Ante Razov, centravanti dei Chivas USA
Ha messo a segno il suo gol numero 100 in carriera nel match stavinto (4-0) dai Chivas USA sul Real Salt Lake nello scorso week end. Ci è sembrata quindi l'occasione giusta per intervistarlo, avendolo spesso ammirato in questi anni di MLS. Parliamo di Ante Razov, 33enne attaccante californiano, ma di origini croate, dei losangelini Chivas USA.
Cresciuto a UCLA, venne scelto al terzo giro dai Los Angeles Galaxy nel draft d'apertura della MLS nel 1996. Con L.A. ha disputato due stagioni, giocando però poco (6 partite e un gol). Nel 1998 coglie l'occasione dell'arrivo come expansion team dei Chicago Fire e si trasferisce in Illinois, andando a vincere subito la MLS Cup e la US Open Cup. A Chicago Razov resta sette anni, con l'intervallo di sei mesi con gli spagnoli del Racing de Ferrol (segunda division). Nel settennato coi Fire per ben cinque volte è il capocannoniere della squadra (nel 2000 arriva a mettere a segno 18 gol e 24 assist) ed è tutt'ora il leader nella storia dei Fire, con un totale di 76 gol e 190 punti, venendo anche nominato MLS Best XI nel 2003, anno in cui vince la US Open Cup, la terza insieme a quella del 1998 e a quella del 2000. Dopo una pessima stagione 2004, nella quale sis contra col coach Dave Sarachan, Razov va ai Columbus Crew, ma anche lì non si trova bene con l'allenatore, al tempo Greg Andrulis. È così che dopo poco viene richiamato, stavolta a New York, sal suo ex coach ai Fire Bob Bradley. A fine stagione Bradley si trasferisce ai Chivas USA e decide di prtarsi il suo attaccante di fiducia, che ancora una volta non lo tradisce (30 partite e 15 gol), aiutando la squadra, reduce da un pessimo anno 2005 (solo 4 vittorie), ad arrivare ai playoff, venendo eliminati dai poi campioni Houston Dynamo. Il gol di sabato 21 aprile con RSL lo pone al terzo posto nella classifica marcatori All Time della MLS dietro a Jason Kreis (108) del Real Salt Lake e a Jaime Moreno (105) dei D.C. United.
Sabato hai messo a segno il tuo gol numero 100 nella MLS, nel tuo secondo anno coi Chivas USA. Come vanno le cose per la squadra? Sembra che finalmente i Chivas USA abbiano intrapreso la via giusta.
La stagione 2007 è iniziata molto bene per noi, e credo che abbiamo compiuto grossi passi avanti rispetto al 2006. Anno nel quale comunque ci siamo comportati bene, dato che siamo stati eliminati ai playoff, immeritatamente, dagli Houston Dynamo. Inevitabilmente l'obiettivo di quest'anno è la Conference Final, ma certo speriamo di riuscire ad arrivare anche più avanti. Quello che conta è vincere: direi quindi almeno una fra MLS Cup e US Open Cup.
Il passaggio di Bob Bradley alla Nazionale è stato abbastanza imprevisto. In panchina c'è ora Preki. Cos'è cambiato con lui, e per te com'è giocare per un allenatore col quale spesso ti sei scontrato in campo?
Le cose con Preki stanno andando molto bene. È uno che ha giocato tanto tempo ad alto livello, ha grande esperienza, avendo giocato fino a 42 anni venendo anche nominato MVP a 40 nel 2003. Non è quindi un problema giocare per lui, anzi, sa cosa vuol dire essere un giocatore un po' in la con gli anni e come gestire la preparazione per un 33enne come me. Inoltre, date le nostre comuni origini slave, abbiamo una visione simile del calcio, del modo di giocare.
Preki ha cambiato qualcosa nel modo di mettere in campo la squadra rispetto a Bradley?
