Mathis, la scommessa di Arena

Clint Mathis a NY, stavolta con la maglia dei Red Bulls

Sembra un'eternità , ma in realtà  sono passati solo poco più di tre anni da quando Clint Mathis giocava al Giants Stadium nel suo secondo e ultimo anno con la maglia dei MetroStars, probabilmente il migliore della sua carriera. Anni quelli in cui il "mohicano" era una macchina da gol, reduce da un ottimo Mondiale, richiesto anche dal Bayern Monaco (ma la MLS decise di non lasciarlo partire) e beniamino dei tifosi di NY e del New Jersey. Del resto era inevitabile per uno che mostrava la scritta “I ♥ NY” dopo ogni gol, e che il 26 agosto 2000 ha messo a segno 5 gol in un match contro gli allora Dallas Burn (oggi FC Dallas), finendo vicecapocannoniere con 16 gol e 14 assist. E dopo tanto girare adesso fa un po' strano rivederlo con la maglia di NY, che però stavolta è quella dei Red Bulls (che giusto un anno fa hanno sostituito i MetroStars dopo l'ingresso della Red Bull come investitore nella lega).

L'acquisto di Mathis da parte dei NYRB in cambio di una scelta al Draft 2008 per i Colorado Rapids è sicuramente una scommessa per Bruce Arena, che lo ha voluto fortemente. Ma considerato quanto in potenza il giocatore può dare ne è valsa assolutamente la pena, anche se il quasi 31enne Mathis nelle ultime quattro stagioni ha indossato ben cinque maglie. Infatti, lasciati MetroStars (33 gol in 67 partite in rossoneri) alla scadenza del suo contratto con la MLS nel 2003, ha tentato la fortuna in Europa, andando a giocare in Bundesliga, con l'Hannover 96. L'inizo fu fantastico: 4 gol in 5 partite, ma poi tanta panchina. Il secondo anno fu anche peggio, a causa della sua testa matta. Il nuovo allenatore dell'Hannover, Eward Lienen, lo fa entrare quasi a fine partita. Lui va e segna subito. E poi che fa? Corre verso l'allenatore facendogli il segno dell'orologio a mo' di scherno. Risultato, tribuna per buona parte dell'anno e fine del sogno europeo.

Nella primavera del 2005 il Real Salt Lake, appena ammesso nella MLS, gli offre un contratto di oltre $400,000 a stagione, nonostante nella sua ultima stagione nella MLS Mathis non fosse andato in rete nelle ultime 12 partite. Alla dirigenza del RSL e a coach John Ellinger è bastata una sola stagione per capire di aver male investito i propri soldi, visto che in campo si è visto un giocatore assolutamente privo di stimoli, capace sì di flash improvvisi ma anche di prolungate e ingiustificabili assenze, oltre ad un carattere non certo facile da gestire nello spogliatoio (totale 27 match e 3 soli gol). Tanta la volontà  di liberarsene che il RSL nel dicembre 2005 ha spedito l'ex centravanti di Galaxy (che nel 1998 lo presero da South Carolina come 6° scelta assoluta) e MetroStars ai Colorado Rapids in cambio di Jeff Cunnigham (diventato capocannoniere 2006 con RSL) impegnandosi a pagare ben $300.000 dei $410,000 del contratto di Mathis, in scadenza nel 2007.

Ma anche a Denver le cose non è che siano andate molto bene. Anche lì luci e ombre. Ottimo come sempre nel controllo di palla, nei passaggi e nei calci da fermo, ma in generale la stagione 2006 è stata un flop per lui (25 partite, 2 gol), nonostante abbia fatto vedere buone cose nei playoff. Non abbastanza però da convincere il coach Fernando Clavijo a dargli un posto fisso in squadra.

Ma sono state proprio le sue prestazioni nei playoff a dare a Bruce Arena l'idea che forse, ma proprio forse, Mathis avesse ancora qualcosa da dare. Del resto proprio l'ex CT della Nazionale fino all'anno scorso si era dichiarato pronto a portarlo ai Mondiali in Germania nel caso il giocatore fosse riuscito a recuperare testa e forma fisica. Del resto in nazionale Mathis si è sempre ben comportato (46 partite e 12 gol all'attivo). Tutti i tifosi americani ricordano con piacere le sue prestazioni nel 2002 in Corea del Sud / Giappone, quando insieme a Landon Donovan e agli altri della Golden Generation portò la Nazionale USA ai quarti di finale. Arena ha pensato che visto il prezzo al quale Colorado vendeva, una 4° scelta al Draft 2008, valesse la pena tentare.

A questo punto la palla passa a Mathis. 31 anni a novembre, Clint insiste sul fatto che ormai è un uomo maturo, sposato, non più il party animal degli anni di NY. Dalla sua parte c'è poi il fatto che nessuno si aspetta di rivederlo tornare quello del 2000, quello di prima dell'infortunio ai legamenti, quando aveva un'esplosività  che non ha fatto più vedere dopo l'intervento. Ciò di cui hanno bisogno i Red Bulls è un centrocampista in grado di trovare l'uomo smarcato con un bel passaggio o un attaccante arretrato capace di andare a chiudere in gol. Insomma, non cercano la stella, che anzi continueranno a cercare sul mercato, ma semplicemente un giocatore in grado di dare quel qualcosa in più in campo. Tanto più che giocare vicino ad uno come Claudio Reyna, un leader in campo e fuori, e vecchio compagno di Nazionale, non potrà  che aiutarlo.

Arena è fiducioso, ma certo si rende conto di essere il quinto coach in quattro anni a puntare su Mathis. Certo per NY Mathis potrebbe anche essere un affare, visto che se le cose inizieranno d andare bene, il giocatore rimane anche un personaggio ben spendibile in termini di marketing: è infatti tecnicamente superiore quando vuole, e d ha una personalità  in grado di farsi sentire e far parlare di sé. Non per niente è uno dei pochi trasferimenti interni alla MLS che abbia fatto "rumore", forse anche più del ritorno di Reyna, che peraltro nella MLS non a mai giocato ancora. Se poi pensiamo che a differenza di “Capitan America” Mathis andrà  a pesare sul salary cap per soli $100.000 (il resto lo paga Salt Lake, come visto), capiamo come comunque quella di Arena sia stata una mossa rischiosa ma piena di senso. Chi rischia veramente è proprio Mathis, che dopo i fallimenti di Hannover, Real Salt Lake e Colorado Rapids potrebbe tristemente doversi avviare a chiudere una carriera piena promesse mai realizzate.

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