I trionfi di Boston – Parte I

Smokey Joe Wood, eccezionale lanciatore dei Boston Red Sox

La stagione 2004 di Major League Baseball si è conclusa con la meravigliosa vittoria dei Boston Red Sox, che dopo 86 anni di sofferenza hanno potuto festeggiare il titolo del mondo: era il 1918 quando la squadra delle Calze Rosse trionfò per l'ultima volta nelle World Series, prima che la terribile Maledizione del Bambino condannasse la franchigia del Massachusetts ad una serie di delusioni; i Red Sox erano stati una delle formazioni principali nei primi anni del secolo scorso, eppure nelle successive decadi avrebbero sempre fallito l'appuntamento con il grande trionfo.

Ma chi erano i Boston Red Sox che dominarono il Baseball, vincendo cinque World Series tra il 1903 e il 1919? Grazie a questo articolo, potremo conoscere quella leggendaria formazione.

All'inizio del XX secolo, Ban Johnson, massimo dirigente della Western Association, decise di sfidare la National League, assegnando alla propria organizzazione lo status di major league: nacque così la American League, che nel 1901 avrebbe disputato la propria prima stagione ufficiale; in verità , Johnson non era interessato alla città  di Boston, che già  ospitava i Braves della National League (i Boston Red Stockings originali), ma grazie al finanziamento del magnate Charlie Somers, una nuova franchigia fu preparata.

In effetti, il nome Red Sox comparve ufficialmente soltanto nel 1907, mentre nei primi anni di vita la squadra fu chiamata in diversi modi: Americans, Pilgrims, Puritans, Plymouth Rocks, Somersets; tuttavia, per facilità , in questo articolo utilizzeremo Red Sox anche per le stagioni precedenti al 1907.

La American League combatté la battaglia contro la National League, offrendo dei salari più elevanti, che attirarono i migliori giocatori del Senior Circuit; non sorprende, quindi, che anche i Red Sox abbiano costruito il proprio roster grazie ad alcuni “furti” nei confronti dei Boston Braves. La prima firma importante fu quella di Jimmy Collins (eccellente terza base dei Braves), cui fu conferita anche la carica di manager, mentre successivamente arrivarono gli esterni Chick Stahl, Buck Freeman; inoltre, Boston si assicurò le prestazioni di Cy Young, l'eccezionale lanciatore che aveva dominato la National League nell'ultima decade del XIX secolo.

Con questi campioni (cui si aggiunse il pitcher Bill Dinneen nel 1902), i Red Sox erano tra i favoriti per la conquista del primo pennant della American League, tuttavia chiusero le prime due stagioni rispettivamente al secondo (dietro a Chicago) e al terzo (dietro Philadelphia e St. Louis) posto.

Dopo queste delusioni, i Red Sox si presero la loro rivincita nel 1903, quando chiusero la stagione con un bilancio di 91-47, distaccando i Philadelphia Athletics di oltre quattordici lunghezze: Cy Young vinse 28 partite, Patsy Dougherty segnò 107 punti e batté 195 valide, mentre Buck Freeman collezionò 13 HR, conquistando 281 basi totali; non sorprende, quindi, che i Red Sox furono i migliori sia per punti segnati (708), sia per punti subiti (504).

Nel 1903, fu siglato il celeberrimo Agreement tra National ed American League, che tra l'altro portò alla creazione delle World Series: nella primissima edizione delle Fall Classic (al meglio dei nove incontri), i Red Sox avrebbero quindi affrontato i Pittsburgh Pirates, la compagine dell'eccezionale shortstop Honus Wagner. Nonostante il 3-1 per i rivali dopo le prime quattro gare, Boston ribaltò completamente la serie, laureandosi campione del mondo per 5-3: il vero eroe per i Red Sox, tuttavia, non fu Young, bensì Bill Dinneen, che totalizzò tre successi, con due shutout; ciononostante, alcuni giocatori di Pittsburgh affermarono di essere stati infastiditi dai tifosi di Boston, i quali intonarono un orribile motivetto, assolutamente inascoltabile.

Nel 1904, i Red Sox si riconfermarono campioni della American League ed erano pronti a difendere il titolo mondiale nelle World Series contro i New York Giants: purtroppo John T. Brush e John McGraw (rispettivamente proprietario e manager) si rifiutarono di sfidare Boston, provocando la cancellazione della serie.

Le annate successive furono alquanto deludenti per i Red Sox, che nonostante le premesse della vigilia, incapparono in alcune stagioni mediocri (tra cui un pessimo 1906, chiuso con appena 49 vittorie); il periodo centrale della decade fu piuttosto controverso (il manager Chick Stahl, che aveva sostituito Collins, si suicidò bevendo dell'acido), tuttavia in breve tempo, Boston ritornò sulla vetta della American League: la dirigenza iniziò ad ingaggiare alcuni eccellenti giocatori, che avrebbero condotto i Red Sox a numerosi successi.

