse vere e non mero marketing per cercare di vendere più biglietti e piazzare i diritti TV al prezzo maggiore possibile per le "World Series of Football", allora la MLS dovrebbe organizzare un paio di esibizioni per ogni club della lega per mostrare le qualità  del soccer USA, rincorrendo la grande credibilità  che ne dovrebbe derivare!

Certo Leiweke non prende assolutamente in considerazione che il Chelsea, né mai lo consentirebbe la Football Association inglese, non interromperebbe mai il proprio cammino in Premier League per giocare un paio di amichevoli contro Galaxy e Tigres a dicembre allo Stamford Bridge. E ancora una volta inoltre un dirigente della MLS sembra dimenticare la lezione della NASL. I New York Cosmos degli anni d'oro fecero più volte il giro del mondo e ospitarono al Giants Stadium le migliori squadre dell'epoca, inclusa l'Argentina campione del mondo 1978 e FIFA World All Stars nel 1980, collezionando grandi vittorie (da ricordare il 7-2 inflitto in Germania Ovest all'Amburgo campione d'Europa nell'estate 1983), e sconfitte altrettanto grandi (1-7 contro il Bayern Monaco nel 1978), organizzando anche con regolarità  un torneo denominato Trans-Atlantic Challenge Cup, che vide la partecipazione di alcune delle quadre migliori di entrambi i continenti (tra le italiane ricordiamo SS Lazio, AS Roma, Fiorentina, Udinese e LR Vicenza). E parliamo di una squadra che altro che il solo David Beckham, Landon Donovan e Abel Xavier. Ecco i nomi dei Cosmos di quegli anni: Pelé, Franz Beckenbauer, Giorgio Chinaglia, Carlos Alberto, Johann Neeskens, Johann Cruyff (che giocò proprio due sole amichevoli contro Resto del Mondo e Chelsea nel 1978), Wim Rijsbergen, Valdislav Bogicevic (a lungo capitano della Stella Rossa), Denis Tueart (grande del Manchester City), Danny Aitken (colonna storica dell'Aston Villa) e così via. Un gruppo di giocatori paragonabile forse solo ai "galacticos" del Real Madrid di Florentino Perez, che vedevano in campo Palloni d'Oro come Ronaldo, Zindeine Zidane, Luis Figo e David Owen, oltre a David Beckham naturalmente. Ma il Real, come i Cosmos di quegli anni (fatte le dovute distinzioni di storia e blasone) mancarono di credibilità  per un motivo preciso: la mancanza di vittorie in competizioni internazionali. I Cosmos infatti dominarono la NASL, ma purtroppo rinunciarono a partecipare alla CONCACAF Champions Cup, che certo all'epoca era un torneo ancor minore di quanto lo sia oggi, ma anche alla possibilità  di parteciapare alla Copa Libertadores, la Coppa dei Campioni del Sud America, che avrebbe dato loro la possibilità  di confrontarsi con alcune delle migliori squadre del mondo dell'epoca (le brasiliane Flamengo, Sao Paulo, Vasco de Gama come anche le argentine Boca Juniors, River Plate e Independiente), con la possibilità  in caso di vittoria di andare a giocarsi la Coppa Intercontinentale a Tokyo. Ma il problema era che la Warner Communications, proprieataria dei Cosmos, non avrebbe potuto controllare direttamente calendario ed entrate finanziarie. Il risultato, a più di vent'anni dalla scomparsa dei Cosmos, è il ricordo di una sorta di Dream Team itinerante, ma che non ha lasciato una traccia negli almanacchi, né è riuscito a dare al soccer USA quella credibilità  ancor oggi in parte mancante.

Tornando all'AEG, la società  di comunicazione che in pratica quasi da sola ha tenuto in piedi la MLS negli anni bui a cavallo del 2000, apparentemente per essa è meno importante garantire l'integrità  della MLS, stravolgendo il ruolino di marcia di uno dei suoi club, definito peraltro il "gioiello della MLS", semplicemente per un paio di partite amichevoli, seppur di prestigio. Ci si potrebbe chiedere se almeno sia stata presa in considerazione la possibilità  di dividere in due il campionato, una sorta di"Apertura" e "Clausura" manentendo unico il campionato, visto anche che una scelta del genere sarebbe andata perfettamente incontro alle esigenze dei Galaxy di quest'anno: regular season, US Open Cup e CONCACAF Cup tra aprile e giugno, stop a luglio, regular season senza playoff da agosto a novembre. Tredici squadre, 12 match per squadra andata e ritorno, un calendario meno congestionato, con magari una finale di MLS Cup tra le vincenti dei due "tornei", o al limite playoff tra le prime quattro assolute. Una stagione organizzata in questo modo avrebbe lasciato un intero mese, luglio, oltretutto mese in cui le squadre europee sono disponibili per tournée varie essendo in preparazione pre-campionato, per giocare far giocare tornei nonsense quali le "World Series of Football", ma anche per consentire alle franchigie della MLS di guadagnare organizzando tornei e amichevoli internazionali. Un gioco a somma positiva per tutti, squadre USA ed euopee o sudamericane. Invece, la MLS è riuscita a produrre un calendario incredibilmente complicato, oltre tutto totalmente sbilanciato nel caso dei Galaxy, che rischiano di arrivare a fine stagione cotti, vista anche l'esiguità  di una rosa limitata dalla lega e dal salary cup. E se i Galaxy non dovessero qualificarsi per I playoff, chi sarà  da incolpare: il coach Frank Yallop? Il presidente chiacchierone, l'ex difensore del Padova e della Nazionale USA Alexi Lalas? Oppure qualcuno avrà  il coraggio di puntare il dito verso chi ha messo avanti a tutto interessi commerciali, legittimi ci mancherebbe, ma che oltre a creare problemi rischiano di essere di breve respiro e di minare la credibilità  di Galaxy e MLS?

Alla fine di ogni stagione il campionato consegna agli allori e agli almanacchi un vincitore, quale che sia il modo in cui il campionato è organizzato, con playoff o girone unico. Ma gli impegni delle varie squadre debbono essere più o meno simili, altrimenti il risultato rischia di essere falsato. Come quest'anno, probabilmente.

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