Il contratto di Kasey Keller col Borussia scade a giugno, e lui vuole la MLS. Ma la MLS vuole lui?
Kasey Keller è probabilmente la figura più impartante del soccer USA degli ultimo 15 anni. Incredibilmente però, si ritrova oggi quasi a mendicare un ingaggio nella Major League Soccer, arrivando addirittura a cercarsi squadra da solo. È strano, visto che sono mesi che non si parla d'altro che dell'arrivo di stelle internazionali e della necessità per la MLS di crescere e affermarsi definitivamente negli USA. E bisogna dire che gli ingaggi effettuati fin'ora, almeno a prima vista, non sono stati affatto sbagliati, a cominciare da quello di David Beckham, passando per Cuauhtémoc Blanco, Guillermo Barros Schelotto e Juan Pablo Angel. Tra i nomi che si sono vociferati ricordiamo anche quelli di Zinedine Zidane, Martàn Palermo, Edgar Davids e persino Marco Materazzi e Fabio Cannavaro. Nomi molto spesso lanciati per la rete solo per attirare interesse su un campionato che ne ha un disperato bisogno. Ma un altro fattore importante sarebbe però il riportare a casa le (poche) stelle americane già affermatesi in Europa. Un primo passo, ottimo, al riguardo è stato sicuramente l'ingaggio di Claudio Reyna da parte dei New York Red Bulls, fortemente voluto da Bruce Arena.
Come lui, se non di più, Keller, considerato il più grande portiere della storia del calcio americano, sarebbe un grandissimo colpo. “Ho sempre detto che tra i miei obiettivi c'è quello di terminare la mia carriera in America", ha dichiarato il veterano portiere della Nazionale USA, "e ancora lo penso". Il contratto di Keller con il Borussia Mà¶nchengladbach scade il prossimo 30 giugno, e con la squadra sulla via della retrocessione ormai quasi certa, per il 37enne portiere sembra venuto il tempo di ritrovare la strada di casa. Ed essendo uno che tiene molto alla famiglia, sta facendo di tutto per avvicinarsi alla città d'origine, Olympia (WA), o almeno alla sua casa di vacanza, a Tamarack, Idaho.
Ma Keller, reduce da un'ottima performance ai Mondiali, in cui con una prestazione super ha consentito agli USA di essere l'unica squadra a non venir sconfitta dall'Italia campione, ha recentemente dovuto ammettere il proprio dispiacere per come stanno andando le cose con la MLS: "Ho avuto tanto dalla Nazionale e dai tifosi, e a desso vorrei restituire almeno in parte quanto ricevuto. Ma la MLS deve essere d'accordo, non posso certo decidere da solo, anche se mi piacerebbe".
Questo, ovviamente, è solo parzialmente vero. Keller potrebbe firmare anche domani se fosse disposto ad accettare solo qualche spicciolo. Ma perché dovrebbe? Kasey ha dichiarato di aver avuto discussioni informali con alcuni club della MLS, alcune risalenti fino al 2004, con il Real Salt Lake. "Ogni volta sembrava tutto fosse a posto. Ma, ad un certo punto, tutto si bloccava. Non mi aspetto certo di guadagnare quanto adesso in Europa, ma altrettanto non mi aspetto di guadagnare quanto un ragazzo di 22 anni che deve ancora dimostrare tutto". Keller non ha mai parlato pubblicamente di cifre, ma certo non è alla ricerca di un contratto alla Beckham. Ciò che è sicuro è che non è interessato ad un contratto annuale. Uno dei problemi della trattativa però è la media stipendi dei portieri della MLS, il ruolo meno pagato della lega. Secondo il Washington Post, nel 2006 Joe Cannon era il portiere più pagato, con un ingaggio di $170,000; Kevin Hartman e Pat Onstad erano invece a quota $160,000 ognuno. Dietro di loro, Matt Reis, talmente bravo lo scorso anno da coprire le magagne della difesa dei Revs, ma con un contratto da soli $100,000. Addirittura I bravi giovani Brad Guzan (recentemente convocato in Nazionale), Matt Pickens e Troy Perkins (Goalkeeper of the year nel 2006) in tre hanno messo insieme la miseria di $120,000 complessivi. Va segnalato il caso, tutto negativo, del portiere di Trinidad & Tobago ai Mondiali, Shaka Hislop, preso da FC Dallas l'estate scorsa e destinato a fare la riserva quest'anno con un contratto da circa $200,000. Questo quadro va anche a dimostrazione che si possono trovare buoni portieri a prezzi bassi, ma ciò non vuol dire che Keller non meriti quello che vale.
Salt Lake City è la franchigia della MLS più vicina allo stato di Washington - pco più di 800 miglia, un paio d'ore di volo fino a Seattle. E dato che, vista l'età , Keller non è certo disposto ad aspettare un expansion team nel Northwest o nella San Francisco Bay Area, se non dovesse ricevere l'offerta giusta, probabilmente firmerà un contratto biennale in Europa e poi smetterà . Motivo questo che rende il Real Salt Lake il miglior candidate, almeno in termini di necessità per la squadra e condizioni geografiche ed economiche (non ha ancora ingaggiato un Designated Player) per l'ingaggio di Keller. Infatti, come già detto, Keller e il RSL arrivarono a “48 ore dal chiudere l'accordo" a fine 2004, come dichiarato dal general manager del Real Salt Lake Steve Pastorino, nell'anno in cui Keller stava per chiudere il proprio rapporto con il Tottenham Hotspur. Ma si presentarono i tedeschi del 'Gladbach con un'offerta di gran lunga migliore.