In verità , al termine del 1908, i Red Sox decisero di cedere Cy Young ai Cleveland Indians, nonostante il celebre lanciatore avesse vinto 21 vittorie con una ERA di 21-11; esiste, tuttavia, un divertente retroscena a riguardo: si racconta, infatti, che il proprietario dei Red Sox, John I. Taylor, avesse trascorso una serata, ubriacandosi assieme all'owner degli Indians, per poi promettergli la cessione di Young. Questo aneddoto è senza dubbio simpatico, ma la sua veridicità  è tutta da dimostrare: molto più probabilmente, Boston voleva ringiovanire il roster della propria squadra, sebbene questo comportasse la rinuncia alla propria star.

Nel 1912, i Red Sox erano pronti a ritornare sulla vetta della American League, dopo alcune stagioni mediocri: con 105 vittorie (che rappresentano il massimo nella storia della squadra bostoniana) e appena 47 sconfitte, le Calze Rosse si staccarono nettamente dal resto della lega, tanto che i primi inseguitori, i Washington Senators, non riuscirono mai ad impensierire la vetta della classifica, nonostante un ottimo bilancio finale (91-61); inoltre in quella stagione fu inaugurato il mitico Fenway Park (anche se ancora privo del Green Monster), che in pochi anni sarebbe diventato uno degli impianti più storici degli USA.

Il nome Fenway fu scelto perché lo stadio era stato costruito in una sezione della città  chiamata the Fenways; inoltre, quella zona era di proprietà  della Fenway Reality Company.

Andiamo adesso a conoscere i principali campioni che condussero Boston alla conquista del pennant.

La posizione d'onore deve essere per forza assegnata a Tristram Speaker, uno dei più completi giocatori mai apparsi sui diamanti del Major League Baseball: the Grey Eagle arrivò a Boston nel 1907, tuttavia soltanto due anni più tardi entrò prepotentemente nel line-up di Boston; in verità , Speaker era stato visionato (e scartato) sia dai Pirates, sia da Giants, i quali però avrebbero rimpianto amaramente quella decisione.

He smoked cigarettes – Barney Dreyfuss, proprietario dei Pirates

I had all the outfielders I needed! – Barney Dreyfuss, proprietario dei Pirates

Speaker era un giocatore eccezionale e sapeva dominare sia in attacco, sia in difesa: con la mazza, era in grado di battere valide con una continuità  impressionante, mentre con il guanto in mano, faceva valere il suo braccio potente; inoltre, Speaker si posizionava molto vicino al diamante, riuscendo così a raccogliere al volo numerose linee oppure a fornire numerose assistenze in prima base.

I compagni di Tris Speaker nell'outfield di Boston erano Harry Hooper (a destra) e Duffy Lewis (a sinistra), i quali formarono un team di esterni senza eguali nella storia del Baseball.

Assieme a Speaker, l'altro eroe per i Red Sox fu sicuramente il lanciatore destro Smokey Joe Wood, che nel 1912 vinse addirittura 34 partite, compilando una ERA di 1.91; in quella stagione, Wood completò una striscia di sedici successi consecutivi, pareggiando il record della American League, detenuto da Walter Johnson. E proprio contro Washington, Wood disputò una partita memorabile, che paralizzò l'attenzione di tutti gli appassionati: Wood aveva appena conquistato la tredicesima vittoria consecutiva, ma il 6 settembre era atteso da una sfida a Fenway Park con i Washington Senators. I giornali pubblicizzarono con numerosi articoli questo evento, in cui Walter Johnson avrebbe dovuto fermare la cavalcata di Wood: l'incontro non tradì le attese, chiudendosi con la vittoria di Boston per 1-0, al termine di un eccezionale pitching duel. Purtroppo, durante la primavera dell'anno successivo, Wood si provocò una frattura al pollice destro, che pose praticamente fine alla sua carriera da lanciatore; tuttavia, Smokey Joe si seppe trasformare in un ottimo esterno, ottenendo eccellenti risultati anche in battuta.

Can I throw harder than Joe Wood? Listen, my friend, there's no man alive who can throw harder than Smokey Joe Wood! – Walter Johnson

Vincendo il pennant della American League, Boston era pronta per tornare alle World Series, dove avrebbe incontrato quei Giants che otto anni prima avevano rifiutato di disputare la serie finale: Boston vinse tre delle prime quattro partite (in verità  gara 2 fu interrotta per oscurità  e dichiarata pari), ma New York riuscì a rimontare, forzando il decisivo settimo (anzi ottavo) incontro.

Lo spareggio finale fu fonte di grande rimpianto per i Giants, che in sostanza regalarono il titolo a Boston: in svantaggio 2-1 nel decimo inning, i Red Sox ribaltarono il risultato, beneficiando di un sciagurato errore di Fred Snodgrass su un'agevole volata sull'esterno destro e di una gravissima incomprensione tra il catcher Chief Meyers e il prima base Fred Merkle, che lasciarono cadere una facile palla in zona di foul; analizzando le statistiche, si può intuire il rammarico di New York, che, pur battendo meglio (.270 contro .200) e segnando sei punti in più (31 contro 25), fu purtroppo sconfitta.

Continua…

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