Da secondo di Bradley lo scorso anno, Preki aveva chiaramente contribuito alla costruzione del bel gioco della squadra. Siamo un gruppo in grado di far girare bene la palla, giocare in velocità e dare anche spettacolo a volte, come sabato contro il Real Salt Lake. Ma il coach è un perfezionista. A fine partita era assolutamente insoddisfatto, e nell'analisi video del match ci ha dimostrato che aveva ragione. Un qualcosa è cambiato per me. Partito Juan Francisco Palencia è arrivato il velocissimo cubano Maykel Galindo, che con i suoi movimenti mi apre degli spazi consentendomi di rendermi più pericoloso in fase di attacco.
Questo fine settimana si giocherà il SuperClasico, la sfida tutta losangelina fra Chivas USA e Los Angeles Galaxy. I Galaxy sono stati la tua prima squadra. Questo ti fa sentire molto la partita? E com'è il rapporto con i tifosi dei Galaxy?
Ma erano altri Galaxy e altri tempi. Con loro ho giocato poco e tanto tempo fa. Certo la rivalità è sentita tra le due tifoserie, ma in realtà i tifosi dei Galaxy mi fischiano per i dolori che ho dato loro negli anni in cui giocavo con i Chicago Fire, che non sono stati pochi.
A Chicago hai avuto la possibilità di giocare accanto a Hristo Stoichkov. Com'è andata?
Stoichkov è stato un grande. Giocare con lui è stato meraviglioso. Quando è arrivato a Chicago aveva ancora molto da dare al calcio, come si è visto. Quei Chicago Fire sono stati fosrse la squadra migliore della storia della MLS. Molto europeizzata, con in campo oltre a Stoichkov l'ottimo ceco Lubos Kubik (ex Fiorentina, ndr), lento ma dalla grande visione di gioco, e anche tre giocatori polacchi. Con loro ho imparato molto.
Hai avuto anche una breve esperienza nella seconda divisione spagnola. Cosa non ha funzionato lì?
In realtà dal punto di vista calcistico è andato tutto abbastanza bene. Fu il mio procuratore di allora a portarmi al Racing de Ferrol, dove sarei dovuto restare per un po' in attesa di un possibile trasferimento al Deportivo La Coruà±a. All'epoca tra l'altro era una novità per l'Europa, visto che non è che ci fossero molti americani in giro. Iniziai alla grande, con 5 gol in 6 partite, ma la squadra lottava per retrocedere e il mio rendimento ne risentì. A fine stagione del Deportivo non si è spauto più nulla, e io ho deciso di tornare in America per giocare e poter avere la possibilità di andare in Nazionale.
Non hai più avuto richieste per andare a giocare in Europa?
Ho cambiato procuratore dopo l'esperienza spagnola. Ma per me la priorità erano i Mondiali, cui purtroppo non sono riuscito ad andare, e a quel punto, perso il treno, ero considerato "vecchio".
Dopo Chicago e Columbus sei finite ai MetroStars, chiamato da Bradley. Qual è secondo te il problema lì? Perché in tanti anni NY non è mai riuscita a vincere nulla?
Quando sono arrivato mi sono accorto che c'erano un sacco di problemi. Troppe persone mettevano bocca sul lavoro della squadra, nonostante Bradley facesse di tutto per tenere il gruppo isolato. La disorganizzazione poi era notevole. Pensa che per gli allenamenti bisognava andare prima al Giants Stadium, e poi viaggiare per 25 minuti in pullman per raggiungere il campo d'allenamento. E poi anche il terreno sintetico dello stadio, il durissimo turf, ci creava non poche difficoltà . Insomma, un gran casino. Ma adesso le cose con Bruce Arena e la nuova proprietà sembrano essere un po' cambiate.
Hai nominato l'ex CT Bruce Arena. Come ti sei trovato con lui e con la Nazionale?