Naturalmente a Keller piacerebbe avere la stessa possibilità oggi, un'offerta quindi oltre I $400,000 previsti come limite oltre il quale scatta la regola prevista per il DP (che preve il compensao extra in carico al club e non alla MLS), ma il Real Salt lake non sembra interessato. “Siamo soddisfatti dei nostri due portieri al momento" ha detto pastorino, riferendosi a Nick Rimando e alla prima scelta di RSL nel 2007 SuperDraft, il bravissimo nazionale Under 20 Chris Seitz. Keller ha affermato di non aver parlato direttamente con Pastorino, ma ha anche ditto di aver avuto tre o Quattro chiacchierate informali con l'assistant coach Peter Mellor durante le feste di Natale, che gli ha riferito che il club non aveva abbastanza disponibilità nel salary cap per chiudere l'accordo con lui. “credo non ci sia squadra nella MLS che non vorrebbe avere Kasey Keller in rosa – ha detto Pastorino - ma deve essere un incontro delle parti al momento giusto. E questo non lo è".
Viste però le prime uscite del club nella regular season 2007, le pessime performance di Rimando e l'inesperienza, ci permettiamo però di affermare che Pastorino è probabilmente in errore, e che questo inevece sarebbe proprio il momento giusto per dare una svolta alla squadra con un arrivo come quello di Keller. La vicinanza di uno come Keller consentirebbe poi a Seitz, considerato da molti il futuro portiere della Nazionale maggiore, di maturare accanto ad un maestro.
Parliamo infatti, come in parte già detto, di un portiere con alle spalle quattro mondiali e tanti anni da titolare tra Premier League, Liga e Bundesliga.
Keller ha iniziato la propria carriera presso la University of Portland, dove da freshman nel 1988 è arrivato alle NCAA men's soccer final four. Nel 1989 ha fatto il doppio lavoro, giocando anche per il F.C. Portland nella Western Soccer Alliance, e contribuendo poi a portare lo U.S. U-20 national team al quarto posto nella 1989 FIFA U-20 World Cup, aggiudicandosi il premio di secondo miglior giocatore del torneo, dietro al brasiliano Bismarck.
L'esordio in Nazionale maggiore per Keller arriva il 4 febbraio del 1990, contro la Colombia, e partecipa anche ai Mondiali italiani, senza giocare però. Viene preso dagli inglesi del Millwall, dove resta dal 1992 al 1996, mettendo insieme 202 presenze e diventando un beniamino del Den. Nel 1996 il Millwall retrocede e Keller va al Leicester City neopromosso, andando a vincere la League Cup in 1997. Ignorato dal CT Bora Milutinovic per i Mondiali casalinghi del 1994 (nemo propheta in patria), viene ripescato da Steve Sampson per la pessima spedizione francese del 1998, passando prima per le Olimpiadi del 1996.
Nominato U.S. Soccer Athlete of the Year nel 1997 e nel 1999, nel 2000, Keller firma per gli spagnoli del Rayo Vallecano, con cui rimane due anni, per poi tronare in Premier League nel 2001, al Tottenham Hotspur, dove nel 2002-03 e 2003-04 non salta un minuto del campionato. Ai Mondiali 2002 è il secondo di Brad Friedel. Ma in quegli anni va ricordato lo storico match vinto 1-0 dagli USA contro il Brasile nel 1998, in cui Keller parò tutto e con Romario che dichiarò: "È stata la miglior prestazione di un portiere che abbia mai visto nella mia vita".
Gli highlights di USA-Brasile del 1998
Nel novembre 2004, non avendo rinnovato il contratto con gli Spurs, Kasey finisce in prestito per un mese al Southampton, e poi a gennaio 2005, poco prima della firma con il Real Salt Lake neoammesso alla MLS, decide di accettare le offerte del Borussia Mà¶nchengladbach, contribuendo in modo decisivo alla salvezza del club.
Nell'estate 2005 Keller è il capitano della Nazionale USA che va a vincere la CONCACAF Gold Cup, grazie anche ai due rigori da lui parati in finale contro Panama, che gli fanno vincere per la terza volta il premio di Athlete of the Year. Nel maggio 2006 Keller insieme a Claudio Reyna diventa il primo degli unici due americani chiamati in quattro Mondiali. In Germania gioca tutte e tre le partite, venendo nominato Man of the Match nell'1-1 contro l'Italia. E dopo i Mondiali diventa anche il capitano del Borussia Mà¶nchengladbach.
Ma Keller non è solo storia. Chi lo ha visto giocare recentemente, sia nel suo club che in Nazionale, ha avuto chiaramente l'idea di uno ancora molto più forte della maggior parte dei portieri oggi nella MLS, nonostante l'età . Il fiscio è ancora in ottimo stato e la sua esperienza e capcità valgono quattro cinque vittorie l'anno. C'è poi il fattore marketing. Sono pochi i giocatori nella MLS in grado di attirare pubblico da soli. Ad esempio, uno come Taylor Twellman è un ottimo giocatore, ma quanti andrebbero allo stadio per lui? Già diverso è il discorso per i vari Freddy Adu, Landon Donovan e Claudio Reyna, spesso al centro dell'attenzione di media e tifosi (David Beckham è ovviamente di un altro pianeta).
Il Borussia a fine stagione finirà molto probabilmente in seconda divisione, come ditto, e Keller giustamente si sta guardando introno, puntando dritto verso casa, ma anche andando alla ricerca dell'offerta migliore. L'attuale CT Bob Bradley si è espresso pubblicamente sulla questione: “É importante riportare a casa I nostril giocatori migliori, specialmente quelli che hanno già speso molti anni in Europa, dando loro la possibilità di chiuder nella MLS e trasmettere la loro esperienza ai più giovani".
Il ritorno Keller se lo è sicuramente meritato, ma per una volta la palla non è però nelle sue mani, ma in quelle dei dirigenti della MLS, che quando si parla di soldi hanno una presa più forte anche della sua.