Passato e presente del soccer a Boston: Eusebio, la sua statua a Foxboro e Jonathan Kraft
Vuole la tradizione che il primo club del nuovo continente, l'Oneida Football Club sia nato proprio a Boston nel 1862, giocando e rimanendo imbattuto fino al 1867, anno della sua chiusura. L'Oneida FC giocava al Boston Common, il parco al centro di Boston, dov'è anche commemorato come club calcistico più antico d'America su una lapide di granito voluta nel 1925 dai giocatori all'epoca ancora in vita della squadra.
Nell'era moderna invece il primo sodalizio calcistico furono i Boston Rovers della lega USA del 1967. La squadra era in realtà la compagine irlandese dello Shamrock Rovers, mandati a Boston causa la forte presenza di immigrati ed oriundi irlandesi. Lo stadio scelto dai Rovers era il Fenway Park. Durante il primo ed unico anno di vita i Rovers totalizzarono un magro cammino di sole 2 vittorie, 3 pareggi e 7 sconfitte, arrivando ultimi nella Eastern Division con appena 7 punti ed una media spettatori di 4171 presenze al botteghino, arrivando così ultimi sia in classifica che in media spettatori. L'anno dopo, con la fusione di NPSL e USA che diedero così vita alla North American Soccer League, i Boston Rovers cambiarono nome in Boston Beacons, rimanendo sempre al Fenway Park.
Anche nel 1968 i neo rinominati Beacons si piazzarono sul fondo della classifica della Atlantic Division con 9 vittorie, 6 pareggi e 17 sconfitte. La media spettatori tutto sommato tenne, attestandosi alle 4004 unità . Dopo la stagione 1968, visti i pessimi risultati a livello di pubblico con conseguenti perdite finanziarie di milioni di dollari, i Beacons fallirono come quasi tutte le franchigie. Per vedere un'altra volta il soccer professionista a Boston bisognerà aspettare la nascita dei Boston Minutemen nel 1974. Durante il primo anno di vita, i Minutemen arrivarono primi nella Northen Division con 10 vittorie, 1 pareggio e 9 sconfitte, ed una media spettatori di circa 9642 paganti. La casa dei Minutemen nel 1974 fu l'Alumni Stadium situato a Chestnut Hill. Nella prima partita dei play-off, i Boston Minutemen sconfiggono i Baltimore Comets per 1-0, accedendo così alle semifinali, che purtroppo sarebbero state perse contro i Los Angeles Aztecs (che si sarebbero poi aggiudicati il titolo) per 2-0.
Nel 1975, anno in cui Pélé arrivo a New York, i Boston Minutemen decisero di acquistare il portoghese Eusebio, già star nel Benfica di Lisbona, e di cambiare stadio, scegliendo per la stagione 1975 lo Schaefer Stadium situato in Foxboro.
Il meglio di Eusebio
Purtroppo il campionato di Eusebio fu falcidiato da continui infortuni, per cui il suo apporto alla squadra non fu quello che dirigenti e tifosi si aspettavano da un fuoriclasse come lui, ciononostante i Minutemen ancora una volta arrivarono primi nella Northen Division con 13 vittorie e 9 sconfitte (il pareggio era stato soppresso con l'introduzione degli shootout in caso di mancato vincitore) ma il pubblico nel '75 diminuì toccando le 4422 unità , poco più di quello che gli scalcinati Boston Rovers avevano registrato nel 1967. La corsa verso il soccer bowl si infrange al primo turno dei play-off con una sconfitta ad opera dei Miami Toros per 2-1 con goal della vittoria dei Toros segnato nei minuti di recupero.
Nel 1976 i Minutemen cambiano ancora casa, approdando stavolta al Veterans Memorial Stadium di Quincy, e vendono Eusebio alla franchigia dei Toronto Metros-Croatia. Ma a differenza dell'anno precedente, Eusebio si rivelerà fondamentale al punto da spingere Toronto alla conquista del Soccer Bowl '76. Boston finirà sul fondo della Northern Division con 7 vittorie e 17 sconfitte e la media spettatori crollata a 2571 paganti. Dopo questa fallimentare annata i Boston Minutemen chiusero, e ciò avvenne soprattutto per colpa del loro presidente, che a stagione in corso vendette in blocco la squadra quando i Minutemen erano tra le pretendenti al titolo, minacciando la NASL che se non gli fosse stato concesso avrebbe ritirato la franchigia prima della fine del campionato.