Giocare con la Nazionale è stato sempre una bella esperienza. Ricordo due momenti molto belli per me. I 120.000 dello stadio Azteca per un Messico-USA perso da noi 1-0, uno spettacolo incredibile, e poi il mio primo gol segnato nelle qualificazioni mondiali contro il Guatemala. Per quanto riguarda Arena, credo di avergli dimostrato di valere a certi livelli, ma purtroppo al momento delle convocazioni per i Mondiali ero sempre quello che veniva lasciato fuori. Il perché bisognerebbe chiederlo a lui. Ma non provo rancore.
In Nazionale Razov ha esordito nel marzo 1995, contro l'Uruguay, fino ad oggi ultimo giocatore di college chiamato in Nazionale maggiore, e ha messo insieme un totale di 24 presenze e 6 gol.
Dove pensi possa arrivare la Nazionale USA? Pensi che con i due tornei, Gold Cup e Copa America, da giocare e la mancanza di attaccanti d'esperienza, ci possa essere la possibilità di rivederti in Nazionale, tanto più se dovesse rimanere BRadley? Ne hai parlato con lui, che ti conosce e che ti ha voluto con sé prima a NY e poi ai Chivas USA?
No, non ne abbiamo parlato. Per qunto riguarda un mio possibile ritorno in nazionale va considerato il fatto che ho 33 anni. Cero, posso ancora giocare a quel livello, Ma non ci penso molto a dir la verità . Comunque spero davvero che lo possano confermare, è il migliore per quel lavoro. Purtroppo si torverà ad avere qualche problema con il ricambio generazionale. Non sarà facile sostituire i vari Claudio Reyna e Brian McBride, e mentre in Gold Cup siamo sicuramente competitivi, in Copa America dobbiamo stare attenti a non fare figuracce.
Da attaccante d'esperienza, chi pensi possa essere il degno successore di Brian McBride?
A livello internazionale di gente capace, forte sia fisicamente che tecnicamente, e il candidato migliore mi sembra sicuramente Eddie Johnson. Accanto a lui in prospettiva vedo sicuramente il giovane Jozi Altidore, veloce e tecnico, che sta già dimostrando le sue capacità nonostante la giovane età . Vedo meno Brian Ching, forte sì di testa, ma meno di piedi, e assolutamente poco testato nelle competizioni internazionali.
E Freddy Adu? Non potrebbe essere lui la stella del futuro?
Purtroppo su Adu si sono riversate troppe aspettative. Il ragazzo è molto bravo tecnicamente, ma fisicamente purtroppo non è più cresciuto. Mi sembra comunque uno che si impegna molto. Credo che però che vada lasciato un po' in pace, consentendogli di giocare come sa, senza che si senta sempre costretto a fare il numero ad effetto. In tre o quattro anni vedremo quello che vale veramente.
Come pensi che l'arrivo di gente come Beckham e Blanco, ma anche di Angel, Barros Schelotto e Marinelli possa cambiare il panorama della MLS?
Sicuramente sono arrivi che cambiano non poco il profilo della lega. In passato ho avuto la fortuna di giocare con gente quale Kubik, Stoichkov e Yuri Djorkaeff, e quindi mi rendo conto dell'impatto che questi giocatori possono avere sul campionato e sui giovani. Quello che però sarebbe importante è prendere atleti come questi prima che raggiungano i 30 anni, assicurandosi che abbiano ancora voglia, anche perché la MLS di oggi non è quella di 10 anni fa. Qui non vengono in vacanza, il gioco è veloce e fisico, e rischiano la brutta figura. Per quanto riguarda i singoli, Beckham è ancora un grande, l'ho visto l'altra sera col Real madrid e mi ha veramente impressionato. Sarà interessante vedere giocare Blanco, vedere anche che reazione susciterà nei difensori americani, sia perché nelle sfide passate fra Messico e USA si è sempre esposto, sia perché il suo modo di giocare può essere irridente a volte. Comunque sarà sicuramente un bene per la MLS e per il soccer averli qui.