Nel 1978 fortunatamente intervenne la multinazionale del the Lipton acquisì i diritti per impiantare una franchigia a Boston chiamata New England Tea Men, a ricordare il Boston Tea Party, primo atto della guerra d'indipendenza contro gli inglesi. La neonata franchigia, che avrebbe giocato allo Schaefer Stadium Foxboro, come precedentemente avevano fatto i Minutemen. Venne acquistato il nazionale costaricano Ringo Cantillo dalla ASL e l'attaccante irlandese Mike Flanagan dal Charlton Athletic. Con l'ingente aiuto di Flanagan (30 gol in 28 partite e MVP 1978, davanti a gente come Franz Beckenbauer, George Best, Carlos Alberto e Rodney Marsh) i New England Tea Men arrivarono secondi nella Eastern Division totalizzando 19 vittorie ed 11 sconfitte. Il traguardo dei play-off era così stato centrato, grazie anche agli 11.859 tifosi che in media seguirono la squadra quell'anno. Il sogno di vincere il Soccer Bowl '78 però si infrange contro i Tampa Bay Rowdies, che nel primo turno dei play-off sconfiggono la franchigia di Boston per 3-1.
Il 1979 fu un anno di magra per i Tea Men che, lasciatisi sfuggire Flanagan, (di ritorno in Inghilterra per dei problemi con la Football Association), finiranno il campionato sul fondo della Eastern Division con 12 vittorie e 18 sconfitte, registrando un crollo della media spettatori, che quell'anno si attestò sulle 6.526 unità , complice anche lo spostamento della franchigia da Foxboro al più piccolo Nickerson Field di Boston, più difficile da raggiungere e con pochi parcheggi.
Nel 1980 i New England Tea Men tornarono a Foxboro, ma questo non aiutò a rialzare la media spettatori, che si attestò a 8.748 paganti, anche per via del mancato ritorno, promesso dalla società , di Mike Flanagan. Con 18 vittorie e 14 sconfitte i Tea Men riuscirono ad accedere alla prima fase dei play-off, dove però vennero spazzati via dai Tampa Bay Rowdies, vincenti a Foxboro per 1-0 ed in California per 4-1. Dopo la stagione 1980 la Lipton decise di cessare le operazioni a Boston e di spostare la franchigia a Jacksonville, rinominandola Jacksonville Tea Men.
Per vedere ancora un soccer team a Boston bisognerà aspettare i Boston Bolts, che nel 1988 iniziano le operazioni nella rinata per la terza volta ASL. Il primo anno vedrà i Bolts finire un campionato deludente al quarto posto della Northern Division con 9 vittorie ed 11 sconfitte (in caso di pareggio secondo le regole della ASL la partita finiva ai rigori). Non è dato di sapere quanti spettatori seguirono i Bolts quell'anno, ma si sa che la media della ASL era di circa di 2.500 presenze a partita. Il 1989 vide l'introduzione dei tempi supplementari in caso di pareggio prima dell'eventuale lotteria dei rigori. I Boston Bolts arrivarono primi nella Northen Division a pari punti con i Washington Stars, arrivando così alle semifinali dove avrebbero battuto in doppia sfida i Tampa Bay Rowdies per 2-0 e 2-1, accedendo così alla finale. Purtroppo per i Bolts alla fine furono i Fort Lauderdale Strikers a portare a casa il titolo, vincendo per 1-0, perdendo poi in casa dei Bolts per 2-0 ma vincendo infine per 1-0 nella sfida spareggio.
Un dato importante per le sorti del soccer USA fu la finale tra la squadra campione della ASL e quella della WSL, a voler designare un campione nazionale, cosa che non accadeva più dal 1984. La partita tra Fort Lauderdale Strikers e San Diego Nomads sarebbe stata vista da ben 11 milioni di spettatori collegati via cavo, questo a dimostrare che negli USA, nonostante il fallimento della NASL le potenzialità della base degli appassionati erano in forte espansione e che c'era fame di calcio, spianando così, assieme agli ottimi risultati della nazionale, la strada ad una nuova lega professionista che sarebbe nata negli anni a venire.
Nel 1990, con la fusione di ASL e WSL, i Boston Bolts disputarono il primo campionato APSL, chiudendo con uno score di 9 vittorie ed 11 sconfitte e mancando così i play-off. Al termine della stagione i Bolts fallirono.
Per vedere ancora una volta il soccer a Boston bisognerà aspettare il 1996 con la nascita della MLS che porterà in Massachussets i New England Revolution grazie agli investimenti (pochi a dir la verità ) del magnate Jonathan Kraft, proprietario anche dei New England Patriots. Nel 2006 i Revs hanno giocato, e perso, la loro terza finale di MLS Cup in 5 anni. Da ricordare tra i giocatori la militanza nei NE Revolution newl 1997 e 1999 dell'ex portiere interista e della Nazionale a Italia '90 Walter Zenga.
Da ricordare anche i Boston Bulldogs che han giocato nella A-League dal 1996 al 2000 finendo l'ultimo campionato nella USL D3 nel 2001 prima di fallire.